Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948

CRITICA SOCIALE 561 creare le premesse per ·una nuova Confedrazione del lavoro, veramente indipendente, libera e·,democrati– ca, animata da uno spiri~o costruttivo di classe, chia– mando a raccolta tutti i ,lavoratori anelanti da una nuova organizzazione sviflcolata dal settarismo co– m~mista e dal confessionalismo ·delle ACLI. VI. - La politica inter=ionale. Non ope·ra per 1k .pace nè cl;li si aippresta ~Ile al– leanze militari, n.è chi si fa banditore .dJ una neutra– lità fine a se stessa, astratta e uto.pistica. La vera posizione socialista è la Federazione europea, soste– nuta •da una forte Internazionale socialista dei lavo– ratori. Questa Federazione rion è un',utopia. Essa, per il momento, non si può costruire che nell'Occidente, tra i ,popoli legati dal vincqlo .dell'ERP,- ma dev'es– sere una formazione aperto., per poter eser,citare ver– so i paesi dominati -dal totalitarismo fascista o sta– liniano quell'attrazione, tutt'altro che utopistica, che varrà. a indebolire il sistema ·creato dal totalitarismo stesso contro la volontà pa,èifica dei ,popolli soggio– gati. Dev'essere una formazione in cui gli Stati paÌ>te– eipanti dele,ghino fin dall'inizio lina quota della fo– ro sovranità a favpre del Superstato, al quale esclu– sivamente spetti il comando delle forze militari, e nel cui ambito possano circolare senza vincoli le mérci, gli uomini e le idee. Deve risolvere il proble– ma tedesco conforme ai principì della democrazia e della solidarietà internazionale tra i popoli. Dobbiamo ·però .g,uandar,ci dal fatto che dietro la insegna della Fed erazione europea si nascondano, nel governo e n.el nostro stèsso Partito, tendenze più o meno « milit arist e », in quanto esse concepiS<:ono la Federazione com,e una dilatazione dell'Alleanza militare di Bruxelles. Nella nostra concez,ione federalistica la neutralità armata non. è fine a se stessa ma è una premessa di pace, che non esime tuttavia i socialisti ,dall'assolvi– mento del supremo dovere ,della difesa nazionale. Essi debbono, comunque, · rimanere inflessibil– mente fedeli ai loro ideali, anche quanto questi so– no sopraffatti dalla cruda realtà, Ques.ta è la con– dizione affinchè la guerra non li travolga e li can– celli per sempre. UGOBERTO ALFASSIO GRIMALDI Problemi della ·scuola (Postilla) E' altamente .lodevole la preoccupàzione (bene intèrpretata dalla Direzione di « Critica», nella nota premessa al primo dei miei articoli) di coloro che temono che la scuola unica postelementare, con la necessità di « adattare il metro della valutazione intellettuale alle ,possibilità di coloro che hanno minori attitudini agJ.i studi, conduca ad abbassare in modo pernicioso le esigenze che la souola deve por.re ai suoi fre– quentatori ». Anzitutto questa preoccupazione e questo ti– more sembrano esagerati a chi, cotne me, aspira ad una scuola seria e giustamente severa e ad una oculata scelta degli insegnanti. E io ho già previsto - come d'altra parte si dovrebbe prevedere e provvedere per la scuola elementare - che vi saranno inevitabilmente coloro che non arriveranno al traguardo della licenza dalla scuola unica postelementare. In s~condo luogo la preoccupazione, a cui si è accennato, potrebbe diminuire se, nel.J 'u1timo anno della scuola unica postelementare, intorno a un nucleo di materie fondamen– tali obbligatorie si desse ,la possibilità ai ragazzi di sce– glitre qualche altra materia, in cui poi dovrebbe essere ob– bligàtor!o sostenere l'esame. ca Gì o Bianco In questo modo si potrebbe anche probabilmente meglio raggiungere lo scopo della scuola postelementare, che è quello di scoprire le vocazicm,i degli scolari. (Mentre io ,sono contrario alla proposta di chi - come mi sembra abbia voluto proporre Umberto ,Forti in un bell'articolo apparso sull'Avanti!, « La Scuola vocazione» - è del parere che queita libera scelta di materie non obbligatorie si inizi fin dal .])rimo anno della scuola postelementare, cioè a undici anni: con questo, - data l'immaturità mentale e fisica dei'lo scolaro - si tradirebbe proprio lo scopo vocazionale, che si vor,rebbe raggiungere con la scuola unica, e si verrebbe anche, quasi certamente, a creare un dannoso mutamento o, meglio, oscillamento continuo nella scelta delle materie fa- coltative). 1 * * * lo non sono contrario al cosiddetto esame di Stato, alla '·fine· deJ.l'ultimo anno di ogni scuola, anche inteso - come si suole ormai intendere oggidì - nel senso che tutta la commissione esaminatrice sia estranea al corpo degli inse– gnanti deLla scuola. Ho affermato e affermo soltanto la. difficoltà, spec1al– mente negli esami di licenza delle scuole medie ,superiori, di ottenere oggi un esame « adoperato in modo razionale e serio»; ecco •perchè ripiego, come r-imedio migliore e più . sicuro, sulla commissione presieduta da due commissari. Al cento pe.r cento sono poi d'accordo di mandare la .commis– sione estranea al completo neJ.le attuali scuole parificate (1); io di questo non ho parlato, semplicemente .perchè nei miei articoli parlo di ~n ordinamento in cui di scuole parificate {autorizzate ecc.) non vi deve essere neppure più la semenza. (E intanto non mi so spiegare per-chè non- si ,parla più di scuole pareggillte. E' bensì ve.ro che pur troppo esse sono diventate rarissime; ma se .si rispolverasse e si migliorasse con opportune aggiunte e modificazion1 la legge 6/6/1925, n. ro84, si otterrebbero senz'altro quelle scuole, che, pur non essendo governative, ·avrebbero tutti i titoli per poter essere considerate scuole di Stato). * * * Per togliere ogni possibil,ità di equivoco nelle mie pro– poste ,ritengo opportuno chiarire che - come mi sembrava del -resto d'aver detto apertis verbis - per me, ammesso il principio della scuola unica postelementare, le scuole tecni– che, di tutti :i tipi, devono esse.re frequentate dopo la scuola unica. · Per errone di trascrizione è stato nel mio secondo articolo al~erato il significato del passo in cui accenhavo ai difetti gravi che esistono, a parer mio, negli attuali istituti di ma– giste,o, in modo che ne è risultato profondamente alterato il mio ,pensiero. lo intendevo dire « .. .l'ultima trovata è stata quella di ridurre a metà l'insegnamento del latino .... », volen– do con questo alludere aLla disposizione, pl'lr me assurda, di aver tolto .negli esami di abilitazione magistrale la prova di versione dall'italiano per gio'vani ·eh; in parte sono poi de– stinati .ad insegnare il latino. G. Bom'ANTINl (1) N'oi siamo invece assolutamente contrari all'invio di Commissioni presso le iScuole parificate. L'-esame di Stato de– ve farsi ·nelle scuole di Stato, e senza partecipazione di inse– gnanti della scuola presso cui si tengono, perchè tutti gli a,lun– ni siano in condizioni pari. (Nota di C. S.) Come tutti i giornali che non sooo « appoggiati » da gruppi monopolisti.ai , « 1 Cr.itica Sociale », mal– grado la sua vasta diffusione in Italia e ,aJJI'Estero, ed i larghi oonsensi che trova, inoontm continui osta.ooli, 4b~~ovi e procurando nuovi ab~ nati t1SSiC11Jr&re~ e faeiliterete la sua, opera..

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