Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948
, 558 CRITICA SOCIALE gressi giovanili di altri tempi; ben più tumultuosi, ben più sconsiderati, che terminwano quasi consuetudÌtnariamente in fieri ordini del giorno di bia:simo al partito. Se le valutazion·i polit-iche hanno mostrato divergenze, che .peraltro non concernono la sostanza e la funzione del socia– lismo democratico, ma il problema della linea di condotta da seguire, singolare era invece la fraterna · collaborazione dei giovani delle diverse op,nioni nel precisare, in comuniom! di i11tenti,i piani del lavoro organizzativo, dell'attivi/a· sin– dacale, dei problemi giovanili da approfondire. Anche se in contrasto ccm la tensione del dibattito politico, abbiamo ascoltato degli interventi nei temi sindacali, della difesa della I • scuola laica, de/l'assistenza scolastica, del problema meridio– nale, che non esiticumo a definire eccellenti. Malto resta ancora da fare, specie sul piano organizzativo. Quella fraterna intesa e quella compartecipazione di rispet– tivi probll!'Ynitra giovani· operai e· giovani studenti deve es– sere. ancora approfondita. Una maggior cura va data a tutta la rete degli organismi giovooiii, pur già promettenti, anche in quell'Italia Meridionale che troppo spesso· pensian,o af– franta ed assenteista. Ma questi 'giovani hanno una chiara vis<ionedel lavoro da assolvere: ed hanno una feae, uno slancio, un fervore che li affraterna in modo commovente. g. p. Per là riscossa e- per il primato del movimento socialista UnQ. ·circòlare della ~egreteria del n@stro\ Partiro preÌu;d;e che nel prossimo Congresso · nazionale la discussione si concentrerà su alcuni problemi speci- ' fici: l'unità socialista, la partecipazione al governo, la crisi sindacale e la politica estera. Ma,; come ha bene osservato sull'Umanità del 16 novembre· il com– pagno U. Alfassio Gri[llaldi, c'è un « problema pre– giudiziale», un « problema dei problemi», che non potrebbe essere eluso senza togliere senso e valore a quei problemi pàrti'colar.i: « Bisogna fare il Para 'titO )>, . I 1 . - Di questo problema pregiudiziale il compagno U. Alfassi~' Grimaldi ha messo in risalto i lati psicologi– ci ed organizzativi: bisogna fortifieare nel P~rtito la volontà di crederè nel So-cialismo e bisogna dar– gli una salda o-r,ganizzazione, e sta bene; ma prima di tutto bisogna definiPlo. Definire, o r.idefinire, cioè, la sua missione •specifica i-n questo momento storko. Una siffatta esigenza potrà sembrar strana per un partito c'i1e vive, ed opera da ormai due anni, ma così non è, comie·proveremo, a dimostrare. Chi scrive cercò' di dare quella defin.izi•one molto prima.che il P.S.L.J ..nascesse, in un discorso tenuto nel seftembre 1946 agli Amici lombardi ·di « Critica Sociale» e raccolto poi .in ·opusc,olo che fu SGherzo– s-amenfe chiainafo « bibbia»; una, bibbia dieg(i Amici di « Critica Sociale » ben presto, ahimè!, dimenti– catà,.se non tradita, come capita ad ogn~ lesto sacro che sì rispetti. Premesso che il P.S., subito dopo la liberazione del Paese, Òccùpava nella scena politica il posto cen– trale, circondato dall'aspettativa fidu'ciosa della grande maggi,oranza del popolo italiano, che vede– va in lu,i l'antitest radicale del fasc.ismo e l'artéfice di un profondo ed effietfivo vinnovamento nazi,ona: ~. capacie, a questo scopp, dii sotto[ll·ettere alla pro- ' pria gagUarda v,ofon,tà le altne forze po-lil,iche; pre– messo che quell'aspettativa rera stàta delusa e che ·a poc,o p.iù di un anno di dist,anza la scena poliMca . non era più dominat-a d<àl · P. S., ma dall'aspro e 'dr<1n-imabico duello fra due partibi non democratici: la D. C. ed i] _P. C.,· di fronte -ai qual-i non si capiva bene se il P. S. adempisse alla, funzione poco como– da ,e· iriconcludente d-el mediatore, ovvero occupas– se la posizione poco lus•inghie'ra del rimorchio; premesso infine che un tal mutamento gravis'simo d('situazione, che çv-eva molte analogie cqn la si– faazione dell'altro dopoguerra, faceva incombere sull'Italia la minaccia di una nuova gu,erra civile ç,o{ cr.o_llc/ inevitabile degli ordi'n'arnenfi repubblica. ni e· aemocl'alici, - chi scrive cosi definiva il dò– vere stòrico del P. . S.: « di{rendere •intransigente– mente, ferocemente l'autonomia della classe lavora,– trioe, •che è quanto dire strappa,rla a qua,lsiasi costo aJle ,sipke delil'utopismo bolsce<V-ico ·e dell'utopismo ci,istiano-sociaJe per riicon.dur<la alla concéz.ione ed a'1Ja pras·si del socialismo -democratièo »; o, in altre parole, « 1 s,ottometter<e e disgregare queste due po– sizioni (della D. C. e del P. C.) irri-ducdbilmente ostdli ed fnconoi1l<iabili, che vanno spingendo il mon– do verso nuove catastrofi•>, « instaurare cioè la su– premazia politi-ca dcl S·OCliaJismo democratico>. Questa - chi· ben guardi - diventò poi in so– stan:;r.a la Oirettiva del P-S.'L.I. Il nostro Partito, im– pegna,ndos,i in una « lotta su due fro~ti », avrebbe · dovuto rov,e1;ciare la corrente, 'riportare ·iF partito socialista, come protagonisfa ,ed arbitro, sulla sce– na politica donde la criminal'e politica fusionista lo iimeva scacciato, e dare al Paese un « governo a direzione socialista ». ' Certamente noi tutti peccammo di troppo ottimi'– smo circa g-li'ostacoli che il nostro com.pilo avreb~ be dovuto fronteggiar,e e circa la rapidità del sue~ ce~so.. Su questo non c'è dubbio. Resta però da do– mandarsi se il nostro error.e involga la stessa diret– tiva di marcia. e il fine stesso della nostra azione .. Ec:oo la domati.da a cui il C-ongresso dovrd I'iSpon– d,ere con nettezza., Da parte n9stra la r.isp9sta è nettamente nega.ti– và. Per noi ·quella direttiva e quel fine sono seme pne, anzi più che mai, validi, e perciò disappro– viamo una politica che oggi li dimentioa e li smen– tisce, non sappiamo con quanta consapevolezza in irhi la approva e· sosti.ene senza riserv.e. Da quel convegno di Rom-a ·c_fte,pur conferman– dò « la prospettiva di unione delle forze socialiste e di direzione socialista del governo » ed anzi pro– clamando che « 'tutta la nostra azione deve corri-· ' spondene all'unico sc_opo d,i non pregiudicàrne in nulla la real-izzaziione », la confinè- tutta1:1ia in un incerto av.venire per non « eludere concrefi proble– mi ,di limea. parlamentare che dovremo risolvere nelle prossime settimane e n,ei prossimi mesi », la nostra azione non è stata in realtà ch·e una se.rie continua di ripz1egamenti, più o meno strategici. Dalla formula più modesta ma precisa e positiva della ,r; direzione economica ·del governo >, attraverso quel- · la alquanto vaga dello « spostamento a sinistra del– l'asse governativo », eccoci. oggimai ripiegati pr:atic~– mente sulla famosa formula negativa del « men~ JJl!JÌ– gio > che apr,e il varco ad una catena i_ndefinita ,ji BìbliotecàGino Bianco
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