Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

540 CRITICA SOCIALE . giorenni che abbiano esercitato la prostituzione, per conse– guirvi una qualificazione_ professionale. La prima impressione generale che si ricava dalla lettu– ra del progetto Merlin è quella di una limitazione non solo di intenti ma di visuale. Di intenti, certo, perchè il proget– to non si propone di abolire la prostituzione bensì lo sfrut• .tamento della prostituzione altrui e l'offesa della dignità umana delle donne sottoposte a procedimenti vessatori. Ma anche di visuale, perchè l'idea dominante, che fa passare in seconda linea le altre esigenze, è quella della dignità fem– minile, e perchè, in secondo luogo, la Merlin non pare sen– tire adeguatamente la necessità dell'azione preventiva e rie– ducativa delle prostitute, nè avere fiducia nello· scopo ulte– riore di abolire la prostituzione come fenomenò sociale. Come si può sostenere che una visita ambulatoria e le re– lative ispezioni genitali, anche da pa•rte di un sanitario di sesso maschile, •offendano maggiormente la dignità umana della donna che non jl prestarsi agli atti più abominevoli a favore di clienti indiscriminati, sovente rozzi e avvinazzati? Per quanto concerne poi la eliminazione della prostitu– zione, noi reputiamo ohe già oggi, mercè i progressi della sociologia, della psicologia, <dell'eugenetica, della pedagogia di cui può avvalersi lo Stato contemporaneo, si possa ten– dern 'a· ridurla ad una categoria di donne, destinate a sod– disfare i deformi, i ciechi, i timidi, gli amatori del genere (sebb~ne, venendo a mancare la comodità del postribolo; i timidi possono acquistare la necessaria aggressività maschi– le e gli amatori del genere siano destinati, poichè general– mente sono succubi di un vizio contratto in gioventù; a ri.– dursi di numero). Il legislatore deve poi avere in mente che in una società rinnovata nella sua economia, nei suoi co– stumi e nelle sue ideologie, nella quale la donna abbia ef– fettivamente le stesse possibi,lità e gli stessi doveri dell'uo- , mo, la prostituzione come. fenomeno, sociale verrà natural– mente a scomparire. Questo concetto non dev'essere prete– sto di speculazioni avveniristiche, ma dev'essere tenuto pre– sente come criterio di orientamento dal legislatore di un partito progressivo · che deve· perciò cercare di disporre tutto quello che fin d'ora è possil;>ileper preyenire e rieduc care. Critiche e proposte Nella esauriente introduzione esplicativa ·del disegno- di legge è detto che essò è diretto contro: r)' la tolleranza del lenocinio esercitato contro le maggiorenni; 2) il · regime d'eccezione imposto alle prostitute, che permette innumere– voli abusi contro ogni donna sospettata di prostituzione; 3) l'iniquo ed inJfficace sistema di protezion~ della salute pub– blica basato su priri[ipi ·e su metodi ormai nettamente su– perati. Senza entrare in una discussione tecnico-giuridi~a, a cui sono· chiamate le commissioni parlamentari, senatori ,; de– putati, osserviamo che non ci pare sufficiente ,la definizione di « casa di prostituzione» CQme.quella « in cui due o più donne esercitano la prostituzione», poichè è• da prevedere che certi affittacamere -diano in locazione un locale anche ad una sofà prostituta ,pretendendo percentuali sui proventi della donna o prezzi· esorbitanti sia per l'affitto sia per altre prestazioni domestiche, ed esercitando in tal modo uno sfruttamento della prostituzione a-ltrui. Questo caso sfugge a quella definizione e non è, d'altroncle contemplato da un'apposito comma o articolo. Tu_ttavia le disposizioni mi– ranti a colpire lo sfruttamento della prostituzione rappre– sentano indubbiamente un progresso sugli. articoli del Co– dice penale in quanto, abrogando la tolleranza <dellertoci-. nio contro le maggiorenni, ampliando la cerchia dei réspon: sabili ·della prostituzione e ·inasprendo le pene, rendono que– sti gravi reati praticamente perseguibili. , Il legislatore non ha creduto opportuno di inserire nel progetto una definizione della prostituzione, limitandosi a « fissare il principio (già ,di per se stesso ottimo) secondo cui non si possono sottoporre a misure speciali_ se non le donne che tragg<1no abitualmente e totalmente i loro mezzi di sussistenza dalla prostituzione». Tanto forte è ancora in ·Italia la tendenza· a identificare la donna che ha rapporti sessuali liberi con la prostituta - e tale identificazione è fonte <degli abusi- polizieschi e costituisce un fattore ideo- BibliotecaGino Bianco logico complementare che sospinge e mantiene le donne al meretricio -, che noi riteniamo invece sia necessario inse– rire nella legge una definizione della prostituzione, che, pur limitandosi a definirla nel suo aspetto esteriore che può es– sere oggi preso in considerazione dal diritto, la qualifica almeno come rapporto sessuale a fini di lucro o comun– que· mercenari: questo concetto, sancito dalla legge, entrerà più facilmente e progressivamente nella coscienza pubblica. A noi pare però che la sen. Merlin abbia un certo timo– re cli urta·re suscettibilità che possano arenare la votazione della sua legge. Ha ripetutamente dichiarato che essa non ha mai inteso di abolire la prostituzione, dice nella intro– duzione al disegno di legge che non occorre subordinare la abrograzione del regolamentarismo alla educazione sessua– le, poichè questo costituisce un « sistema iniquo e ineffica- ce » di per se stesso. , , Da parte nostra riteniamo che l'abolizionikmo possa co– stituire un sostanziale progresso in Italia soltanto se ispi– rato dalla convinzione che la prostituzione è un fenomeno essenzialmente sociale, che può essere notevolmente ridotto già in regime capitalistico, purchè lo Stato, anzichè tolle– rare le occasioni clelh degenerazione e del vizio, moltipli– chi le opportunità di bonifica sociale. e di redenzione; sol– tanto se il legislatore e le autorità chiamate ad attuare la legge concentreranno la loro cura e i loro sforzi per la creazione e attivazione di quegli istituti (polizia femminile, case di rieducazione) che costituiscono le prime provviden– ze attuate dagli ·Stati contemporànei per combattere il fla– gello della prostitu~ione. Per quanto concerne l'educazione sessuale noi conveniamo che !a s'ua istituzione nelle scuole sia prob~bilmente meglio st1,1diarla a parte e prepararla con un largo dibattito fra i competenti,' ma riteniamo che debba essete contemplata già in questa legge la attribuzione ad uffici appositi (autorità sanitaria, o appositi céntri abbinati all'attività degli istituti di rieducazione, ecc.) del compito di creare negli strati popolari una larga coscienza igienica e profilattica con speciale riguardo alle malattie veneree. Infine, sempr.e obnsiclerando l'attività di prevenzione come intimamente legata alla_ istituzi'one di un regime abilizio– nista in un paese come l'Ital1a ove il ~nso· &ella responsa– bilità sociale è purtroppo· assai basso, reputiamo necessario combatteri: pure quelle fonti di pornografia ché collaborano efficacemente (si pensi alle fotografie eroticamente arte– fatte e messe in circolazione dagli appositi studi ameri– cani, che costituiscono il materiale essenziale di numerosi periodici, le terze pagine dei quotidiani, le eomposizioni publ,liéitarie, ecc.) a diffondere il concetto della donna come avente « un solo mestiere», giusta· ciò che scriveva Scho– ,penhauer tm secolo fa, e come oggetto passivo di libidine ·e di compra-vendita: peFciò .bisogneFebbe almeno studiare la modificazione degli articoli. 528 e 529 del C. P. sulle pub– blicazjoni e spettacoli osceni in modo che la pornografia non possa goclere della stessa saero&anta li.bertài delle opere d'ar- · te 6, di scienza, .Polizia femminile, case di ri'educazione, abolizionismo non servirann? a migliorare la situazione attuale, se non com– porteFanno contemporaneamente un'opera di prevenzione e di ~nifica sociale, sulla quale invece il progetto Merlin è quasi - muto. Che vale accogliere le donne in istituti di educazione se non si previene la caduta' di altre, magari più giovani, che p;endono il loro postò sulle pubbiliche vie? Questi istituti rischierebbero di diventare soltanto l'ultima risorsa <delleprostitute vecchie e disfatte! Alcune osservazioni ancora per qu~to concerne la sa– lute pubblica. E' ammes$o' il c0ntuollo dell'autorità giudizia– ria sugli affetti da sifilide e la punibili!à, di coloro che ri– fiutano di curarsi (la blenorràgia non è eonsiderata come grave pericolo sociale e su questo discutibile punto di vista dovranno pronunciarsi gli specialisti) ; la visita e la cura obbligatoria sono escluse per gl-i abusi ~e possono arrecare nei riguardi delle prostitute e specie delle donne non pro– stitute. Su questo che pare veramente . il punto opportu– namente discutibile delle nuove disposizioni sarà bene che si eserciti tutta l'attenzione dei legislatori, i quali dovranno ,tener conto delle coiicrete esperienze straniere e dell'indi, vidualismo insofferente del nostro popolo, guardand,o in– somma a) concreto e senza •preoccuparsi in modo eccessivo se la legge combacierà al millimetro con gli schemi abolì-

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