Critica Sociale - anno XL - n. 22 - 15 novembre 1948

CRITICA SOCIALE 513 La prostituzione non è originata 'Clavere e proprie cause biologicl;ie e fisiologiche. Le vere e proprie cause dePe,-mi- ,c,anti sono di natura economico-sociale. · La prostituzione è un fatto sociale in .quanto ha le sue cause nella condizione di sm;i'ditanza in cuì si trova la donna di fronte all'1iomo. rVi sono le cause di natura materiale che si riassumono nella dipendenzia econoniica della {ionna e che la spingono ad adoperare se stessa e il sesso affinchè l'uo– mo le conceda una par.te della ,sua riJC.chezza;e vi sono le cause di natura morale le qUali sono soltanto il riflesso di tale situazione nella mente umana e si riassumono nella ~retesa di r,legare fo dcmnia -al rango di esse'f';einfer-iore che non deve entrare in com'petizione con l'uomo. La ,prostituzione, mentre è determinata 'da tali' cause, è cottdi.zionaJa da altri fattori che rendono operanti quelle cause J! possibile il fenom,eno.. Queste condizioni risiedono nella costituzione rispettiva dei "due sessi e sono princi'pal– mente: a) l'inferiorità fisica (in senso lato) che fin dai pri– mordi consigliò alla donna di adattarsi all'uomo, e di com– piacerlo per riu,cire a ,raggiungere una certa sicurezza di vita (nelle l[)rostitute ,si riscontrano spesso caratteri di dege– nerazione fisica e _mentale che, quan'do non siano quelli ac– quistiti nel mestiere, dimostrano la preclisposizione delle donne inferiori o deboli al meretricio); b) la fisiologia e l'anatomia della ses.sualità femminile, che portano la donna al pericolo di subire l'iniziativa maschile, e che le conse!]J:ono di divenire strumento passivo di un -numero indefinito di ·unioni ses– suali; e) la tendenza poligamica the sembra generalmente maggiore nel maschio (anche, tra -l'altro, per la irresponsa– bilità a, cui si è abituato per il fatto di non essere, frenato, come la femmina, dalla previsione delle conseguenze del– l'atto sessuale) .in contrasto con quella tradizionalmente mo– maggiore nel maschio (anche, tra l'altro, per la irresponsa:– gono una posizione di ,privilegio sociale analoga -a quella di molti uomini, sviluppino talora att'itu'dini ,poligamiche simili a quelle ma!schili). Dal regulament!arismo ,all'abolizimiismo · Definita nei suddetti termini la prostituzione come fatto soci-aie, riteniamo opportuno far rilevare come si pervenne alla costituzione del regolamento del meretricio fondato sul sistema delle case di tolleranza, e come l'opinione dei com– petenti consessi internazionali se ne sia in seguito progres– sivamente allontanata. Quest'evoluzione dal regolamentari– smo all'abilizioni-smo è delineata nell'opuscolo « La lutte con– tre la réglementation de la p,rostitution », 4" èdiz., Ginevra 1946, pubblicato dalla Federazione Abolizionista Internazio– nale -(fondata sin dal 1875 da Giuseip-pina Butler e ricono– sciuta dall'O.N.U. quale associazione internazionale tonsul– tiva), la quale -costituisce ii' centro di ,Propulsione e di col– legamento del movimento contro la legislazione del ,:nere– tricio. Per la solita tirannia dello spazio, siamo costretti a rimaooare ad esso i nostri lettori. Il sistema delle 'Case di tolleranza, che nel nom~ stesso rivela impotenza e compromesso, nacque da un'osservazio– ne apparentemente realistica. Essendosi notato che tutte le leggi ,-epressive promulgate nei vari tempi (press~ gli Ebrei, i Greci, i Romani, nel Medioevo, nel Rinascimento, nei secoli XVII e XVIII) non _erano riuscite ad estirpare le radici del male con'seguendo risultati mediocri o addirit– tura opposti a quelli cercati, si ·pensò di rendere almeno inoffensiva la 'pratica ''del meretricio e i governi adottarono (~. XIX) il sistema iji tollerare la prostituzione sottopo– nendola però a determinati limiti amministrativi e sanitari. Le linee essenziali del sistema furono: l'iscrizione delle prostitute su speciali registri, visite sanitarie obbligatorie, case di tolleranza pér l'esercizio del meretricio, interna– mento delle donne considerate infette, organizzazione della « polizia dei costumi :t che doveva sopraintendere al buon fun~ionamento 'del sistema e costringere le prostitute ad c>s~erv.::re il regolamento, ac. ... Contrariamente al principio fondamentale dello Stato mo- derno secondo cui tutti i cittadini iiono · eguali dinnanzi alla legge, le prostitute furono messe fuori della legge, pri– vate delle garanzie legali a'ssicurate ad ogni persona umana; sottratte al diritto comune, esse· furono sottomesse a re– golamenti SP,CCiali che, in cambio della loro libertà, con- BibliotecaGino Bianco ferivano loro il diritto di esercitare la prostituzione come un mestiere riconosciuto e patentato. Ma in seguito gli stessi medici competenti riconobbero l'inefficacia del regime regolamentarista, al quale in un primo ,tempo erano stati 'favorevoli credendo che (!l\SO por– tasse alla eliminazione é!elle malattie veneree. Nei tempi a noi più vicini espressero i loro voti in questo senso la Conferenza delle Società della Croce Rossa e delle ma– lattie veneree (Copenhagen 1921) e il Consiglio dell'Unione Internazionàl; contro il Pericolo -venereo (Parigi 1925). Segnaliamo inoltre 'due importanti rappor-ti, quello ciel Comitato della Tratta delle donne e dei fanciulli (1927) e quello della Commissione per la Protezione dell'infanzia e -della gioventù (1929), dai quali risultò che « i paesi nei quafl.l fa tratta aveva preso una grande e\rt'ensione, sia che si trattasse ai paesi esportanti, sia di paesi importanti un graride numero di donne, erano innanzi twtto quelli nei qual-i .sii trova,z,janoancora Ca4/! di tolleranza». Il Comitato della Tratta delle donne e dei fanciulli, dietro invito dell'Assemblea della S. d. N., es'presse (1929) la spe– ranza ·che { governi di tutti i paesi che cortservano ancora case di tolleranza, avrebbero voluto esaminare quanto pri– ma la quèstione ali~ luce dei predetti rapporti. Nel 1930 il Comitato constatava, dopo aver esaminato i rapporti co– municati 'dai governi dei paesi ove il sistema delle case di tolleranza era stato abolito, che il limare che tale aboli– zione desse luogo a un aumento delle malattie veneree e portasse pregiudizio all'ordine pubblico, si era rivelato sen– za fondamento, che la chiusura delle case di tolleranza a– veva ridotto i danni della tratta internazionale. Delle questioni della prostituzione e della tratta delle bian– che si è recentemente interessata la Commissione della condizione della donna dell'O.N.U., riunitasi dal 5 al 16- gennaio 1948 a, Lake ·Suc~ess, la quale ha votato una ri– soluzione contro la prostituzione commèrcializzata (tratta e· case di tolleranza) ed a favore della cura gratuita e se– greta depa malattia, accompagnata da educazione appro!pria– ta; ed ha invitato il Consiglio economico e !.ociale a comu– nicare tale risoluzione alla Commissione delle questioni so– ciali e all'Organizzazione mondiale della sanità .. bi conseguenza, è stata votata dalla Commissione sociale predetta (28 luglio 1948) e dal Consiglio economico e so– ciale (13 agosto 1948) un'importante risoluzione per la unificazione dei quattro ·strumenti internazionali esistenti per la repressione della tratta sulla base ·del progetto di convenzione sulla repressione dello sfruttamento della pro– stituzioni ~ltrui, elaborato nel 1937 dalla S. d. N .. A questo scopo il Consiglio economico e sociale dell'O.N.U. racco– manda agli Stati l'adozione di « provvedimenti idonei a com– battere il flagello della prostituzione sotto il duplice aspet– to della prevenzione e della correzione, ivi compresa la cura gratuita e confidenziale delle malattie veneree~ •... e di « provve'dimenti di rieducazione e correzione in favore dei fanciulli e degli adolescenti che hanno bisogno di cure e che rischiano di darsi già alla prostituzione». I governi non rimasero insensibiti, a tale evoluzione della opinione dei competenti in merito alla prostituzione e un gran numero di ,paesi abrogarono il sistema dell'autorizza– zione alle case di meretricio e pertanto decretarono la loro chiusura (1). (1) Ne diamo un primo elenco approssimato: Mrica del Sud-Ovest, Argentina, Austria, Ceylon, Cipro, Costa d'Oro, Costa Rica, Curaçao (isola), Danimarca, Dominica (Repubbli– ca), Estonia (?),' Falkland (isole), Fili,p,pine (isole), Finlan– dia, Francia Gambia (Africa occ.), Gibilterra/ Guaiana bri– tann., Hawai (isole), Hong-kong, India, Inci:onesia, Inghilter– ra, .Jugoslavia, Johore (Malacca), Lettonia (?), Lussemburgo, Kedh (Malacca), Kalantan (Malacca), Madagascar, ?ttal~ive (i– sole), Malta, •Mauritius (isole), Messico, Norvegia, Nuova Gal– -les del Sud (Australia), Nuova Zelanòa, Olanda, .Palestina, Polonia, Stabilimento dello Stretto (di Malacca), Stati Uniti (47 stati), Surinam (Guiana oland.), Svezia, Svizzera, Tien– Tsin (concessione britan.), Tien-Tsin (concessione italiana), Ungheria, Unione Sudafricana, U.R.S.S., Vittoria (Australia). Questo elenco è .stato desunto principalmente da un som– mario della situazione abolizionista moncliale, compilato dal– •la F.A.I. soltanto in base alle informazioni sicure ad essa giunte a tutto il 7 gennaio 1947. E' da notare però clte la

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