Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948
482 CRITICA SOCIALE I da una vera· e propr.ia ansia di evasione, che in mol– ti casi presenta ca ratteri di vera psicosi - anche se con qualche segno ,di receinte attenuazione - da un diffuso desiderio di trovare all'estero una mi– tica felic.ità, non è detto c·he il soddisfacimento, di quel desiderio si presenti agevole. . E' opinione di inolti che," senza troppo guardar pel sottile, convenga concedere il .passaporto a. quanti desi,derano buttarsi, magari alla ventura, per , le v,ie del mondo, -fidando nella naturale capacità degli italianil di arra ngiarsi. Ma.q uesta tesi non può essere accolta sic et simplicit.er, perchè non basta· aprire la porta a chi è disposto a inf.ilarla per cer- · care altrove ,più spirabil aere o a.Imeno la speranza di un miglioramento; bisogna ve·dere se al di là dell'uscio spalancato non si erga un inuro che .ren– da prali-camente inutile l'a,pertura di esso. Scarse prospettive ... Di fatto le cose stanno proprio in questi termini. Le possibilità di uscire dall'Italia e di trovare in altri paesi u na occup azione proficua sono assai me– no ampie di quan.to il pubblico italiano .in generale supponga; e questo sia per l'emigrazione tempora– nea sia per l'emigrazione permanente. Anzitutto dob– biamo o·sservare come si sia estremamente ridotta l'area verso la quale ,i lavoratori italiani - prima che la stupida politica fascista, perseguendo un so– gno ,di potenza militare basata sul numero delle ba– ionette, sbarrasse loro le porte di casa - si river– savano trovandovi un fecondo campo d'applicazio– ne per la propria capacità lavorativa. E' sottratta alla nostra iniziativa tutta l'area degli Stati Uniti d'America nonchè, con l'eclissi della· Germania, gran parte dell'Europa centrale. Altre aree (ad esempio 'il Sudafrka, il Tanganica, la Svezia, la stessa In- ghilterra, ecc.) che si sono ora .a.perle alla nostra emigrazione, si sono aperte ,per èsigtie minoranze, tali da non spostare l'impostazione complessiva del. problema. · Ostacolano ancora i movimenti della nostra ma– no d'opera fattori· d.i natura diversa. Anzitutto le difficoltà e il costo· di trasporti. In secondo luogo. l'ostilità dei lavoratori locali nei paesi di immigra– zione, che tendono a cr,istallizzare la situazione d-i relativo privilegio che la scarsità... locale di mano d'opera loro ·,costituisce. Si aggiunga ancora un'altra diffieoltà, data dalla trasformazione economica in atto -in certi centri tradizionali d'immigrazione. Vo– gliamo alludere all'Argentina ed al Brasile, dove in passato affluivano a centinaia di migliaia i nostri lavoratori non qualificati (le c9sì dette •rondini) per i lavor-i. d"ella semina e del raccolto, profittando del– lo sfasamento di stagione esistente fra l'emisfero settentrionale e l'emisfero meridionale. Quei paesi . oggi hanno una ecònomia che tende a farsi diversa . da que-Ua di• or fa un trentennio ·e chiedono rion tanto lavoratori non qualifkati e braccianti, qùanto lavoratori spedalizzati da assorbire nelle pro.prie nascenti' indu~trie e nell'edilizia, che lo sv.ilup_po' dèlla rkchezza locale trova in -crisi di crescenza e con ,scarse maestranze adatte; o chiedono coloniz,. zatori, ma in funzione d,i piani econom.ici' pei q1,1ali. occorrono grandi mezzi fif1anziari,· non7:lisponibili ora in misura adeguata affinchè ·1a trasformazione agrar,ia avvenga in modo da as sorb ire rapidamente folte schiere di lavoratori. .D'i fa.tt' o la riehiesta Jo'. cale -di mano d'opera ·non qualificata, della qQale abbiamo abli>oJl'danza, è ben lungi daIÌ'offrire· a·d un paese come i-1 nostro· larga possibilità di esporta– zione. Quella di mano -d'opera qualificata, per con,_ tro, non può ,dar luogo a trasferimenti di massa. ... e ·scarsi rduuau. . Queste. diffi,coUà _congiunte hanno fatto e fanno sì che Iii storJa· della nostra emigrazione dalla libe– razione in poi,· nòrtostante· l'imp,ellenie 6isogno · no– stro ·di sfog_ar,esu lontani mercati di lavoro buona ,,f~iblioteci Gino Bianco· parte della ·mano d'opera disponibile, sia ben poco ricca di soddisfacenti risultati e di ,prospettive do– rate. Una statistica e~atta degli espatri per motivi di lavoro non è facile, allo stato attuale dei servizi, Ad esempio: secondo le ci'fre del movimento con– trollato dal Ministero del Lavoro si sarebbero avu– te, sino al 30-11-'4 7 un totale di espatriati di circa 90 mila unità, e 21 mila r.impatri; ma il Servizio Emigrazione della Legazione d'Italia a Berna se– gna)ava pel 1947 più di 105 mila contratti indivi-, duali di nostr,i lavoratori nella Confederazione El– vetica, cui si aggiunsero circa otto mila operai aven– ti tessera di frontiera, tiilchè si possono calcolare a circa 118 mila gli italiani che pur non risieden– do nel ,paese vi hanno trovato lavoro nel corso del– l'anno indicato. Il divario tra le diverse statistiche è sempre notevole rperchè diversi sono i criteri di rilevazione. Ad ogni modo, •anche assumendo a ba– se del nostro giudizio le cifre più favorevoli, come quelle ,sommarie del Min,istero degli Esteri, che qui riportiamo, velative al 194'7-48, e cioè: Europa: in Francia 85.000; in Svizzera 150.000; nel BeJ,gio 40.000; in altri paesi 10,000 ;,.-totale 285,000, America del Nord: negli Stati Uniti 3.000; nel Cana-dà 5.0QO; totale 8.000. America Latina: in Argentina. 70.000; nel Vene– zuela 7.000; in altri ,paesi 20.000. Africa: 2.000, Totale generale: 392.000; sembra necessario concludere che il movimento dei lavoratori· nostri verso l'estero è ancora di gran lun– ga inferiore a quello che sarebbe necessari'o per equilibrare l'incremento demografico an·nuale della popolazione e l'indebolìrsi della oiicupazione ope~aia interna. Comunque, si tratta di vedere come si attui oggi il flusso d'emigrazione possibile e come sia .erganiz– z~to in pat~i:1 ed. all'est~ro, -d'a un IJUnto di vista tec– mco e pohhco, 11.movimento e che cosa convenga fare perchè le non vast-issime possibilità siano sfrut– tate sino in fondo. Dif,etla u1w poli-lica <}ell'emigmzione. Una sia pur sommaria descrizione di quanto av: v.iene nel cs1mpo :dell'emigraziòne i'Il Italia richiede . un rilievo preliminare; rilievo che ogni particolare · considerazione non pùò che confermare e avvalora– ,re; ed è· che nonostante l'i,n;i,portanza 9ei pr9blema per l'economia -italiana; lo· Stato italiano è tuttora , privo di° una, organica, eòm'p.iuta politiéà dell'emigra– zione. Ciò che viene fatto j.n materia è frutto, si di– rebbe, di ,improvv-isazione e di attività slegate di or– ganismi diversi, ciascuno dei quali procede secondo criter,i suggeriti dalla tradizione - che si affermò in. pas1 1at_o d-i fr onte 9 ·situazfoni mondiali diver,se ..:_ 'o molto spes.so ·da considerazioni d'em_ergenza, nessu- no essendo orientato da una ,precisa volontà nascen– te da un a ésatta e compiuta. và.Iutazion-é degli. inte– ressi nazionali im:pliciti n:ello svolgimento e nella re- . golazio_1ie delle· ·èorrenti d'emigrazione potenziali e reali nelle circostanze· presenti interne ed interna- • zionali. · . Sino ad ora-il governo, ip. quanto tale, non ha ma:i, si può di-re, consfderato il problema ·dell'emigrazione in tutte le sue -impHcanze., non ha mai tentato di' ri~ condurlo ad un prientamento conseguente ed ade 0 -guato ad uno sforzo organico di rinascita economica nazional@. Il Consigl'io superiore -.dell'Emigrazione,· recentemente · fondato, è ,praticamente' inefficiente, . anzi si può: dire· sia stato tacitamente disciolto. Si dirà, ·e,d è ver.o, elfo marica l'idea ·stessa ;10nchè· il prÒgra,mma di ,una ·:i-azionale- -rinasèita, economica, per cui,· mancant{o · la preniessà generale, difficile sarebbe pretendere che possa agire un definito in-· dirizzo pratico in un settore particolare come quello dei trasferimenti di mano· d'oper.a: Eppure solo sulla.
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