Critica Sociale - anno XL - n. 21 - 1 novembre 1948

498 CRITlCA S,QCJALE sione all'etica, come tenclemt'J da reprimere o inl!iustizia eia riparare, La cronaca dei suicidi Il suicidio ha raggiunto, in que_sti anni, forme epide– mica. Ci si uccide per sott1•arsi a responsabilità precise o ad une insostenibile situazione economica, per un li- 11g10 con l'amante, per' una bocciatura agli esami, per nulla. II « pretesto » che generalmente si adduce d'al sui– cide stesso nelle sue ultime lettere, o viene illato da certi suoi atti o parole dall'autorità inquirente e dai congiunti, quasi mai s'identifica col segreto movente che lo spinge a togliersi le vita. ' Il motivo reale è inconscio, eppalesendosi, forse, in un'improvvisa intuizione solo negli istanti supremi, e af– fonda le sue radici nelle odierne devastazioni del cuore umano. Per chi ha perduto la speranza, l'esistenza si sgra– nerà davanti ad occhi disincantati, senza un perchè. Le cose appariranno nella loro monotona nudità esteriore (le reli– gioni invertite del nostro tem_po ·non dànno valore alle cose) dove lo sguard~ cerca ostinatamente un varco per fuggire, e non trova che uno sterminato abisso. Negli spi• riti vili, il perchè non pronunciato coraggiosamente di fronte alle vita si contrae in se stesso: è difficile immagi– nare a quali aberranti risposte dian luogo i supremi inter– rog'ativi in una mente banale. Un tubetto vuoto sul como– dino di una camere d'albergo non segna s,oltanto l'ultima tappa di un inutile vagabondaggio: attesta soprattutio !'in• compatibilità di uno spirito mediocre con la propria ccpre– senza » nel mondo. 'l'ale incompatibilità, che per gli spi– riti nobili è il calvario della grandezza, ed è storie di ogni tempo, quando si diffonde e dilaga è il più chiaro indice di una crisi immemente nei rapporti umani, caratterizzata da una povertà etica Ja cui più violenta espressione indi- viduale è appunto il suicidio. , Le ragioni dell'incompatibilità sono molteplici. Alcune assolutamente indecitrabili, altre palesi. TFa ·queste c'è il rallimento di molti ideali deU'Occidente· (la sicurezza col– lettiva, la libertà, l'individualismo, il nazionalismo, il progresso); la sterilità della sofferenza moderna, che non è più mezzo di perfezionamento interiore, ma abit~ ~egra– dante e forzoso (il campo di concentramento, il µmore continuo, la permane~te crisi economica); infine l'impos– sibilità, mirabilmente chiarita dallo Huizinga nel suo saggio "La crisi della ci'vilt.à", di reggere senza profoµde scosse, demolenti a poco a poco l'intima struttura dell'uomo, alla guerra totale. Tra una guerra perduta indistint~mente da' tutti gli uomini e un'altra, di più vaste proporzioni, che si prepara (e che senz~ una riscossa umana integrale non sarà evitata), molti cadono schiacciati' come da un peso immane. Sono uomini comuni, suicidi banali.· La loro morte .non ha il rimpianto accorato di ·Stefan Zweig, con– sunto dalla nostalgia del « mondo di ieri »; alla vigilia della seconda guerra .mondiale ; non il fosco e spettacolare cerimonÌ'ale del suicidio di' Hitler e Goebbe1s nel « Bnn- · ker » di Berlino. Il chiasso che si fa attorno alla loro sorte è ,immeritato e profondamente diseducante. La cronaca dei sui~idi, numerosi fatti lo provano,' sugge– ri,ce alle menti scosse il mezzo più rapido per togliersi la vita. Come dalla terrazza dell'Empire State Building .si b~ttò, nel giro di pochi anni, un ~timer<;> impressi()– n,ante di new-yorkesi, è accaduto da noi che, i~ seguito ai rilievi dei giornali, parecchi suicidi si verificassero . sul ·medesimo tratto di strada ferrat.a o mediante una rudimen• tale forca costtuita .con id'entici mezzi, o con l'ingerimento della stessa quantità di chi.nino. o di « venonal ». A poclii giorni di distanza uno dall'altro tre adolesce'nti bocciati agli esami (o temendo di esseri~) hanno ·tentato di nc~i– dersi . buttandosi dal greto di un fiume. Non si obbietti che, anche senza la lettura dei• giornali, costoro avrebbero finito presto o tardi per dar corso ai loro funesti propositi. Ciò non esclude la responsabilità dèlla stampa. E poi tal– volta è sufficiente un inciampo che all'improvviso si frap– ponga tra il pensiero e l'azione (come può essere un sùg• gerimento mancato) perchè l'anima si abbandoni alla rifles– sione, o trovi un provvido appiglio sentimentale, e di qui -sorga la luce. Molti inoltre· -· e questo è un argomento I BibliotecaGino Bianco I decisivo - cominciano a pen&are al suicidio, dapprima vagamente,- poi con ossessiva frequenza, soltanto dopo aver appreso che altri è ricors,o a -quel mezzo per liberarsi del– !' angoscia di vivere. Come la consorella « criminale », la cronaca dei suicidi raggiunge spesso toni d'incredibile volgarità. Ci limitiamo a riprodurre il titolo apparso mesi fa su un quotidiano torinese: « Cantina che vai impiccato che trovi » ( in pochi giorni, tre suicidi con~ecutivi, mediante capestro, s'erano -verificati negli -scantinati di vecchi edifici), in cui la sguaja– tezza beffarda si .accoppia al più ottuso cinismo. Purtroppo il florilegio del titolismo nostrano vanta numerosi altri esen\pi di siffaua maramalderia spicciola. Uguale inco– scienza dimostrano quei pii cronisti che amano dare un colore pietoso ai fatti descritti, insistendo con frasi ritrite sui particolari dolorosi o, scabrosi della vicenda e tessendo fastidiosi epicedi. Tutto ciò non approda che a un eolo risultato: alla pubblicità del suicidio. Ed è questa olibro– briosa pubblicità che bisogna stroncare, se ei vuole porre un argine, sia pur debole, al dilagare dell'epide~ia, limi– tando l'informazione a-d'una pura citazione di nomi (senza minimamente specificare moyenti e mezzi) negli angolini di cronaca che meno facilmente cadono sotto l'attenzione del lettore, Una sola pietà, una sola gius~izia viene oggi invocata da tanti infelici: l'oblio. Concedendo ad essi la consola– zione. suprema d'essete subito dimenticati, rispetteremo più profondamente ciò clie la ragione umana si rifiuta recisa– mente di ammettere e giustificare: la violenza dell'uomo •contro se stesso, la fuga dal mondo, l'impossibilità di vivere. L'arte soltanto può comprendere e nobilitare il suicidio: Werther, Bruto Minore, ·Madame Bov-ary,... Gu100 CrutoNBTTI FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera Selezione deÌfunzionari. E' nostra éonvinzio·ne che uno dei più i,m,portanti problemi i-n una democrazia moderna, pi-oblema che diventa ancor più e~senzi-ale in un regime socialista, sia queli!o della ef– fiCienza della burocrS.ziJl. Vi è in esso un aspetto tecnico, che · .., coÌlsiste nella miglioreJ pili agile e .artic:!0 1 lata orga•nizzaziOne; ed .un aspetto soggettivo, che consiste nella selezione del personale più capa,ce e f•ilttivo. E, interessante - anche se -> torna a mortifica.ziO'll-e dei no~tr.-l primitivi e aP'i>r.ossdmaUvi criteri di selezione - aippP~ndere come a-Itri , Paes,i affron– tino quest,ultima e delicata incombenza. Dal bollettino Il lavoro in Ihghilterra togliamo questa pa,rte, che espone còme in quel paese vengono scelrtii i ,_nuovi funzionari chia– mati ai -più delicati posti· amministrativi statali. « Sono ormai pa.ssati da parecchio i he"i tempi In cui Il godere della protezione di un personaggio aJ.tolocato era tiilolo sufficiente per vedersi assicurato un posto aHe dipen– denze d·elilo Stato; o in cui il comineroiante arrtcchlto, una volta resosi conto che le· uniche attitudini del figlio era-no tutte rivolte alla di,soccupazione, provvedev,a a f,ar rinsavdre J'inetta progenie relegandola in un posto di provincia me– diante una tra·nquill carriera da f.unzionardo « acquistata » con denaro sonante. QuesU tempi, dicevamo; sono· passati da parecchio ed oggi, In tutti I paesi, lo Stato proc ede al re – clutamento del persona•le aUrraverso metod,i di rigoi:ro.sO: e Imparziale sel·ezlone, attuati per lo più· mediante co ncorso per. esami o titoli, « In al,cuni paesi, tÙttavia, come ad es·emplo l'Ing,bilterra, la selez,ione, allo sco·po di -a!Ssicurarsi quei giovani che dimo– stri-no di possedere in soinmo .grado « cerveHo, · personailità, efficienza, giu~izio e i,~tegrità », assume - alimeno per l'in– gresso i~ cer.ti rami dell'Ammin<iistrazione - un tono di rl– gorQsità ad<lir.ittur'a eccezionale. « Non basta infa.tti in G;ran Bretagna ri,sultare vincitori del concorso per entra,re ,ne1-·r'uold, Occorre anche superare u-n'ulterio•re prova di esame; che,, dal luogo dove si svolge, viene comunemente denominata la e 'Prova della VJUa ». « T-ale sl<1tema di selezione ·s'I applica a tutti I candidati

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=