Critica Sociale - anno XL - n. 20 - 16 ottobre 1948

CRITlCA SOCIALE 471- Del primo non vale la pena di .specificare- le ingloriose peripezie, tanto fu appariscente il fatto, che gli Uffici del Foreign Office e di tutti- i dicàsteri .preposti alle faccende militari e .coloniali, poter,ono fare a meno di accorgersi che nominalmente erano. subordinati a laburisti gonfi di buone Intenzioni pacifiche anzichè a tones cinicamente bellicosi P. « machiavellici >. ' L~on Blum era stato innalzat'o al potere in nome· della « pace, pane, libertà> solennemènte promessi agli elettori. Come !'on. Blum intendesse la Pace lo si può desumere dallé sue dichiara.zioni ad un banchetto ufficiale a Chandun il 15 novembre 1936 (nel settimo mese della sua .presenza al Governo): • ~ Guerre jamais, sauf quando la guerre est imposée ». ~ Guerre· jcwnai.s, sauf quand ir s'agit de defendre le sol national >. « Guerre jmnais, sauf quand il s'agit de .defendre ce qui equivant au sol national c'est à dire l'existence et l'inte– grité d'ai,tres soli (Ethiopie? E.spagne? °Au\riche? Tchecos!o– vaquie? Pologne?) dont l'existence et l'integrité sont liées étroitement au nòtre ». Non sarebbe stato più semplice (me– no retorico) dichiarare: « affronteremo sempre la gfferra con chiunque, salvo i casi• in cui 11011 vi sarà proprio nessun casus belli? >. · La vera motivazione di tale atteggiamento d'un venerato socialista, salito al potere per assicurare « pace, pane, liber– tà> al popolo fiducioso, /SÌ può trovare in un altro solenne discorso pronunciato dallo stesso Blum a Ginevra il 30 giu– gno 1936 (quando, peraltro, raccomanda con fervore la le– vata delle « sanzioni » contro Mu~solini) : « L'influence de la France. ~n Europe, sa faculté d'action sur !es affaires sont allées en déclinant. Puissance désormais in_capable d'opposer une ·réaction efficace aux violations de la loi internationale ou d'apporter une .aide efficace à éxé– cution des contrats .internationaux:.. Puissance réduite ·au sècond ordre I Ces mots me blessent en lei prono-nçant... Mais on a dit, on a écrit cela!,; (Horresco referens). Ora un uomo che non pret'endeva di essere nè socialista, nè ,in qualsiasi modo capeggiatore di un'azione di popolo per la f pace, il pane, la libertà», .!!onesto storico Elie Ha– Jévy, senza nessun· teatrale spasimo d'indignazione, ha insi– stito (nell'ultimo volume della sua incompiuta « Storia del– l'Inghilterra durante il secolo XIX>) sul fatto che dal 1871 la Francia ha cessato di essere una Potenza di primo or– dine e doveva sapere accomodarsi a quel secondo'ran_go, che .tanto ferisce l'orgoglio J>atriottico dell'on. Blum (« Je suis d'abord Français et ensuite socialiste», menti;e Mon– tesquieu diceva: « J e suis Français par hasard et homme par nécessité >. E' ingiustizia patente accusare simili « Babbitt della si– nistra.» d'aver condotto alla guerra, per aver voluto « la pace ad ogni costo». Essi non hanno mai saputo volere, nè la guerra nè la pace, l1);l sono rimasti attaccati alla con– chiglia del loro gretto nazionalis.mo ed alle illusioni d'una < sicurezza a qualunque costo >. Ora quel che l'odierna «_condizione umana> (degli indi– vidui come delle collettività) non può assolutamente compor– tare,' è proprio il minimo di sicurezza (che' la si voglia pa– gare con il « làche soulagement > che !'on. l'.,éon Blum con– fessava dì risentire dopo Monaco, o con l'acquiescenza ai massacri d'Indocina che lo stesso venerato Léon Blum s'af– frettava ad esprimere in parole ed in atti durante il suo breve « terzo ministero» del dicembre 1946). Il cittadino Koestler tratta con distinto disprezzo Wal: !ace; lo identifica con Neville Chamberlain• (che voleva ap– poggiare Hitler, Mussolini,_ Franco quali condottieri even– tuali contro il « bolscevismo >) e dice che i pìù stupidi fra i « Babbitt di sinistra>, quelli che soltanto perch.è « il si– gnor Hearst, forcaiuolo, dice ~he. due per dùè 'fa quattro, si credono in dovere di a~serire automaticamc;nte che fa cinque o almeno quattro e mezzo», sono coloro che votano per Wallace. L'errore ·di Wallace (cioè, per nove decimi, la sua faci-– lona, an~i grossolana ed insincera demagogia) è indubbio:_ sta nel prospettare un accordo con' _Stalin ed un indefinibile (perchè troppo opporhmistico) modus vivendi cqn i partiti _comunisti. ibliotèca Gir.10 Bianco Non è Stalin, con l'ingente ~uo apparato di dominazione ed il suo seguito cli dittatori subalterni (Anna Pauker, ·Gottwald, Dimitrov, ecc.) che potrà mai essere preso in considerazione per una iniziativa di intese pacificatrici, ma soltanto ,i popoli della Russia e degli Stati « mediatizzati ,, · o· satelliti dell'impero russo. Non· gli Stati maggiori raccolti attorno a Togliatti o Duclos, e.cc . potranno mai addivenire ad un «compromesso» sulla cui· lealtà fosse permesso <.li : fare assegnamento anche per un attimo, ma i milioni di pro– letari che sinceramente si illudono di _sacrificarsi, alla causa, della l~ro emancipazione àbbandonandosi con cieoo obbedien– _.za a quella fallace « ideoc~azia » potranno.- forse!''- ri– diventare uomini capaci di « libero esame» e superare 11113 degradante «alienazione» delle loro coscienze •(così come agli inizi· della propaganda socialista gli· uomini si libera– vano dalle superstizioni religiose e'· dalle inveterate abitu– dini mentali della schiav-itù). * * * Come già il totalitarismo fascista («duci»+ bottegai im– pauriti fino all'idrofobia I+ apparecchio poliziesco+ masse in– tossicate) così il totalitarismo bolscevico («·padre dei po– poli » + apparecchio del partito con, in rilievo, qualche figu– rante « figlio del popolo»+ apparecchio poliziesco .4- masse intossicate) non può essere distrutto dal di fuori. La Germania prostrata e squartata potrà essere impedita di rinnovare in un avvenire prevedibile i fasti della Wehr– macht, della Gestapo, di Dachau e Auschwitz; il che, dopo tutto, è di un'importanza secondaria rispetto alla prova spe– rimentalmente acquisita che ormai - data la spartizione del globo terracqueo e delle risorse tecniche - uno Stato rli dimensioni quali avevano _il secondo ed il terzo Reich non potrà piìt pretendere a prestigiose egemonie (e probabil– mente neppure uno Stato comprendente quel che rimane del– l'Impero britannico; occasione dunque per un fulgido pa-– triota germanico o inglese di imitare gli accorati appelli di Léon Blum: « Ces mots me blessent en le~ prononçant »). Ma tutti i germi di inu11_1anità, di « collettiva intossicazio– ne» con risentimenti, livori, disperato « nihilismo >, nòn sem– brano affatto in viil di «sterilizzazione» nella German;a -militarmente abbattuta. Anzi certi sintomi potrebbero sugge– rire che da un lato fra gli stessi tedeschi gli animi si inve– leniscono sempre più di rancori esasperati e quasi giustifi– -cati dalla persuasione che·« dopo tutto i nostri vincitori non àgiscono molto diversamente da noialtri> e dall'altro lato le più mostruose invenzioni o pratiche dell'hitlerismo si dif– fondono, «pacificamente», nèl mondo: recrudescenza di raz– zismo nell'Africa australe, éd anche in America, non lar– vato antisemitismo di almeno una parte degli esecutori della politica imperiale in cui tenacemente persevera il compagno socialista Bevin, i gerarchi-satrapi che si abituano agli at– teggiamenti da « Herrenvolk >, l'efferratezza delle repressio– ni in Grecia, i metodi della Gestapo correntemente e larga– mente applicati (con il. pieno consertso dii ministri e gover– natori socialisti) a Madagascar, in Indocina, in Algena e 'Marocco, l'« Univers Concentrationnaire > descritto da D. Rousset, sempre in pieno vigore, rton solo per i dieci o quin– dici ntllioni che Stalin e i suoi vassalli hanno internato, e per un imprecisato numero di vittime di Franco, ma per il -milione di D. P. sotto squisita ~supervisione> democratica; senza contare lo spaventoso peggioramento di regime in tutte le prigioni di Europa per l'accertata brutalità, sempre più disinvolta, di procedimenti «inquisitori» d~lle ·P0lizie ... Diciamo subito dell'Italia che se in questo Paese la scon– fitta del fascismo appare una· realtà meno contestabile, ciò si può spiegare: 1) con il fatto che la massa del popolo italiano aveva «consentito» alla dittatura mussoliniana piut– tosto con la passività del contadino russp obbediente. a Sta– lin, che con il disciplinato entusiasmo delle classi medie e· del proletariato tedeschi « messi al passo> da Hitler; 2) per– chè col tragico cimento della insurrezione - pur s~ provo– cata dall'urto esterno dell'invasione =- la liberazione ha po– tuto assumere il carattere d'un trionfo rivoluzionario, la spontaneità del rivolgimento affermarsi nella successiva e · spulsione del nostro mikado, che i « liberatori > venuti <lai

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