Critica Sociale - anno XL - n. 19 - 1 ottobre 1948

CRITICA SOCIALE 449 co ad una coll)m1ss10ne.mista (P.S.L.I .. - P.S.L -. U.d.S.) di or,ganiz~ar.e' un referendum segreto .sull"unificaziorte, e sulle· sue condizioni, tra -gli iscritti ai tre organismi socia– listi>. Evitiamo di ricavare conclusioni politiche generali da c;iue– sto referendum, conoscendo esattamente i limiti del lavoro fatto. Una provincia non è tutto il paese, e .poi quésto pri– mo tentativo, per quanto accurato, può benissirpo essere ca– duto ·in errori di Ji)re)ilarazioneo· di condotta che· vizierebbe– ro le conclusioni che ne volessimo trarre. Interessa invece, a mio avviso, segn.alare l'importanza del tentativo in- se stesso, come esperimento passabile di ripeti– zione con riferimento ad altri problemi -e, sop-rattutto,t d; applicazione su scala nazionale. Noi .abb~mo già avuto occasione di suggerire, su qaesta rivista (1), agli organi competenti l'effettuazione di sondag• gì di questo genere, che periodicamente interroghino la base attorno a determinati problemi. I vantaggi sarebbero mo1te– plici, e possono sommariamente riassumersi -così: a) una più intensa e più reafe democrazia, j:>erchèla Di– rezione verrebbe informata periodicamente dell'opinione del– la ba~e, e delle sue mutazioni, in modo più diretto di quanto non facciano i Congressi i. quali, inoltre, sono troppo distanti l'uno dall'altro; '· · - b) la possibilità di conoscere l'opinione. deg_liiscritti se– comlo certe prospettive, che in tafoni casi possonò diventare molto· interessanti, e di farci capire il' perchè di certe dif– ferenze (divisioni territoriali, età, professione, ecc.); e) si· darebbe notevole impulso alla formazione, in ogni iscritto, di una coscienza politica e di partito più solida e più matura, obbligandolo, per rispoNdere ai quesiti, ad af- , frontare i problemi d; lati molteplici e forse mai 'conside– rati. Presumibilmente, all'arrivo dei. moduli di un sondaggio, gÌi iscritti di molte ,sezioni si riunirebber.o tra di loro per discuterne, e sarebbe tanto di g'uadagnato per la vita delle· sezioni stesse ; a) la stampa del l"artito div11lgherebbe i risultati, gène– rali dei sondaggi commentandoli, e gli ·iscritti avrebbero mo– do di approfondire ulteriormente il loro pensiero su quel determinato problema ritornandoci sopra una seconda volta • e misurando le proprie convinzioni con quelle degli altri compagni. · 1 Di fronte. a, tutti questi vantaggi non..esis_tono, a quanto pare, difficoltà od ostacoli importanti. Il lavoro potrebbe essere o~ganizzato così: scelto il tema è preparato 'il formu– lario dagli organi centrali del Partito, se ne dà comunica– zione alle Federazioni, le quali provvedono a far stampare, o. a· tirare in ciclostile, tante copie del formulario. q11anti so– no gli iscri'tti. r inoduli vengono mandati alle sezioni che provvedono a dist~ihuirli ai Soci, a raccoglierli ed a resti• tuirli alla Federazione: La quale li riassum.e in uno spec– chietto (tot intèrrogati, tot sì, tòt no, tot non so) •che tràsmette al cenfro. Qui avviene l'elaborazione consuntiva fi– nale, con ·1a· riduzione dei dati a percentu 9 le ed il conseguen– te commento. Un sistema; ·insomma, ·a~centrato :ti massitno sulle Federazioni per rendere l'opera più snella e velo€e, nonchè meno costosa, evitando il viaggio dal centro alla pe– riferia di grandi pacchi di moduli e senza obbligare gli uf– fici centrali _ad un colossale lavoro di ·spoglio. L'iniziativa dei sondaggi potrebbe essere affidata al Cen– tro Studi, il quale avrebbe così una buona occasione- per da– ·re una palese dimostrazione dell'opera sua. UN primo son– daggio, di appassionante attualità, potrebbe essere effettua– to in relazione al problema della partecipazione al governo o dell'uscita dal govemo, chiedendo il parere degli iscritti su11e prospettive e suHe condizioni dell'una e- deil'altra so– luzione. Il sottoscritto, che da tempo si batte per l'instaurazione dì questi tipo di ricerca nell'ambito del nostro partito, pensoso della necessità dj renderne meno formale e più concreta la democraticità, sarebbe molto lieto se vedesse altri compagni dare su questa proposta il proprio suggerimento. Ma una letizia ben maggiore invader.ebbe il suo animo il giorno m cui vedesse gli organi responsabili e centrali del Partito dar (l) · Vedi il mio articolo • Ol'ganizzare la democrazia », sul– la Cri{lca Sociale del 15 gennaio e.a., n. 2. prova di aver preso in considerazione _..:.anche negativa, se del caso - una qualunque delle tante proposte pratiche che la periferia avanza attraverso le colonne della, nostra stam– pa, e che fino ad oggi sembrano cadute in nna profonda tom– ba. ÙGOBER'rO ALI'ASSIO GRIMALDI Senza entrare nella discussione dei punti particolari di questo scritto del compagno Grimaldi, dichiariamo senz'altro degna della massima attenzione la proposta che egli avanza e per conto nostro faremo quello che ci sarà possibile per– chè essa sia attuata. Occorre che tutti i militanti del nostro partito si sentano partecipi della s~ attività e contribuisca– no_a segnarne le direttive. In questo modo ,soltanto il Par– tito sarà un organismo vivo e contr~buiràa creare un abito di reale. sostanzia/e democrazia. La Critica Sociale · • Il_ prezzo della pace I vo-Udel conte Bernadotte e la sua morte, avùe– nuta per .mano assassina il 17 settembre.a Gerusa– lemme, avranno un posto notevole nella leggenda di coloro che, nell'ora più oscura del genere umano, hanno messo la propria vita al servizio di un idea– le <f,ipace: uomini travolti dal turbine di ferro e odio e presto dimenticati nel clamore delle contese. Nei cieli mediterranei, tra Rodi e il Cairo, tra la capitale israelita e la capitale transgiordana, egli aveva intessuto, con nordica flemma e tenacia,. la sua trama pacifica, riuscendo a imporre nello spa– zio di cinque mesi due tregue ai belligeranti arabo– ebraici in Palestina, cosi come tre anni prima aveva avviato, dopo un'intensa opera a favore degli inter– nati nei campi tedeschi, i preliminari di pace alla vigilia della capitolazione germanica. Ora egli è caduto sotto la consueta raffica di mi– tra - c-he un giorno verrà assunto a simbola dellle– poca e si ammirerà sotto vetro, come l'elce dei tro– gloditi - è, passato il primo istante di doloroso smarrimento e di esecrazione profonda, noi siamo indotti a considerarè tranquillamente quella raffica ignobile còme il compimento di una necessaria giu- • stizia. E' giusto, infatti, che i'll un mondo assurdo di as– surde guerr,e l'uomo di pace trovi la morte, che in– tenompe il corso delia sua missione, illuminandone in pari tempo, con elementare violenza chiarifican-– te, tutti i significati. E' utile che ciò avvenga, anche se pochi capiscono. L'assassino che crede, spegnen– do una nobile vita, di compiere la propria meschzna gius,tizia,. è in realtà strumento inconsapevole di quella lontana giustizia: il -suo ·gesto corona la vitti– ma del crisma del martirio, rompe l'esasperar;ite mo-– notonia dell'odio, inumidisce le are disseccate del _ sangue del sacrificio. L'avita non è in questo tremendo, cupo battere del cuore, non. è pietà, non è che un gioco del san– gue dove la morte è in fiore. 'O mia dolce• gazzella, io ti ricordo quel geranio acceso su un muro crivellato di mitraglia. O neppure la morte· ora consola più i vivi, la morte per amore? li dubbio, tragicamente espresso da Salvatore Qua– simodo in questi bellissimi ver:si, è verità. La mor– te per amore non basta più a consolare i vivi, a ri– sollevarli dal loro cupo dolore. Ma essa ha un'altra, più profonda e difficile giustificazione. La morie

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