Critica Sociale - anno XL - n. 19 - 1 ottobre 1948

CRITICA SOCIALE 447 tratti di quei grandi" parlavano, ·cioè esibivano ai visitatori lf!l'itte edificanti e veramente inaspettate, a grand( lettere. Per esempio, il povero Giovanni Huss diceva: « Amatevi, mantenetevi uniti, non permettete che le circostanze vi di- · 'ridano ». E Ziska, il generale ussita, ripeteva una delle aue pastorali ai siloi soldati: « Cari fratelli nel Signore, i'n nome di Dio levatevi contro il pericolo germanico. Emu– late i vostri antenati, che combatterono non solo per il signore ma per se stessi ». E il poeta Kollat cantava: « Quando voi dite slavo, dite uomo ». E lo storico Pa– lacky concludeva: « La mia vita e il mio respiro saranno dedicati al mio paese ». Nessuna traccia di materialismo storico; si capiva bene che quello era il par:ito di Zdenek Nejedly, comunista ed ex-docente a!l'Università di Mosca, che, come ministro dell'Educazione, aveva non solo man– tenuto, ma aumentato lo stipendio di Stato al clero. Solo '?'a statuetta di Lenin, in silenzio in un angolo, stabi– liva un contrasto vivo e ormai quasi inatteso. Nelle manifestazioni e nelle pubbli~azioni mancava l'esal– tazione di Gottwald, cioè del capopartito, che è caratte• ristica, fatale, goffa nelle posizioni staliniste di tutti i paes_i-; e il linguaggio della stampa era sfrondato dei ter• mini propri e quasi inevitabili del marxismo. Era dif– lìcile persino trovare l'espressione « l~tta di ~lasse » sui ~ornali comunisti; e quando qualcuno finì per chiede;ne spiegazione a Gottwald, questi rispose: « Prima di tutto, dovete ricordare che c'è un marxismo dogmatico- ed uno creativo, e che noi cechi non siamo dogmatici. Seconda– riamente, nel nostro paese, a questo stadio di sviluppo, interessi di classe e \li patria · coincidono. Insomma, mentre la Pravda di Mosca porta sulla testata il famo;o slogan: « Lavoratori di tutto il mondo, unitevi », a Praga i comunisti esplicitamente o implicitamente inalberavano l'esortazione: « Cechi, unitevi». Dopo aver nazionalizzato le industrie, pareva ché i comunisti avessero nazionalizzato anche il marxismo •. Difficile e delicato era quindi il la– voro degli altri partiti, poichè con le loro impostazioni ·democratiche, ineccezionabilll)ente democratièhe, i comu– nisti occupavano tutte le posizioni dello schieramento po– litico ufficiale: e d,ifficile era la 'differenziazione. Il partito cristiano-sociale (23o/o dei voti) favoriva non solo la nazionalizzazione, ma anche l'economia pianifi– cata, e cliiedeva la partecipazione degli operai alla dire– zione delle dspettive industrie, Sul piano della ·politica estera, basta dire che il vecchio capo del partito, monsi– i;nor Shramek, cattolico, respinse sdegnosamente la can– didatura alla Presidenza della Repubblica, offertagli nel '38 dagli agra,ri dop.o le dimissioni di Benes; e che poi a Londra, in esilio, quando alcuni uomini di Stato in• i;l_esi sconsigliarono l'accordo con Mosca, ebbe a dichia– rarsi disposto a rompere, per qualche tempo, con -l'ln– i;hilterra piuttosto che a perdere il trattato di amicizia con la Russia sovietica, Era, questo, il' partito dei cattolici (piccoli propdetari, impiegati, bottegai, comwercianti, operai) ehe ntlle terre della riforma e delle lotte di religione sono tradizional– mente così zelanti, e legati al Vaticano; ma i suoi gior– nali esaltavano la rivoluzione russa. E questo non deve parere sn·ano, perchè molti ricordano· l'anniversario del i;rande ottobre rosso celebrato oolennemente nel '46, a Praga, nella vecchia chiesa di San Giorgio, con una messa speciale, con la bandiera rossa, fuori, sul portale, con inviti alla stampa estera, con il coro famoso che cantava vecchia musica slava, e col sermone, non senza licenza dell'arcivescovado, di don Fiala dell'ordine dei ·Minori « sull'importanza della grande realtà spciale simboleggiata dalla Russia sovietica ». In un certo senso, tale partito poteva corrispondere alla Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA.' I o Bianco democrazia cristiana, qui da noi, perchè, naturalmente, parlando di socializzazione e di riforme, si .richiamava •!le enciclic~e papali: sta il fatto però che lassù, poi, le nforme vemvano sul serio. Per stabilire un al:ro contrasto tra il p·artito italiano e quello ceco, basta Franco. I de– mocristiani, si sa, preferiscono non parlare, e difficil– mente sanno parlare male della Spagna falangista; ma per i cristiano-sociali basta, come esempio, la recensione di un romanzo di Hemingway pubblicata sul loro quo– tidiano del 17 agosto 1946. « Dieci anni fa Franco, con falangisti e fascisti, ha suonato la campana· a morto per la bella penisola, la campana che preannunciava la secon– da g·uèrra mondiale ». E così via. Parti~ di sinistra, dunque; e Joseph Dolezal, direttore del quotidiano di partito, aveva potuto scrivere in un fondo del 28 settembre 1945: « Noi dobbiaq10 andare più ·avanti che il partito laburista, più avanti che i partiti socialisti occidentali ». Per considerare il partito cristiano– sociale là destra della sinistra, in un paese che destra non aveva, bisognava · tenere presente l'impostazione non• marxista, e la difesa di principio della media industria. E per differenziarlo, nei fatti, dal' partito comunista, ba– stava la sua « sensibilità ~ostituzionale >), nel senso che non accettava le sfilate e le manifestazioni di piazza, così care agli stalinisti, come surrogati del voto e come espres– sione sufficiente della « volontà popolare ». Questa posizione era comune, però (salva l'impostazione laica) a quello che fu un tempo il partito cli Benes e di Masaryk, cioè al socialnazionale: strano nome, ormai, e singolare partito socialista, che certo ìioi e i Francesi chiameremmo radicale. Marxista non era; e infatti era nato separa?dosi, nel 18.96, dal partito socialista, proprio perchè i marxisti colpivano il nazionalismo -come stru– mento ·della borghesia: e quindi aveva lottato per la di– fesa degli interessi cechi sotto l'impero absburgico e per il panslavismo come sola difesa contro lo schieramento tedesco, t:Jn tempo, nell'altro dopoguerra, _quando le iscri– zioni al partito cristiano.sociale erano ancora riservate ai cattolici, rappresentava la corrente non marxista laica, e, più che operai, raccoglieva impiegati, bottegai, eccetera: e quasi tutti i ferrovieri e i postelegrafonici. I socialisti marxisti lo giudicavano severamente, e non senza ironia. partito poco serio, perchè badava ai comizi e alle clien: tele, con pratiche e raccomandazioni per gli uffici gover• nativi, più che a organizzare saldamente operai e con– tadini in leghe e sindacati. Ma in verità poco importava allora ai socialnazionali raccogliere gli operai, e tanto meno organizzarli; nelle elezioni non conta il mestiere, ma il numero dei votanti: classico partito d'opinione. Il se• condo dopoguerra venne poi a dimostrare che il partito · socialnazionale, secondo, in base ai voti, di Cecoslovacchia, perdeva fatalmente mordente e guadagnava elettori solo passando a poco a poco, quasi insensibilmente, dai po– stelegrafonici e dai ferrovieri, ai piccoli proprietari e agli indus.triali medi. Al governo, come partito di sinistra aveva cancellato i partiti di. centro e di destra, ma ne aveva ereditato, volente o nolente, il corpo elettorale. Dopo il comunista, il partito socialnazionale e cristia– nosoeiale erano i più forti, e accomunati da profonda dif– fidenza e da indicibile paura verso i comunisti: ma per difendersi non avevano saputo creare che un balaurdo di carta, cioè di voti. Erano anche andati al Governo, per legare nella solidarietà e nella concordia del Fronte le mani della sfinge Gottwald, ma poi venne •in ·chiaro es• sere Gottwald proprio come la sfinge, che teneva le mani sotto la sabbia per barare. E, approssimandosi l'ora della crisi, i partiti apparvero inguaribilmente deboli. In verità, dopo il partito comunista, il partito più forte e più vivo era il socialista, che era quarto, cioè buon ul– timo, ma la sua lotta, difficile, tenace e siste~atica, i suoi errori logici e ingenui, i suoi traditori caratteristici, la sua cacciata gloriosa e significativa meritano un esame a parte. ITALO PIETRA (continua)

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