Critica Sociale - anno XL - n. 19 - 1 ottobre 1948

442 CRITICA SOCIALE dichiarazioni di Nitti, di Tittoni e di Albricci dovrebbero dar luogo ad una discussione - ma contenuta in limiti an– gusti esaurendosi in due o tre giorni. In una mattinata, o nella seduta domenicale, si darebbe sfogo alla leggina elet– torale. Poi niente trattati di Versailles e St. Germain; chiu– sura e periodo elettorale. Ma Bissolati trova che la que– stione di Fiume è pericolosissima e deve risolversi subito; in un modo o nell'altro, prima che la Camera si chiuda. E gli pare che si debba osare, nei modi che ti ho detto. L'amnistia non fu data pei soldati di Libia. Me ne occu– però, verchè reclami sono infiniti e mi sembrano giustis– simi. Roma,. Venerdì 26-9-1919 alle 19 Ì/2 Stamane fui da Nitti con Tteves e Modigliani. Lunga attesa perchè era dal Re, e la mattina fu tutta per lui. Alle 14 andai da Giolitti con Rorzio a persuaderlo di rimanere a Roma (dicevano che partiva domani) almeno fino a do– menica sera. E così combinammo. La sua presenza può es– sere decisiva. Le scarse notizie di ieri sono tutte soggette a revisione. Stamane il Messaggero portava un telegramma da Parigi di L. Campolonghi colla risposta .di Wilson che era esatta. Fiume stato autonomo; niente l'insidi\! del ple– biscito a· termine; Adriatico smilitarizzato; concessione di Lussin, Lissa, e qualche altra isola. La soluzione migliore dal punto di vista internazionale. e tale che era follia spe– rare fino a poc'anzi. Fiume italiana con statuto proprio, ma non data all'Italia. Zara città lib~ra. Nel Consiglio della Corona solo i due rammolliti presidenti della Camera e del Senàto consigliarono l'annessione. I capi militari garantito– no la fedeltà dell'esercito all'interno, ma su ciò c'è da du- . bitare. Nitti rimane al potere .. Nessun voltafa_ccia. Uniche questioni se si dovesse sciogliere la Camera subito, èome con-· sigliava Giolitti che crede la Camera già morta e fracida, peggio dunque che morta - una Camera di candidati - con criteri di oltretomba - o no; se occupare Fiume e in nome di chi; se discutere i trattati. Modigliani era_ per il partito ,di dichiarare che la proposta Wilson è là vitt0ria - e sciogliere la Camera subito. Nitti non vuole e a me e a Treves pare che abbia ragione. Dopo la duplice proroga e i due fatti nuovi de\ Consiglio della Cor.ona e della ri– sposta di Vvilson parrebbe una fuga e insieme una violen::' za. Questo era anche il parere del re, che prese la parola. La Camera è piena di insidie. Fiume è una bandiera che co– pre la renitenza ,degli 82,òòo ufficiali (dovrebbero essere 1 r.ooo in tempo di pace) ad andarsene,. le cupidigie dei for– nitori di guerra, le paure degli aspiranti all'assalto .alla di– ligenza. Pochi, ma chiassosi, e speculanti sul sentimentali– smo fiumano e sul disgregamento militare. Quindi affroo– tarli con garbo .. Domani si dovrebbe cominciare con la di– scussione dei trattati, su di che, presenteremmo sospensiva, pregiudiziale, ecc."!Ila le comunicazioni· del Governo. (sebbene non po;te espressamente all'ordine del giorno) sembra che dovranno sopprimere l'ordine del giorno stabilito, so_stifuirsi · ad esso, onde converrà rinnovare le inscrizioni degli ora- . tori. Si dis_cuterà brevemente. Il Ministero annuncierà i fat– ti e la situazione, aderirà ad una d,chiarazione platonica per l'italianità di Fiume, di~à (senza crederci) che le pratiche con Wilson continuano e che si .spera che il presidente ame– ricano concederà di più, e chiederà un voto espresso di fi- • ducia, dopo di che - se l'ottiene - chiud~rà la Camera indicendo le elezioni forse pel 9 o pel 16 novembre, ma in realtà si faranno più probabilmente ii 23. Si prevede avrà la maggioranza (80-100 voti di opposizione, compresi i no- .stri), salvo imprevisti'. Domenica .o lunedì sera vacanze. Se il Ministero .fosse in pericolo, come voteremmo? O. dovFem– mo astenerci? A Treves che Ilotava l'assurdo di fare le ele– zioni sul dilemma: Fiume sì, Q Fiiime no», Nitti rim– beccò ·subito: « Niente affatto: militarismo sì, o militarismo no. Insomma guerra o non guerra». Intanto alle 16 (tornato io dalla visita a Giolitti) si ra– duna il gruppo in 14, con Bombacci _presente. Discussione ampia. Incaricato, al solito, il povero Turati di parlare do– mani... o dopodomani. Ma temo domani. Discorso politico, parafrasi della lettera che hai visto, e squillo elettorale. Po– vero me! Ma non c'è che fare. BibliotecaGino Bianco ANNA a FILIPPO 26-9-1919 Milano or, 17 Mio canss1mo, le m,tizie sulla seduta aulica mancano; an– che· il tuo espresso non dà più di quel che dicono i giornali, cioè scrivesti prima di esserti giunta qualche indiscrezione da parte dei partecipanti. In ogni modo deliberazioni non furono prese, la Camera domani si riapre e Nitti vi si pre– senta colle sue comunicazioni in attesa del voto della Ca– mera. li Consiglio della Corona si è risolto, pare, in un semplice scambio di idee,' ciò che il re avrebbe potuto fare, sentendo il parere, dei personaggi convocati, senza prestare il fianco a critiche e forse attacchi contro la incostituziona 0 lità dell'atto politico. · E quel che è peggio è che- non pare vi sia un;idea chiara di quel che si voglia fare a Fiume. Prevarrà la proposta Giolitti? Cioè l'occupazione di Fiume dall'esercito regolare col tacito accordo degli alleati, e ché non sarebbe la -ii– chiarata annessione? La proposta di Leonida reggerebbe, tanto più che la Francia e l'Inghilterra ce l'fuanno ora a morte con !\America, cioè contro chi tiene le chiavi dei for– zieri e della dispensa, e non si opporrebbero probabilmente ad l!Ba rispluzione equa di rinunzia alla Dalma2ia, sotto da– te condizioru di tutela degli italiani, e all'annessione di Fiu-– me come la ottenne dai due alleati lo stesso Tittoni. Ma ~e non si è 'sicuri dell'atteggiamento dei due alleati, potrebbe· nascere un grosso vespaio di una nuova guerra balcanica. Serbia contro Bulgaria, questa contro la Grecia, Rumania contro la Bulgaria, Ungheria e Russia, i Ceco-Slovacchi contro altre tre nazioni e ·via via. Una volta che si inau– gura il principio che ogni Stato o staterello può di propria iniziativa adottare il sistema del fatto compiuto, la confe– renza di Parigi, per odiosa che sia, la si manda per aria, e si apre il varco a nuove guerre e nuovi conflitti sangui– nosi. Anche l'appello al paese su Fiume, sì o no italiana, è arrischiato, e poi rinvia la -questione alle calende. greche, col rischig, che nel frattempo i militari riescano a fare un colpo .di mano anche a Roma. Dov'è la via d'uscita?- Chissà? Forse domani le dichiarazioni del Governo daranno un po' di luce, che potrebbe venire soltanto dalle concessioni otte– nute dagli alleati. Temo però molto che le cose non si ac– quietino così facilmente, perchè quel che vogliono i nazio– nalisti e d'annunziani è la testa di Nitti. Caduto questo, Fiume sarebbe affidato a Tittoni è D'Annunzio tornerebbe ali'ovile. Oggi infatti i ·fascisti devono avere un colloquio con Ti ttoni, e dichiararono già nella sedqta di ieri sera, che egli sia l'uomo di Governo ad· essi più affine. Bisogna però ·che facciano i conti con la Caméra, ,ed i giolittiani, sqrretti dal loro càpo, certo sosterranno N:itti; ma serua di voi riescirai:1110a salvarlo? I nostri sicuramente ad oc- - chi chiusi voteranno ·contro, e probabilmente considerano già di aver concesso troppo alla collaborazione, essendovi tu e Musatti recati al Braschi e poi diretta a Nitti la tua lettera. L'Avanti!. ad ogni buon conto non ·né parla affatto pen vedere come si rrettono le cose, e' per attaccarci .dopo– con tutte le mitragliatrici in serbo. FILIPPO ad ANNA (cartolina) Roma; dall'aula, sabato 27-9-1919 ali~ 19,40 ' Mia carissima, _ un po' le lungaggini di Chiesa, un po' i clamori dei mei cari compagni (che coll'ostruzionismo Chiesa preparano ana– loga accoglienza a me che dovrò parlàre domani per pri: mo) prevedo che m'inchiodino qui fin oltre le 20. E pensare che se quel povero Tittoni, che evidentemente ha l'asma, non riposava ogni quarto d'ora mi sarei vuotato oggi del mio bagaglio e non avrei più il discorso sullo stomaco I E avrei potuto mandare in tipografia un po' di manoscritto. Lo farò domattina seflza fallo. La •discussione mi pare che volga a favore del Governo: Cesarò non fu ascoltato e sa– rebbe passato fra il bisbiglio se i nostri non gli facevano un po' di, successo; gli applausi e le manifestazioni dell'iu– Ja dinotano che il pallone oppositorio è mezzo sgonfiato. Me ne compiaccio anche pe,tchè mi leva un gran peso dal cuo– re. Se avessimo dovuti? - per la solita pregiudiziale - ai11- tare ia sedizione e rovesciare il Governo, forse mi sarei ri– bellato. Sarebbe stato schifoso. Ma che can-ca11 sarebbe nato!

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