Critica Sociale - anno XL - n. 19 - 1 ottobre 1948
CRITICA SOCIALE 441 dovremo difendere Nitti. Io sono del tuo parere. Ma il farlo molto apertamente lo rovinerebbe del tutto. Lo si assale ap– punto sopratutto perchè tende verso di noi ed è antimili– tarista. Non si vuole che faccia lui le elezioni. Non si vuole che smobiliti. Non si vuolé l'imposta sul capitale. Tutta que– sta reazione fermenta contro di lui - ossia• contro di noi. Ed egli è spauritQ. La lotta (ha detto lui stesso in confi- · denza) è fra militarismo -<; bolscevismo. Sì, Leonida si è portato benissimo. Vedi il suo secondo discorso nel M es– saggero di stamane. Eg.Ji sarebbe però per l'annessione, se i dati ehe porterà Tittoni assicurassero una certa suffi– ciente solidarietà degli alleati. A mezzo giorno uscì l'Epoca con un telegramma da Parigi che apriva il cuore alla spe– ranza di una soluzione eccellente, annunziata dall'America. Ma palazzo Braschi smentisce. Siamo sempre in alto mare. Non ho ancora risposto a Nitti. Lo farò domattina. Natu– ralmente non vado. Ra-ma, mercoledì 24-9-919, ore 19. Mi sono convinto che Modigliani ha ragione. Bisogna che la Camera non discuta più e si facciano subito le elezioni. E' l'unico modo perchè resti al potere questo Governo e ie elezioni non si facciano contro di noi. Intanto forse si ri– solverà la que~tione di Fiume; là cui soluzione era in cam– mino é il passo del poeta l'ha complicat:t e rit!irlfata. Sperò si potrà dimostrarlo. Colpi di mano militari possono avve– nire ad ogn~ modo: ma forse è meglio (se è inevitabile) che avvengano o siano tentati in forma extralegale e non sotto il mantello parlamentare con u;i Ministero paravento. Que– sta non era stamane l'opinione di Nitti, ma pare lo sia di– ventata ora, sia per effetto del nostro colloquio, sia perchè pare sia anche l'opinione di Giovannino, come è quella della Stampa: tantochè Grassi (mi si dice) ne faceva testè pro– paganda nei corridoi. Fra l'altro si avrebbe il vantaggio che. dopo il 27 si respirerebbe e potrei prepararmi al Congresso. Vedremo! ANNA A FILIPPO 25,9-1919 Mila!io ore 16 I giornali del pomeriggio non danno alcuna notizia sulla seduta al Quirinale. Sonnino non è intervenuto, perchè, ri– spettoso allo Statuto, non volle ~artecipare ad una riunione antico$tituzionale; sarà, quindi, vostro alleato nell'attacco al Governo per l'atto extracostituzionale da lui promosso. Tutti i giornali sono di una faziosità ripugnante, sia in senso di approvazione sia in senso di difesa de! Governo. Il fatto gravissimo in sè della· spedizione di Fiume è passato in seconda linea, tutto sta nell'abbattere o nel s:tlvare il Mini– stero Nitti, dai nazionalisti o da Mussolini trattato da ga– glioffo, poliziotto basilisco, affarista del Banco di Sconto e via via di questo passo. Nessuno si pone la questione quali sono i problemi che campeggiano in questo momento. Non è l'annessione di Fiume, che dovrebbe occupare il posto pre– minente, ma è la permanenza o la cacciata di Nitti dal po– tere. Ora più ci penso e più mi pare impossibile che Nitti possa presentarsi alla' Camera in veste di annessionista, p&– chè nessuno degli alleati potrebbe più tenere in considera– zione un Governo, che recitò dapprima, qualificando il ge– sto d'annunziano come una passeggiata sportiva, il suo sde– gno contro un'impresa che comprometterebbe l'azione diplo– matica: sorgerebbe il· sospetto sul Governo di connivenza col– l'impresa di Fiume. Il più probabile è che Nitti si presen– terà alla Camera, mantenendo il suo punto di vista e sulla politica esterna ed interna, e, se dovesse cadere, vorrà ci fosse una designazione della Camera medesima, poichè il re non vorrà prendere su di sè la responsabilità di un conflitto colla Camera. Potrebbe prevalere anche l'opinione che per la pacificazione nell'interno e nell'esercito, anche senza di– chiarare l'annessione, Nitti dovrebbe dare le dimissioni, per• chè è sopratutto questo che vogliono i nazionalisti~militaristi d'annunziani. Allora, mi pare, non è da aspettare la forma– zione di un nuovo ministero per fare una dimostrazione vio• lenta da parte nostra, ma di farla, appena si presenta Nitti colle dimissioni sue. E' da ripetere l'atteggiamento da voi preso alla caduta cli Orlando, ma questa volta non avrete l'appoggio passivo di Marcora, e, quindi, la vostra oppo- , sizione alla crisi extraparlamentare può radunare intorno a yoi molti altri settori e non vi sarebbe da stupirsi, se vi im,oncste subito come Costituente. FILIPPO ad ANNA Rmna, giovedì 25-9-1919 alle 19 1/2 Ormai avrai dai giornali le notizie che potrei darti, tanto più che quelle del Consiglio, così detto della Corona (radu– natosi stamane e poi alle 16) non sono ancor giunte alla Ca– mera. L'Avanti! di Roma dà la mia lettera senza notevoli strafalcioni, mentre la Tribuna mi converte in soviettista fa– cendomi preconizzare i Consigli (invece dei Comizii) di po– polo. Ma sono inezie. La lettera ( 1) ti sarà parsa patiida, ma dovevo spersonalizzarmi per non urtare opinioni cli altri compagni del Gruppo, e, ad ogn~ modo, l'essenziale vi è <letto. Giunge ora Musatti con uno spuntino <li notizie. Ma i Consiglieri hanno giurato il segreto (lo prevedevo, ed era una delle ragioni per non prendervi parte). Neppure Barzi– lai consentì a slacciare un solo bottone del_ gilé. Secondo Ciccottino (ma vai a fidarti) Giolitti avrebbe sostenute le necessità che il Ministero rimanga, poichè nessun altro Mi– nistero muterebbe la situazione, e la necessità delle elezioni ·immediate. Bissolati sostenne l'annessione immediata, co11 · l'immediata rinunzia alla Dalmazia, e fu sostenuto da altri per cui pa~e che questa tesi sia prevalsa, ciò che metterebbe il Ministero in condizioni di dimettersi. Era ciò che pre-· vedevamo quando dicemmo che la mossa Tittoni-Nitti inde– boliva soprattutto il Ministero. Non ciò però molta impor– tanza a queste notizie. Ieri sera combinai per telefono (dopo essere stato al Ga– binetto dell'Interno) un rendez-vous con Leonida alla Ca– mera e si chiacchierò dalle undici a mezzanotte e mezza. Non potei persuaderlo della nostra tesi, della necessità di affret– tare le elezi~ni, per sfuggire alle insidie parlamentari che_ sai. Egli trova che questo colpo di forza susciterebbe la· rivolta e aggraverebbe gli inconvenienti che vogliamo ·evi– tare. _Occupare Fiume per l'Italia, rinunziare subito alla Dal– mazia, salvo garanzie ·per l'italianità di Zara, Sebenico, Spa– lato, Trau, o meg;lio dei pochi- italiani che vi dimorano (che pei•ò sono, anche secondo lui, la parte peggiore della po– polazione, e che ad ogni modo si vedranno costretti a ve– nir via dalla invadenza slovena che li circonda) e giustificarsi coll'Intesa dimostrando che la lieve offesa ai patti fu im– posta da necessità ed è largamente compensata dall'atto rii grande equità che compiremmo abbandonando la Dalmazia. Quando si dice Fiume italiana, s'intende sempre col porto internazionale e le vie e gli sbocchi assicurati all'Hinterland straniero. In realtà io fui molto perplesso sulla questione e rimango contrario all'annessione per l'Italia (se mai, biso– gnerebbe farla in nome dell'Intesa - ma allora si urtereb– be nella disperata resistenza d'annunziana), ma la nostra tesi delle elezioni da affretta,t deve intendersi, anche secondo Modigliani, cum grano saJis. Il Ministero dovrebbe ripre• .sentarsi alla Camera, colle comunicazioni del Governo, e le (1) Ecco il testo, corretto, della lettera: « Caro Presidente, come sai, la tradizione del gruppo so– cialista esclude l'inte1·vento dei suoi membri ad auJici con– vegni, e nè io, nè i colleghi di mia parte pensiamo, per trop– pi ed evidenti motivi, che sia questa l'occasione di infran– gerli. D'altronde il pensiero nostro fu già troppe volte am– piamente e pubblicamente proclamato perchè il non riba– dirlo oggi in un sinedrio privato possa ascriversi a deside– rio di evadere da responsabilità doverose. Nessuna avventu– ra e ne:.suna complicità in avventure che significhino o co– vino o 1ninnccino guerre ed egemonia militare I Con tutto ciò il materialismo economico si impegna ad app~'attarsi sempre sotto' la stessa bandiera. Per la via maestra, agli accordi in- . ternazionali palesi, avanti, con coraggio e con fed.e, oggi, do– mani e sempre. In capo agli scorcioni ~lclla ragion fatta, travediamo e paventiamo il comune disastro. In ogni caso le recenti difficoltà spostano più che mai il diritto e la possi– bilità di risolverle dai poteri costituiti ai poteri costituenti della nazione. L'ora non è più dei congressi privati, nè di stanche assemblee, mtt dei comizi di popolo. Il dibattito è già davanti al paese che, giudfèando dal passato, indicherà e schiuderà le vie dell'avvenir~ e quanto più presto, tanto meglio. Grazie frattanto dell'invito ed abbimi cordialmente affezionato: Filippo Turati ».
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