Critica Sociale - anno XL - n. 19 - 1 ottobre 1948

440 CRITICA SOCIALE ricusi. Almeno finora si è sempre fatto così ; e se è così tanto meglio. In casi simili sento il rammarico di non esserti vicino e di ,non avere tuoi consigli. Ma in questo caso mi pare di es– sere sicuro del fatto mio. Gridano i giornali della sera. Il Tempo, edizione straordi– naria. C'è aria di tempesta, in senso politico ed in senso meteorologico. Piove da due giorni, o minaccia. Per ridere: c'è chi mi preannunzia presidente del Con– siglio - o della repubblica - fra 15 giorni. Prepariamo l'aeroplano! ! ! Limedì 22 alle 20. P.- S. - L'invito è arrivato ora per telegramma. La riunione dei 24 di domattina è inoltre rinviata. Merloni, che mandai da Magno a specillare, riporta: che , l'iniziativa è di Nitti; che si tratterebbe di consultarsi sulla annessione; che Nitti si prepara così un paravento per il voltafaccia. Ragione di più per non partecipare. Risponderò a Nitti. Ti abbraccio ANNA a FILIPPO Filippo 22-9-919 Milano, ore 17 1/2. Ieri dopopranzo venne anche Treves, si .parlò a lungo :li tutte le cose poco liete, di cui erano piene le mie ultime lettere a te, ed eravamo concordi che la dittatura militare è ormai già in azione, per quanto il potere. è ancora in mano di Nitti. L'esercito è in piena dissoluzione: Cagni si rifiu– ta di ricondurvi la disciplina (1), Caviglia altrettanto, Bado– glio ritorna colle pive nel sacco e D'Annunzio parla del– !'« esercito mio», non da re, ma come i condottieri medio- , evali' che avevano gli eserciti personali. Se alla Camera i fascisti, uniti a tutti i malcontenti per le prossime elezioni, ~iescono a montare uHa maggioranza, allora il varto aperto dalla crisi ministeriale servirà al passaggio trionfale al po– tere di un Giardino, Grazioli od altro generale, che ora ce ne sono tanti a voler essere i continuatori del Cadorna, a cui Caporetto tagliò la via alla dittatura militare. Forse ap– punto il gran numero dei pretendenti all'eredità spirituale del Cadorna ·potrà ancora salvare l'Italia dal boulangismo. Che cosa succederà? Che cosa farete voi? Voterete'per Nitti? Per parte mia sosterrei che è politicamente doveroso di farlo, ma Treves non ne vuol sapere e credo nessuno del Gruppo, neppure tu e Modigliani avrete il coraggio di farlo. 23.9.919 Milano, ore 17. Mio carissimo, non so ~ome rallegrarmi con te, che, pur essendo solo e dubbioso per indole, hai avuto subito la per– cezione chiara come orientarti in mezzo ad avvenimenti tanto imprevisti e tanto aggrovigliati. Ieri sera, appena letto della convocazione del Consiglio della Corona, e che vi sarebbero , invitati a~che t~tti i capi partiti, pensai subito, non senza una certa inquietudine, come ti sentiresti preoccupato, doven– do decidere da solo su da farsi. Avendo per parte mia avuta l'impressione, che si trattava di, un vero colpo di Stato, sen– za saperne ·il retroscena, istintivamente mi pareva che voial– tri dovreste riserbarvi tutta la libertà d'azione, e quindi il non iptervento alla riunione a Corte dì domani si impo~ neva senz'altro. Tanto più mi eonvinsi della preparazione del colpo di Stato, quando vidi nei giornali di stamattina che il Consiglio della Corona è anticostituzionale, e non si è, dopo Carlo Alberto, mai ·convocato in Italia. Nello stesso tempo vidi i· tuoi colloqui con Lazzari e comp. della Dire– zione, che annunziavano il tu<>non intervento alla seduta nel · caso che ti fosse giunto l'invito. Mi sarebbe rincr·esciuto se la tua decisione fosse stat.a presa colla motivazione sci– pita dela non collaborazione, ma, dopo avuti i tuoi due e– spressi, mi sono del tutto rasserenata che, sia per la pron– tezza della decisione tua, sia per le motivazioni tutte, ti sei messo, credo, nelle migliori delle condizioni per poter dare battaglia, qualunque fosse l'esito delle deliberazioni di quel famoso Consig1io. Non so se Nitti potrà decentemente fare un voltafaccia sì da assumere, ptir di rimanere al potere, una rotta tutta contraria a quella segnata nelle sue due dichia– razioni alla Camera. Se dovesse perder la testa, aderire al– .'idea dell'annessione di Fiume con tutte le sue conseguenze, BibliotecaGino Bianco magari anche di una guerra con gli Jugoslavi, non vi ri– marebbe che una via sola: fischiarlo via, appena si sarà presentato con altra maschera. Non mi pare però che la so– luzione possa essere questa. E' più probabile che d'Annun~ zio avesse fatto sapere che egli sarebbe pronto a deporre le armi ed entrare in trattative, purchè non ci fosse Nitti, la crisi extraparlamentare e l'incarico a Tittoni, ben visto dai nazionalisti, pipi e dai. militaristi,' e la formazione di un Governo reazionario, conservatore, clerico-militarista. Ora in tale ipotesi che fare? Per parte mia, se .il Gruppo fosse al completo, sarebbe da accogliare Tittoni con un tale cha– ' rivari da fischiarlo via senza permettergli di insediarsi al po– ter~. Intanto non si può prevedere, se avrete seguito fra 1 giolittiani, e se non salti fuori una specie di occupazione del posto del Governo da parte vostra. E' venuto qui verso le ore 15 1/2 Treves; egli parla poco e non saprei dirti quali sarebbero le sue impressioni; era però convinto che non si doveva andare alla seduta del Consiglio della Corona, e che sarebbe necessaria una .reazione violenta al colpo di Stato in cammino. FILIPPO ad ANNA Roma, martedì 23-9-919 alle 19 1/2. ) Ieri ti sc~ssi · sottq la prima impressione del fulmine, al– manacca11do tutte le ipotes"i possibili. In seguito si chiari– vano un poco le cose. "Non pare che sia venuto un veto di Wilson nè una intimazione degli alleati nè altro di simile. Resta sempre la versione che Nitti abbia voluto mettere i pretendenti e gli insidiati colle spalle al muro. Ma in me resta sempre anche il dubbio ·che a quel passo sia stato co– stretto suo malgrado e che esso sia un grosso errore. Le mie eccezioni costituzionali che ieri ti accennavo non sono dei puri formalismi, come li definiva stamane Leonida,. che si meravigliava meco che io, marxista, mi perdessi in· quelle quisquiglie. In materia costituzionale la forma è so-, stanza, e l'esame della cosa dal punto di .vista pratico. con– ferma e rafforza l'obiezione tecniq. Che cosa potFà mai ca– vare da quel Concilio? Sarà pasta, pare, la questione: an– nessione o no. Ebbene, salvo forse i militari, gli altri non risponderanno altro che ni. Ed è naturale. Arnzitutto sono. i nemici. Di amici non avrebbe che Leonida e me, se ci an; dassimo, ed io stegso dovrei dissimulare la mia amici?ia per' non· comprometterlo troppo. D;altronde, nessuno dà consigli-, precisi in· materia delicata quando sarà lui- in persona ad eseguirli, e tutto dipende dal modo di applicazione. Nessuno. dirà annessione, perchè la risposta sarebbe: signori, veniteci voi; e non credo che Salandra, Orlando, Giolitti, J:,uzzatti si assumerebbero quella tremenda responsabilità. E nessuno del pari risponderebbe rinunzia, per motivi facili a intuirsi. Troveranno quindi una formula ambigua, tanto più sibillina_ ·quanto meno illustrata dalla pubblicità della discu~siene. Che· se poi decidessero, sia pure in forma consultiva, una deçi– sione netta, la cosa dovrebbe pur sempre venire alla Came– ra, con o senza crisi di Gabinetto. E ci- verrebbe pregiudi, cats1,dal parere già espresso in privato dai rappresentanti dei partiti._ Tutto ciò, pensaci bene, è un a~surdo manife– sto. Non pèr nulla i Consigli privati della Corona (non im • porta che il comunicato e l'invito ufficiale non usino questo nome, <lacchè c'è la cosa), non per nulla son,;>rigettati dal diritto e dalla pratica costituzionale. Altra ipotesi: che il re intenda trarre dal Consiglio lumi" e forze per esercitare la sua prerogativa, magari sciogliendo la Camera. Modi– gliani dice che sarebbe una soluzione, la migliore. A me pare la peggiore di tutte. Fare le elezioni sulla questione di Fiume, coll'esercito e la marina in rivolta?! E' più facile che proroghino a,pzi la Camera per qualche altro mese. Gigione. ·intanto complotta per un Ministero di concentra– zione co111posto dagli ex Presidenti, esclusi Giolitti e Sa– landra, perchè (dice lui) si escludono a vicenda ed escluso il perfido Egizio (Sonnmo), perchè si esclude da sè, essen– do uomo con cui non si può ragionare, o più propriamente (ma questo non lo dice) perchè lo esclude Gigione. ,Stamane fui invitato a colazione dalla Lidia Paramia e, dopo reluttanze telefoniche, finii per andarci, e, scendendo, incontrai sulle scale il ·vecchio Boselli, chiamato da Luz– zatti che abita, come sai, al piano di sopra. Danque egli pensa a un Ministero Boselli-Luzzatti-Orlando? Dietro il quale si appiatterebbe la potestà militare? Certamente 11.ai

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