Critica Sociale - anno XL - n. 18 - 16 settembre 1948
406 CRITICA SOCIALE tanano definitivamente nel tempo quella possibilità di u;ità socialista, che è, ri.petiamo, non soltanto aspirazione nostra, ma èli quella parte ,del Paese che ha maggiore intuito e senso di responsabilità. Il Con– siglio Nazionale ha percorso all'indietro il cammino che il recente Congresso di Genova aveva compiuto. Questo è dimostrato non tanto dal fatto (che po– trebbe derivare da una pura, combinazione di pro– porzione tra presenze ed assenze degli esponenti dell~ varie correnti) che la così detta sinist-ra ha ri– portato nella votazione una percentuale sensibilmente superiore a quella riportata nel Congresso, ma so– prattutto dal tono con cui, per bocca del segretario J acometti, la maggioranza centrista ha e~presso il proprio pensiero, che le parole di Riccardo Lombardi hanno inutilmente cercato di correggere o attenuare. Mero.trenon si formula nessuna riserva nei riguardi del P.C.I. e della più decisa direttiva con cui esso intende farsi -strumento della politica bolscevica, e si · tende anzi a dare al part:to 1 di unità di azione tutta la. ~ua·,portata iniZJiale,eh~ lo tramutava in un vero patto di sudditanza del P.S.I. alle esigenze e all'a– zione ·del P.C.I., si torna a ripetere che non è ·pos– sibile nessun avvicinamento con gli scissionisti « tra– dito11idel proletariato » e si formula un giudizio di indegni,tà a nostro riguardo per la collaborazione al Governo con la democrazia cristiana, fingendo di di– menlticare - come abbiamo già notato al-tre volte, che anch'essi, e più ancora i comunisti (in pieno ac– cordo anche in ciò coi low compagni di Francia), hanno recentemente cercato di impio,rre tale loro col– laborazione come condizione per la rinunzia ad un atteggiamento di sistema;tiica,opposizione agita>toria. Anche la così detta destra, che pareva disposta a dar battaglia senza quartiere per costringere i di-· rigenti del Partito· ad osservare scrupolosamente la conclamata autonomia, ha dimostrato nel recente Consiglio una tale remissivtità, dopo il discorso pret– tamente « nenniano » qel segretar-io, da far perdere veramente ogni speranza a coloro che si illudevano che essa sarebbe stata la forza che avrebbe addotto alla reale « unità socialista ». Come può essa ,preten– dere di esser presa sul serio quando -ripete che tale unità deve compiersi nelle file del P.S.I., quando non si dimostra nessuna volontà, non si fa nessun serio sforzo per ottenere che i comunisti che s0no in quel partito v.aJdanonelle file del P.C.I. e lascino i socia– listi a fare la- loro ,politica, s,econdo i propri metodi e le proprie finalità, come 11ichiedevanogià ventisei anni addietro Trevès 'e Matteotti? E dov,remino noi rien~rare a combattere una stremacnte battaglia che non dà; nessuna speranza di utili rist:tl,tati e che ci farebbe perdere teD?,poe ci impedirebbe di cogliiere eventuali occasioni propizie ,per un avviàmento so– cialista dell'azione proletaria, come ci è disgraziata– mente accaduto, in un momento partkolarmente pro– pizio, nei due anni successivi alla liberazione e con un danno, per l'efficienza dell'azione socialista, che .non riusciremo mai a ripa-rare? Tutto questo non toglie però che, non per condi– zioni imposte da altri, ma per nostra 5')iÌontaneaispi– razitme, noi ,possiamo e dobbiamo proporci, adesso e in ogni memento, d-i valutare se ci convenga ri- BibliotecaGino Bianco m;tnne al Governo o non sia invece ,più utile alle nostre idealità che noi ci liberiamo da ogni corre– sponsabilità con un pa,rtito nelle cui file, nonostante la fedeltà dei maggiori espònenti- agli ideali e ai me– todi democratici, si va sempre più diffondendo uno spirito che noi non possiamo _approvare. Non ab– biamo pc•1uto ·tacere in questi giorni, ad ele1Denti responsabili del movimento democristiano, la spia– cevole imprei'sione provata alla vista di quei mani– po'li di giovani cl)._e si aggiravano per le vie di Roma con quei baschi verdi che ,davano un aspetto mili– ta,resco, gu_idati da sacerdoti che ,portavano anch'essi il basco al posto del tricorno. A parte il fatto, tut– t;altro che trascurabile, che questi giovani, con le scritte dei carte!J.oni sotto cui erano schierati (col Papa e per il Papa sino alla morte, e simili) e con le ,grida ,che emettevano, davano chiaramente l'im– pressione di essere addestrati a considerare il Papa come l'unico signore a -cui dovessero ul:fuidienza, an– che ,per quello ,che riguarda le cose terrene, (ed è si– gnificativo al riguardo che non si_sia pensato dagli organizzatori di dare nessuna testimonianza di lea– lismo repubblicano, o, anzi, che la si sia forse inten– ziona-lmente esclusa), e che per questa via si èrea una mentalità per cui là gioventù cattolica .potrebbè finire per considerare la repubblica italiana come uno Stato al servigio della politica. vaiticana, c'è il fatto che queste parate che esaltano la forza mate– riale del numero e rinfocwlano quello spirito mili– taresco e quella tendenza alla sopraffazione che cova nell'animo di tutti, specialmente dei giovani, non è certo adatto _ a ·svelenire gli spiriti da quel tossìco che vi hanno inoculato venticinque anni di educà– zione fascista. Anzi serve a renderlo operoso, con .quanto pericolo per la saldezza delle istìltuzioni de– -µiocratiche è inutile fermarsi a dimostrare. Voglia.– mo rpoi anche aggiungere che ci sentiamo veramente urtati da ,certi privilegi cl\e lo Stato ha creduto di concedere_ (dal permesso, ad altri negato, di porltare' · distintivi e dall'ttso di vagoni ferroviari nuovi di zecca emenon si sono trovati per aitri scopi, sino alla ,facoltà, ai partecipanti al convegno, all'adunata, di ,presentarsi con ritardo alla visita di leva) per favo– o.'irela rjuscita déHa dimostrazione, perchè vorrem– mo che una buona volta nessun aspetto della poli– tica dello StàtÒ apparisse subordinato o vincolato ag)i interessi di una fazione, anche se quest;i. sia.ani– mata nella sua .azione da un'alta idealità religiosa. Naturalmente, con qu~sti franchi rilievi noi non intendiamo affaitto di porta, acqua al mulino del Fronte (che, dopo la ~dichiaraZJionedi morte, è più vivo di ,prima); anzi non possiamo che aromi.rare la sfront-1-tezza con cui i ,comunisti e i loro sudditi protestano contro le parate militari e !'aJrresto im– posto per più ore alla circolazione stradale. Tanto meno anzi orediamo che i partiti del Fronte abbiano diritto di protestare, .perchè è proprio il loro sistema di lotta, prima .e dopo H 18 aprile, che ha crea,to l'atmosfera adatta al riacutizzarsi dello spirito fa– scista, e lo fomenta ancora con la sua opposizione faziosa, .di cui è prova anche iii. questi .giorni lo sv@lgimento di int~rpellanze, in etti fu così ev:idente la ispirazione settari11, che fu facile al Governo op– porre t:tna vittoriosa rispos'ta, Ìlonostante che, a no– stro avviso, non mancassero motivi di censura al-
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