Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948
:., CRITICA SOCIALE· 365 Affermando che i lavori del nostro terzo Conve– gno Naziom!le Sindacale sono stati veramente co– struttivi ed hanno indicato in modo chiaro e con– creto il programma che deve formare la nostra piat– taforma di lot<ta~in seno alfa C.G.I.L., nella vita eco· nomica del Paese, e, per quanto soprattutto riguar– da la legislazione sindacale e sociale, la guida e l'indirizzo per i nostri raprpresentanti nel Governo e nel Parlamento, non diciamo cosa che dimostri una nostra indulgenza dovuta a patriottismo di Par– tito, ma . didamo invece cosa medifata e che 'è ap– parsa evidente a èhiunque abbia vissuto· le tre in– tense giornate di lavori e abbia osservato come ..tut– ti i convenuti, appartenenti alle diverse categorie produttive e provenienti da tutte lè provincie d'I– talia, abbiano preso vivissima appas.sionata paTte ai dibattiti, e come 1 le soluzioni finali siano la naturale sin tesi di essi. Ai compagni di tutta Italia che operano nel cam– po sindacale e a tutti coloro che, pur non essendo nel nostro Partito, sentono la necessità viva e pres– sante dell'o,pera oostruttiva del sindacato libero, au– tonomo e in.dipendente dai partiti e dal Governo, il nostro terzo· Convegno nazionale sindacale ha detto unà parola chiara ed esplicita, ha lanciato un aprpello che è nel contempo di fede e di incitamen– to affinchè il proletariato italiano ri,prenda il suo cammino sulla strada maestra che lo condurrà al– l'emanci1pazione e all'autogoverno economico. EDMONDO Cossu Un sindacato socialista in difesa. della democrazia Ritengo che H primo e maggio·r · merito del Con– vegno sindacale del P.S.L.I., tenutosi nei giorni scor.si a Milano, sia quello di aver p•ronundato una parola nuova, e di ayer indicato una soluzione più avanzata ad un vecchio problema che ha tenuto desta la discussione per interi decenni, senza mai giungere a conclusioni definitive: il problema dei ra,p,porti fra sindacalismo e politica o, per meglio dire, fra sindacati da una •parte e partiti e governi dall'altra. E' probabHe che la formula organizzativa del Convegno, che nop era ristretto ai soli sindacalisti, abbia contribuito a facilitare l'enucleazione di con– clusioni delle quali, tuttavia, non erano mancate anticipazioni, e alle quali, in ogni modo, la ste-ssa dinamica dei fatti spingeva e spinge in modo i-rre– sistibile. Da molto •tempo i sindacalisti socialisti di tutte le tendenze si trovavano in una posizione interme– dia, incerta, fra due oµposte correnti che tenevano H cam,po. Da un lato la posizione comunista, che pone sen– za discussione il sindacato alle dipenidenze del par– tito comunista ,dal quale esso deve ricevere le di– rettive e la guida. Chi non avesse tempo o voglia di consultare i tesi originali leninisti e stalinisti, po– trebbe ugualmènte trovare una esposizione sintetica di questa concezione nei recenti articoli di Pietro Secchia suHo sciopero generale del· luglio scorso. Sono articoli brevi, pratici, ma, ai fini nostri, esau– rienti. Dall'altro lato, si oppone alla prima la concezione attorno alla quale molti sindacalisti (o sedicenti ta– li) da anni e decenni si stanno baloocando: quella avvincente, quanto iHusoria, di un sindacato estra– neo a tutti i ,partiti e alla loro politica, un puro e naturale prodotto (rpiù o menò rivoluzionario)· della moderna società; una specie ,di colosso potenziale che tiene a portata di mano delle forze •enormi, la cui mobilitazione è ·solo impedita dalla fastidiosa inframmettenza dei partiti rpolitici. I socialisti, quelli reduci dalla trentennale disous– sione del periodo fascista e i giovani venuti al mo– vimento sindacale in questi ultimi anni, si son.o tenuti seillll)re rprudentemenite lontani da entrambe queste due ,concezioni, lasciando che i comunisti parlassero poco e attuassero molto della µrima, e che i .furbi e sempliciotti ·e gli ex fascisti facessero bella, mestra della seconda. BibliotecaGino Bianco· Bisogna dire, però, che, pur mantenendosi estra– nei ad entrambe le forme aberranti, la. maggior par– te dei sindacalisti socialisti - tranne isolate e fram– mentarie anticipazioni - ,prima del Convegno del P.S.L.I. non av,eva saputo pronunciare una parola ch'iara, e di lar,ga prospettiva, su questo scottante· problema. . La stessa discussione pre-congressuale non aveva suggerito indicazioni particolarmente interessanti. Due tesi si erano, un po' confusamente, delineate. La prima di queste tenderebbe, se ho ben capito, ad .autorizzare l'influenza dei ,partiti politici sui lo– ro aderenti •che ·dirigono le organizzazioni sindacali, purchè questa influenza abbia il carattere di « ispi– razione » e non ,di « ,direttiva », riguardi cioè i « rprinci,pi » genetali e non la prati-ca politica con– tingente. La ,seconda tesi, che non si discosta sostanzial– mente dall'altra, salvo che sul terreno interno del– l'or,ganizzazione ·di partito, vuole si limiti all'asrpira– zione e alle linee generali la influenza del partito sui sindacalisti, ma sostiene che questa ispirazione non ha bisogno, per attuarsi, di appositi organi di collegamento fra partito e corrente sindacale e può fondarsi in misura sufficiente sulla -coscienza so– cialista dei singoli dirigenti. La verità è che nell'attuale ,crisi politica i termini della contrapposizione non son.o più quelli che po– tevano, o sembravano, essere trenta anni fa: l'or– ganizzazione del partito e quella- del sindacato. Oggi, al di là della mutevole e mai risolvibile al– ternativa fra questi due termini, si pone, per l'uno e per l'altro, una ben, più radicale e generale alter– nativa: se il clima in oui entrambi essi vivono è un clima di democrazia, stabile e duratura, o se in– vece la loro funzione è minaociata da quel Moloch che tutto divora che è il totalitarismo. Si ha da fare politica nel sindacato? Si può tol– lerare che altri faccia politica nel sindacato? Ecco la domanda che il Convegno del P.S.L.I. si è posto, facendone, attraverso il prisma delle varie discussioni, il motivo centrale dei suoi dibattiti. Ed è merito dei •sindacalisti (e dei « •politici » in– tervenuti con infores·se e con ... moderazione) aver dato una rispos,ta chiara dal punto di vista concet– tuale, e, n ello stesso tempo, -ricca di contenuto, di esperien.za e ·di ispirazioni per l'azione futura. « Il Sind acato - così afferma la mozione finale - è la forza 1prorpulsiva e animatrice della moderna democrazia ». In queste parole è racchiusa la po– sizione assunta dai sociali,sti del P.S.L.I. di fronte af nostro problema. Con queste pa.role viene sen– z'altro •Consacrata la funzi001e e la posizione del mo- -vimento sindacale in quell'ordinamento politico, che noi vagheggiamo e che quoUdianamente •ci sfor– ziamo di realizzare. Se è vero, come per noi è vero, <che il senso della lotta politica in Italia è •dato dalla lotta per la crea– zione di liha democrazia stabile ·e posta al sicuro da ogni attentato totalifario, è altrettanto vero che 11n sindacato, cui .compete un ruolo così importante in un. regime democr,atico, deve ·avere anche una linea politica, e quindi , in sostanza, fare della politica. Quale politi.ca faranno dunque i socialisti, se– condo· le direttiv e del Convegno? Faranno la poli, tica ,del P.S.L.I., esponendosi a loro volta all'accu– sa, che essi stessi hanno sin qui mosso all'indiriz– zo dei comunisti· e delle altre correnti del « tri– partito»? E' evidente che non dovrà essere questa la poli– tica dei Sindacalisti socialisti, la quale non sarà quindi una politica filogovernativa neppure nella misura in cui il P.S.L.I. può essere considerato og– gi partito governativo; nè una •poliUca anti fusioni– sta, nel senso di tendere, come è nella funzione del P.S.L.I., alla eliminazione della frazione fusionista · del socialismo italiano ; nè, insomm a, alcuna altra politica che riguar,di esdusivamen.te il P.S.L.I. nel– la ·rotta politica contin gente in cui e sso è attualmen– te iIIlfPegnato. Ma la politica sindacale dei socialisti dovrà, con– cordando in questo pienamente con quella del P. S.L.I., essere una rpoliti-ca di difesa della democra– zia italiana; una politica avversa, dichiaratamente, non. solo a tutte le forme ma anche a tutte le forze e a tuHe le manifestazioni di totalitarismo che essi incon1reranno sul loro cammino.
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