Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE 363 partengono alla sua sfera d'interessi. Ap-punto per– chè il Cremlino si sente sulla -difensiva, esso deve saldare tutto il territorio da lui politicamente do– minato in una unità anche economica, militare ed amministrativa, la quale possa fronteggiare compat– ta un'eventuale guerra. Perciò, parallelamente all'irrigidirsi della dittatu– ra politica ed economica nella Russia propriamente detta, si rileva un rafforzamento della .pressione su– gli Stati satelliti. Parecchi dei rimbrotti che il Co– minform ha rivolto a Tito, visti sotto questa luce, a,p,paiono molto più comprensibili. Non deve ,più e– sistere nessuna ,politica nazionale dei singoli, Stati, bensì soltanto una politica dettata dagli interessi russi. Anche i giorni del fronte popolare sono ormai passati, mentre esso si rivela, non per la prima volta, come un mezzo adoperato per l'instaurazione del dominio assoluto comunista sull'esempio russo. Ma la politica comunista va ancora più in là: ne .. gli Stati satelliti non è più sufficiente la statizzazio– ne dell'industria, ma viene richiesta anche l'espro– priazione dei contadini e la loro collettivizzazione. Questo programma ha incontrato in JÙgoslavia maggior resistenza che in Ungheria o Romania, da– to che il contadino serbo si conquistò la propria libertà in lotte decennali contro i turchi con le ar– mi in pugno, e non ha nessuna intenzione di sacri– ficarla al despota russo. In Romania e in Unghe– ria, invece, ha dominato fino a ipoco fa, come in Russia fino al 1917, il latifondo feudale, e pertanto la politica russa incontra qui situazioni molto più favorevoli che in Jugoslavia. E' pertanto molto pro– babile che le voci di un trapasso della Romania e dell'Ungheria a membri dell'Unione Sovietica ab– biano un giorno a realizzarsi. L'es~mpio della Jugoslavia - e in Polonia e in Cecoslovacchia la situazione è simile - ha tuttavia mostrato al mondo che le resistenze dentro il bloc– co russo sono molto maggiori di quanto si può sup- • porre a ,prima vista. ·E ,contemporaneamente esso h:;i. mostrato quali conseguenze di politica estera deve avere un urto in apparenza limitato a due partiti comunisti. Il sistema del partito unico ha per con– seguenza necessaria che ogni urto nella politica di partito diventi immediatamente un fatto politico fra Stati. Attraverso questa evoluzione il Cremlino si trova sostanzialmente limitato nella sua libertà di movi– mento. Questioni che subito dopo la guerra appari– vano puramente di natura strategica o diplomatica sono oggi indissolubilmente legate a questioni, vita– li del regime russo. Quando, pertanto, i diplomati– ci di Mosca cercano vie per eliminare od anche sol– tanto lenire le tensioni internazionali diventate ec– cessive, si trovano di fronte a un compito cui essi non possono adeguarsi coi normali mezzi della po– litica estera. In realtà, ognuna di queste questioni colpisce il sistema di governo russo così come, d'al– tra parte, urti di politica di partito nel comunismo internazionale vengono a colpire interessi vitali di altre potenze. L'enormità delle difficoltà per ambe– due le parti nelle trattative moscovite non si può abbastanza sottolineare anche se si suppone, come noi facciamo, che nessuna delle due parti voglia arrivare ad una soluzione violenta. Non ci si può •pertanto aspettarè che le conversazioni conducano rapidamente a un risultato, e in principio un. risul– tato -positivo non potrebbe consistere in altro che nella creazione delle necessarie premesse per trat– tative ·generali, le quali praticamente investirebbero tutte le questioni della politica mondiale. Indubbia– mente, ci troviamo di fronte a decisioni .di portata immensa, le più importanti dalla fine della ·guer– ra, e ognuno deve essere ben convinto che non si tratta soltanto della decisione_tra la pace e la guerc ra, ma anche sul futuro del comunismo internazio– nale. BENEDIKT KANTZKY Il 3° Convegno •Sindacaledel P.S.L.l. Un convegno costruttivo Il 3• Convegno ·nazionale ,rlei sindacalisti del P.S.L.I. si è concluso, nell'operosa Milano, dopo tre giorni il 21, 22. e 23 luglio, di intenso e proficuo lavoro' con una appassionata manifestazione di fe– de neÙ'avvenire del proletari-alo italiano, nella sua totale emancipazione, e con una dichiarazione seria e concreta che fissa i principi fondamentali di li-· bertà e democrazia che debbono presiedere alla vi– ta deUa C.G.I.L., ed esprimere il pensiero esp1icito della corrente sui più assillanti problemi dell'ora, suggerendo soluzioni antidemagogiche rispondenti ai reali e permanenti interessi della classe lavor-a- tri-ce. · · Libertà del sindacato. La mozione approv>ata con l'unanimità dei con– sensi non. è frutto di compromessi ma è genuina e– spressione del pensiero concorde e della volontà di tutti i convenuti. I dissensi, infatti, affior-ati nel dibattito, vertevano -non sul programma d'azione, ma esclusivamente sull'operato dei nostri rappre– sentanti in. seno alla C.G.I.L. e su quello del Co– mitato Centrale Sindacale, specie per quanto si ri– ferisce all'Alleanz>a sindacale, ed inoltre sui rap– porti tra i sindacalisti e il Partito. Essi hanno però opportunamente· trovato più appropriata sede in due ordini del giorno iposti in separata votazione e respinti dalla grande maggioranza dei delegati. La mozione, dopo il saluto ai compagni lavora– tori che ovunque tengono alta la gloriosa bandiera del vecchio sindacalismo socialista, const,a di una premessa e ,di tre parti, corrispondenti, queste ul– time ai tre punti all'ordine del giorno del Conve– gno 'e che hanno formato oggetto, il primo (politi– ca sindacale dèl Partito, unità sindacale e azione della nostra corrente nella C.G.I.L.) delle relazioni di Simonini e Canini, il secondo (situazione econo– mica e politica salariale) della relazione di Cossu, ibliotecaGITTO Bianco -~=, e il terzo (problemi del lavoro e legislazione so– ciale) di- quella di L. Levi. La premessa, ispirata da Saragat, pone nel mas– simo rilievo l'assoluta necessità, per un civile pro– gresso e onde poggiare su basi veramente incrolla– bili le istituzioni democratiche, dell'esistenza e del– la insostituibile autonoma funzione di un sindacali– smo libero, mezzo di espressione della volontà dei 1'avoratori, e, pertan lo, stimolo efficaçe per il Go– verno e ia Parlamento, cui offre gli elementi indi– s·pensabili per un.a più completa ed obiettiva valuta– zione dei fenomeni economici e sociali. Da essa, come logic•a e naturale conseguenza, sca– turiscono tutti gli enunciati della mozione, e so– prattutto i punti che trattano della scissione sin– daca,le, delle condizioni che possono favorire un.a eventuale ricostituzione dell'unità di tutte le forze del lavoro, delle garanzie concrete che, anche at– traverso una più precisa e univoca formulazione degli articoli 9· e 59 dello statuto confederale, deb– bono essere offerte alle correnti minoratorie e a tutti gli iscritti al Sindacato, sia che ap,partengano o no ad organismi politici, al fine di assicurare una loro continua ed operante convivenza in seno alla C.G.I.L. Sulle responsabilità della scissione il- giudice na– turale ed insostituibile è il Congresso, di cui i sin– dacalisti socialisti richiedono la sollecita convoca– zione perchè si possa attingere all'autentico. pen– siero e al'la reale volontà degli iscritti. Notevole è, nella mozione, il passo in cui si espri– me, più che l'auspicio, la decisa volontà di promùo– vere e stimolare l'unità e l'intesa delle correnti sin– dacali socialiste in seno alfa C.G.I.L., intesa e unità, queste, che possono costituire in un. domani che ci auguriamo non lontano il cemento che riunifichi e rinsaldi tutte le forze socialiste veramente degne di questo nome. Il richiamo alla gravità della situazione che ver– rebbe a· determinarsi nella compagine confederale nel caso i.n cui venissero ripudiati o non osservati

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