Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE 403 dito di realizzare un analogo lavoro (che però Intendeva Inda– gare più spregiudicatamente quanto del. Manifesti) sia superato o ancora informe), che da molti lettori ci veniva sollecitato. ·Ad una nuova, dUigent~ e criti-ca traduzione del Manifesto fanno seguito, come necessaria appendice, i documenti che lo inquadrano e lo spiegano: lo scritto dell'Engels « Per la storia della Lega dei Comunisti »; le due note circolari della Lega· dei Giusti del 1846 e del 1847; l'unica paginetta di Marx rima– staci del primo abbozzo; lo scritto dell'Engels sui « Prln.clpii del comunismo », redatto in forma ~atecbistica; e infine le d.i~ verse prefazioni dei due autori e poi del solo ·Engels, alle va– rie edizioni, tra cui, importantissima, quella del 1890 che spiega (e c'è ancora chi ha bisogno di questo.chiarimento) per– chè questa fondamentale « carta » dèl socialismo moderno a– vesse assunto solo in relazione alla terminologia del tempo· il nome di·« comunista». Ai singoli capitoli la Cantimori ha fat-, to precedere delle introduzioni critiche-esplicative che, fatta qualche debita riserva circa le int~rpretazioni, hanno il pre– gio di richiamare, oltre che il .precedente pensiero del Marx e dell'Engels, altri documenti e scritti dell'epoca, cosa partico– larmente utile a proposito del III capitolo su « La letteratura comunista e socialista ». Precede lo scritto una vasta Introdu– zione deHa Cantimorl sulla genesi del Manifesto, anch'essa ., rieca di dati e di aoute notazioni, •ma ehe inv.e.ro non ci sembra sappia rendere con la necessaria chiarezza, anche perchè at– tardata da insistenze documentarie o da divagazioni critiche, lo sviluppo della duplice· corrente che ha originato Il Mani– festo: da un lato il processo ideologico-.pratico di Marx e del– l'Engels che, poste con la Ideologia Tedesca le premesse del e· materialiSmo storico », andava risolutamente <,: stroncando » l'ascendente di alcune « autor_ità » in tema di dottrina comu– nista-socialista (Weitllng, Kriege, Proudhon, i « veri socjali– sti » ecc.); dall'altro il ·processo storico di revisione, di rina– scita e di riorganizzazione della « Lega dei giusti >>, assurta nel 1847 a « Lega dei comunisti ». Per -chi già ,possiede una cultura marxista questo testo riuscirà comunqu-e di giovamen– to. Non possiamo giurare che sia altrettanto per I moltissimi lettori vergini, candidi e sprovveduti, troppo facilmente dimen– tichi che questo testo ha un secolo di vita, e che in un seco– lo la storia ma anche la economia e la società camminano e si mutano, troppo propensi a chiedere la « verità assoluta » a questo testo, o .per lo meno l'autentica e acuta Interpretazio– ne del )presente ed il criterio dell'azione concreta. E costoro - se non vengono preavvertiti sugli sviluppi che la stessa eco– nomia capitalista ha subito dal tempo di Marx - o ingenua– mente credJ)no che Il quadro tratteggiato da Marx sia lo spec– chio fedele del mondo presente (e vengono menati ,per Il na– . so), o s'accorgono che le cose non stanno -più cosi e allora, se non sono guidati a sceverare ciò che del Manifesto è verità permanente e ciò che è analisi di una realtà marxisticamente mutata, rischiano di buttare via tutto il libro, come « falso ». La stessa cosa deve dirsi di mo! tisslml altri problemi, anche politici, che il Manifesto sfiorava -nella loro immaturità o a cui dava delle soluzioni estremamente generiche ed embrionali (la stessa società socialista) : e si finisce col far cadere i semplici nel semplicismo, se non si nota come da allora questi problemi si siano resi complessi, abbiano assunto andamento o soluzioni nuove, o come siano sopravvenute nuove realtà a ll-amutarli. Ma allora l'interpretazione non può più essere im– parziale e soprattutto deve fare necessariamente politica. G. P. ERNÈSTO ORRBI: L'enciclopedia e la rivoluzione francese Roma, Ediz. del Lavoro, 1946," pag. 249, Lire 220. Tra le ultime parole pronunciate dalla teoria ,politica mo– derna, una, cercando ,le guai-entigie della libertà, ne scorge la principale nell'istituto dell'opposizione, inteso coine diritto di minoranza a svolgere la funzione critica .verso la gestione maggiorita-ria al 1potere. E' so-nprendente vedere la desc;rizione aristotelica di Tucidide « 'Capo dell 'opPosizione » in Atene quattro secoli a.e. e leggere James Burnham e altri scrittori in pieno travaglio oggi ancora sullo stesso problema. Inoltre il nostro tempo sta chiarendo la sintesi, per cui il prin– cipio liberale, identi.flca01tesi nella causa deHa ,personalità umana, incontra il nuovo umanesin10, in cui lo sviluppo di tutti è -,ondizrlone dello ,;vilrup;po di ognuno. Un altro passo, e siamo alla tesi in cui sosterà a lungo l'avvenire: un neo– liberaliSimo come superamento della « forma .;, per sostanziar– si nell'« umanità» totale ». Ma tutti questi problemi affondano le radici nel grande processo d'incremento liberale. Di· qui l'lmport!Ulza di ripen– sare Il divenire della libertà: concetto elaborato da una ri– voluzione dottrinaria e suggellato da una rivoluzione di po- iblio.teca G11 IU u1dl l\.;U polo; d'intenderlo come attributo coessenziale al soggetto uma– no, e non 1pluralità di ,privilegi di minoranze; e, da un com– piuto inventario del forum libertatis, cauterizzare i complessi d'inferiorità sociale. Questo riesame, che ogni generazione rinnova per discoprire i motivi vitali e le esigenze specifiche del suo tempo, è me– rito degli scrittori che, come Ernesto Or.rei, percorrono le ta,ppe di questo avvento col contributo di una ricca infor– mazione. Riforma e Rinascimento costituiscono l'eroico preludio al secolo XVIII, e eome questo rinnoverà le strutture della so– cietà e dello State, cosi quelli ne elaborano le premesse spi– rlfoali col· riscatto dai vincoli dogmatici ed autoritari e dal conformismo di una tradizione secolare. Il genio moderno si afferma su quello medioevale e col secolo XV inizia il pro– cesso di emancipazione, che si corona nel settecellto. Nè la_ controriforma distruggerà quel moto, che avrà tanta virtù non solo da continuare il suo compito liberatore, ma da bo– nificare il mondo -che lo condanna. Erasmo e •Lutero, Teleslo e Bruno, Bacone e Cartesio, Galileo e Vico sono le tappe di questo processo, che si conclude nella grande rivoluzione. Di qui la formula dell'Enciclopedia: « il più grande bene del ,popolo è la libertà. •La Ubertà è all'organismo dello Stato ciò che la salute è per ogni individuo. Senza salute nO'll v'è pia– cere; senza. libertà, benessere e felicità ». Sfilano le ombre della ,monarchia assoluta, tutta irretita in strettoie e ceppi, tra la duplice Insorgenza della nuova eco– nomia e dei « lumi ». E quanct"°Ò.•la dottri,na del nuovo· ordine, uscita dalle fermentazioni del pensiero, esaspererà il dissenso tra le vecchie forme e le forze nuove che premono alla ri– balta della storia, sarà la frattura dell'antico regime. Il nuovo mond-0 emer.ge, pur nel succedersi dli eclissi e ple– niluni. E' il mondo 9ell'uguaglianza giuridica e della libertà formale, che avanza e_prospera fino alla nuova antinomia, fino al dissidio tra la vita soddisfatta e la protesta marxista contro « l'individuo .abbandonato al caso », contro « la co– munità apparente », per un «-nuovo arricchimento della per– sonalità ·umana ». Chi ·ripercorre con Ernesto Orrei - nome caro agli i1aliani liberi - i tempi e i documenti di questo divenire, non potrà che essergli grato per •la ricchezza di dati espressi, la sintesi efficace e il calore avvincente. EUGENIO PENNA.TI ALBERTO BERTOLIN0: Econom,ia del dopoguerra - Ed. « La nuova Italia», Firenze, coli. « Orienta,m,enti », 1938, pagg. 150, s.i.p . Naturalmente in 1-50 pagine non si può passare in rassegna l'e'.conomia italiana del dopoguerra,nella c.omplessità dei suoi problemi, nel groviglio delle sue def0rmazioni e delle sue insufficienze, nei suoi nessi con la politica economica. E l'A. è troppo serio studioso per accontentarsi di cenni sbri– Sativi · e di enunciazioni demagogiche. In realtà H libro si sofferma solo su alcuni .fondamentali problemi economici di questo nostro dopoguerra. Ma questi vengono trattati a fondo - anche se in un linguaggio accessibile anche ai profani - e non tralasciando mai di pros.pettare le soluzioni positive. e costruttive per uscirne. Dopo un capitolo, ottimo, dedicato aHa -inflazione ed alla politica monetaria, vengono esposti i problemi della riconversione economica, della disoccupazione, degH scambi internazionali, del lavoro. Dobbiamo aggiungere che, pur non legandosi ad alcuna posizione politica,-1' A. in più punti concorda con tesi più volte da noi esposte: le in– sufficienze e le deforimazioni di una economia liberistica; 1J'esigenza di una soluzione .dei problemi attraverso organici e coerenti l)iani; l'incremento deHa ,produttività e quindi del reddito nazionale come 1:}roblema primario e fçmdamentale per l'economia italiana. Anche se ·la concreta realtà economica, non padroneggiata e non voluta padroneggiare, spesso rilutta agli orientamenti qui d~lineati, come i più razionali 111ell'in– teresse ,collettivo, le indicazioni dell'A. restano. utili. come ter– mine di raffronto e come dimostrazione degli sperperi eco– nomici e finanziari provocati da una deficiente visione d'in– sieme dei problemi e da una riluttanza alla economia pia. nificata. Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Vice-direttore respons.: ANTONIO GREPPI G. P. Autorizz.: A,Illed Publlcatlons B. C. N. 288 • 10-3-1945 Tipografia Pinelli - Milano • Via Farneli, 8 J

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