Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948
CRITICA SOCIALE LBONARDO I{OClEMSKI: La legione polacca di Mickiewic% nel 1848 in Italia - Roma, Cnsa Ed. « La Rondine», ,pagg. 110, L. 280. Questa narra?Jione che il Kociemski traccia con imp~to di passione intorno all'azione compiuta dalla legione costituita da Adamo i\Hckiewicz per .portare nel 1848 aiuto aUa lotta che l'Italia combatteva contro l'Austria, nella illusione che, indebolendo questo sostegno della politica della Santa AUean– za, potesse venire un aiuto anche alla liberazione della Po– lonia, si legge con vivo interesse e simpatia, anche perichè pone in luce alcuni particolari di quella infelice epopea del 1848, che non risultano tutti molto chiaramente dalle con– suete esposizioni delle vicende di quell'arinata. Ed è vera– mente un terribile cd efficacissi-mo atto di accus-a contro la politica gretta ed o:paca di Carlo Alberto, come anche di a-Itri principi, s,pecialmente il Papa e il Granduca di Toscana, ohe in un primo momento -1presero parte aNa lotta anti-au– strlaca in quel fervore di liberalismo che parve animare al– lora tutta l'Itali-a. Le vicende d,olorose a cui si trovò espo– sta la legione polacca che soltanto nel 1849 sugli spalti di Roma senti un palpito di fraternità in quelle schiere al cui fianco essa combattè e il ferma, coraggio con cui so– stenne e superò quelle vicende sono una lumi,nosa prova dell'i'dealc che so~rideva a'lla -J,oro mente e che Il l{ociemski riassume nell'ultima pagina del suo volumetto con queste parole: « Chi combatte per la libertà pro.pria e solo per essa non sa che il suo ideale potrà essere raggiunto sol– tanto quand'egli coonprenda H bisogno della libertà altrui ». Obs. Ct1Al\LHS A. BEAlU>: Storia delle responsabilitit.: La politica estera degli Stati Unili - Milano, Longanesi & C., .pagg. 432, L. 800. Mi sono a,ccinto con 1nolta curiosità a-Ha -lettura di questo voi urne, pe-rchè s,peravo di trovarvi delineata I-a pol-itica de– gli Stati Uniti che ha condotto :1'11a presente situazione i-n– ternazionale, la quale tiene sospesi gli nnimi di tutti coloro che s'interessano deUe viccnd~ de'l mondo. In modo parti– co1are i,mmaginavo che l'autore fosse µn op4)ositore del'la poli– tica seguita da Roosevelt e continuata, con le modificazioni 4"eri– vanti da una profonda diversità di tempera,mento, da Tru– man, e volesse quindi fare un'a,nalisi del1e responsabilità americane nella creazione del presente confUtto che rn-inaccia di travolgere il mondo in una nuova guerra. J.nvece si tratta di cosa assai dive1,sa e, aggi-ungo subito, assai meuo interessa-nte. Poichè è stato detto ripetutamente dai seguaci delJ.a politica di Roosevelt che la. seconda guerra mondi-aie avrebbe ,pOtuto essere evitata se l'America non si fosse chiusa nel suo. isolazi-onismo e avesse dimostrato di voler pa-rteciipare alle vicende mondia'li e di essere pFonta a prender posizione contro quegÌi Stati che, mi,rando a fi,ni imperi-ali.stie-i, minacciaiSsero d! turbare la paee del mondo, il Beard tende a di.mostrare, con ,numeroslssime e lunghe ci– tazioni, e.be o-coupano una buona parte del libro, che la po– litica di Roosevelt e del putito democratico non è stata sostanzLalmente diver.sa da quella seguita da·l partito repub– b1icat:-o contro oui l'ac.cus-a sopra indicata è particol-armente ri.volta. La documentazione è certamente interessante e c-i introduce nel vivo della polemica che in materia di poHtica estera si è svoita,. nell'nltin10 qui·ndk.ennio tra. i due partiti che do– minano la vita pubbl-ica a,n1ericana. La dim~strazione non mi pare tuttavia tr<>Pi.POprobante, per-chè è evidente,. anche ad una considt'razione superfki-a•le, che a·Icuni atteggi,amenti tenuH da Roosevelt, S04)rattutto alla vigilia delle elezioni presidenziali, sono stati dominati dalla preoccupazione di non mettersi contro le a.sipirazioni pacifiste del gran pubb1i– cò americano e di, non dar quindi modo al partito r.epubbli– ca,no di sfr,uttare a .pr-oprio vantaggio qualunque diverso at– teggiamento col· quB'le il pal'tito demoeratico a,vesse dato l'im– pressione di poter coi,nvolgere 1' America in conflagrazioni internazionali. Speciallmente. questo a,ppare a luce meridiana da11'esa,me di. quel famoso discorso pronunciato da Roose– velt_ a Chicago l'I 5 ottobre ool 1937, cbe è comunemente noto col nome dri « Di,scorso della quaratltena » e che a-ssume partic0'lare valore d-al fatto che in quel momento il Roose– velt ,poteva pal'llar.c. più liberamente, perchè si era lontani da una nuovn lotta elettorale. In cone'lusione, la documentazione del Beard, quando sia inter.pretata cum grano salis e alla luce degli avvenimenti svoltisi posteri-ormente, dimostra in maniera chiara che, in realtà, le tendenze politiche del Roosevelt erano sin dal princi•pio contrarie aH'isolazionisrno e intendevano di ri– prendere, sia pure con notevole diversità di spirito, le di– rettiye patrocLnate a suo tempo da Wilson, ma che egli fu Biblioteca G.no 81.Jnco costretto a dissimulare queste sue tendenze o ad attenuarle in misura molto notevole per -non incorrere nel •rischio di suscitare una infless-ibi<le resistenza dello s·pirlto pubblico a·mericano, che avrebbe impedito all'A-merka di assumere quell'uffieio di arbitra della politica internazionale, al qua– le Roosevelt intendeva di condurla. E sebbene scaturisca an– che di qui una nuova dimostrazione che gli uomini, anche di più alto intelletto e di notevole lev,atura morale, sono costretti dalla loro pa·rtecipazfonc alJ.a vita politica a slm11- lazioni e dissimulazioni, mi pare però es•agerato il giudizio posto come epigrafe dalla casa editrice sulla C01Pertina del libro, che questo metta in mostra « de debolezze e le miserie delle grandi figure che condussero ·gli Stati Uniti in guerra >. Mug. GIUSEPPE LANZARONR; ll sistema bancario italiano - Prefa– zione di Ferruccio Porri - Einaudi Editore - Pagg. 522 - L. 1.800. Di un,opera di questa fatta vi era necessità da noi, perchè era avvertito- il bi.sogno di una illustrazione del nostro si– stema bancario che fosse anche un chiarimento dei relativi prob'lemi. Il Lanzarone, che è uomo di banca, ha saputo inquad,rare il suo lavoro in modo .da •soddisfare queste esigenze e lo )la fatto tenendo presenti le concrete caratteristiche dello svilup– po bancario nel nostro paese, ciò che vuol dire che senza Jasciàr5:i sopraffare dallo scrupolo illustrativo ne ha per cosl dire ambientato la storia in quella generaie politica econo– mica. Cosi egli, a•rticolando lo studio dello sviluppo delle ban– che nella vita economica moderna italiana, ha concentrato la sua attenzione sulle vicissitudini dell'Istituto di emissione, e cosi ,ci ha indirettamente offerto un convincente « spaccato » della nostra storia fiina~ziaria. Ma anche nella illustrazio.ne vera. e propria dei vari 'tipi di banche e nell'esame del loro sviluppo ha saputo mettere in evidenza, con lodevole sobrietà, quali sono stati i fattori positivi e quali quell! negativi che si sono intrecciati alla lo– ro vita. E da questo •punto di vista la sua opera è senz'altro meritori-a. Ma ~occorre aggiungere che avendo egli' voluto scri– vere in particolare del sistema bancario italiano, iJJ.a anche tratteggiato e discusso i ,problemi che rimangono da risolvere se si vuole che le banche funzionino in modo adeguato alle esigenze dell'economia italiana, e più precisamente alle ne– cessità di reale p,ogresso dell'economia italiana. Richiamia– mo, ipertanto, -l'attenzione degli studiosi sull'ultimo capitolo del volume, nel quale appunto i problemi in sos,peso sono attentamente e -lucidamente esaminati, senza indulgenze e inu– tili sottilizzazioni astratte. Il Laozarone, facendo proprie nel modo più Intelligente e 4>Lù aperto le conclusioni della mo– derna scienza economica, si pone meditatamente in una posi– zione di ostilità a11e manovre deflazionistiche - i perniciosi "effetti dell'es.perimento deflazionistico del Mussolihi erano sta- ti messi chiaramente in evidenza in altro ca,pitolo - e quindi r.i1cerca in, quale modo •potrebbe venir .realizzata in Italia una politica bancària intonata ai ,particolari bisogµi e al1a con– creta situazione dell'Italia. A, questo riguardo, dimostrata nel corso dell'opera la illljJ)pssib!lità di una •politica esclusivamente liberistica e al' tempo .stesso accertata la pericolosità di un intervento statale ehe ,si risolva esclus_ivamente nel1'operato di una burocrazia irres.ponsabile, il Lanzarone propone la co– stituzione di un Consiglio superiore del credito che dovrebbe essere presieduto dal ministro del Tesoro, e di cui dovrebbero far parte: il governatore dell'istituto di emissione, ·come vice– presidente, i •ministri dei dicasteri· economici, i presidenti del- 1'1.R.I. e. dell'I.M.I., un rappresentante delle grandi e uno del 0 le -piccole banche, i rappresentanti dei vari settori produttivi, un rappresentante della Confederazione del Lavoro, uno delle borse e valori e un certo numero di es1perti. Questo potrebbe essere lo strumento di una politica del credito, di una poli– tica, cioè, che appare quanto mai necessaria nel quadro di una coerente politica economica genera]e. Dal ,punto di vista, poi, della 1possibile azione della banca centrale sullo sviluppo economico nazionale, ]'autore si professa favorevole ad una politica di intervento sul mercato libero (open market pol!cy) connessa alle tradizionali manovre su] saggio dello sconto, e non esc1udendo i c1assici metodi di .persuazione via via introdotti nella prassi delle banche centrali. S. P. CARLO MARX E Fl!DERxéo '.ENGRLS: Manifesto del Partito Comu– nista (a .cura di Emma C8ntimori Mezzamonti). - Torino, ed. Einaudi, 1948, pagg. 304, L. 900. Bene si è fatto, in occasione del centenario del Manifesto, a curare questa edizione. Lo constatiamo a maggior ragione, In quanto la nostra ormai consueta penuria di mezzi ci ha lmpe-
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