Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE 393 so ad una cattedra universitaria, alla quale· egli ben legitti– mamente aspirava (o forse lo si escluse col comodo se our iniquo pretesto delle ragioni politiche, proprio perchè, per il suo riconosciuto valore, egli era un concorrente troppo temibile). Anche nello studio del lavoro umano, questo medico, ch'è altresì un amatore ed intenditore d'arte, si compiace di at– tingere esempi ed illustrazioni a pitture od a sculture, aven– ti per soggetto la fatica deJ.le officine o dei campi, per ve– dere se, e con quanta esattezza, gli artisti (chi non ricor– da Rodin?) abbiano saputo cogliere gli atteggiamenti del corpo _dei minatori, delle mondine, delle spigolatrici. Così che le pagine dei suoi austeri lavori scientifici· sono sovente intramezzate da tavole, nelle quali brilla il sorriso (o piut-, tosto la lacrima) di artisti, che - non per fare della, più o meno facile e raramente riuscita, « arte sociale», ma con rigorosi criteri estetici - rJprodussero nelle tele o nel mar– mo o nel bronzo i vigorosi, o pietosi, aspetti del lavoro ma– teria-le. Questo biologo è anche uno storico; e quale storico! E' bensì vero che biologico fu il primo impulso, lo stimolo originario, che spinse ,il· Pieraccini a comporre la sua piµ grande opera, già citata, su la stirpe dei Medici da Cafag– giolo. Cioè, la dotta curiosità. di saggia~e le teorie su l'e– reditarietà e su l'eugenetica con lo studio che, a Firenze, gli era offerto in maniera tanto ricca quale in nessun altro luogo poteva desiderarsi maggsore: vale a dire, la pos– sibilità di seguire, a t-raverso quattro secoli e dodici gene– razioni, la storia naturale di una grande famiglia, come quella dei Medici, che diede la propria impronta ad epo– che insigni. Per compiere con scrupolo di scienziato tale lavoro, il Pieraccini, durante quindici anni, si sprofondò in ricerche di archivio, e ne tFasse innumerevoli documenti intorno alla vita, alle opere, alle malattie, al carattere di ognuno dei personaggi dell'intera stirpe da lui studiata; svi– scerò le storie, le cronache stampate e manoscritte, analiz– zò inedite carte famiEari; scmtò le figure dei personaggi nei loro caratteri somatici e psicologici, •i tempi nei quali vissero, i ricordi che ne lasciarono i contemporanei, amici e nemici, le vicende dei varii momenti; studiò la ricchis– sima, e sovente celebre, iconografia, e di ·essa corredò i suoi volumi. I quali, in forza di tante e tanto pazienti ed intelligenti ricerche, hanno oltrepassato il primitivo assun– to dell'autore, e non soltanto palesano i segreti d'una di– scendenza, che, dopo aver vantato uomini geniali come Lo– renzo il Magnifico, ed un papa come Leone X, si estingue nel Settecento col meschino ·Gian Gastone, ma offrono un contributo storico, biografico, monografico intorno a cia– scuno dei moltissimi personaggi da non poter essere tra-– scurato da parte di chiunque voglia seriamente approfondi– re la conoscenza di quegli uomini e dei loro tempi. Si veda - tanto per fare un solo esempio - il capitolo dedicato all'uccisione del duca Alessandro ed alla discussa figura di Lorenzino. Un'attività scientifica, quale è quella di cui si è fatto cenno, basterebbe a ,riempire la vita d'un uomo, e d'un uo– mo operoso. Ma essa non rappresenta se non un aspetto, da molti ignorato, dell'esemplare esistenza di Gaetano Pie– raccini. Poichè egli non è soltanto fo studioso di così vasti inte~essi mentali, od i1 ll)edico esperto e rispettato dai i,a– zienti e da\ colleghi, bensì anche un uomo politico, che ha trovato e trova il tempo per -partecipare, ',con la sua pa– rola, col suo consiglio, con la sua alacrità, a tutte le bat- - taglie nelle quali sia stato e sia impegnato i.J nostro par– tito. Uomo di fede indiscussa e d'indiscussa probità, è stato ed è la bandiera del migliore socialismo -fiorentino, amatis– simo dai compagni, salutato con la deferenza che merita dagli stessi avversari. Del suo coraggio si ricorda, fra gli altri, un esempio: durante uno sciopero generale (se io non er,ro, nel giugno del 1914), solo ed inerme, si avanzò con un fazzoletto bianco verso la truppa, cfie stava per spara– re su la folla. Sereno ed ìlare io lo rammento, in una cella delle Murate, dove ci avevano rinchiusi, con Carlo Ros– selli, dopo una modesta manifestazione nel primo a1;1i:-iver– sario della morte di Matteotti. Ed alle Murate (per chi non lo sapesse, è il carcerè di Firenze) non molto tempo dopo il Pieraccini ritornava, per non brevissimo , soggiorno, in sèguito al sospetto, per vetità non infondato, che egli aves- i iblloteca G1r.10 Bianco se contribuito alla diffusione del «Non mollare!». Ma il coraggio morale non è in lui i"hferiore il quello fisico: ne fu una lunghissima prova la sua implacabile avversione al fascismo; ne fu e ne è una ·prova costante la sua lotta con– tro ogni demagogia; contro ogni arrivismo, contro ogni disonestà. Perchè Gaetano Pierac~ini intese, e praticò, la milizia politica come una scuola di moralità pubblica e personale, e di assoluto disinteresse. Per questo, non appena scoccò l'ora della 'liberazione dai fascisti e dai tedeschi, tutti •i par– titi della resistenza lo vollero Sindaco deHa città. E quan– do, alle elezioni amministrative del novembre 1947, egli non volle accettare la candidatura al Consiglio, la nuova am- · ministrazione, non potendo dare a chi era già cittadino la cittadinanza onoraria, lo acclamò benemer-ito di questa sua · patria di elezione. Ma tùtto questo non bastava a dimostrare a Gaetano Pie– raccini l'amore e la reverenza di cui è circondato. l';J eppur bastava la elezione a Senatore della Repubblica. Bisogna– va onorare, oltre che il cittadino, ,lo scienziato. E, per Ìni-– ziativa dell'Università degli studi, accolta con entusiasmo da enti generosi, al nome dello studioso (che, come si è vo– luto qui ricordare, un ministro fascista aveva escluso <la un concorso universitario) era intitolato un premio, desti– nato ad incoraggiare •le indagini nei diversi campi da lui coltivati. -Com'era giusto, il primo in tempo di ta·li premi Pieraccini era decretato proprio a lui, e, nella cornice dei premi Firenze, riservati alle lettere ed alle arti, questo pre– mio per la scienza era a lui attribuito il giorno di San Gio– vanni. Il 24 giugno, a Palazzo Vecchio, ho veduto più d'un ciglio inumidirsi: il solenne riconoscimento della nobiltà di una vita, tutta· di,sinteressatamente dedicata agli studi scientifici ed alla elevazione del popolo, è uno spettacolo così bello, e così raro, che ancor più che allietare, com– rnuove. ALESSANDRO LEVI Socialismo, Comunismo, Collettivismo Togliamo dalla Rote Revue del maggio u, s. l'ar– ticolo che segue, già apparso in « L'Ordre de Paris > d-el 2-3 gennaio. I dati qui riportati serviranno ad integrare quelli · indicati in un articolo del nostro Dal Pane ,nel n. 6 di « Critica Sociale » del 1946. pag. 98. Dobbiamo ricordare, a questo riguardo, che il nosil'o collaboratore già riscontrava la parola « so– cialismo » in un numero del giornale owenista Coo– perative Magazine del 1827 e che, a dimostrare come incerta sia la paternità di certi termini, richiama– va un libro del padre Giacomo Giuliani, intitolato « L'antisocialismo confutato », pubblicato a Vicenza addirittura nel 1803. - La C. S. «Socialismo», « comunismo», «collettivismo»: po– che- parole sono così frequentemente usate nel lin.– gw.aggio ,politico. Che età hanno? In che epoca ven– nero introdotte? Precisiamo anzitutto ·che nessuno dei precorrito– ri del socialismo attuale - Meslier, Mably, Babeuf, in Francia; Thomas Sipencer, Godwin e Thomson, in Inghilterra - ha usato la ,parola « socialismo ». E nemmeno FO'Ur-ier e Saint-Simon. _. Se si vuol prestar fede a Pierre Leroux, egli sa– rebbe stato il primo ad usarla. « Si trattava allora di un neologismo, ma era necessario », .egli scrive in La grève de Samarez. « Adoperai questa· parola circa 25 anni fa, come antitesi ad «individualismo». L'opera citata è del 1857: l'epoca indicata· dovreb– be essere press'a poco il 1832. E infatti nel Discours aux pofitiques ,del Leroux, nella Revue encyclopédi– que dell'agosto 1832, si trova effettivamente la pa- rola: « socialismo ~- . Ma l'economista reazionario Louis Reybaud, mem– bro della « Académie des Sciences Morales et Poli– tiques », si vanta di essere lui il coniatore ·del ter-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=