Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948
390 CRITICA SOCIALE sia cristallizzato in schemi da cui trapela una cer– ta stanchezza. Gli stessi sintomi si avvertono negli altri più celebri protagonisti di periodici d'avven– ture. Gordon combatte sempre infaticabilmente con– tro l'imperatore Ming, creandogli seri grattacapi, ma il suo ininterrotto guerreggiare è meccanico, si sen– te che potrebbe benissimo farne a meno. Queste av– venture mostrano un paesaggio desolato, da cui sor– ge come un fiore mostruoso una civiltà ultra mec– canizzata. Gli uomini indossano corazze che li faù– no assomigliare ai fantastici robots, e sparano con mitragliatrici «atomiche». L'umanità è bandita da queste tavole vivaci, che dilettano senza educare e colpiscono crudelmente l'immaginazione. Molto gior– nalismo per ragazzi, in Italia, discende direttamen– te da Gordon. Naturalmente le imitazioni sono di gran lunga inferiori ed esasperano, nell'intento di ricrearle, quelle ormai trite vicende. Se ne ricava un'impressione di sconforto: ai nostri' ragazzi vie– ne cucinata una visione dellà vita - presentata co– me « avvenire », un avvenire in cui essi non hanno orrore di vivere - profondamente vuota e falsa. Noi che soffriamo della progressiva meccanizza– zione e militarizzazione dell'uomo e delle sue atti– vità, noi che combattiamo contro questa deviazio– ne fondamentale dalla natura umana, vorremmo che almeno ai nostri ragazzi fosse risparmiata la visione di un mondo - che per or è, fortunatamente, fa– vola, ma può essere la tremenda realtà di domani ___: in ,cui la sopraffazione dell'uomo ad opera del mez– zo meccanico ha raggiunto il suo stadio definitivo, Pensiamo ad una generazione che, abituata ai grat– tacieli e alle bombe razzo, è indotta a sognare guer– re interplanetarie, eserciti sterminati_ di automi, fanciulle palombare e imperi sottomarini. Essa lot– terà per costruire « quel » mondo, distruggendo con fanatismo inesorabile tutto ciò che ancora dispe– ratamente resiste. Non comprenderà più il lingu_ag– gio dell'uomo, e guarderà al suo me:raviglioso pas– sato con in,differenza e fastidio. L'idoleggiamento del mezzo meccanico sarà tutto il suo credo meta– fisico. Il soffocamento delle superstiti faville di u– manità la sua missione mor.ale. La velocità e il li– vellamento la sintesi suprema delle sue aspirazioni. · Anche le storie di negri e ·pellirosse stuccano e, quel ch'è peggio, guastano i giovani lettori. Il loro tratto comune è la dimostrazione minuzi,osa e co– stante della infinita superiorità del bianco sulle genti di colore. Negri del Tanganica e indiani Che– yennes vengono metodicamente falciati dalla mitra– glia dei bian.chi, e ciò è riconosciuto perfettamente lecito perchè i negri disturbano il traffico dell'avo– rio e gli indiani la marcia delle carovane verso l'Ovest. Il peggiore tradimento di un bianco è ·di stringere alleanza con i nemici della sua razza. La punizione « divina » non tarderà a colpirlo, median– te pallottole nella schiena. Non c'è soggello di av– venture per ragazzi che illustri le lotte per l'aboli– zione della schiavitiì.. Il negq> è sempre « servo», sempre·« merce da pugni» o covo di tradimenti. Ciò che lo pone in buona luce è soltanto il suo attacca– mento, fino al supremo sacrificio, al padrone bian– co. L'indiano è un uccello di rapina, uno scotenna– tore spietato, non d'altro capace che cfi formidabile odio per i « visi pallidi », meritevole perciò di ste1·– minio. La vita dell'Indiano, quale ci appare nella « Canzone di· Hìawatha » di Longfellow, è un pe– renne colloquio con la natura, un inno alla sua bel, lezza selvaggia, animata da sensi profondi di fra– ternità e di giustizia. li .giornalismo avventuroso è scuola di razzismo, tutta la sua impostazione è raz– zistica e pone il cullo della razza bianca al di sopm , di. ogni senso di umanità ' . Si è ora introdotto anche l'elementèì'.«piccante »: ragazze discinte abband'onate su una scogliera o sve– stite ,durante una tremenda _colluttazione cori un go– rilla. Nei periodici d'ispirazione cattolica, rigorosa– mente privi di siffatti allettamenti,. si possono an– cora leggere le appassionanti vicende di un giovi– netto timorato nella Spagna dei « Senza Dio » o di un gruppo -di Cavalieri cristiani alla III Crociata. Numerose e. inevitabili le conversioni di infedeli, al Cattolicesimo. La stampa giovanile cattolica, sèm– pre vigile e intelligentemente tempista, ha rappre– sentato finora il solo tentativo serio di arginare l'in– flazione degli stracchi modelli d'oltreoceano. Ha tollo molto da e~si, ma ha rifuso i vecchi clichés BibliotecaGino Bianco nel crogiuolo del proprio mondo morale, volgendo le vicende dei cow-boys e degli esploratori africa– ni ad un fine eminentemente educativo. Solo le nuo– ce, o più esattamente nuoce alle vergini menti, il so;verchiare dei motivi propagandistici, tendenti à inculcare un'opinione preconcetta su certi fatti e problemi._Tali opinioni hanno un fondamento dog– matico e rispondono a precisi interessi temporali della Chiesa, a tutto danno di una libera educazio– ne, che presuppone necessariamente l'obiettività dell'esposizione e la serenità del giudizio. Con l'eccezione della stampa cattolica, il cui in– teresse è prevalentemente pedagogico-morale, tutto il nostro giornalismo per ragazzi risente della men– talità affaristica che l'ha incrementato e vi presie– de, con quanto profitto morale e intellettuale è fa– cile immaginare, e della mancanza di una forte e illuminata coscienza pedagogica nel nostro paese. Disney è ancora la cosa migliore da far leggere ai ragazzi, ma non. basta più. La sua poesia e il suo «humour» vengono settimanalmente sommersi da una valanga di periodici mal scarabocchiati e tra– boccanti di sciocca brutalità. La stampa « p·er i più piccini » rivela povertà di fantasia e assoluta ne– gligenza e misconoscenza della propria importante funzione. In tali con.dizioni, un preciso rinnovamene to s'impone .. Contro l'avvenuto irrigidimento in sche– mi convenzi.onali, nuove ,iniziative devono sorgere, nuove creazioni affermarsi. Qualcuno che mùra a– more per ,l'infanzia, dolce fino a rifarsi fanciullo, profondo fino al sacrif icio, qualcuno che compren– da o tenti acutamente.di comprendere l'adolescenza, deve pur esserci in Ita lia I Per essi noi fracciamo qui le linee maestre della riforma: prevalenza del fattore educativo sul puro « divertimento», e della direttiva umanistica su .quella tecnica (il mondo ha bisogno di almeno due generazioni di umanisti); creazione di un principio di coscienza universale nel fanciullo (nulla di più facile che inculcargli l'amore per gli altri popoli e suscitargli interesse per le meraviglie di paesi lon-, tani; difficile evitare la retorica e l'edulcorazione); condanna esplicita del .razzismo, di tutte le forme di oppressione, della guerra; educazione del gusto (buone illustrazioni, bei racconti); divulgazione in forma limpida e obiettiva di fatti della storia di ogni tempo e paese; vite. di uomini grandi (il fan– -ciullo ha sete di grandezza: bisogna fargli conosce– re la « vera » grandezza); riduzione di capolavori o di opere particolarmente significative della· lettera– tura mondiale: « Don Chisciotte », « Paradiso per– duto », « Peer Gynt », « Salambò », « Piccolo Mondo Antico», Novelle del Verga, ecc. (valga, come esem– pio, la riuscitissima trasposizione in immagini di ';era dignità artistica 'del « Faust » goethiano, su un periodico 1 Mondadori). Anzichè ricorrere ai soliti Motta e Salgàri, c'è tutto uno splendido materiale avventurnso in Poe, Melville, Conrad, Loti, Kipling, Hemingway, Malraux, che merita di esser reso ac– cessibile ai nostri r-agazzi. Le fiabe dei Grimm, di An dersen, df Maetef.link, di Perrault, offrono una messe imponente di vicende liete e pensose, tutte sotto il segno di una fantasia ricca e vivace. Il pri– mo cibo spirituale del fanciullo dev'essere un de– licato miscugliò di sorriso e di melanconia, che si trova nella giusta misura presso i grandi scrittori di ogni tempo. Importantissimo, ai fini educativi, il giornalismo « dei » ragazzi. Si invitino i ragazzi a scrivere, a il– lustrare piacevolmente le storie che i loro coetanei dovranno leggere. Si incrementi la stampa scola– stica, specialmente quella all'interno dei singoli Isti– tuti. E' un esercizio sommamente utile, che insegna al ragazzo la profonda serietà di ciò che si compie e lo rende più chiaramente consapevole dei propri diritti e doveri. Oltre, s'intende, a dare un serio avvio alla più ampia e spregiudicata collaborazione tra insegnanti ed allievi, che nasce dal contrasto delle opinioni, delle età e dei caratteri, e si tempra nelle difficoltà. Ecco 'un bel cavallo di Troia gettato fra le mura del conformismo e dell'incuria impe– ranti nelle nostre scuqle ! Un eampo immenso di lavoro è ,dischiuso a tutti colo~ che sentono la bellezza dell'ideale educativo e l'urgenza di un radicale rinnovamento in questo delicato settore del giornalismo popolare,- Gumo CERONETTI
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