Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE 387 La stampa sovietica <i) Un giornalista americano recentemente chiese ad un co– munista russo quale; secondo lui, era la più importante ar– ma interna nell'arsenale politico sovietico. Il russo rispose prontamente: la stampa sovietica. Il partito comunista, an– che prima di impadronirsi del potere, considerava la stam– pa come il· suo più formidabile strumento di lotta e la sto– ria dei bolscevici prima del 1917 consiste principalmente di lotte interne per il controllo degli organi del partito, spe– cialmente del più importante, la Prwda, il cui primo nu– mero apparve il 5 maggio 1912. Per commemorare questa data i Russi hanno istituito una festa annuale, detta « Fe– sta della stampa». Nel primo anno dopo la rivoluzione, -la stampa sovietica· dipese, per gran parte del suo materiale, dai rabkors e dai selkors (corrispondenti operai e contadini), il cui numero, ad un certo momento, raggiunse il mezzo miEone. (Queste organizzazioni di corrispondenti furono però sciolte duran– te l'epurazione del· 1936). Molti, lavoratori continuano a man– dare lettere ai giornali,· ma queste lettere sono abitualmen– te mandate aUa M.G.B. (l'antica G.P.U.),. che così si man– tiene informata. Anche i già famosi giornali · murali° hanno cambiato carattere. Un tempo erano scritti dagli stes– si lavoratori, che criticavano apertarpen~e le autorità locali. Ora sono ridotti alla funzione di berline che denunciano e– sclusivamente i lavoratori per la loro «pigrizia» o « inef– ficienza» e non attaccano maì i dirigenti. I denunciati non possono per legge rimuovere questi giornali dall'albo delle fabbriche. E' interessante notare che l'articolo 74 del nuo– vo codice penale sovietico stabilisce per le ingiurie una pena da 5 à J5 anni, mentre la punizione per la calunnia e per la diffamazione è soltanto di sei mesi o di 300 rubli. La stampa sovietica è cresciuta enormemente di numero dopo la rivoluzione. Una delle ragioni di questo rapido svi– luppo è · stata la creazione, da parte dell'Accademia sovie– tica di Scienze, di 55 allfabeti per le varie nazionalità che fino al.lora non avevano avuto un linguaggio· scritto: Di 4.186 giornali pubblicati attualmente in Russia, più della metà (2.294) sono non-russi (2). Tutti questi giornali, come le 1.449 riviste pubblicate nel– l'Unione Sovietica, sono, naturalmente, bolscevichi. Nessu– na altra stampa può esserci in Russia. Eppure la libertà di stampa è garantita da),l'art. 125 della Costituzione del 1936 che dice così : « In conformità con gli interessi del popolo lworatore e al fine di rafforzare il sistema' socialista, i cìttadini della Russia hanno garantite dalla legge: a) libertà di parola b) libertà di stampa. « Questi diritti civili sono assicurati dalla messa a dispo– sizione del popolo lworatore e delle sue organizzazioni delle macchine per la stampa, della carta, degli edifici pub– blici e dell'altro materiale necessario per l'esercizio di que– sti diritti». ' Dopo la fine della guerra, è uscita una rivista, La donna sovietica, (un giornale per la donna, di stile russo). Essa pubblica articoli dal titolo « Le rughe cominciano ad appa– rire; come possiamo prevenirle?». Il suo primo numero dedicava quattro pagine di fotografie a Galia Ulianova, una · ben nota ballerina, che è la protetta di Zdanov. Un'altra piccola ma curiosa pubblicazione è ,la rivista mensile, Gior– nale del Patriarcato di Mosca, che, insieme ad artièoli sul modo di preparare l'incenso, contiene critiche alla politica del Vaticano. Tutte queste· pubblicazioni sono anch'esse, naturalmente, controllate dal partito. Per controllare la stampa il partito ha creato un n;ieccanismo complesso e potente. La· mag- (1) Da Modern Review, giugno 1948. L'autore, che è una autorità nel campo della .politica e della cultura russe, è stato durante la guerra consigliere per gli affari russi della Brit!sh Broadcasting Corporation di Londra: (Nota di Critica Sociale). (2) Le fonti ufficiali sovietiche· contano 8:769 giornali, ma 4583 sono piccoli fogli di fabbrica pubblicati irregolarmente. iblioteca Gioo Bianco giore autorità- per la stampa è l'Agitprop, Divisione per l'agitazione e la propaganda del Comitato centrale del Par– tito comunista. L'Agitprop è diretto da Suslov. La sezione- per la stampa del,l'Agitprop nomina i diret– tori dei principali 'giornali e controlla la loro politica. I di– rettori dei minori giornali sono nominati dagli organismi del partito immediatamente superiore, ma tutti i direttori senza eccezione debbono essere approvati dall'Agitprop. La Pravda è responsabi:le della politica editoriale di tutti i gior– naili di Mosca, ad eccezione de1le Izvestia. I giornali locali del Partito controllano allo stesso modo le altre pubblica– zioni. Di più, ogni giornale sovietico è costantemente os– servato e censurato da varie organizzazioni: 1) dalla Se– zione centrale (o -locale) di stampa del Partito; 2) dalla Divisione stampa della M.G.B.; 3) dal Gwlit (Ufficio di censura), che può esercitare la sua censura su tutti gli ar– ticoli ·pubblicati. Ma non ostante questo stretto .e molte_plice controHo, qualche volta capitano spiacevoli incidenti. Per esempio, Stalin qualche tempo fa parlò ad un gruppo scelto di alte cariche ufficiali del partito in occasione dell'elezione al So– viet Supremo. Tutti· i giornali pubblicarono un identièo ·re– seconto del discorso di Stalin e rij:erirono che egli aveva con,cluso dicendo: « Tocca ora a voi dire se il· partito comunista ha lavo- · rato e lavora come. dovrebbe. (Risa) Io credo che le ele– zioni possano essere paragonate àd un processo: il partito è il difensore e voi dovete dare un giudizio sulla sua at– tività. Il risultato delle elezioni deve essere considerato co– me il verdetto del popolo». Dopo le ultime parole di Stalin, secondo la stampa, di nuovo l'uditorio scoppiò in una grande ilarità. Poichè in base alle leggi sovietiche, nel,le elezioni non può esser presentata che una sola lista, la supposizione che t.ino possa criticare il partito che è al potere, votando per una lista di opposizione... che non esiste, è veramente tale da suscitare a buon diritto ilarità. Ma non è questa l'idea che _igiornali tentavano di suggerire. Quello che realmente vo– levano far intuire era che la direzione di Stalin era così priva di colpe .che la semplice idea di tentar di criticarlo doveva provocare le risa dell'udi torio. La stampa tuttavia non ebbe facilmente successo nel con– vincere di questa idea, e per parecchi giorni i russi, sorri– dendo silenziosamente, si passavano l'un l'altro il resoconto del discorso di Stalin. Ciò diede noia aUe autorità, ed una inchiesta fu ordinata dalla M.G.B. Si scoperse allora che · il resoconto del discorso di Stalin era stato preparato nien– temeno che da A. Mechlis, già s€gretario di Stalin e g1à direttore della Pravda. Mechlis certamente non poteva es– sere sospettato di sabotaggio, e la questione rimase lì. Ma per il suo involontario umorismo eg,li fu rimosso da tutti gli importanti posti che occupava. Episodi... curiosi. Un tipico numero della Prwda - Ci di ogni altro gior– nale sovietico - contiene un editoriale, generalmente scrit– to in linguaggio generico, in cui il nome di Stalin è men– zionato almeno una volta, ma abitualmente parecchie volte. L'editoriale è seguito da uno o due articoli che descrivono lo stato· degli affari in qualche ramo dell'agricoltura o del– l'industria. Almeno una volta .al mese Mosca vede una seduta dei Soviet, o uno spostamento di truppe, o una parata ecc. Lunghi discorsi sono pronunciati in simili occasioni ed i giornali stampano ampi estratti di essi. Questo occupa tutta la prima e la seconda pagina per un periodo di due, tre e a volte anche quattro giorni. Se c'è una seduta del Soviet supremo, o qualche riunione simile, tutti i discorsi che vi si tengono sono molto simili fra loro. I delegati, che rap– presentano diversi organi del governo, cominciano tutti con l'affermazione che l'autorità che essi rappresentano ha avuto successo nel suo lavoro, ma non abbastanza. Essi prometto– no di fare meglio in avvenire e concludono ringraziando Stalin per la sua saggia guida e invitando i presenti a gri– dare « Lunga vita al compagno Stalin»; ciò che, natural– mente, tutti fanno. Nella terza o nella quarta pagina, - i giornali sovietici raramente hanno più di quattro pagine - il lettore trova

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