Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE 359 I! comunismo non può rinunciare all'azione se– guìta sin qui per asservire il movimento sindacale alle sue direttive politiche. Esso lo farebbe, se il suo compito preininente, la sua preoccupazione fos– se di condurre le schiere del proJetariato verso la -conquista di migliori condizioni .di vjta, come pre– ludio ad una totale emancipazione da ogni sfrutta– mento e da ogni oppressione. Ma è ormai chiaro anche ai ciechi che scopo unico dell'azione comu– nista è di essere il più efficace strumento possibile per il trionfo, sul terreno internazionale, della po– litica di quell'aggregato politico di cui è anima e dominatrice la repubblica dei Sovieti. Perciò, se anche Di Vittorio e qualche altro dei « sindacali– sti :!> comunisti si lasciano in certi momenti pren– dere dallo scrupolo di non tradire gli interessi di quei proletari che hanno la fiducia di avere in es– si la guida che li conduca alle sperate e meritate ascensioni, la poiitica del partito comunista, anche in ItaEa, sotto la ferma direzione di coloro che hanno il manqato di governarla; non potrà anche in avvenire esser divei·sa da quella che è. Perciò quell'opera di ·persuasione che i nostri compagni sindacalisti continueranno ,!d esercitare sulla mag·· gioranza comunista dei dirigenti della, C.G.I.L., per ce.car di indurla a rinunziare ad ogni predominio di partito sulle organizzazioni ·sindacali, sarà opera vana, perc'hè di quell'unità, che questa rinunzia do– vrebbe assicurare, ai comunisti- n-on importa nulla. Dal canto loro i di'rigenti del P.S.I. dimostrano di non aver nessuna forza di liberarsi dalla sugge– stione comunista, nonostante le ripetute dichiarazio– ~i della ferma volontà di autonomia. Basta, per per– suadersi di questo, leggere gli articoli sull'Avarnt>i! di Riccardo Lombardi, che pure, per la natura della sua intelligenza aperta e del suo temperamento squi– sitamente riformista, era nelle migliori condizioni pe; poter patrocinare. la effettiva liberazione del movimento socialista da ogt1i soggezione ai comuni– sti. In questi giorni poi si è aggiunto il fatto che, mentre il P.S.i. non h;i avuto un sintomo di rea– zione di fronte alla notizia, ufficialmente conferma– ta, di uno spionaggio organizzato dai comunisti in una Federazione sindacale a carico anche di fun– zionari appartenenti al P.S.I., si è invece affrettato a lanciar la scomunica contro quei suoi comJ]>agni" che sono intervenuti a far semplice atto di ascolta– tori al convegno sindacale del nostro partito._ Ed è davvero stupefacente che, interrogato sulla possibi– lità di unificazione delle forze socialiste, il segre- . ta.rio del P.S.I. abbia detto che questa può com– piersi soltanto tra coloro che mantengono fede alla concezione della lotta· di classe, non con .coloro che sostituiscono ad essa la collaborazione al governo ; dimenticando che per mesi e mesi P.C.I. e P.S.I. hanno sollecitato da De Gasperi e dai suoi amici la chiamata a partecipare nuovamente con essi al go– verno; e che anche recentemente, all'indomani del– l'attentato contro Togliatti, qualche loro esponen– te in Parlamento, senza che nessuno intervenisse a sconfessarlo, dichiarava c):ie essi avrebbero rinun– ziato a rovesciare il governo che imputavano di complicità in tentato assassinio, se esso avesse chia- ibliotecaGino Bianco . 1 . . mato anche 1 loro esponenti, come rappresentanti del proletariato, a far parte della compagine mini– steriale. Noi per conto nostro non abbiamo che a conti– nuare per la nostra via. Quell'intervento al nostro convegno dei compagni del P.S.I. che la Direzione del loro partito ha deplorato è indiziò che, c'è un movimento di coscienze ormai turbate e nauseate dalla persistente antitesi che c'è tra le parole che vengono loro dette e i fatti dinanzi a cui vengono posti giorno per giorno. Se noi non possiamo spe– rare, come abbiamo detto, che l'atteggiamento del– l'attuale maggioranza comunista muti in seno alla C.G.I.L., noi possiamo sperare e dobbiamo volere che si diffonda questo risvegliò delle coscienze, che un numero sempre maggiore di proletari non in– tenda più, di servire da massa di manovra per le speculazioni di partiti politici. Man m,ano che que– sto risveglio avvenga, saranno nuovi proseliti che acquisterà il nostro .programma d'azione diretto a porre su basi salde, per volontà democraticamente espressa, quell'autonomia sindacale che deve dive– nire. uno dei più poderosi coefficienti di risanamen– to e rinnovamento della vita nazionale. Noi dobbia– mo quindi rimanere dentro la C.G.I.L. a lottare per .destare le coscienze inerti e passive. * * * Se questo è l'apprezzamento che noi facciamo della nostra posizione di fronte al P. S. I. ed al P.C.I., altrettanto ferma dev'essere la nostra azio– ne di fronte alla Democrazia Cristiana. Gli espo– nenti di questo partito nella Direzione della C.G. I.L. avevano ragioni da vendere quando protesta– vano contro l'atteggiamento della maggioranza co– munista; e appunto per questo noi abbiamo stret– to con essi quell'alleanza che aveva un esclusivo scopò di difesa contro una sopraffàzione. Ma quan– do essi si sono ritirati nel modo che han fatto han– no dimostrato di ten~re in maggior conto gli inte– ressi della loro fazione ché non quelli del proleta– riato. E nessuno dica che la scissione che noi ab– biamo corr{piuto nel gennaio del 1947 ci toglie il · diritto di condannare atti di scissione compiuti da altri. Nella vita dei partiti l'unità non può essere costituita se non da una comune ideologia, e quan– do qu_est_avenga a mancare, manca la base stessa dell'unità, che non può quindi reggersi. Nel campo sindacale l'unità poggia sulla comunanza degli in– teressi da difendere, che· continua ad •esistere qua– lunque possa essere la diversità delle ideologie pro-· fessate dai singoli componenti o gruppi di compo– nenti. E di questa suprema necessità e del dovere che essa include !,.i esponenti della. -Democrazia Cristiana hanno dimostrato di non aver coscienza. E del resto tutta l'azione della D. C., anche in quei punti in cui noi possiamo essere consenzienti con essa, dimostra che essa non è mossa daUe stesse preoccupazioni di tener fede ai ;,>rinc;pi ·di demo– crazia ai qùali noi intendiamo d'ispirare l'azione nostra. Giustissimo quanto in proposito ha osser- . vato il compagno ·calosso in un recente suo artico– lo su l' Umonidà, a proposito del così detto Piam, Fanfani.

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