Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

-~-------~------=C-=-R-=-IT-=--=--IC_A_S_O_C_IA_LE ______ ___.: ______ 3_81 zia la tendenza livellatrice, l'invadente statalismo, la mi– norazione del valore della libertà individuaJe, la tirannia delle masse che annulla l'individuo nella collettività ecc. In quanto poi alle accuse che tanto I liberali che i democra– tici formulano contro il socialismo esse costituiscono una combinazione di tutte le accuse che' queste due tendenze si rinfacciano reciprocamente, ma espresse in fo~ma più ac– centuata. In ultimà analisi, l'accùsa fondamentale si riduce a quella che il socialismo distrugge la personalità umana e vuole trasformare l'uomo e il cittadino in un servo buro– cratico dello Stat-0 onnipotente. Ebbene, il tratto originale e curioso di tutte codeste re– criminazioni reciproche consiste nel fatto che esse_sono nel– lo stesso tempo vere è false. E' vero che nella concretezza storica ognuno <lei tre movimenti ha manifestato le. tenden– ze negative di cui ciascuno di essi viene· accusato. Ma è· falso· che tali deviazioni siano insite nella sostanza stessa, nella natura concettuale della rispettiva dottrina. Come si spiega _questo strano fenomeno? Qui siamo .dinnanzi ad un nuovo elemento di quel para– dossale aspetto che caratterizza la posizione ·reciproca del liberalismo, della dem9erazia e del socialismo. Il fatto sta che, già per la stessa loro genesi ideologica e per la suc– cessione storica, le tre dottrine -sj trovano disposte in un ordine progressivo, secondo la loro crescente complessità e decrescente .generalità: nel senso, ciqè, che ogni dottrina successiva amplifica e arricchisce, ma nello stesso tempo anche assorbe la dottrina precedente, perchè, da sola, que– sta ultima diventa non più cenforme alla realtà sociale. di– venuta più complessa. Da ciò. deriva un duplice fenomeno particolarmente importante. L'uno consiste .nel fatto che, essendo le tre dottrine egualmente in funzione dello stesso {lrincipio direttivo superiore, nessuna di esse - nè il libe– ralismo, nè la democrazia, nè ·il socialismo - può nè deve essere considerata come fine a sè, giacchè tutte esse sono semplicemente mezzi per raggiungere il comune obbiettivo indicato dalle loro premesse e finalità ideali. L'altro fe– nomeno fa sì che - · in forza di una peculiare dialettica inerente alla· società nell'attuale suo assetto socialmente differenziat~ - soltanto la fusione di tutti e tre i prin– cipi in .una unità organica, concernente l'intero complesso e non una parte sola della vita sociale e della convivenza umana, può garantire la realizzazione integrale dei presup– posti ed obbiettivi dai qµali furono ispirati tali principi, mentre ciascuno di questi ultimi, preso separatamente in funzione ·di criterio direttivo autonomo, produce inevi– tabilmente· l'effetto contrario ai motivi ed ai fini che l'han– no richiamato in vita. Il liberalismo puro, diviso cioè dal princ1p10 democratico che lo limita e lo disciplina, volens-nolens entra in urto· con le nuove forze e nuove condizioni più çomplicate, generate dal -progresso politico-sociale nel senso democratico. Fra tanti esempi basta ricordare quello eloquentissimo, fornito dalla Francia, dove, durante un lunghissimo J,>eriodo<li tem– po, cominciando dalla legge Le Chapelier, precisamente in ossequio alla pura dottrina liberale, prevalse il falso con– cetto che il divieto della libera associazione professionale fosse una condizione indispensabile per assicurare la liber– tà di lavoro. E passò un secolo prima che, con la riforma di Waldeck-Rousseau, si arrivasse a cÒmprendere che il principio della libertà di lavoro è indissolubilmente legato al principio della libertà di associazione professionale. La democrazia, rigettando il principio della libertà - - che è la conquista del liberalismo - facilmente può tra– sformarsi in tirannia delle masse, in despotismo della collet– tività anonima che opprime la libertà individuale. La de– mocrazia, infatti, è un regime in cui la parola decisiva ap– partiene a1l'opinione pubblica o, più esattamente, a quella opinione che è sostenuta dalla maggioranza della popola– zione politic~mente attiva. Ora, la maggioranza può esse– re, e spesso è, anche di idee arretrate. La provà eloquente la forni&e il fatto che il referendum, ritenuto da alcuni come toccasana contro tutti i mali e che, certo, è tm'ar– ma altamente democratica, che richiede, però, un alto svi– luppo politico e spirituale delle masse, appunto per questo dà spesso, in pratica, risultati tutt'altro che ·soddisfacenti. ibliotecaGir-10 Biahco L'identico o analogo risultato negativo dovrà dare pure quel -socialismo che tenterà di instaurare la giustizia so– ciale staccandosi dai princi,pi- di libertà e di democrazia. Per la stessa irresistibile logica delle cose e della psicologia u– mana, esso sarà costretto a divenl1.re un sistema autorita~ rio, livellatore degli spiriti mediante la soffocazione di va– rietà di opinioni e di tendenze ideologiche, nonchè oppres– sore della personalità umana. Un so.cialismo simile, insom– ma, non .riuscirà mai a créare una società '!eJ.la quale « il libero sviluppo d'ognuno sia condizione del libero 'SViluppo di tutti» e che sostituisca « al regno della necessità il re– gno della libertà». L'insufficienza tfel liberat-democratis-mo antisocialista e la faisità del socialismo antidemocratico. Purtroppo, tali importanti verità spesso vengono dimen– ticate,· e ciò provoca confusione d'idee e di tendenze pra– tiche, quale avviene sempre quando i mezzi si confondono con i fini ed i fini si considerano mezzi. Pertanto, com– prendere la relativa posizione ed importanza dei diversi fe– nomeni e movimenti della vita politico-sociale vuol dire de– finì-re il relativo .rapporto di ciascuno di essi verso quel supei:iore principio direttivo che li ha chiamati in vita, con– formemente alle esigenze della congiuntura generale esisten– te in un dato momento storico. Tropo spesso, 'però, non si tiene conto della relatività delle cognizionì umane - che sono soltanto le conquiste parziali dello spirito che svolge le sue esperienze - e, per conseguenza, ogni conquista, anche la più rivoluzionaria, nel campo del ·,pensiero tende generalmente a diventare una verità quasi assiomatica, un dogma fisso, trasformandosi così da forza motrice del progresso in un· impaccio ed im– pedimento, sia nella sfera della vita· intellettuale sia in quella della ,attività pratica. È questo fenomeno ha un gran– de peso specifico nel cemplesso dei fattori che influiscono suJ.10 - svolgimento della vita pubblica, voichè esso corri– sponde all'ostinata tendenza conservatrice e misoneista, ine– rente alla mentalità umana. Così si spiega quel frequente processo di sostituzione di contenuto che si opera in molte formulazioni ideali, per causa del quale molte idee e con– cezioni man . mano si riempiono di intendimenti essenzial– mente differenti da quello 0riginario e, infine, risultano quasi del tutto svuotate deJ· loro iniziale senso e contenuto vitale. E tale inversione di idee o, piuttosto, tale falsa as– sociazione fra le parole e le concezioni si manifesJa in ge– nerale sotto due aspetti princi'Pali. Il primo l'osservia,;,o nei casi ili cui il ·,ensicto dimo– stra una certa refrattarietà a seguire l'evoluzione della con– giuntura generale storica e perciò rimane ostinatamente sul– le posizioni ideologiche acquisite, rifiutandosi di adattarsi, di prendere in conside-razione le nuove circostanze ambien– tali economiche e .politicò~sociali, Anche le persone che oc– cupano alti posti nella gerarchia del pensiero non sono im– muni da tale fallo. Così, per ·esempio, Benedetto Croce, che rimane sulle vosiziòni di un liberalismo classico, in una «Postilla» -(Critica, Marzo 1925),· c9ntrapponendò la con– cezione liberale a quella socialista; afferma che l'opera del liberalismo è più larga, perchè il liberalismo « non si af– fissa sopra una parte sola della vita sociale, ma gua•rda all'intera». Perciò, continua •Croce, « a un liberale vera– mente consapevole torna impossibile conver.tii:si all'ideale comunista», poichè la dottrina liberale « già lo contiene in sè nei limiti nei quali è accettabile», mentre « è affatto naturale la conversione di socialisti al liberalismo via vi;, che l'esperienza e la riflessione si fanno strada nei loro animi o ripigliano il loro dominio». · · Sì, è perfettamente vero, che il socialismo sia contenuto, in germe, già entro il liberalismo, come anche entro il prin– cipio democratico, dei quali esso è il progrediente appro– fondimento ed arricchimento: e eiò appunto cerchiamo di dimostrare. Ma quale ragionamento logicamente coerente autorizza a trarre da tale giusta constatazione le ingiuste conclusioni che ne deduce Benedetto Croce? Il fatto che l'uovo contenga in sè, potenzialmente, il pulcino, oppure che la semente racchiuda in sè, in potentia, l'albero, non au– torizza in alcùn modo ad affermare che il pukine si in-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=