Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948

CRITICA SOCIALE J75 tico è svalutato ed insidiato ad un tempo dalle de– stre, nostalgiche del -regime autoritario e totalitario del fascismo, e dal bolscevismo, beffardamente, tra– visatore delle istituzioni democratiche, sia pure nel nome della... « democrazia popolare». Ma d'altro lato essa sa che la democrazia non si difende e non. si conserva se non in quantq continuamente la si conquista: ossia, in quanto la partecipazione alla v.ita pubblica, ch'essa p,resu;ppone, si estenda quan– titativamente a semrpre più vaste masse poi;)oiari ·e si perfezioni qualitativamente, divenendo partecipa– zione sempre più consapevole, e in quanto il regi– me democrati.co si renda sensibile in.ter;prete delle aspirazioni delle masse popolari ed effettivo rea- lizzatore delle loro esigenze vitali. · ...e degli altri partiti democratici. . Ma anche sotto questo aSl1)etto il socialismo de– mocratico si differenzia da altri movimenti demo– cratici, e dalla Democr-azia Cristiana in ispecie. Al pari di questi, esso riBt~nde rispettare le istituzio– ni ·democratiche, rappresentative della volontà po– polare, intende _adeguarsi al 'libero gioco dialettico dei· partiti e dèi movimenti politici, espressione della libertà di opi'I1fone, intende rispettare nelle minoranze la possibilità di assurgere alla maggio– ranza di. domani. Ma vi ,sm10 tre particolari con– cezioni del metodo democratico che gli app,arten– gono. La prima è H riconoscimento della· funzione essenziale della opposizione. E'. ormai superata l'e– poca storica in cui ai partiti socialisti sembrava as– segnato fatalmente il compito -dell'o,pposiziohe,. sì che la partedpazione al governo appariva un inammis– sibile çollaborazio,p.ismo con la borghesia, o il venir meno di una intransigente contrapposizione allo « Stato borghese ». A seconda -delle concrete possi– bilità politiche e soprattutto dell'ascenid.ente acqui– sito, ai partiti socialisti è ormai dischiu,sa, senza alcun ripudio dei principi e senza alcun avvilente compromesso, la prospettiv,a .di· una collaborazione· o, addirittura, di Ul\la gestioné governativa. Ma .qu.an – do siede al governo, un partito socialista demoora– tico, non solo riconosce la legittimità, ma anche la utilità e ·la funzionalità della opposizione, il suo c0mpito di stimolo, di critica, di controllo (che na– turalmente è tanto più efficiente -quanto più essa, abbandonanido una preconcetta ostilità, si fa ade– rente aM'azione di governo ed all.'opera legislativa. · In secondo luogo il socialismo democratico rico– nosce come elemento essenziale della democrazia il contFollo democratico, nel suo duplice aspetto: di critica attivatrice da parrte della pubblièa opinione, e di' conòscenza e dibattito dell'operato della pub– blica ammi,nistrazione. Al socialismo democratico è tici,pamente ostica la concezione del potere come regime quietistico, e conformista, che pretende dai cittadini plausi e consensi, magari rifuggendo da-I ren.der conto della propria attività. Più che mai esso intende agire alla luce del sole, nulla oocul– tando, e preferendo l'aperto e vivace dibattito alle abili imposizioni o alle paternalistiche elargizioni. E infine il socialismo democratico si guai:da dal– l'.id0latrare la democrazia come un sistema perfet– to . e di insuperabile efficienza. Esso non solo sa che alla formale parità di diritti tra i cittadini fa risc0ntro la più completa reale disparità di situa– zioni economiche e sociali, con. le min9razioni ef– fettive che ne conseguono, ma proclama che mise– ria, ignoranza, insicurrezza economie-a, vincoli di di– pendenza e di sfruttam«mto, ecc - per non par– lare di altre pressioni di classe - rendono ·non. ef– fettivo, e talora ilJrmsorio, l'esercizio çl~i diritti de– mocratici. Per il socialismo la democi;azia è quindi una realtà in via di continua attuazione - e non potrà essere raggiunta arp,pieno che nell'ambito della società socialista ·-, e non un sistema già com– pletamente realizzato e consolidato. Eppure, ad on– ta della consapevo1ezza · di queste deficienze, il so– cialismo democratico riconosce che. la democrazia è il più sicuro presidio delle libertà e della espli– cazione della personalità ili.mana, e mezzo per con– seguire non illusorie conquiste nel campo sociale. Lungi dallo svalutare, dal discreditare, dall'insidia– re il metodo democratico, esso conclama la neces– sità di chiamare sempre più vaste masse popolari a servirsene con sempre maggiore consapevolezza e a dare ad esso un crescente sviluppo. Biblioteca Gìr-10 Bianco Un inscindibile binomio. Fine rivoluzionario e democrnticità dei mezzi co– stituiscono, per i,J socialismo democratico, un bino– mio inscinidibile. Ed oggi più che mai. L'attenua– zione o l'òbliterazione dell'uNo o dell'altro dei due termini schtude fatalmente un processo d'involu– zione, che finisce col compromettere la stessa es– senza del socialismo democratico. E non vale a con– testare questa empirica verità il filosofema dei teo– rici che la natura del fine deve impregnare anche la natura dei mezzi. · invero, a·ssociando alla democraticità dei mezzi un finalrismo meramente democratico, il socialismo resta un mero nome senza sostanza e svanisce in ,,un generico e vago democraticismo. Non si nega che esso possa impregnarsi di aspirazioni sociali e , che possa contribuire a. migiiora11e le sorti della classe ·lavoratrice: ma mirando a conservare e, tut– t'al p·iù, a « corr,eggere » la società presente, impe– disce di mutarne sostanzialmente il destino. Potrà raggirungere suecessi e ·conquiste: ma -da un lato perderà il suo mordente di elaboratore di un nuo- . vo ordinamento sociale, solo capace, •per-chè everso– re delle situazioni di privilegio, di oppressione e di sf.mttamento, di glj.r•antire a tutti l'effettiva libertà e l'autentica de:qwcrazia; e dall'altro lato per,derà il suo s,pedfico ascendente ·di forza che· lotta per la emancipazione de1la classe lavoratrice. Viceversa, postulando mezzi rivoluzionari e ripu– diando il metodo democratico, il socialismo si' e– spone fatalmente; o 'alla invò1uzione bolscevica o al– la sua riduzione a.Jl'aspdto più sterile ed astensio– nistico del massimalismo. Nel primo caso, scivole~ rà sul piano inclinato che porta allo stalinismo; che è sop,pressione d'ogni autonomia d'azione· ri– spetto agli autentici pro·b1emi deJ.la classe lavoratri– ce d'un dato paese, e di ogni iniziativa della das– se lavoratrice, sia per il dispotismo ·dell'apparato; sia per la slllpina accettazione di una « tattica » o « linea » imp0sta 'd'autorità, sia, soprattutto, per la cp;mmli-surazione d'ogni azione e d'ogni comporta– mento agli •interessi della Russi,a sovietrca, e deLsuo agente 1:1.fficiale, H « Comi,nform ». E poco importa allora che il socialismo autoliquidi se stesso, giun– gendo alla fusione, o rinunci ad esplicare qualsiasi sua funzione, paraliwato dal fusionismo e dal mi– raggio della « unità d'azione ». Nel secondo caso, da– to e non concesso che sappia man.tenersi distinto dal comunismo, il socialismo si. confina .in un at– teggiamento di intransigente negazione che, sotto spec;ie di rifiuto di ogni collaborazione col mondo borghese, e di opposizione per p-rincipio e ad ol– tranza, ri-nuncia in realtà ad ogni positiva parteci– pazione ai pubblici affari, ali~ compenetrazione nel– lo Stato, aMa corresponsabilità nell'esercizio delle i– stituzioni. Questo particolare aspetto del massima-• Ji.smo determina queJ,Ja pericolosa frattura espressa dalla formula: « o tutto o niente ». Cioè sino al. mo– mento della « rivo1uzione », delJ.a conquista del po– tere, le forze socialiste dovrebbero astenersi da o– gni collaborazione con le altre forze politiche e con le istituzioni vigent1, mirando anzi al loro rovescia– mento, per poi invec•e assumi:,re improvvisamente tutto· il potere, e ciò senza tener conto clìe in taJ guisa non si matura quell'esrpèrienza che anche per la classe lavoratrice è indispensabile in quanto deve divenire c'lasse dirigente, e che, abbandonate ad· al– tri, le istituzioni non soJo non riescono ad essere comipenetr-ate da istanze socialiste, ma fatalmente diventano preda di forze e d1 interessi estranei e contrari .a quelli della olasse lavoratrice. Una nec·essaria connessione. Se fin,e rivoluzionario e democraticità dei meto– di devono stare, nel socialismo democratico, in ne– cessaria connessione, una non meno necessaria con– nessione deve sussistere tra mezzi e fine. I. mezzi es,plicati hanno da essere « in funzione » del fine; non possono dissociarsi da esso, se non vedendo snaturato il loro carattere, e costituendo un'espe– rienza confinata in se stessa e che ha. in sè il pro– prio obbiettivo. La scissione tra mezzi e fine, cioè tra un'atti– vità contingente, limitata, puntualistica nel presen– te e non superabile, ed una finalità - la società so– cialista - di- là da venire, è il pericolo immanente di ogni forma di riformismo socialista. Sia gli stru-

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