Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948
CRITrCA SOCIALE 373 Ma se, per via d'ipotesi, si tratti di dazi protettivi o di razionalizzazione industriale, voi vi trasferite nel regime socialista realizzato, non soltanto la contraddizione -si risol– ve facilmente, ma· il problema stesso viene a scomparire. Come, infatti, potr.ebbero presentarsi simili problemi nel– l'ipotesi di una società in cui l'u_niverso sarebbe coltivato come le diverse parti dì un unico fondo, in cui ogni indu– stria, ogni specie di coltura, sarebbe praticata là dove può essere conseguito il rendimento migliore e più favorevole, in cui il progresso della scienza, della tecnica, dell'indu– stria si risolverebbe espandendo sul mondo intero un au– mento di benessere, o diminuendo la giornata di lavoro, o aumentando i prod0tti da riparti-re?. Prendete i problemi scolastici, ed è esattamente· la stes– sa cosa. Prendete il problema della scuola unica, della gra– tuità dell'insegnamento secondario: -quando spingete all'e– stremo nella presente società queste riforme çhe voi, al pa– ri di me, ritenete necessarie, voi sboccherete a. pratiche im– possibilità. Sboccherete alla impossibilità della società at– tuale di assicurare impieghi sufficienti per le migliaia e mi– gliaia di .giovani .che hanno le doti per ricevere una: più va.sta cultura e che avranno beneficiato del loro diritto na– turale al.Ja istruzione integrale. E ponetevi invece nel regi– me socialista : non soltanto non vi sono più difficoltà, ma non esiste neppl!lre più il ·problema, poichè alla base stessa del regime socialista c'è la ricerca. del,!'orient",zione perso-_ nale, l'elezione, da parte di ogni individuo, della carriera intellettuale o materiale a cui là sua pers,onale vocazione lo designa. Prendete i problemi internazionali. La dimostrazione sa– rebbe ancora più facile. Per la maggior· parte dei problemi, sinchè voi restate nel quadro in cui ci costringono _le realtà sociali, voi sentite che non è possibile nessuna soluzione soddisfacente ; ma quando voi uscite da questo quadro, quando voi vi trasfe– rite col pensiern nel quadro del regime s0tialista già rea- lizzato, la difficoltà stessa dilegua, · Per me trà tutti i metodi di verifica per mezzo del rea– le di co~trollo della verità socialista attraverso la realtà, q~esto -è ancora una volta quello che più mi è familiare ; ed è quello ch'io ritengo più efficace, più efficiente, più istruttivo. Ma prove di questo genere abbondano come la rea:ltà stessa e una volta che ila convinzione socialista si sia fon:nata esse si presentano da se stesse alla mente. Voi conoscete quel detto di Schopenhauer sulla filosofia di Kant : quando la si sia. lett'a e compresa per la prima vol– ta, egli diceva, si ha l'impressione di essere un uomo OJ?e– rato dalla cataratta che vede il mondo non soltanto con occhi nuovi ma con occhi sani. La convinzione socialisfa -opera sUJ!lo' ·spirito una liberazicme analoga; essa elimina degli schermi assai densi ; da voi stessi, con il libero gio– co del vostro spirito, quando volgerete s11l mondo questi occhi liberati, quando tutto s'illuminerà per lo _sguardo stes– so dei vostri occhi, · voi giustificherete in· ogni istante la qottrina con i fatti, penetrando i fatti con la dottrina. Eccò dunque la seconda fase. Dopo la fase di critica e di negazione, la fase della costruzione e della convinzione. L'azfone socialista. La lotta di classe. Ma non è ancora tutto finito: dopo la fase della costru– zione c'è la fase dell'azione. Voi sapete che sulla filosofia marxista J:,a pesato a lun– go lo strano equivoco che Marx predicasse agli operai um specie di fede fatalista, analoga a quella •èhe creava il fa– natismo dei maomettani. Ora Marx non ha mai pensato e non ha mai detto che la società nuova dovesse sorgere per una fatalità estranea aill'uomo ed alla quale la volontà dell'uomo non partecipasse. Essa è necessaria·, essa è logi– camente· e storicamente necessaria, ma di una necessità in un certo modo virtuale, che non assumerà forma reale che nella misura in cui l'azione, la volontà umana, la volontà dei lavoratori riusciranno a realizzarla. E' la terza fase. Dalla fase della convinzione, voi pas– serete all'azione. E quando dico azione, io, intendo azione dj classe, poichè noi apparteniamo tutti, se' non pcir na- ibliotecaGino Bianco scita e per condizione di lavoro, per -lo -meno per il no– stro .pensiero e per la nostra vita, alla classe lavoratrice. Noi affermiamo che la società che si è dimostrata possi– bile, che si, è dimostrata giusta, che si è dimostrata neces– saria, potrà essere realizzata solo con l'azione della clas– se lavoratrice, e nella misura con cui noi partecipiamo a - questa azione, con cui noi stessi ci integriamo in un'azione di classe. Lotta di classe : io ho sempre pensato che con questa parola, a mio avviso un po' sommaria, di lotta di 'classe, · noi confondiamo due nozioni molto prossime tra di loro, ma' tuttavia distinte: -la nozione dell'antagonismo di classe e la nozione delil'azione di classe. , L'antagonismo delle classi è il contrasto, l'opposizione .fondamentàle d'interessi che in realtà Marx fa derivare / dall'analisi stessa della formazione del capitale e del.\e con– dizioni dj vita dei salariati. _Se questo antagonismo di CJ!as- se vada accentuandosi o meno, io non avrei l'eretica auda– cia di discutere, dato che nei programmi del Partito sta scritto che si accentua, ed io ho avuto a questo proposito in un congresso, già di vecchia data, 11na memorabile di– scussione col mio amico Zyromski, che. di tanto in tanto me lo ricorda. Non so quindi se q11esto antagonismo si accentui o no. So che negli ultimi anni, ad esempio, all'e– poca dell'apparente riuscita della razionalizzazione in Ame– rica, noi facevamo una certa fatica a· fat penetrare negli operai la convinzione che persistesse e che persisterebbe ne– cessariamente e che anche certe combinazioni, quali la ra– zionailizzazlone, non avrebbero posto fine a questo antago- . nismo, anzi tutto il con~rario. Si accentui o no, segua o meno una curva ·più sinuosa di quella che noi tracciamo sommariamente, poco importa: ciò ch'è sicuro è che esso è l'essenza stessa della società in cui viviamo e che nulla lo può fare scomparire, se 11011 la integrale trasformazione del regime capitalistico. Quanto alla nozione dell'azione .di cla~se, essa è stata espressa nella formula marxista: « La liberazione del pro-' letariato sarà opera del proletariato stesso». La nozione dell'azione di classe significa l'emancipa?Cione dei lavoratori attraverso la instaurazione di una società che risponda da un lato a: criteri di dirfrto, di eguaglianza, di giustizia, ai quali ho. fatto sopra allusione, e d'altro lato ristabilisca l'e– quilifurio, oggi spezzato, tra -le formule giuridiche che e– sprimono il diritto di proprietà_ e le necessità stesse della produzione e della vita collettiva degli uomini su questa terra. Di questa società nessuno farà dono ai lavoratori: essa non s·arà il risuÌtato di una gratuita elargizione. L'e– sperienza della· storia _ci prova, invece, che è l'azione di classe dei lavoratori, dei _salariati, trascinanti con sè, dietro di sè o davanti a -sè, a second;i dei ca~i, tutti coloro che giudicano la loro causa giusta e -necessaria, che è questa azione soltanto che avrà ragione delle resistenze che, se– condo ogni probabilità, anzichè attenuarsi, si accentueran– no a mano a mano che la classe operaia si avvicinerà al suo obbiettivo, e di- cui nessuno può èsattamente prevedere nè le forme, nè l'intensità. Comunque sia di ciò, non sa– rebbe il caso, attualmente, di elevare scettici dubbi sul.J'a– zione di olasse, qwmdo l' esperiènza dei paesi vicini al no– stro, e del nostro pae.se stesso, dimostra, preparata più sub– dolamente e pitt strettan,1e11te che mai, la coalizione uni– versale contro il socialismo di tutti coloro che rappresen– tano gli interessi e la volontà di conservazione della so– cietà presente. Ecco, cari amici, ciò che intendevo dirvi questa sera, i– naugurando la Scuola Socialista. Credo che •sin dall'inizio di questi corsi voi siate tutti socialisti. Ebbene, -lasciatemi dire che alla fine dell'anno voi sarete anche più ardente– mente, più veefllentemente legati alla nostra dottrina. Per– chè, vedete, lo studio, la riflessione, la meditazione inte– riore provocati dai corsi che voi qui seguirete, profitteran– no a voi come hanno profittato a noi .tutti; aumenteran– no in voi, come hanno aumentato un tempo in noi, la con– vinzione socialista. E ciò per la 'semplice ragione che il socialismo vi fornisce uno strumento di sincerità ,e di- ve– rità. LfoN BLUM
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=