Critica Sociale - anno XL - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1948
366 CRITICA. SOCIALE E' questa la fondamentale _ragione per. cui i. so– cialisti, di tutte le tendenze, s1 sono battuti, t~r~1va– mente forse ma istintivamente, contro la sc1ss1on.e sindacale. Perchè essi hanno sentito che un sinda– cato unitario, malgrado il contingente rapporto di maggioranze e minoranze, costifoiva in sè, per le leggi stesse dell'unità e cioè della convivenza di ceti e categorie, oltre che di correnti, una riserva inestimabile di forza per la difesa democratica. Per questo, ben rprima dell'ultima scissione, i socialisti avevano ammonito che lo scarso numero di lavoratori aderenti e 1partecipanti attivi alla vita della C.G.I.L., costituiva un sintomo di un fenomeno antiunitario. E infatti, all'abbandono, da parte di numerosi strati di lavoratori di tutte le categorie, dell'organizzazione confederale, corrispondeva, ed era anzi più una causa che un effetto, la stabile maggioranza comunista in seno all'organizzazione s-tessa. Il Convegno del P.S.L.I. ha oggi pronunciato, dun– que, una parola chiara. Esso si è dichiarato, a no– me del mondo sindacale che rappresenta concre– tamente e di quello che ritiene di rappresentare idealmente, a favore di una politica di difesa de– mocratica; e <cioè della politica differenziata e pur solida'1e di ·quanti hanno interesse a far compiere questo enorme passo avanti al nostro paese, ponen– dolo sulla linea delle più moderne e vitali demo- crazie. . Non è senza significato che l'iniziativa e il mag– gior concorso di sforzi rper realizzare questo obiet– tivo vengano oggi richiesti alla classe lavoratrice e, ormai esplicitamente, ai suoi sindacati. Nella mi– sura in cmi essa saprà rispondere a questo appello, la democrazia italiana (Potrà vantare un. contenuto e un fondamento veramente socialista. Non è, dunqure, arbitrario affermare, in conclu– sione, che il Convegno di Milano ha chiaramente avvertito che il sindacato è uno strumento di terza forza. In un. precedente arUcolo mi sono sforzato di ,dimostrarè che il sindacato « l\lnitario » agisce in funzione di terza forza. A sua volta il Convegno di Milano ha chiaramente affermato di dover con– siderare impossibile la convivenza -dei socialisti nella ,C.G.I.L. qualora questa si trasformasse in stru– mento di un blocco politico. Credo· del resto che ciò sia già scontato dagli stessi dirigenti frontisti, che erano ieri (e sarebbero teoricamente anche oggi) favorevoli ad un'immedesimazione della C.G.I.L. col Fronte Democratko .Popolare. A questo punto sorge ,,spontanea una domanda: i sindacalisti socialisti, che ,si sono chiaramente pro– nunciati per un sindacato, che per le sue caratte– ristiche (libero, democratico, indipendente) e la funzione a cui è chiamato nella lotta politica, ha potuto essere definito di « terza forza », hanno dun– que rinunciato ad ogni altra caratterizzazione in senso più prettamente socialista? Per rispondere per esteso a questa domanda si richiederebbe lo spazio e l'impegno ,di una trat:. tazione separata. Mi limiterò a ricordare che, come un _partito professandosi favorevole ad una politica di terza forza non per questo rinuncia a caratteriz– zarsi, ·ancne profondamente, nei ·confronti degli altri che pur accettano la stessa piattaforma politica, co– sì il sindacato che vuol essere democratico, non per questo rinuncia ad essere socialista. Conviene ad ogni modo ·domandarsi in che con– sista una caratterizzazione in senso socialista della ,politica sindacale. E veramente un sindacato può essere d,emocratico senza perciò essere socialista: come nel caso dei sindacati americani; mentre. non si può dare· il caso di un sindacato socialista che non sia anche democratico. Postulare la libertà all'interno del sindacato e la sua indipendenza dall'esterno non è ancora fare del socialismo. Il sindacato muove nel -piano del socialismo quando, trascendendo i limiti delle sin– gole categorie, si fa ,portatore degli interessi generali e solidali di tutta la classe lavoratrice. Il sindacato socialista, in sostanza, non si limita alla difesa dei suoi organizzati, ma guarda ai disoccupati reali e potenziali, si dispone ad una po-litica di salari che non contrasti con le esigenze del consumatore e non crei squilibri e -privilegi fra le varie catego– rie. Il sindacato socialista infine pone la coopera. zicine operaia sul piano internazionale al di sopra BibliotecaGino Bianco di ogni angustia nazionalistica e si batte in difesa dei lavoratori indipendentemente dalla loro origine e dal paese di provenienza. La mozione approvata al Convegno, pur non_ pro– ponendosi come obiettivo principale immediato la lotta contro 1a minaccia corporativa, che pur si annida dietro la scissione sindacale, è tutta impron– tata a questa esigenza fondamentale. Essa afferma infatti che « l'organizzazione sindacale, in quanto rappresentante degli interessi immediati e P!!rma– nenti dell'intera classe lavoratrice, che coincidono con quelli generali della società » deve costituire l'elemento propulsivo della ricostruzione. Non è possibile in questa sede esaminare ed illustrare i vari provvedimenti che vengono suggeriti a questo che, nel campo economico, costituisce in ogni pae– se l'obiettivo peculiare dei partiti socialisti: la ri– costruzione nazionale. Il Convegno sindacale ha tuttavia dato prova di serietà e saggezza non' usando questo termine in. funzione demagogica,. e attribuendogli invece l'u– nico significato concreto e genuino: che implica richiesta di sacrifici a tutte le categorie sociali, e in particolare la mortificazione « degli egoismi del– le classi padronali· capitalistiche». E' evidente èhe questa mortificazione potrà at– tuarsi nella misura in. cui la linea politi-ca socialista troverà rispondenza nella classe lavoratrice orga– nizzata. Ma è non meno evidente .che la stessa po– litica postula una pratica antidemagogica e antia– gitatoria, una prl!tica, cioè, di « raccoglimento » co– me dice anche il Santi, di cui non è dato, per ora, di vedere gli inizi. Infine· il carattere socialista della politica sug– gerita dal Convegi:io di Milano è dato ancora dalla visione superna_zionale dei problemi economici, sia là dove si pone a fondamento della 11icostruziò– ne il 11einserimento della nostra economia in quel– la mondiale, sia nell'accettare la linea di solidarietà coi sindacati liberi- di tutto il mondo per l'applica– zione dell'E.R.P., sia infine nella rivendicazione di una saggia politica migratoria. , Nei primi giorni di settembre si riuniranno a loro volta i sindacalisti del P.S.I. Sarà molto inte– ressante seguire i lavori e gli sviluppi di quest'al– tro Convegno, sul quale pesano compiti e responsa– bilità tutt'altro che lievi. Noi formuliamo un au– gurio soltanto: che le sue conclusioni, quali che es– se siano, non manchino di quella chiarezza e di · quel coraggio che hanno reso possibile al Convegno del P.S.L.I. di ,pronunciarsi senza equivoci e senza pericolosi compromessi su problemi cosi gravi. Ne va dell'avvenire del nostro sindacalismo e qella stessa democrazia. . MARIO FERRARI BRAVO Per una _;nostra azione sindacale La mozione conclusiva del 3• Convegno nazionale sindacale del P.S.L.I. riafferma, in uno dei suoi punti fondamentali, « la decisa volontà» della cor– rente sindacalè socialista di « continuare la lotta in seno all'organismo unitario allo scopo di restituire alla classe lavoratrice un Sindacato libero, autono– mo. e indipendente dal Governo e dai Partiti », che nel rispetto della più ampia democrazia interna sia veramente l'efficace strumemto di emancipazione dei lavoratori, e garantisca, nell'osservanza sostan– ziale delle norme statutarie, a tutti e a ciascuno, la libertà di coscienza e di pensiero e il diritto, anche ai non iscritti a-1Partito, di partecipare alla vita e alla direzfone dell'organizzazione sindacale. Tale risoluzione, ,ispirata alla tradizione e agli ideali del sindacalismo libero, rivela l'alto senso · di responsabilità che anima i nostri sindacalisti, ma è evidente che il movimento sindacale sarà libero, autonomo e democratico solo nella misura in cui le forze che ad esso aderiscono (e in questo caso le nostre forze), siano capaci di realizzare tali postulati, che altrimenti rimarranno, come già sono rimasti fino ad oggi, pure affermazioni di prin– cipio.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=