Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948
340 CRITICA SOCIALE • • Realtà ed equ1voc1 Un principio fondwnientafe ,. Il concetto della unità .e della solidarietà della classe la- ~ voratrice è essenziale e connaturato per _i socialisti, non di– versamente da quello di libertà per i liberali. Per marxisti, non marxisti e persino per quei socialisti che conoscono: Marx solo ·per sentito dire, esso è e rimane uno dei postu– lati fondamentali del socialismo. Questo ha cominciato ad essere veraminte tale - cioè urì movimento collettivp di va– sta portata - e non più l'escogitazione solidaria da parte di -singoli pensatori. della « migliore società avvenke » o l'af– fiatamento proselitistico io qualche piccolo nucleo isolato - quando ha assunto coscienza di essere lo sforzo in atto per la emancipazione della classe lavoratrice. La consapevolezza della situazione di fatale minorazione ed oppressione a cui sono condannati i lavoratori nella socierà presente, fondata sulla ingiustizia sociale e sulla mancanza di una effettiva libertà; la consapevolezza che non si tratta di porre rime– dio a questo o' a quest'altro ingiusto aspetto della società presente, ma di operare per la radicale sua trasformazione e per -la instaurazione di una società superatrice della divi– sione• e dell'antagonismo delle classi; la consapevolezza in– fine ohe la società socialista è nuovo ordine, fondato su u~a nuova struttura dei rapporti umani e su nuovi valori col– lettivi: tutto questo implica o !}resuppone la solidarietà della classe lavoratrice. Ed una solidarietà che non è solo di passione e di convinzione, ma di lotta. Questa esigenza so– lidaristica ed unitaria si fa anzi ancòr più intensa quanto più si rivelano da un lato la durezza di questa lotta, contro una coalizione di interessi conservat~ri o addirittura reazio– nari, é dall'altro lato le difficoltà di portare la classe la– voratrice a quel grado di maturità, di p.reparazione, di ef– ficienza che, ne possa fare, a buon dir-itto, una nuova clas– se, dirigente. Le cpse non cambiano, anche se al .concetto di classe la– voratrice si vuol dare .un contenuto più realistico e mode.– no. Il proletariato s'è venuto trasformando ed articolando, ·dal giorno in cui vem.1escritto il Manifesto dei Comunisti; ha conquistato diritti e prerogatìve che impediscono ormai di ripetere che esso non ha nulla da perdere, se non le pro– prie catene; s'è formata una capacità politica e sindacale che fa sentire i1 propriò peso. D'altra parte il termine di « clas– se lavoratrice» supera ormai, il ristretto ambito del prole– tariato, in senso rigorose e tradizionale, per abbracciare una vasta zona di lavoratori dei ceti medi, dipendenti od anche indipendenti, sia che si tratti dei tradizionali ceti medi çhe hanno saputo resistere e sopravvivere alle opposte .pressio– ni della società moderna,. sia che si t;atti di «nuovi» éeti medi in {ormazione ò in ascesa. La « classe lavoratrice » ten– de quin:li ad espandersi sino a coincidere con quel più vasto concetto del « mondo del lavoro», .il quale in diversa mi– sura è oppresso, minacèiato, minorato o impedito dal pre- - dominio del moderno capitalismo, di per sè e per certi suoi aspetti !}atologici, dal monopolismo ·al parassitismo, dalla spe– culazione più cinica alla caratteristica mancanza di sicurez– za economica. Ed è proprio questa la ragione per cui, men– tre l'interesse della classe lavoratrice o di questo « mondo del lavoro» può corrispondere all'interesse gel)erale • della intera collettività, altrettanto non avviene per gli interessi egoistici ed esclusivistici della minoranza capitalistica, sem– pre meno in grado di assicurare alla società, non già ìl be– nessere, ma semplicemente i inezzi di una umana e pacifica· esistenza. Ma anohe se il concetto di classe lavoratrice si dilata e si• articola, non ne -muta la sostanzà. Si tratta pur semp're di ,111 im.oonente complesso di ·forze sociali, armate della con– sapevolezza di essere la stragrande maggioranza, che lotta– no p~r la propria emancipazione, per un diverso ordine del– la società, per là giustizia sociale. E che sanno che ogni con– quista sulla via di queste mete 110!1 può essere che propria conquista, dovuta al proprio sforzo, alla propria intelligen– za, alla propria responsabilità, BiblìotecaGino Bianco della lotta di classe Ecco perchè il concetto, o l'«idea-forza», della unità e solidarietà di classe esercita necessariamente su ogni socia– lista una suggestione, che spesso assume carattere cli appel– lo o, adcli,rittura., cli imperativo. S cissionisrn,o,di classe comunista . Ma chi volesse arrestarsi a· questo punto, s'accorgerebbe ben !}resto cli camtl)inare sulle nuvole e non su questa no– stra povera terra, così intrisa di drammi e cli contraddi– zioni. Si ridurrebbe infatti alla mera idolatria cli un mito, confinandosi o in .un astrattism0 pseudo-dottrinario o in nn sentimentalismo imbell'e. Quando volesse ugcirne, scoprireb- • be che non basta proclamare verbalmente questo concetto, ma che, per farne veramente uno strumento che serva ad illuminare 'l'azione, bisogna criticament~ adeguarlo alla real– tà concreta. S'accorgeriv allora che, se questo concetto unitario della classe lavoratrice ha accompagnato la fase ascensionale <lei movimento socialista, da tFent'anni a qMesta parte è scon– volto e compromesso dalla realtà del comunismo. Il comu– nismo ~ stato, e 'permane, la più grave e la più tragica scis;. sione nella m1ità di classe. E non soltanto per quella dra– stica ed inconciliabile ostilità che esso ha assunta, nel suo stesso affermarsi, contro il socialismo democratico, i suoi esponenti, l'Internazionale socialista, e che ha provocato, nell'altro dopoguerra, quelle seissiorn del movimento socia– lista da eui hanno preso vita (ma rafforzando in pari tem– !}Oi vari fascismi) i diversi partiti comunisti, ostilità che è così lungi dall'essere superata da venir anzi ribadita uffi– cialmente, come se non bastasse la esperienza di ogni gior– no, nella dichiarazione di Bialystok, elevante il socialismo de_mocratico, i su0i fautori e le· sue stesse realizzazioni, a « nemico numero uno» del comunismo internazionale. E non lo è nemmeno soltanto per avere imposto al movimento rli classe, vivo e maturo solo dove è frutto di una propria ed autonoma esperienza, dove è espressione di una propria au– toçleterminazione, gli schemi. dommatici ed autoritari, non– soggiacendo ai quali si è irrimediabilmente o « traditori del proletariato» o «eretici·» da colpirsi c0n tutte le condanne spirituali e materiali. Lo scissionismo comunista consiste nel- 1 'avere posto alla classe lavoratrice, col duplice inganno di una sedicente identità dottrinaria e di una pretesa coinci– derlza di fini, ùna diversa alternativa all'azione di classe; alternativa che non solo non ha nulla a che fare con il so. ~ialismo, ma del socialismo è la sostanziale e radic;le ne– gazi0ne. Un 11egime,come quelle sovietico, che all'interno si manifesta come un totalitarismo esasperato, con un ca– !}ita1ismo di Stato rivolto ad un 1 e conomia cii g~erra, con la dilatazione tirannica deH 'apparà.to .dello Stato, nelle sue più odiose forme poliziesche, con il più schiavistico sfruttamento del lavoro, sino ad erigere a sistema il lavoro coatto, con la formazione di nuove classi i)rivilegiàte di funzionari di Sta– to e di partito e di militari, ·con la. eliminazione <li ogni li– bertà civile ·e politica e 1'ass'olutismo del partito unico, e che all'esterno persegue un'espan.sionismo militaristico fon– dato sulla politica di potenza e sul panslavismo, è la più ca– ricaturale anti,tesi del regime socialista, anche se di questo pretende ca;pire il nome. Con tutti i suoi sforzi p~r confondere le carte e le idee, il comunismo ha posto la classe lavoratrice di ogni paese ad un bivio. Arl essa scegliere tra comunismo e soéialismo. (E diciamo « socialismo »' !Put cour;t, perchè ua socia'lismo ehe non sia socialismo democratico, in questo stato di cose, al– tro noh è che para 0 comunismo o comunismo mascherato). Il concetto o il mito della unità di classe nulla può per evi– tare questa alternativa. O si è <li qua, o si è di là: IMtium non datur. Il P. S. I. e g/; equivoci di una· formula Noi, s0cialisti democratici, abbiamo già risolutamente fat– ta la scelta in questa alternativa, imp,osta dalla scissione in-
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