Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948
336 CRITICA SOCIALE -, ropa federata, es,pressione ~ella <;:OSÌ detta ~ T~rza forza i,n,ternazionale ». Se s1 anahzza tutta I az10ne politica della Russia, e ,pa_rt_ico~arme~le l'a_tteggia,– mento russo durante la cns1 ,d1 B-erlmo, st vedra chiaramente come esso s•pinge verso .J'Occidente i paesi non. suscettibili d.i entrare nella sua orbita, sforzandosi a-1 tempo stesso di manteniére in essi flui,da la ,s~tuazione, dove le è jpossibilè, rnedian,te le quinte colonne comuniste. li blocco orientale e l'« ideologia» comunista. Il blocco orientale è- dunque ·concepito dalla Rus– sia ·come lo str-umento per la sua futura azione e– conomica e mHi1are. Ma per tu,tte le ragioni che sia– mo venuti esponendo, questo blocco stesso è per ora -tult'a'Jtro che consolidato, nel ·senso voluto d alla - Russia. La quale deve quindi, ,per riuscir-e , n.el suo intento, per fare di questo blocco un gru-pipo eco– nonii-camente omogeneo e ca-pace di rispondere al– l'appello nel momento opportuno, usare. un'altra tat– ti-ca ,da quella i.rri,piegata in un primo tempo. Allora giovava· fomentare i nazionalismi ,dei singoli !J)opo– li della stia sf,era di controllo per attrarn,e ,le sim– patie, maschernre l'effettiva emprise russa su di essi, e· staccarli dall'Occidente. Ma ora ques•ti nazionalismi ridiventano troppo pe– dcolosi, fomite di dis-gregazione anche rispetto al blocco russo. Ed ecco che, allora, l'interesse imme– diato fa risorgere l' « ideologia » comunista, <li cui il documento del Cominform nei confronti della Ju– goslavia e varie espressioni della stampa comunista internazionale sono manifestazioni. Il significato dell'i-rrigidimento ideologico comu– nis-ta è tutto qui. Il fatto che esso avvenga in un momento ,parti,colai,mente burrascoso della situazio– ne internazionale non ,può stupire: è necessario che sia così. In questo senso av_eva ragion.e Terracini, il quale scriveva giorni fa s11IJ.'U11ità che si -può ben dire che sia ]e'.g;ge del movimento colnunista che le magg"iori crisi che ne determinano, attraverso i de– cenni, il corso, cadano sempre per l'appunto nei pe– riodi deJ.le -lotte politiche '))iii as-J)re, delle più tese situazioni. Ma Terracini non dice che quei « raddriz– zamen,ti iideologi'Ci »- con le « conseguenti· misllre ·or– ganizzative», sono, in sostanza, dettate da uria fer– rea ·necessità dei fatti ,e non <la una ,pretesa fedeltà alla ,propria idea; che, per esempio, il ritorno a,d un concetto internazionalistico non ha nulla a che ve– dere· ,con l'in,ternazionalis-ino vero, ma è· l'arma di di.fesa e di offesa ,della Russia; che la questione dei contadini non c'entra con la fedeltà ad un program– ma ·di, socializzazione per il benessere della col– lettività, ma è il mezzo per evitare un decentra– mento che indebolirebbe la Russià. Cosi, se il docu– mento del Cominform ap1pare un errore, se esso ap– pare iibrido, come ibrj,da appare tutta la politica russa, è. perchè .tenta di mascherare, con. espressio– ni i'deologkhe, un motivo di interesse. C'è, a questo proposito, rm particolare che merita di essere rilevato. Tito, e con lui il Congresso ·del P. C. jugoslav~, repli-cando aspramente al Comin– for-rn, si sono appel-lati a Stalin, incensandolo di lo– di. Questo, che è certamente un segno di astuzia da parte di" Tito, mira evidentemente a rovesciare la situazione, acuendo. quella che Benedikt Kau.tzky. ha detto « lotta dei s atrapi ». O ra, (Proprio questo tentativo, seco_ndo noi, convali.d a la nostra opinione che le interpretazioni" che si - possono •dare ad un interesse immediato possono anche cambiare, ma l'in !eresse e qui mdi la linea politica generale, quella che sarebbe impersonata' in Stalin, rimane comun- . que immutata, almeno fino a quando resterà immu– tato il regime che la inspira. In questo senso,; ritenia– mo sia da interpretare quello ·che viene <letto con– flitto. tra moderati ed estremisti comunisti, fra Z.da– nov e Molotov, nel quale, naturalmente, entrano an– che rivalità e personalismi. - Una sola via per salvar,e la pace. Se, come è parso a qualcuno, la Russia esce in– debolita da questa prova, riteniamo errato trarre da ciò motivo di ottimismo: sperar di vedere al– lontanato un, peri-colo che in realtà non. è ,che dila– zionato. La conchision-e,- fattiva, che si può trarre BibliotecaGino Bianco da questa situazione è che mentre la Russia lavora, e come concretamente e ferocemente, per uno s-cOjpo determinato, resta a noi, in Europa, la possibilità di lavorare altrettanto concretamente. Non con la sola preparazione militare, o con i soli blocchi mi– litari, quasi che la guerra dovesse sicuramente scop– piare tra un mese. E nemmeno entrando nel campo del ,gioco russo, nel -campo della violenza, che sareb– be il più falso dei rimedi, favorenclo tutti gli estre– mismi e quindi renidendo inelutta,bile la guerra. Ma rendendoci anzi ben conto che con i soli trattati militari, qualora l!I situazione attuale, come è ,pro– babile, si prolungasse, si ·favorirebbe all'interno dei paesi europei lo sviluppo dei germi di guerra civile, tanto {Più giustificata dal sicuro prossimo avvento di regimi fascisti o cri,pto fascisti nell'Europa oc– cidentale. se essa non saprà rialzarsi dallo scivola– mento verso una prassi di alleanze per la gu~rra. La Russia non è probabilmente 'J)ronta per fare la guerra. Prima che fo sia bisogna impedirle di po– terla mai dichiarare. Questo può fare la Terza forza europea, an.che mediante garanzie militari, ma. so– prattuto con la sua azione •di pace e di costruzione, soprattutto evitando di fare il gioco della RHssia. In altre '))aro!e, im!J}eden-do a questa di continua– re nella sua'. espansione economica e ideologica nel nostro çontinente e altrove; sfruttando non. solo po– lemicamente la sua crisi; comba'ttendo da noi i fa– scis-mi vecchi e nuovi; dando agli europei ancora li– beri la coscienza che si pùò restare liberi e agli europei che liberi non sono ancora la certezza che lo saranno davvero se la guerra potrà essere evitata a qualunque costo. , • Si badi che questo scopo da raggiungere, che può sembrare, così, enunciato in maniera vaga, è invece preciso, seppure estremamente difffoile: si tratta di toglie-re a chi fonda la sua azione sulla necessità della guerra, la ,possibilità -di fare la guerra. E non si -toglie alla Russia il mezzo di fare la guerra schie– randosi su un fronte avverso, in ,pieno assetto di combattimento, .in moào da favorire i guerrafon.daj di casa nostra e da gi,ustificare e quindi rafforzare la Russia stessa di fronte ai lavoratori di tutti• i paesi. Bisogna invece ribellarsi con ,preciso e luc1do at– to di volontà all'apparente fatalità della situazione, e pèrsuadersi e persuadere che la -guerra non è an– cora inevitabile. Quando i socialisti hanno aderito all'E.R.P. molte speranze son.o state concepite. Ora, alcune ,di que– s-te speranze spno andate del-use: gli eventi sono stati più forti degli uomini, e la conferenza che si è tenuta in questi giorni" a Parigi lo ha in parte mo– strato. Ma CQn tutto ciò la partita non è ancora per– duta._ Già in Europa alcune posizioni nazionalistiche vengono ,cedendo il passo, e uomini politici. respon– sabili si son0 chiaramente espressi. VaJ<g-a l'esempio del delegato britannico a Parigi, sit Stafford Cripps, Cancelliere de1Io Scacchiere, il quale -ha dichiarato che il commercio euro.pe0 -deve impegnarsi su un\\ via nuova, in .cui ogni paese sia -disposto ad accet– tare sacrifici particolari.. E anche il nostro Tremel~ Ioni, di ritorno da Parigi, ha osservato che molti degli ostacoli alla collaborazione europea vengono progressivamente elimi"nati. Ma la via nuova, se deve basatisi sulla prodnzio•ne e sugli scambi, deve an– che essere una via politica. Si deve cioè giungere al sacrificio ed al superamento di tante posizioni, -anche sentimentali, che hanno finito il loro tempo perchè non hanno .più alcuna funzione positiva. In questo senso, il compit0 ·dei democratici, dei socia– listi, consis_te nello svolgimento di_una dU1Plice, dif– ficile opera. Di persuasione tra i popoli, Ji)ersuasio- ne non solo di un'idea, ma di un interesse: se n.ori • si fa l'Europa,. sarà, presto, la guerra. E di colla– borazione europea attraverso i governi. E' soprattutto una questione di volontà. PIERO GALLARDO Data; l'im.possibi.liltà di :ma.ntenereuna certa pun– tuaJità di uscita alla Rivista in occasione delle fe– rie, in luogo dèl numero del 16 agosto, ne pubbli– cheremo uno doDPÌO· il 1° settembre.
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