Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948

CRITICA SOCIALE 335 La Russia e i suoi satelliti Dopo che il Cong resso del Partito comunista ju– goslavo ha, secon.do le .previsioni, riaffermato la propria sol idarietà c on Tito e con i maggiori suoi luogotenenti; dopo che notizie che trapelano da o– gni parte se,gnalano all'attenzione degli osservato_ri politici nuove incrinàture che si vengono aprendo nel blocco dei paesi asserviti aiJ comunismo ed an– che, sep,pure meno palesi, all'interno degli stessi partiti comunisti (sono recenti ed attendibili le no– tizie di di-saoco!'do de,l Cominform con Gottwald e con Rakosi, e notiamo subito che costoro sono dit– tatori dei due paesi di « demo·crazia popolare », Ce– coslovacchia e Ungheria, dove_ la riforma agraria è stata più favorevole che negli altri ai kulaki e che in Ungheria esiste un governo di « fronte popolare», probabilmente epurando); dopo_ quel che è successo a Berlino, dove l'irrigidimento pare che cominci a cedere; ed anche dopo la « prova » rivoluzionaria (premeditata o ,no, l'azione provocata dall'attentato a Togliatti è stata una ,prova) in Italia, un. riesame della situazione internazionale partendo dalla con– siderazione del conflitto Tito-Cominform ci sembra opportuna. E' soprattutto necessario giudicare, quan.to più rettamente è possibile in base agli eleme nti a n ostra disposizione, quale è la politica estera russa. Dico la politka estera, perchè per la Russia la questione della pro,pria espansione è diventata cosi essenzia– le, llecessaria in conseguenza del suo regime, della sua struttura economica, della sua pianificazione di guerra, che ormai regime e struttura son.o in di-pen– den:ba diretta deHe sue possibilità di es•pansione, sì che il dinamismo di questa solo può. conservarli, mentre un suo arresto li fossilizzerebbe votandoli a sicuro imputridimento. Dal nostro punto di vista socialista, quindi - e socialismo signifrca oggi più che mai subordinazione della politica all'economia, ossi-a delle ambizio·ni personali .o nazionali al pro– gresso, e convinzione che il progresso sia ottenibile soltanto attraverso i fecondi contrasti della pace - ciò che importa stabilire è se la disperata vo– lontà di mantenere Ja pace, che ci anima, ha anco– ra possibilità di successo. Nel momento in cui la democrazia parlamentare in Europa è in. crisi aper– ta (specialmente in Francia ed in Italia) ed i fa– scismi si ria.ff.acciano alla ribalta sotto nomi diver,– si; mentre si viene fonmando o confermando in molfi la convinzione della ,catastrofe; mentre i pro: blemi militari ri-prentdono il primo posto nella soala dei valori nazionali e l'unificazione europea mi– naccia di diventare il trampolino ,per la formazio– ne di un rigido blocco at.Jantico in cui la collabo 0 razione sarebbe sOIJ]l~attuttopreparazione alla guer– ra (1), più che la polemica conta e può essere pro– ficua la critka e· la conoscenza. La politica interna ed estera della Russia. La rivoluzione russa, i suoi sviluppi, le sue svol– te, le sue distorsioni che la nostra rivista ha tante volte iJ.lustralo con la penna di diversi collabo– ratori, ha!Ilno finalmente ,portato la Russia ad, una situazione che si può descrivere in sintesi nel mo– do seguente. Una struttura economica pianificata, emine_ntemente produttivistica, ma ottenuta per mezzo della co~cizione, dell'imposizione burocra• tica, senza la possibilità di critica, con soltanto ·qualche adattamento empirico dove gli ostacoli fossero i!Ilsuperabili. La caratteristica fondamentale di una pianificazione simile consiste nell'essere an.– tieconomica: essa è voluta e imposta indipendente- (1) Il giornale inglese Observer scriveva pochi giorni fa che « il primo dovere di tutto il mondo occidentale consiste nel momento attuale nel prepararsi al peggio. Noi non do– vremo attaccare, aggiunge il giornale, ma dobbiamo assi-cu– rarci che se ,siamo attaccati, nessuno di noi sarà schiacciato. L'integrazione militare dell'America, del Canadà e delle Po– tenze firmatarie del patto di Bl'Uxelles non è più un obiet– tivo che si tratta di raggiungere a lunga scadenz8. --con lente discussioni diplomatiche. Esso pu<'> divenire uha questione di vita o di morte quest'anno, fors'anche questo mese ». iblioteca.Gino Bianco mente dall'interesse dei singoli e dal vantaggio del– l'intero paese, quindi, in definitiva, contro di essi. (Gio\"erebbe, a questo proposito, un paragone con. la pi·an,ificazione che si sta attuando in Inghilterra, dove invece la libera critica è stimolo continuo a far sì che la pianificazione stessa, o sia veramente economica,. o si.a abbandonata). NatuTalmente, sul piano politico una simile pia– nificazione pl'esup,pone una dittatura e, a sua vol– ta; è elemento per la conservazione della dittatura stessa, creando giri d'interesse che non potrebbe– ro mantenersi diversamente. Ma sul piano interno, dittatura e pianificazione ·coatta non possono man– tenersi se non ap,poggiandosi volta a volta su un determinato gruppo di interessi per schiacciarne un altro (non dissimilmente agiva anche il fasci- -smo) onde evitare il formarsi di categorie stabili capaci di min•are dall'interno la struttura stessa dell'economia nazionale. In Russia, ancora recentemente, sono stati col-– piti prima gli operai e poi, più duramente, i con– ta,dini, i quali du-rante -la guerra avevano goduto di una certa libertà di guadagno (2). E notiamo inten– zionalmente che i ·contadini hanno sempre costi– tuito la bestia n.era- del comunismo nella sua fase realizzatrice (si ricordi la N.E.P.). Questa specie di dinamismo della dittatura so– vietica la spinge però fatalmente, dall'interno ver– so l'esterno, in un continuo bisogno di allargamen– to de,l suo campo d'azione. La sua struttura eco– nomic•a di guerra la porta ad una politica di espan– sione e di .guerra. La prima fase della politica rus– sa del dopoguerra è infatti la fase espansionistica. Espansione, si badi, ,da intendere come rapacità nel– l'impadronirsi di impianti e di mezzi di produzio– ne, nuove ricchezze, cioè,. destinate a nuovi inve– stimenti, e come ansia di potere e di sicurezza. Data la possibilità che la vittoria le ha offerto, la Russia ha svolt,o una intensa opera d.i penetrazione economica dovunque le è stato µossibile. Questa pe– netrazione è stata però realizzata, anche nei paesi deJ.l'Europa orientale, ·in misura diversa. I paesi baltici, \a Polonia orientale, la Bes~arabia e la Ca– relia sono state assorbite completamente. I paesi ex nemici (Ungheria, Romania, Bulgaria) sono stati oggetto di una penetrazione di capitali, mediante la costituzione di società miste o la stipulazione di trattati di commercio particolarmente favorevoli al– la Russia (3). Nei paesi già alleati, invece (Jugosla– via, Cecos>lovacchia e Polonia), la penetrazione « i– deologi,ca » è stata forse non minore, ma la penetra– zione economica è stata assai più ostacolata. E, a quanto pare, Io è stata specialmente in Jugoslavia, più lontana dalla U.R.S.S. e più indipendente degli altri paesi p,er gli sbocchi che essa ha sul mare (si veda anche quello che ha scritto sull'ultimo nu– mero di « Critica Sociale » il compagno Balducci). Ma la Russia, oltre a perseguire quest'opera di penetrazione, ha ,pur dovuto e d_eve svolgere una politica sul piano mondiale, l~le da assicurarle un sem-pre nuovo campo di espansion~ specialmente in Europa. In questo senso si può dire ,che essa ha ripreso la vecchia politica nazionalistica ed impe– rialistica del tempo degli zar, ma perfezionata e completata in conseguenza della sua aumentata for– za produtHva e di espansione. E perciò diciamo subito che sarebbe un errore trarre da un simile parallelo la conclusione suggestiva che la Russia, quale è ora, possa aspirare ad una politica di equi– librio e di alleanze e comunque non ad un.a politi– ca di guerra. Per la Russia, lo sbocco di tutto il suo atteggiamento e della sua situazione politico– economica .non può essere che la guerra guerreggia– ta a più o meno lunga scadenza. Da ciò la sua aspra e, da un ,punto di vista eco– nomico, insensata lotta contro ÌI -piano di rico– struzione europea, contro il socialismo •democrati– co, contro la possibilità ,del costituirsi di una Eu- (2) Si veda l'articolo che abbiamo riprodotto in Critica Sociale, n. 8 (16 aprile 1948) pag. 187. (3) Si veda l'articolo sull'espansione economica russa, nelln_ rubrica Fatti e commenti.

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