Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948
.352 CRITICA SOCIALE nale dell'emisfero occidentale. Gli Stati Uniti hanno, però, fatto. importanti concessioni politiche dopo essersi liberati dalla pericolosa concorrenza ·tedesca, di triodo che la di– plomazia americana trova· oggi migliòr accoglienza dove la patria», fare il maggiore sforzo possibile per ottenere la soddisfazione di certe esigenze che non si possono trascu– rare senza inasprire i contrasti; e bisogna pure ,riesaminare il passato coloniale, i cui fasti nella « madre patria» sono celebrati come date « gloriose », ma che nelle colonie c0- stituiscono il ricordo dei molti abusi e fatti di sangue. E infine bisogna a:vere il coraggio del gesto che pone fine alla distinzione razziale. .. ~inistra ha preso il potere, come nel Venezuela, mentre l'Argentina, ricca di. prodotti d'esportazione essenziali, fa il suo proprio imperialismo « invadendo» con creéliti e mer- * * * Il disprezzo del coloniale britannico del passato' ha fat– to più male al prestigio del Regno Unito in India che non lo sfruttamento di 150 anni. Il grande problema per Stai– forcl Cripps durante la guerra, e poi per il governo labori– sta, era non di dare l'indipendenza all'India,· ma di vincere la diffidenza dei suoi abitanti, che si erano sentiti fip .al– lora sprezz\lti per il mero fatto ciel colore della loro pelle · e clell'appartenenia a una civiltà, non. cristiana. E' una for– tunata particolarità· cleHà Gran Bretagna •aver trovato nella famiglia reale l'uomo che, in nome d'un gover-,:io sociali– sta « espropriatore » fu càpace cli compiere non solamente la missione ma anche il gesto necessario ai labor.isti, che non è solamente nazionale· britannico. L'emancipazione naiion;iJe data all'India apre ivi la via alla necessaria differenziazio– ne dell.'atteggiamehto dei vari ceti alla vita politica e per– metterà agii oppressi e sfruttati -di farsi valere. Un, problema particolarmente importante e delicato è il posto· dell'Islamismo nell'emancipazione coloniale in corso. Il mondo dell'Islam presenta nel suo seno tali differenzer , quali possono essere ad esempio fra l'Italia e l'Islanda.· Ma la religione musulmana costituisce nelle sue varie· sfuma– ture ancora nn legame importante dal punto di vista sen– timentale e delle tradizioni: costituisce sopr,i'.ttutto un'insie– me cli abitudini e di pensiero che ha fatto scaturire in.._ que– sti ultimi anni tangibili prove di solidarietà anche dove non poehi interessi contrari entravano in lizza. Lo prova il caso della Palestina. Si sono sbagliati tutti coloro- che ci han– no detto che i vari re, capi, politicanti ed intriganti ~del vi– cino Oriente fossero troppo divisi per reagire insieme al nazionalismo sionista, che con le sue rivendicazioni tetrito-. riali e la prospettiva d'una immigrazione praticamente sen– za limite suscitava la paura degli arabi. E invece, oltre alla solidarietà musulmana. si è manifestata persino ,la so– lidarietà degli arabi ·cristiani di Palestina e della Siria. Il risvegclio nazionale _arabo è un fatto di cui bisognerà te– Her conto in tutto il bacino mediterraneo. Ciò non vuol dire che 11011 vi siano differenzia,,zioni in se– no al nazionalismo arabo. L'esistenza di vari partiti, d'o– rientamento non sempre uguale, nei tre terrìtori del\'Africa. del Nord francese ce ne dà la prov;,.. Non sempre i socia– listi hanno saputo mostrarsi all'altezza dei· loro compiti per. sottrarre all'influenza del nazionalismo - la c:l!li natura rea– zionaria si è fatta palese -i~ Egitto - l'elemento opèraio nu– merosis,imo, specie in Algeria. Vi si riscontra talvol,ta l'i– ·(lea, presa a prestito dal bolscevismo, ehe il socialismo <li 'per sè non è articolo d'esportazione verso le co11trade ro- loniali, ma che è già un gesto « rivoluzionario» quello di prendere il tè con uno dei capi nazionalisti che nei rapporti personali ·sono gente affabilissima:. Ma il socialismo è vice– versa, e Seljllpre dovrà essere, « articolo d'esportazione>. Fortunatamente ·Ii socialismo è· stato ugu_almente espor– tato dalla vecchia Europa. E se l'idea ·socialista non .si fa ancora la sua strada dovutamente in quelle regioni nordafri– cane che hanno un proletariatò agricolo nufnerosissiriìo e che sarebbero·quindi predestinate al.Ja « colonializzazione » so~ oialista, in.altri paesi invece il socialismo è nato e si è dif– fuso a seguito d'iniziative sviluppate nel paese:' la Bir– mania e l'Indonesia olandese sono esempi chd il Comiseo non dovrebbe trascurare. D'importanza uguale sono i movi– menti socialisti.. nell'America del Sud, nati in ·un ambiente tipicamente <<-coloniale»,dove l'indio lotta per fa sua eman– cipazione sociale e per la fine del regime colonialista che i creoli insta1,1rarono dopo/la loro emancipazione dai vicerè spagrtuoli. Due colonialismi s'incrociano infatti :meli' America del Sud; qudb dtllo sfruttatore creolo negli Stati dove ·.i massa della popolazione è costituita da indigeni più o meno spagnuolizzati, e quello della preponderanza del capitalismo noFdamericano nello sviluppo generale della parte .meridio- BibliotecaGino Bianco· ci la Spagna franchista e amica. - Ricordiamo che Rosa Luxemburg ci citò l'Argentina e le sue ferrovie come esempio d'invasiÒne imperialista <la parte çlel capitale inglese. Oggi è la Spagna che diventa zon,i d'invasione del c~itale accumulato argentino, e il ca– so ha una maggiore· gravità politica trattandosi di due Stati in cui sopravvive il fascismo. e la classe operaia è imbava,- gliata, come· •fu sotto il fascismo italia,no o· il nazismo te– desco. Il problema coloniale è quindi onnipresente nel mondo d'oggi, e il socialismo farebbe ·bene a prestargli maggiore attenzione in tutte le sue fasi, onde poter assumere ad ogni ·momento opportuno la sua posizione indipendentemente dal– le tradizioni· borghesi del proprio paese o dagli interessi che non sono quelli della collettività. Nel mondo colonizzàto dalla civiltà e dalla tecnica che per abitud'ine chiamiamo «oc-• cidentale·», i popoli « calpesti e derisi» nel p:;i.ssato insor– gono verso uh'avvenire migliore. Ma anche questi popoli so– no divisi in cl,issi e se a1la testa dei mòyimenti d'emanci– pazione lasciamo insediarsi gli eFedi delle caste dominanti, l'avvenire della classe operaia è in -pericolo. Si tratta quindi d'evitare l'inasprimento dello spirito nazionalista, evitando di associarsi a qualsiasi gesto colonialista, e si tratta pure, dove e'è p0~sibilità, di fa.rei missionari della nostra dottrina di là dal confine che separa gli uomini secondo il colore della loro pelle. · RonoI,JÌo R!lyENTI,ow Gliultimi giornidi Engels Federico Engels morì il 5 agosto 1895. La _malat– tia che ne provocò la ·morte fu un cancro alla gola, che per· la prima ·volta tu rilevato verso il maggio 1895. Almeno in una lettera a Kad KautskY del 21 maggio 1895, -l'Engels parla di « UN disgustoso in– grossamento delle glandole del collo, con acl!lti do– lori ,e con conseguente impossib,ilità di dormiré >, che « per quattordici giorni lo aveva reso quasi to 0 talmente incapace di lavorare ». Nelle settimane suc– cessive le sue condizioni s-i fecero così inquietanti, "che Viktor Adler si recò .da VienNa a Londra, .. so– spintovi ad un tempo da un. in!e,resse umano e dà u_n interesse· medico. Nel Sl!IO viaggio di ritorno a Vienna egli si inconh;0 a Stoccarda con Bebel e Io mise al corrente dello stato di salute dell'Engels. In seguito alle dirette J.inp·ressioni di questa rela– zione dell'Ad'ler, Bebel ne scrisse a Guglielmo Lieb– knecht. La sua lettera, sinora inedit!)., e il cui ori– g.inaJe si trova nell'Istituito Internazionale per .la Storia Sociale di Amsterdam, reca la data del 5 ago– sto 1895, cioè del gio.rno stesso della morte del1'En– gels, ed è scriMa da. Zurigo. Guglielmo Liebkhecht si trçivava allora a Berlino, dove era redattore capo del « Vorwarts », Porgano centrale ,deHa socialdemo– c,azia tedesca. La lei.tera, che non ricliiede mÒlti commenti, dà un chia,,o quadro degli Nltimi giorni di vita di Fe– derico Engels, ma è· in pari tempo caratterisiica per le preveggenti precauzioni del suo autore; e.be con° sidera h1tte le possibrilità, :werchè il partito non ven– ga colto di sorp·resa da un così luttuoso evento. E' evidente anche l!lna lieve dif\fidenza· nei confronti di Liebknecht •<Ileiquale Bebel, e ·nolil del tutto a torto,· dubitava alquanto .pe, ciò che riguardava la capacità organizzativa. Quindi i consigli dettagliati a1ramico, le cui improvvisazioni egli ad un tempo ap.Jilrezzava e ·temeva. . , I1 « Paolo » menzionato nella lettera è Paolo Sin– ger, che .in quegli· anni aveva una parte direttiva lilell<>.socialdemocrazia tedesca, accaNto a Bebel ed a Liebknecht, ed era personalmente conosciuto dal– l'Engels.
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