Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948

CRITICA SOCIALE 343 da l'apertura di un conto di risparmio ferreo, nel quale i versamenti erano effettuati per un maximum di un marco (1940) al giorno, oltre gli straordinari, la tredicesima men– silità ecc. Questo risparmio era assistito da importanti e cospicue agevolazioni: tasso annuo del 3¼1% (pari a quello dei depositi vincolati per un anno, mentre il tasso normale era del 21/,1%), -esclusione dall'imposta sul reddito, non solo dell'interesse, ma anche deUa parte del salario risparmiato, nonchè da 'ogni imposta patrimoniale e· da,lle trattenute cli assicurazioni sociali, molto elev"ate in Germania. Ciò che in pratica elevava enormemente il tasso effettivo d'impiego .. Giuridicamente, la concezione del risparmio ferreo era con– cepita ed attuata con perfetta volontarietà dell'apporto, in– coraggiato, favorito, non mai forzato. L'economista tedesco Karl Muhs, professore dell'Univer– sità di Halle, trattò a fondo l'istituzione dei conti blocc,1ti, con particolare riferimento al risparmio di. guerra, colle– gandolo invece con gli usuali interessi, col sorteggio dei pre– mi; aggiungeva che « ad una determinata percentuale di ri– sparmiatori è offerta, a mezzo della sorte, la. possibilità, rinunciando parimenti agli interessi, di ave-re la preferenza nell'assegnazione di abitazioni. I premi in denaro -0 in ali>i– tazioni hanno lo scopo di aumentare l'allettamento al ri– sparmio». I precenti economici del piano Fanfani, come si vede, so– no autorevoli, ed in un certo senso probanti. li ministro Fanfani merita una lode, per avere affronta– to, con coraggio e competenza, un problema che appare quan– to mai difficile nel momento attuale. Il suo metodo e il suo piano possono essere più o meno accettabiii, secondo i· punti di vista, ma sono e restano di notevole portata, ra– zionalrrfente concepiti, anche· se ciò non li esima dàlla one– sta critica, purchè essa si mantenga su un piano di seria, ragionata ponderazione. Schematicamente,.· al progetto pos– sono essere mosse obiezioni di ordine economico, tecnico e giuridico. I,, pr.imis, che non siamo più in guerra e il governo per– segue, da tre anni a questa parte, una economia di pace, con conseguente, sistematico smantellamento delle bardature vincolistiche. - Secondo, che i redditi di puro lavoro sono ancora bassi, mentre i prezzi sono in costante ascesa (vedi aumento fitti, gas, lucè, abolizione prezzi politici), per cui il consumo è rigorosamente contratto, ciò che riduce già notevolmente il potere d'acquisto del lavoratore, cioè il salario reale. - Il sistema, poi, del risparmio coatto produce la paralisi del libero risparmio, con conseg,uenze non facilmente pre– vedibili per l'avvenire. Al risparmiatore, oltre alla sicurez– za del suo investimento, importa di ricevere interessi fissi immediati, e non un premio aleatorio e di ammontare im– precisato. Sarebbe onesto poi che, nell'atto che impone que– sto risparmio, già così bistrattato, lo Stato sentisse il dovere· di garantire la stabilità monetaria fino all'epoca del rirn- . borso, dando al risparmiatore la certezza di non perdere nel futuro i propri risparmi. Esite poi, alla radice stessa del piano, una questione di principio che è, in siffatta materia, pregiudiziale. E' intol– lerabile che il salario possa così facilmente, e direi arbi– trariamente, essere sottratto al lavoratore, prima ancora che esso pervenga nelle sue tasche: di fronte alla legge ed al fisco tutti , cittadini devono essere ugua.Ji. Il datore di lavoro deve versare la tredicesima mensilità all'avente diritto, cioè direttamenet al lavoratore. Lo Stato potrà, semmai, rivalersi - pure direttamente - sul con– tribuente o sul risparmiatore coatto, ma mai - sia pure col beneplacito di un qualsivoglia Parlamento - imporre al <la– tore di lavoro un'arbitraria destinazio~e, diversa da quella liberamente stabilita da una convenzione fra le parti. I rapporti di lavoro, e quindi di salario, devono essere regolati fra il datore di lavoro e il lavoratore, o fra i loro rappresentanti, salva la tutela di legge : mentre i rapporti fisca1i d~ono irimanere strettaments:, circosori~ti tra lo Sta– to e' il singoto contribuente. Biblioteca_Gfno Bianco Noi, sappiamo, per amara e diretta esperienza, che lo sta– to di gùerra richiede leggi eccezionali, in contrasto con la legge comune: in definitiva, ad un dovere civile si aggiunge un dovere militare, per cui anche il lavoratore può soggia– cere a restrizioni coattive e il ,risparmio coatto può essere reso necessario ai fini del finanziamento di guerra. Ma in tempo di paçe esso esorbita dalle facoltà concesse a.i r;:ip– presentanti politici, anche considerando la natura p1,1bblici– stica del mandato. Infine (e qui si viene al nocciolo della questione sociale), il lavoratore in genere, per senso di responsabilità e di rn– lidarietà verso gli altri lavoratori e verso se stesso, è in linea di massima disposto ai più gravi sacrifici, pur di por– •tare un concreto sollievo alla disoccupazione. Un piano, sia pure manovrato .celio strumento del risparmio coatto, è ac– cettabile soltanto, se al sacrificio rlchiesto corrisponda la n:iatematica- sicurezza che il piano raggiungerà il suo sco– po. Questa sicurezza potrebbe essere fornita soltanto da un piano, sia pure settimanale, che investa tutta l'economia pro– duttiva del paese. Pianificando tutto ,il settore produttivo, con l'ausilio d'un piano finanziario, si ·avrebbe una gil,ran– zia di sicuro, razionale successo. Ma se il -Governo intende soltanto di pianificare le risor– se dei lavoratori, lasciando mano libera al capitale nostrano di muoversi a suo talento, allora è assolutamente certo che il piano Fanfani è destinato a fallir'e. Esso fallirà propri'o. nella sua pratica .attuazione, qqalunque siano i sostanziali emendamenti <1iquali sarà sottoposto, perchè il fondamento su cui poggia è errato. ' --La negoziabilità dei buoni casa non può essere lasciata ·libera senza pregiudizio degli interessi dei -lavoratori. Una ·cutela è nec~ssaria contro gli speculatori, dato il bisogno ucgente' di denàro oui soggiace il lavoratore in genere. I1 p.roblema della ricostruzione edilizia è un problema so– prattutto finanziario. -Esso deve e può essere risolto solo in base ad un progetto finanziario di straordinaria ma non di eccezionale amministrazione. Produrre case ad un costo ele– vatissimo ·significa gonfiare enormemente i,l reddito da ero– garsi in canone di affitto, oppure del valore da assegnarsi in proprietà: i,n definitiva significa dilapidare il pubblico ri– sparmio. Gli Istituti di Credito Fondiario sono nella im– possibilità di concedere mutui efficienti nel loro ammon- -tare, non per mancanza di denaro, ma per l'alta alea che comporta una simile operazione. Il rischio è troppo alto e i ·futuri- redditi non sono capaci di garantire il pagamento delle semestralità di mutuo, che si protraggono nel tempo per ben trenta anni: è indubbio che l'incremento delle co– struzioni edilizie ridurrà fortemente in una libera economia, il reddito dei nuovi e dei vecchi fabbricati. E si vorrebbe che i primissimi cattivi affari fossero realizzati col denaro dei lavoratori! Un,1- simile assurdità econo'i-nica non può essere incoraggiata. La costruzione edilizia deve essere in– crementata pr-imamente con l'esenzione delle tasse, col bas– so costo del materiale da costruzione, razionalizzando i me– todi di costruzione stessa: grandi case popolari a molti pia– ni che utilizzino al massimo l'area, che incide fortemente s~l costo; costruzione in serie degli infissi. E' tin problema soprattutto tecnico e fiscale. Non si dimentichi che gli ap– partamenti dati in ·sorte dev.ono essere riscattati, sia pure col contributo dello Stato. I piano Fanfani quindi ha bisogno di severa ponderazione, ma deve esser discusso con alto senso di responsabilità: non è serio nè onesto gridare a.Jl'ostracismo, soltanto per setta– .rismo politico. Gravi sacrifici sono pur n&essari, se vogliamo seriamen– ·te incrementare quei beni _strumentali - cioè i capitali - che al nostro paese fanno difetto; ma non sarebbe neppur giusto, nè onesto, che a ricostruire capitali fossero .chia– mati in causa soltanto i lavoratori. FERRUCCIO VIGORELT.I

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=