Critica Sociale - anno XL - n. 14 - 16 luglio 1948
312 CRITICA SOCIALE impedire non gia una fraterna collaborazione, ma semplicemente una pacifica convivenza. E' questa la ragione per cui sia la « destra » che la, « sini– stra:• hanno rifiutato di entrare a far parte della nuova direzione. La chiarificazione (grazie soprattutto a Basso, Nenni, Morandi e Cacciatore) c'è stata. Ad essa non hanno invece corrisposto le conseguenze. Nessuna delle due nelle posizioni ha vinto ed esse si sono rivelate numericamente equivalenti. Anzi si sono escluse a vicenda dall'azione direttiva, ma non certo con animo conciliato e con intenzione di abban– donare la lotta. A trionfare è stato il «centro». Bisogna ricono– scere che ha trionfato malgrado tutto. « Destra » e «sinistra» lo hanno vanamente tempestato; inutil– mente e gli uni e gli altri hanno posto in piena lu– ce la inconsistenza della sua politica e dei suoi propositi e l'equivocità delle sue formule; invano tutti hanno rilevato le ambiguità, l'astrattismo, il meccanicistico (proprio un colpo al cerchio, uno alla botte) centrismo del discorso di Lombardi, as– sai preoccupato di non urtare le suscettibilità del suo irrequieto e infido partner; invano persino que– sti, Pertini, secondo « l'indelebil so caratter », di– rebbe .il Porta, dimostrò come, coi tempi che cor– rono, anche un nomo politico ,possa « esplodere a razzo,», e, partito quale leader del centro, sino ad essere preconizzato futuro segretario, andare a fini– re tra le braccia di Nenni, fracassando tutto il pia– no di battaglia (chè, evidentemente, proprio a lui era demandato di « marcare » la sinistra). II « cen– tro », variopinto conglomerato di preoccupazioni più ancora che d'idee e di interessi, superò tutto questo. Vide anzi ascendere, al momento, della votazione, le sue azioni, per la suggestione che proprio solo un forte centro avrebbe impedito una scissione. Volse a sè i perplessi, i deboli, gli isolati. Raccolse infine i suffragi di quegli opportunisti pronti a puntare sempre sul cavallo vincente. E in tal guisa giunse al traguardo primo, e con distacco. Addirittura con un trionfo, henchè poi le conseguenze (necessità di formare la Direzione da solo; difficoltà di tro-. vare un segretario di snfficient.e ascendente; ecc.) lo abbiano visibilmente sgomentato. Come non pochi ricordavano, a Riccaudo Lom– bardi, che quasi da solo sostennll, il peso della bat– taglia centrista, riuscì in tal guisa di portare a ter– mine questa volta quella operazion e di « tagliare le ali » che gli era fallita, segnan.do la scissione e lo sfasciamento del partito, al p rimo Congresso del Partito d'Azione. E se Lombardi (una delle pochis– sime personalità forti della nuova Direzione) non co– glierà i meritati allori della sua vittoria con la no– mina a segretario, sarà pe_r l'insidioso slogq,n : .. « un piccolo Partit0 d'Azione all'avanguardia del Partito Socialista », che circolava nel Congresso, « a gran dispetto » degli ex-azionisti, sin troppo sma– niosi dì mostrare incondizionato lealismo al gran baraccone, in cui erano stati gli ultimi ad andare a cercare ricetto, con tante illusioni, dopo la ina– spettata loro « svolta>> del settembre scorso. Il guaio (guaio per il P.S.I.) è che questo centro è tutto quello che si vuole, salvo che una posizione . politica. E' peggio che un eqtfivoco; è peggio che un compromesso: è nn'i.nconsistenza fatta potenza. ·· E sul vuoto - e per vuoto intendiamo anche le formule verbali, gli oscillatorii funambolismi e le improvvisazioni - nessuno può reggersi a 'lungo. · C'eran_o tuttavia troppo· urgenti e troppo precisi problemi sul tappeto - e di fronte ad essi « destra » . e « sinistra » si erano pronunciate, anche se in mo– do a~tagonistico - perchè proprio il centro, auspi– ce d1 un concreto realismo, potesse esimersi dal dar loro risposta. E' caratteristico •però che questa ri~posta sia sistematicamente un «sì», accompa– gnato da tanti « ma » e « se », e circondato da una tale quantità, di riserve, da rendere incerta la ri– sposta stessa e da aprire la via a tutte le possibilità dell'opportunismo .. « Sì » in primo luogo al patto d'unità d'azione, questa palla di piombo al piede del P.S.I., «ma» con la pretesa assurda di potere esplicare in toto una differente azione socialista, con la necessità BibliotecaGino Bianco - peraltro di doversi subordinare alla « unità della classe operaia », ossia, in ultima analisi, al placet del P. C. «Sì» al Fronte, (« i morti si seppelliscono» - disse invece Romita), « ma » con l'osservazione che la sua impostazione offensiva è stata sbagliata, per– chè, in un momento di riflusso, occorreva farne strumento di difesa, e per di più « ma » con la ne– cessità di allargarlo (figurarsi: dopo che è stato battuto! ) al le forze democratiche in senso estrema~ mente la.to. « Sì » alla manicheistica polarizzazione di un bloc– co di paesi proletari contro un blocco imperialisti– co, « ma » con l'osservazione che non bisogna la– sciarsi irretire dalla visione comunista_ di una lotta di classe trasferita unicamente sul piano della lotta internazionale, quando la lotta di classe va condotta ancora, con prospettive favorevoli, all'interno di «Sì» all'E.R.P., «ma» non nascondendosi le sue mire politiche di occidentalizzazione, e « ma » con la pretesa che i partiti della classe operaia lo con– trollino, e che esso non impedisca le esportazioni di manufatti verso l'Europa Orientale. «Sì » al Comisco, giacchè non si può accettare la intransigente tesi di .Basso che ormai le « socialde– mocrazie » occidentali sono fuori del socialismo e perdute alla causa di questo, in quanto dietro di lo– ro ci sono pur sempre le masse operaie dei vari paesi, « ma » per riaffermare la concezione tutt'af– fatto particolare del P.S.I., che non vuol rompere in alcun modo col P. C. « Sì », per quanto con molte riserve classiste, an– che alla democrazia, «ma» considerando che il « governo nero » sta di fatto soffocandola e ammet– tendo che talvolrta, di fronte al caos ed al reazionari– smo del regime, si finisce col dubitare se non sia necessario, per ristabilire l'ordine delle , cos·e, un autoritarismo dittatoriale, come quello che delizia i regimi di « nuova democrazia ». La tesi centrale del «centrismo» è che bisogna stabilire una politica socialista, individuabile nel fatto che il P.S. si pone come un partito di governo, il quale dimostra (ciò che ·può naturalmente be– nissimo avvenire pur se esso resti all'opposizione) la sua vocazione e la sua capacità di reggere il pae– se, nell'interesse della collettività. Ma questa pretesa (che di per sè suona implicita e giusta critica per cip che il P.S.I. non ha saputo ~ssere dalla Libera– zione in poi) è contraddetta dalle ambiguità con cui si sfugge ai più essenziali problemi d'oggi. La volon– tà di assurgere a partito di governo è velleitarismo o demagogia o addirittura una pia intenzione, sin– chè a questi problemi non si dà una risposta sicura e rassicurante, che sia intesa non dai socialisti sol- tanto, ma da tutto il paese. · E da ciò il <~ centro » rifugge, come abbiamo vi- , sto sopra. A ciò il « centro » si preclude la via pro– clamando la imprescindibile unità d'azione con i comunisti, la cui incapacità di scindere la politica interna da quella ifitecnazionale vieta, sinchè per– dura il regime borghese, ogni possibilità di vedere assurgere a partito di governo un partito della clas– se operaia. Si proclama quindi un'intenzione (ed una funzione) che si sa di non poter mantenere o che, per essere· mantenuta, presupporrebbe quello svincola.mento (e ·non lo si può configurare che co– me rottura) dai eomnnisti, che si nega a priori. La p0litica del « centro » si condanna quindi al nnllismo. Quello che ~sso potrà esplicare sarà tut– t'al più un possibilismo molto opportunistico, reso difficile dalla lotta sotterranea che si acuirà fra le due ali, di fronte alle quali improbo e spossante sa– rà ogni sfoFZo di mediazione. Le due ali estreme infatti hanno constat,ato e conclamato la impossi– bilità di una loro convivenza. Se si è evitata una scissione, ciò non è affatto dovuto alla forza o al– l'ascendente della intercapedine centrista che si è cercato di frapporre fra di. esse, ma proprio alla persuasione della inconsisfienza e della Non lontana disgregazione di questo centro. Ciascuna delle due ali ceréherà di .rendergli impossibile la vita ed il successo e di operare il sollecito -sfaldamento, con la prospettiva di raggiungere la maggioranza nel partito ed eflìettuare drasticamente l'esclusione del perdente. La crisi del P.S.I., lungi dall'essere sanata, è stata quindi esasperata dal Congresso di Genova. Anzic)lè ritrovare ascendente e forza d'attrazione,
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=