Critica Sociale - anno XL - n. 14 - 16 luglio 1948

CRITICA SOCIALE 329 zionalizzazione meramente ispirata ad un'idea di potenza o di sfruttamento delle risorse altrui sarebbe la peggiore ir' risione e la più grave minaccia per il socialismo >. Finedel partitosocialistapolacco. L'unificazione del Partito socialista polacco e del Pa.-tito comunista - che altro non è che un'autoliquidazione, più o meno forzata, del ,primo - è cosa decisa. Ma già il Partito Socialista Polacco è morto. Da mesi i comitati centrali dei due partiti tengono riunioni comuni. Anche nelle fabbri'che e nelle aziende, socialisti e comunisti tengono assemblee co– muni, nelle quali l'unificazione ~viene proclamata come cosa necessaria per il bene del popolo polaccq e per la potenza della Polonia. Al principio di aprile, 1500 funzionari dei due partiti sono convenuti a Varsavia ed hanno preso la delibe– razione di operare per un sollecito e completo ravvicina– mento ideologico. Non rimane altro che una unificazione sul piano organizzati va. I socialisti polacchi si battono ormai unicamente contro i cosidetti socialisti di destra in esilio, di cui ,prospettano l'o– dio contro l'Unione Sovietica come opportunismo piccolo– borghese, come ostilità verso la classe lavoratrice e come ri– nuncia ad ogni lotta rivoluzionaria, e riconoscono dei par– ti.ti stranieri solo il P.S.I., grazie al patto di unità d'azione con i comunisti, l'ala secessionista dei socialisti francesi e la sinistra di Zilliacus del Labour Pavty. Ma Gomulka, segretario del Partito Comunista polacco, ha potuto usare verso i socialisti, ormai in piena involuzione auto-liquidatoria, un linguaggio senza alcuna reticenza. Au– spicando l'unificazione dei due partiti, su di una nuova linea ideologica di marca comunista, egli ha dichiarato che il suo partito non vede senza apprensioni il permanere di elementi anticomunisti nelle file del Partito socialista polac– co. Il problema della unificazione organizzativa dipenderà probabilmente dalla epurazione di questi « indesiderabili ». Luciano Bild, membro del « Bund » ebraico-polacco, nel– l'esaminare questo •processo di liquidazione della socialde– mocrazi~ polacca nel settimanale inglese Tribune, ricorda come il Partito socialista pol~éco, fondato clandestinamente nel 1892., avesse assunto sin dalle origini una posizione non solo anti-zarista ma anji-russa. Questo stato d'animo perdu– rava quando nel 1939 avvenne tra l'Unione Sovietica e la Germania nazista l'accordo per la spartizione della Poloni~. « Il Partito socialista considerava i comunisti ,polacchi non solo come nemici della giovane Repubblica, ma niente di di– verso dagli agenti russi ». Le cose cambiarono -poi nel corso della guerra. Con l'avanzata · dell'Armata Rossa vi fu un mutamento nella direzione del ,partito, che estromise i vec– chi leaders e pose alla testa altri uomini, usciti dalle minori gerarchie del partito. Con l'occupazione russa la polizia po– lacca, riorganizzata dai sovietici e controllata dai comunisti, iniziò una azione a vasto raggio contro i vecchi socialisti, molti dei quali furono tratti in arresto, ·altri costretti a cercare le vie dell'esilio, ed altri ancora dissuasi con le minacce dall'interessarsi del partito. « Cyrankiewiez, Rusinek e gli altri attuali dirigenti del partito cercarono, àlmeno in un primo tempo, di lottare· Per una limitata indipendenza del Partito », ma non si sentirono di dare una manifestazio– ne di fermezza, avvalendosi dell'ascendente acquisito dai socialisti durante la lotta di -liberazione, quando il partito comunista polacco era ancora debole e con scarso seguito· nelle campagne. Secondo l'articolista, ciò venne reso impos-– sibile dalla frattura esistente tra la « base » del partito ed i nuovi dirigenti « autonominatisi » o quasi, assai più sor– retti dalH1. partecipazione al governo di, fronte nazionale (e quindi dagli organi governativi) che dal conse~so sincero del partito. Dopo la liquidazione del partito dei contadini, socialisti e comunisti si trovarono di fronte. Ma « i dirigenti ebbero paura di portare Il partito in una posizione di aperta oppo– sizione alla politica comunista. Essi sapevano che la mag– gior parte dei. membri del part'ito li considerava come usurpatori e che una sconfitta dei comunisti avrebbe signi– ficato in pari tempo la fine della loro dominazione sul par– tito. In realtà essi si erano mora.Imente costihiitl prigionieri dei comunisti. Per le ste.sse ragioni essi capitolarono di fronte ai comunisti sulla questione della autonomia dei sindacati e del movimento giovanile. Essi finirono col distruggere cosi radicalmente « Il morale» del Partito che per l'esistenza di un autonomo partito socialista non apparve più sussistere giustificazione alcuna» •. Mentre cosl il socialismo finisce di essere eliminato all 'in– terno della Polonia, ha avuto luogo, a fine maggio, a Pont-à– Lesse, nel Belgio, il Congresso del Partito socialista p9lacco In esilio. Rilevati i vari aspetti dell'asservlme~to della Po– lonia ,.)la politica ,russa, esso ha condannato i metodi_ di ter- 1bl1oteca l:,1 o l::31anco rorismo ,politico e fatto appello alla « lotta costante, colletti– va, senza compromessi per il rispetto dei diritti e della di– gnità dell'uomo. Una dichiarazione ha poi constatato che la fusione che si va preparando tra il Partito socialista go– vernativo e il Partito comunista « .pone termine alla com– media della democrazia inaugurata dal famoso comitato di Lublino. La linea di demarcazione è oggi chiara e netta per tutti: da un lato il totalitarismo comùnista subordinato a Mosca; dall'altra il socialismo democratico, indi-pendente, rap.presentato dal Partito sociali~ta polacco in esilio ». Sviluppi socialinel MedioOriente. In un a,rticolo di questo titolo, Gabriel Baer esamina, su Socialist Commentary di luglio la situazione attuale dal punto' di vista sociale nel medio Oriente. Premesso che dei mutamenti di carattere sociale si parla generalmente poco !'elle notizie ufficiali che provengono dal l\ledio Oriente, egli osserva che invece per il futuro di questi paesi,· che sono conosciuti per .Ja loro staticità, essi sono di maggiore import8nza dei trattati militari, degli atti di ter– i"'orismo e delle lotte civili. ,Lo sviluppo dell'agricoltura non è nuovo per Il Medio O– riente, ma sotto il vecchio sistema feudale esso era sprecato nella produzione Q.i belli di lusso, o in imprese commerciali improduttive, e ben poco andavà all'incremento dei metodi di ,produzione agricola e di sviluppo industriale. I prodotti industriali erano importati. La guer,ra provocò alcuni cambiamenti radicali nella strut– tura sociale del Medio Oriente. Con gli eserciti alleati comin– ciò un enorme afflusso di -capitali (essi spendevano in un anno circa la stessa somma del complesso di capitali inglesi investili in Egitto). Fin dal principio le fonti di approv– vigionamento straniere e con esse la concorrenza estera ven– nero eliminate; mentre veniva creato un mercato su larga scala per i prodotti locali. Nello stesso tempo gran parte del– la popolazione rurale veniva impiegata in lavori industriali o agricoli per lo sforzo bellico o direttamente dalle auto– rità militari. Fino a qual punto questi fatti hanno influenzato l'aspetto tradizionale dell'agricoltura del Medio Oriente? Fino a qual punto essi hanno elevato il livello di vita delle popolazioni di fellah in Egitto, Palestina e Iraq? L'assorbimento di più di mezzo milione di lfellah disoccupati da parte delle iQ:Lpre– se militari ha certamente avuto im·portanti conseguenze. Esso non solo ha prodotto l'aumento del livello di vita delle po– polazioni agricole, ma le ha poste in contatto con Ire città e con il progresso. Inoltre gli eserciti erano grandi consumatori di prodotti agricoli, per i quali pagavano alti prezzi. Questo permise a molti agricoltori di pagare i loro debiti, che sono una delle piaghe della agricoltura del Medio Oriente. I pagamenti al Crédit Foncier Egiptie_n, per esempio, che è una delle mag– giori compagnie di credito agricolo egiziane, sall da 151.000 lire egiziane nel 1938-39 a 796.000~ nel 1941-42 a 960.000 nel 1943-44 a 1.300.000 nel 1944-45. Lo stesso avvenne negli altri paesi. Con ciò, un incremento considerevole dei mezzi di pro– duzione ag"ricola fu possibile. Tuttavia, per quanto- importanti siano questi cambiamenti, essi non hanno distrutto la tradizionale struttura feudale e in molti casi i vecchi contrasti sono diventati maggiori. In– tanto sono s~rti centri di studio della questione agraria. ln Egitto sono apparse an~he ùotevoli .pubblicazi0ni su questo argomento. L'autore ne cita due: una di Mariette Ghali ... e una di Sadeq Sa'ad. Quest'ultimo chiede che le proprietà terriere eccedenti i cinque acri siano confiscate senza compenso e divise tra i contadini. Ma poichè la produzione su piccola scala è antieconomica, si dovrebbero costituire delle coope– rative di pro'duttori agricoli. Anche nell'industria si sono avuti notevoli sviluppi, spe– cialmente in Egitto, e nella Palestina per opera degli Ebrei. Tuttavia, dopo la guerra si è notato un ristagno dovuto solo in part-e alla concorrenza straniera. Ora la posizione delle nuove industrie potrebbe diventare critica: P suo futuro dipende in gran parte non soltanto dalla situazione economi– ca ma anche dagli aVVenimenti politici nel Medio Oriente. L'autore osserva poi che si è venuto sviluppando un pro– letariato in tutti questi paesi e questo già favorisce uno sviluppo sindacale ed anche politico di notevole importanza. E conclude: « Non è possibile discutere in questo articolo il significato politico di questi sviluppi. Ma in conclusione si potrebbe ,rilevare che il movimento del lavoro, confinato per il passato praticamente all'America e all'Europa, può ora attrarre l'attenzione delle masse nel Medio Oriente, dove h~ vinto la mancanza di coscienza sociale, e i socialisti euro– pei dovrebbero tare un serio sforzo per intendere i nuovi problemi del Medio 0-riente ».»

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=