Critica Sociale - anno XL - n. 14 - 16 luglio 1948
CRITICA SOCIALE 327 razione bellica, saldano il nichilismo ad essi pecu– liare (che ha per base il misconoscimento più com– pleto della libertà quando i popoli ne vengano pri– vati ad opera dei comunisti) a quello borghese, più consapevole e più ricco. Il libro di Reed e le ultime pagine della « Rivoluzione d'Ottobre » di Leone Trotzkij ci parlavano del comunismo come di un fenomeno positivo. Kravcenko, Petkov e Masaryk ci parlano di un comunismo che ha fallito il suo com– pito ed è stato assorbito dal nichilismo. Di fronte al fallimento di tanta storia moderna, in cui pure si è incessantemente raccolto quanto seminammo in antico, sorge il dubbio se gli uomini non abbiano sbagliato sfrada fin dagli albori della civiltà. Come storicista, mi ripugna affermare la le– gittimità di un tal dubbio, che è tipicamente anti– storicistico. Ma appunto perchè logicamente insuffi– ciente, esso si giustifica alla luce del nichilismo leg– gendario ed è un anello importante nella sua mor– sa. Se certe risposte aberranti, o certe domande pe– regrine, ci sorprendono, vuol dire che siamo ancora nel traboccante limbo di coloro che non han com– preso nulla della· tragedia del secolo. Perchè la no– stra è un'epoca di. ribollimenti, dei più curiosi e pericolosi rigurgiti, in cui affiorano molti detriti, ma anche molti tesori ignorati e rimasti lungo tem– po sepolti. E' un'epoca, in altri termini, in cui si tirano le somme di gran parte, forse di tutta quan– ta I.astoria umana di ogni tempo. Ed è un preceden– te torbido, perchè combattuto tra passato e avve– nire e privo di fiducia in se stesso. Da quel conflit– to, e da questo vuoto profondo, s'esala il clima della leggenda, nel suo duplice aspetto di «paura» e di «fatalità». E' strano, come in questo gran deserto, punteg– giato delle luci d'una civiltà dura e meccanica, le grandi voci del passato si affievoliscono e i vigo– rosi appelli del presente rimangono inascoltati. For– se per questa sua inspiegabile sordità, che la can– cella dalla realtà più vera, la casa che ·abitiamo as– somiglia sempre più ad un giardino incantato, in cui una moltitudine spettrale si aggira senza scopo e lascia crescere nel suo seno, come un'erba mali– gna, la leggenda dell'anno Duemila. Gurno CERONETTI LIBRI RICEVUTI IN OMAGGIO W. BsvenrnGB: Relazione su l'impiego integrale del lavoro in wna societit libera - Torino, 1948, ediz. Einaudi, ,pagg. 600, Lire 500. G. M. TnBVELYAN: Storia della società inglese - Torino, 1948, ed. Einaudi, pagg. 761, Lire 2400. A. MATHIBZ: La reazione termidoriana - Torino, 1948, cdiz. Einaudi, pagg. 341, Lire 900. G. WBTTER: Il materialismo dialettico sovietico - Torino, 1948, ediz. Einaudi, pagg. 429, Lire 1350. A. GRAZIADBI: Il capitale ed il valore - Ron1a, 1948, ediz. Leo– nardo, pagg. 361, Lire 1000. F. OLGIATI: Carlo Mal'X - Milano, 1948, ediz. Vita e Pensiero, pagg. 525, Lire 900. A. CIANCIO: L'espansionismo americano - Milano, 1947, Ediz. europee, pagg. 157, s.i.p. L. DE Gonm: Democrazia economica - Rovigo, 19~7; 1st. Pa– dano di arti grafiche, pagg. 255, Lire 450. L. GRANONE: La politica religiosa italiana - Bari, 1948, Casa editrice Pitagora, pagg. 77, Lire 150. H. MuLZEn: Proprietà senza furto - Milano, 1948, ediz-. Comu– nità, pagg. 170, Lire 380. C. JouRNET: Conoscenza ed' inconoscenza di Dio - Milano, 1948, ediz. Comunità, pagg. 140, Lire 320. LA RnsISTBNZA ITALIANA: L'Italia s'è .desta - Milai;io, 1947, ediz. C. V. L., Lire 600. iblioteca Gino Bianco FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera Il P.S. I. dopoGenova. In una serie di articoli su L'Italia socialista Paolo Vlttorelli rileva come le ambiguità e le contraddizioni che sono, insite nella politica centrista, trionfatrice nel Congresso di Geno– va, si rispecchino ai;iche nella determinazione di quella « piat– taforma di una comune politica socialista :o, che, sec0ndo la nuova Direzione del P.S.I., è la premessa per discutere il pro– blema della unificazione socialista. Com'è noto, il c.,omunicaio pubblicato dopo la prima tornata dei lavori della Direzione prospettava delle condizioni. Ma l'articolista nota al riguar– do èhe << nessun contributo ha ancora dato il P.S.I. alla ri– cc.rca di questa piattaforma, poichè le. stesse condizioni che esso pone alla unificazione sono tutte negative e ci vuole ben 2ltro per dare la prova al proletariato che il socialisn10 svol– ge un'azio11c effettiva in vista della sua emancipazione». Man– ca. qualsiasi determinazione di un program,ma positivo, di quelJu che proprio il centro rivendicava con1e « politica so– cialista », ponendo il P.S.I. come partito di governo. Dopo avere chiarito che « la coscienza nei partiti socialisti di es– sere diventati maggiorenni, di essere diventati partiti di go– ve-rno, capaci di partecipare al governo con la borghesia sen– za contaminare il proprio socialismo, ma con la convinzione_ di avere invece ormai abbastanza preSa sulle masse e potere di persuasione sulle classi politiche esistenti per contaminare queste di so.cialismo, ha offerto al -socialismo la possibilità. di superare i suoi vecchi dissidi », Vittorelli avanza la do• manda: « E' pronto il socialismo italiano ad ammettere la sua funzione di governo? Se si, allora ahche le condizioni ne– gaitive poste dal P.S.I. alla unificazione acquistano un senso, diventano premesse per una discussione utile; se no, se il P.S.I. o qualunque altra corrente socialista non si sente que– sta forza, allora è fatale che chi si sente massimalista fini– sca- nelle attuali condizioni di rottura della politica inter– nazionale e nelle condizioni di rottura introdotte nella nostra politica interna dal partito comunista - col fa,re una poli– tica agitatoria, sterile per il socialismo e utile solo ai fini della politica sovietica ». Ma, -constatata la carenza di una delineazione positiva Qi politica socialista, l'articolista critica anche le condizioni ne– gative poste. « Essere contrari all'asservimento al governo de– mocristiano»: o signific2 una pregiudiziale negativa verso qualsiasi governo cui •partecipino i democratici cri-stiani - e significa opposlzione astensionistica e massimalistica per tut– ta la durata della legislatura - o significa postulato della reimmissione dei comunisti ne'l governo - e allora « la ca– ratteristica principale de1l'asserviment0 si avrebbe. nel fare una politica alla quale i comunisti non siano invitati, per– chè impegnati, sin da Bialystock, a dare scacco matto al– l'E.R.P. « Contrari alla intesa scissionistica sindacale »: ma non basta asserire questo, quando <quel che 1nanca è proprio una ,politica sindacale socialista nella C.G.I.L. e si ha invece « una passività della corrente sindacale del P:S.I. di fronte alla costante politica di agitazione sindacale a sfondo poli~ tico della maggioranza comunista della C.G.I.L. ». « Contrari alla adesione a blocchi politici e militari »: ma qui basta no– tare che « il ricordo della politica néutralista col cuore ri– volto ad Oriente di Pietro Nenni e di Lelio Basso è troppo recente perchè una dichiarazione così generica possa venir.e considerata una svolta rispetto alla politica precedente » e non rischi di degenerare in un isoJamento nazionalistico di piccola potenza che ha perduto la guerra, anzichè ~sere ef– fettiva indipendenza dai due blocchi. In un successivo articolo, Vittorelli esamina sino a qual punto sia para-Iizzatore per il P.S.I. quel mito della « unità operaia » a cui il « centrismo » ha proclamato indefettibile fedeltà. « In teoria, e cioè non necessariamen.te . « in Italia » e « neila fase presente della lotta politica », nè soprattutto per chi non voglia « identificare la lotta di classe con la lot– ta tra l'Unione Sovietica e gli Stati capitalistici », l'unità del– la classe operaia è un criterio normale di lotta contro i ne– mici di classe·. In Italia, in questo momento, nell'attuale si– tuazione internazionale, è tutto il contrario. E' noto che il P.C.I. è impegnato a « dare scacco al Piano Marsha11 » ed è anche evidente che questa politica si ripercuote su tutti i set– tori di una politica unitaria: qualunque progetto di ricostru– zione interna legato all'E.R.P., qualunque politica sindacale rivolta « più ad obbiettivi di politica ec0nomica che mera– mente rivendicativi », qualunque atto di politica estera che esca dalla sfera degli interessi del blocco orientale, entrano
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