Critica Sociale - anno XL - n. 14 - 16 luglio 1948

322 CRITICA SOCIALE ne dell'azienda; in qual modo debbano costituirsi le rappre– sentanze della maestranza a ·tale scopo (poichè non è nem– men concepibile che l'intera massa abbia la capacità di eser– citare tali funzioni) : tutto ciò d0vrà essere stabilito dalla futura legislazione. Non v'è -proprio bisogno, per i lettori di questa Rivista, i11 ispecie per quanti sieno studiosi o praticamente esperti di questioni sindacali ed operaie, di sottolineare l'importane za - e la difficoltà -:- di ciascuno di tali problemi, e dei tanti che discendono, come corollari, - dall'una o dall'altra soluzione degli stessi". E' compito specifico dei competenti il mettere in equazione tutti questi problemi, il discuterli a fondo, l'interessarvi il paese ed in particolare le maestran– ze, per le quali essi sono d1importanza veramente vitale. Per divenire una vera e propria: classe politica, per abili– tarsi ad amministrare la cosa pubblica, ed intanto per coo– perare alla gestione delle aziende nelle quali prestano la propria opera, i lavoratori devono fare affidamento, non già su loro colpi di mano, o su altrui colpi di testa, - che, quand'anche riuscissero, non assicurerebbero durevoli vitto– rie -, bensì sopra quella preparazione, che è compito spe– cifico_ dei partiti socialisti d'ogni paese di avviare e di gui– dare. La Repubblica italiana potrà dirsi, sul serio, « fonda– ta sul lavoro», soltanto allora quando i. lavoratori si sann– no costruita un'educazione adeguata ai nuovi compiti, che la democrazia loro dischiude, ed affida, nel campo ecÒno– mico, sindacale, politico. ALESSANDRO LEVI La crociata dei baronetti Raccontano le « Historiettes » del nostro tempo, in 1 quello stile affrettato dei cronisti dei giornali che ignora le sapidità di un Saint-Simon e le ar– guzie -di un Tallement des Rédux, di due valentuo– mini siciliani, nobilucci in sul declino, i quali, ani– mali da fervore ,religioso e da prurigini donchi– sciotf!esc/Ie, s'eran dati attorno a promu:Overe una spedizione armata a salvaguardia del Santo Sep0l– cro di Gerusalemme, in,sidiato dagli infedeli di Sionne e di Berberia. Al grido fatidico: « Iddio lo vuole!» i novelli Pieri"e l'Hermite mossero .['intera isola_a rumore e raccolsero, dicono, migliaia di ade– sioni· all'eroica impresa. l'eccato che dal dire al fai,e anche questa volta ci fosse di mezzo il ma.re , _oltre ai divieti ecclesiastici e laici. Avremmo avuto una Crociata di _nuovo conio, in piena estate 1948, organizzata come un « tour» dalla Cii, $Olio il pa– trocinio del Commissariato per il Turismo (il qua– le, per l'occasione, si sarebbe forse fatto vivo),' e· magari _offerta in radiotrasmissione da una grande marca pubblicitaria ... Altro che « primavera sicilia– na!». Vi immaginate l'accorrere da ·ogni ,parte d'Europa e d'oltre Oceano per rimirare il campo dei Crociali, la marcià verso i1 porto d'imbarco, il Jatidico salpar delle ancore? Effervescenza del cer– vello latino! Con un balzo di" secoli, ti congiunge il Medioevo di allora i1 que"llo di oggi, ben altrimenti ferrigno e belluino, inserendo nella grande tragedia la pennellata allegra di panciuti signorotti fe.udal-i, dimenticati,. per uno scher:t.0 della storia e delle vi-· cende sociali, nella dolce e assolata Trinacria," i quali snudano il brando degli avi e sognano le bòt– te e i lauri di gloria. Sie/io Effraena non è morto, Corrado Brando rivive e riveste panni ... Ma, ahimè, i superuomini nietzschiani delle aquile e dei pen- _ nacchi si sono convertiti in due onesti· « galantuo– mini » zelanti ai riti della Confraternita locale ed a/1,eriunioni f]ell'Azione Cattolica. Due Sancio Pan– cia col cero in mano, pronti ad immolarsi « ad majo– rem Dei gloriam ». L'episodio non è tuttavia del tutto banale. E' una delle tante riprove , ogni giorno avvertibili, di quel– la commistio11e di fanatismo, superstizione e pueri– lismo, che, secondo lo Huizinga (« Crisi della civil– tà»), è alla radice dell'involuzione lenta e progres– siva del mondo moderno. « L'atteggiamento di se– miseri età, divenuto ormai generale, rischiara im-' BibliotecaGino Bianco provvisament-e lo stretto contatto tra eroismo e in– fantilismo». Sono parole del 1939. Da allora il fe– nomeno si è approfondito e allar.gato. La « dilata– zione ». della potenza reca con sè fatalmente il u: vellamento delle masse, il loro assoggettamento mo– rale, il trionfo della pseudo coltura e dell'incoltura. Il presagio di Guglielmo Ferrero nell'Europa giova– ne si è _avverato. Spengfer (« Fine dell'Occiden– te»), Ortega y Gasset (« Ribellione delle masse>) e lo stesso Huizinga non hanno fç,.tto altro che fissar– ne i contorni e le testimonianze. 'La barbarie ritor– na, nonostante il perfezionamento della tecnica, in– gigantita anzi a dismisura nella sua potenza di an– nullamento e di morte dall'impiego dei mezzi tec– nici. « La barbarie cosi perfezionata non potrà che essere più forte e più tirannica », aveva .scritto Hui– zinga. Lo v·ediamo con i nostri occhi. La teologia va a braccetto con la forza secolare. In Occidente il cattolicesimo non è ancora riuscito a convertire i capitalisti alle idee di Padre Lom– bardi, a quella più seria e costruttivà « crociata dM– la. bontà » che dovrebbe rimuov-ere il mondo e in– frangere le spade. Il capitalismo si fa schermo, per contro, "del patrimonio morate· della tradizione cat– tolica e in Truman il fanatismo religioso rinascente e prorompent·e • scorge il novello « difensore della fe– de». In Oriente si è addirittura costituita, dalla de– viazione del marxismo verso le forme della dittatu– ra -asiatica e dell'imperialismo panslavo, una poten– te teocllazia, che ha nel Cominform la sua Chiesa militante e nel leninismo staliniano il suo verbo ri– velato, e che, app<Fggtata ed -esaltata « perinde ac cadaver » da enormi masse guidate da capi onni– scienti e infallibili, muove dallt. frontiere dell'U~R. S.S. all'assalto del mondo occidentale: Come la ·mo– struosa aberrazione hitleriana aveva sognato il trion– fo di uno statç,.lismo satanico, derivato dalla dege– nerazione reazionaria dell'idealismo assoluto di He– gel e dall'esaltazione mitica del romanticismo anar~ coid-e e del culto della violenza di Nietzsche, così il totalitarismo bolscevico porta alle ultime con– seguenze la confluenza delle dÙe tradizionali anime slave (Dostojewski e Tolstoi, per intender~,, con gli estremi rivoli dellrl sinistra hegeliana. Come tutte le teocrazie, anche quella staliniana non sfugge al processo storico delle lacerazioni e dei franamenti inteFni. Ànch'essa, come Roma, ha i suo-i proconsoli ribelli. Anch'essa, come .Bisanzio, ha le sue dispute, le sue eresie, i suo,i Niceforo Fora e Giovanni Zi– misceno. Anch'.essa, come il Sacro Romano Impero, ha.la sua lotta delle investiture ... Il sottostrato socia– le, la realtà. economica, non si comprimono in for– mule, non si esprimon<J in a~soluti. Ma è conforme. alle esigenze naturali di tutte le teocrazie e di, tutte le teologie eh-e il fermento sociale si faccia strada soltanto attraverso le discettazioni sui testi e sulle loro interpretazioni. Anche il gesto dei baronetti siciliani rientra· nel quaaro. E' un sintomo, modesto fin che si vuole ma a 's·uo modo ,eloquente, dell'immane conflitto fra i due fanatismi, d_ietro il -quale si cela la posta del dominio mondiale conteso dal capitalismo indivi– dualista e_dal capitalismo ,di Stato. E' un tentativo, fors_e, •di sfuggire alla morsa. Inutile e vano, come tutti i gesti che non si richiamano alla coscienza critica dei motivi ,e degli st-imoli della in'Voluzione del mondo moderno, all'urgenza di dare un'anima e un volto alla democrazia sociqle. ant. v. l,eggete e diffonde~ il quotidiano del P. B. L. L L'UMANITA'

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