Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

CRITICA SOCIALE -Il discorso che . Poichè; per un. involo11tario errore, dopo esser s_talo designalo dal gruppo parlamentare di « Uni– tà Socialista» a parlare in suo nome s11lle comuni– cazioni del Governo, fui iscritto tardivamente nel novero degli oratori, l'intervenuta chiusura della di– scussione mi impedì di esporre con la dovuta am·– piezza il pensiero nostro sull'argomento. Potei sol– tanto parlare brevemente, svolgendo un ordine del giorno presentalo all'ultima ora. · Ma poicl1è è necessario, nella delicata situazione di fronte alla quale si trova il nostro partilo nel Parlamento e nel Paese, che sia espresso con molta chiarezza il nostro pensiero, ritengo opporl11no di svil11ppare su q11este e.o/onne lo schema di discorso che avevo esposto ai colleghi del nostro grup·po par– lamentare, riportandone unanime consenso. UGo Gumo MONDOLFO Parlo a nome del gruppo rli « Unità Socialista»; che desidera esprimere in modo molto preciso la sua posizione e il suo pensiero nel presente dibat– tito intorno alle comunicazioni del Gov,erno. -Desidero· sbàrazzare anzitutto il terreno dai mo– tivi spiccioli e deteriori della polemica svolta dai precedenti oratori. Per quanto riguarda l'accusa di abuso di armi spirituali mossa al '€!ero dagli on. Gullo e Togliatti e da altri orator.i, è evidente che essa non ci riguarda. Tuttavia desidero, perchè nul– la resti nascosto del nostro pensiero, dichiarare in modo preciso che, se. noi possiamo riconoscere che rientra nel compito del clero ispirare e guidare la condotta dei fed-eli il} tutte le possibili occasioni, è obbligo però di evitare che il suggerimento si con– verta in c.oartazione e in violazione di precise nor– me di leggi, come è avvenuto più volte nella recente campagna elettorale. , Sarebbe tuftavia assurdo dedurre che talè abuso di armi spirituali abbia esercitato un sensibile in.– flusso e concorso a determinare la vittoria della Democrazia cristiana. Sono anzi stati abbastanza numerosi i casi in cui tali abusi hanno determinato una reazione in senso contrario a quello che si pro– ponevan.o gH ecclesiastici che ricorrevano al prea stigio del loro ministero per esercitar pressione sull'animo degli elettori. Invece il sentimento di paura, suscitato dagli intendimenti che si attri– buivano al Fronte nel caso .che avesse conse– gi.Iito la vittoria, quello sì, ha contribuito in mis11- ra molto sensibile a riversare i voti sulla lista della Democr_!!zia cristiana in tutte le circo.scrizioni; e questi. voti sono stati sottratti in forte numero a noi, in più ristretta misura agli amici repubblicani, in misura notevolissima al blocco liberale-qualun– quista, che deve a questo, oltre che all'innaturale connubio da cui è sorto, il gravissimo insuccesso che ha subito nella recente campagna elettorale. Ma di queste conseguenze: noi abbiamo diritto di do– lerci, non il Fronte. Con tutto il suo sistema di propaganda, in cui minacce di violenze rivoluzio– narie erano malamente occultate sotto parole tutto latte e miele, in cui la protesta contro vere o pre– sunte violenze della forza pubblica si associava al– i'uso di min:i<'ce e di violenzt> contro gli rivvers:iri, mentre da mille segni (dalla scelta del simbolo sino alla designazione di certi candidati ai primi posti nella lista nazionale) apparve l'intento di nascondere la sua vera natura e. fisionomia, è stato il Fronte la vera causa per c ui un'assurda paura si insinuò qell'animo di tan.ti elettori, inducendoli a dare il voto ad una lis ta ne lla (Jtrnle non trovavano l'espres– sione genuina .del loro pensiero, ma vedevano il mezzo più sicuro per allontanare il temuto pericolo di un catastrofico rivolgimento. Per quanto riguarda l'intervento americano, ri- . conosciamo senza difficoltà che si è tentato di là di influire sui risultati delle elezioni italiane; ma era inevitabile che così fosse dal momento che tutto l'atteggiamento· polemico- del Fronte aveva cercato di dare alla campagna il carattere di lotta contro l'America e di evidente a·ppoggio alla politica !li quello Stato o gruppo di Stati che oggi rappresen- o ljtanco dov~to fare tano l'antitesi, in campo internazionale, della po– litica americana. Quanto aWoro americano con cui si sarebbe tentato, a dettà di alcuni oratori, d'in- . fluire sull'esito delle elezioni, noi rion siaiflo riu~ sciti a comprendere che cosa rappresenti quella eia fra di quattro milioni di dollari addotta dall'on. Togliatti e ripetuta dall'on. Nen.ni e siamo sicuri che neppl!lre essi saprebbero darci una spiegazione nè indicarci da quale fonte autentica abbiano tolta la notizia. Ma poichè si è tentato di coinvolgere a11che il nostro partito nell'accusa, chiamandqci, con . frase molto maligna ma poco spiritosa, « partito SQs cirtlista americano », teniamo a dichiarare anèora una vo,lta che neppure un centesimo noi abbiamo ricevuto che provenisse direttamente o indiretta– mente dal governo americano. Gli aiuti, ·generosj ma modesti, che ci sono pervenuti dagli Stati U niti sono- espressione di solidarietà di organizz:i.zioni di · 0perai italo-americani, i quali ri conoscono in n oi la forza eh.e più saggiamente ed efficacemente lotta in difesa degli interessi delle classi lavoratrici. E del resto, a sèagionarci da ogni po§sibile acçusa hà- 5terebbe il fatto della povertà nostra, la quale non. ci ha (Jermesso di far tanto spreco di giornali e di manifesti murali, quale han fatto, con l'aiuto dr contributi di cui non saprebbero indicarci· la· fon– te, _coloro da c!-li ci viene la stolta accusa di co.r– ruz10ne; poverta che ha certo contribuito, come sè 0 gno della nostra onestà, ad attrarre sulla nostra li– sta .tan.te simpatie nella parte più sana del corpo. elett orale. · · La situazione storica italiana. Venendo ora ad argomenti di l)laggior rilievo io vonei, se l'ora lo consentisse, discutere ampiamen– te le argomentazioni_ con le quali !'on. Togliatti ha cercato di trasferire all'altezza di un'analisi storica gli elementi che costituiscono l'intima sostanza del- _la recente lotta elettorale. Non mi par vero quel che egli dice che il problema economico sociale che ora si dibatte in. Italia subisca, nei suoi termini concreti, l'influsso del fatto che nel periodo del Ri– S?:gimento si è compiuto solo un rivolgimento po– litico, senza un correlativo adeguato rivolgimento economico-sociale. Penso che la sua opinione de~ rivi dal •fatto che egli non riesca ad imaginare uri evento rivoluzionario senza intervento di violenza e, magari, spargimento di sangue. Violenza e sangue ci furono certamente nei moti del 1793 còi quali si compiè in Francia quel rivolgimento economico so– ciale di cui il Togliatti lamenta la mancanza in lta-' lia. Ma in realtà il genio di Cavour, come seppe avo-· care allo Stato piemontese la direzione e il compi– mento del rivolgimento politico, che portò all'uni– ficazione dell'Italia, altrettanto seppe fa'l"e ·sul ter– reno economico-sociale. In un Paese come l'Italia, settentrionale e_centrale i.n cui il sistema feudale non in.eludeva il maggiorascato, nop si formarono quel– le vaste proprietà feudali che ebbe invece la Fran– cia, e l'unica forma di latifondo che vi si costituì fu l'estesa proprietà che si raccolse nelle mani del 0 le corporazioni religiose. Le leggi eversive, ema-: nate dal governo Cavour in Piemonte nel 1855 e gra– dualmente estese alle altre regioni d'Italia con le annessioni, c.ontribuirono a spezzare il latifondo• a permettere l'applicazione· del capitale mobiliar: alla proprietà agricola e a determinare quella gra– duale trasformazione dei metodi di coltura che ave– va già prodotto utili effetti sin dagli ultimi: decen~ ni del secolo XIX .e maqqiori ne produsse nei pri-· mi decenni del secolo XX. Il latifondo è così rima-. sto triste privilegio di poche regioni, tutte. o qua-'. si dell'Italia meridionale. Il nostro Paese era pertanto in condizione . d_i poter trarre utili sviluppi di riforme eccinomico– soci:ili dalle condizioni in. cui l'attività della ,bor 0 ghcsia aveva condotto ·l'ecònomia italian a. E s e ii' ventennio fascista impedì che questi svilup.pi si iniziassero fin da allora, avremmo tutt avia pot ufo iniziare noi- quest'opera immediatamen_te dopo· la li~· betaiione, Ji'rof-ittando anch,e del fatto che ..la• i >J.uc

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