Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

ITICA SOCIALE 307 C,5 premi e Indennità varie; 32,4 pane e viveri; 21,7 corredo ·., èasermagglo). Questa. cifra di 83,2 mlliardi dimostra che non solo spen– diamo troppi miliardi per la ·difesa, ma che li spendiamo male. L'armatura è troppo pesante per un tisico: ma se anche fosse Indossata da qn Colleonl" potrebbe forse servirgli per farsi di nuovo r.itrarre in fiera posa guerriera su un monu– mento equestre. Nori gli' servirebbe certo per difendersi ». p. ga. I sindacati operai in Russia. Nel primo di una serie di àrllcoli di « un bµon conosèi– tl'..'redeH'industria russa.», per ovvie ragioni anonimo, pub– blicato nella Schweizer Arbeitgeber Zeitung de.I 5 marzo sul piano quinquennale e i sindacati operai nell'Unione sovieti– ca, vlCne messa in rilievo la funzione che questi ultimi J\an– DO nell'organizzazione industriale russa. Rilevato che, anche nel nuovo piano quinquenl\ale, l'indu– strializzazione resta ancora concentrata sulla fabbricazione dei paesi di produzione, ad onta della lamentata mancaÌtza di beni di consumo, l'autore osserva che Il ritmo- febbrile di sviluppo di detta produzione sarà mantenuto come .prima, che l'aumento della produttività del lavoro sarà pPOmosso con tutti i mezzi e che la posizione diréttiva assegnata In questo campo ai sindacati operai sarà ulteriormente raffor– zata. Come è nolo, nell'U .R.S.S. i sindacati operai non fun– gono da rappresentanti degli operai e degli impiegati contro l'imprenditore, ma come rappresentanti di questo, ·cioè co 0 me organi di controllo ed esecutivi dello Stato contro i )oro soci. E questo vale anche per ciò che riguarda il regolamen– to dei salari, campo nel quale il loro compito si limita li curare, nel Senso cioè voluto dal Governo, l'applicazione dei saggi di salario fissati per decreto. Gli scioperi sono, come è noto, proibiti pe~ legge. In queste condiz-ioni i sindacati operai hanno soprattutto il compito, in t;omune colla direzione dell'h:n.i>resa, di vigila– re al raggruppamento dei •lavoratòri in ri.spondenza a-I loro eff'ettiyo rendimento. Come prima della guerra, il salario a cottimo tiene il primo posto. V.i sono rami d'industria nei quali non meno del 30'% del personale occupato fa parte del movimento stakhanovista. Anche. il conferimento di titoli, or– dini c.. decorazioni, citazioni all'ordine dc~ giorno. e simHi, cqme incentivi ad un maggior rendimento, è sis.te) 'Ila usato tuttora, anzi ora su più larga scala di prima, insieme al suo opposto, cioè alla messa alla berlina degli operai negligenti. I sindacati operai organizzano anche gare di produttività tra singole imprese de.Ila stessa località, nonchè entro e tra le singole regioni. Essi si interessano per la rigida disciplina del lavoro ed esercitano, insieme ai fiduciari di fabbrica del Partito, la vigilanza politica sul personale. Che' ciò avvenga non senza impiego di metodi molto drastici si può rilevare dalla cronaca della stessa stampa -Sovietica, la quale, per fa– vorire l'aumento della produttività del lavoro, va a gara nel riprodurre critiche, cosi delle direzioni dei sindacati come dei loro oppositori, contro i loro provvedimenti. Spesso ven– gono criticate le direzioni delle leghe locali, perchè bascurano I loro doveri -di controllo. E' ·stata invece recentemente citata e titolo di lode la direzione del sindacato di una grande fabbrica, la quale, di fronte al poco interesse per le sue adunate di propaganda dimostrato dal personale, ha fatto chiudere senz'altro le porte della fabbrica alla fine della giornata di lavoro e non le ha fatte riaprire che finita l'as– semblea. Anche in altro modo vengono fatti esperimenti di . varia natura con la collaborazione dei sindacati. Recente– mente, ad esempio, è stata presa un 1 iniziativa colla quale si mira ad ottenere adatti capi operai, facendo fungere a tur– no nei singoli reparti da capi gli operai. Resta da vedere se l'esperimento darà i risultati speiati, ma, comunque, ciò serve ad illustrare la penuria, particolarmente sentita, di per- sonale direttivo subalterno. · Il coro, talora a voce alta, delle critiche e delle proposte di riforme, conferma in ogni caso che i veri promotori, ze– latori e controllori della_ industdallzzazione sono i sindacati operai, i quali hanno, allo stesso fine, una parte preminen– te anche nel campo dell'istruzione professionale, rispetto al– la quale la loro collaborazione alla politica sociale di fab– brica passa in seconda linea. Coi loro 28 milioni di soci e un bilancio annuo di circa 2 miliardi di rubli, essi hanno In mano il necessario apparato per applicare la politica del– l'aumento senza freni della produzione fino nel centri più lontani dell'Unione sovietica. Malgrado ciò, e nonostante i modesti bisogni della popolaz!one, I sindacati operai non potranno ottenere risultati durevoli, se in un tempo non trop– po lungo non si raggiungeranno alm~no ·1 salari reali e Il tenore di vita dell'anteguerra. Fin qui l'articolo. Ma per rendersi esatto conto· di quel _ teca Gi_noBianco che significhi questa funzione dei sindacati operai In Russia come strumenti della disciplina di fabbrica, bisogna non di– menticare i mezzi costrittivi usati nella Russia sovietica per ma.ntenere questa disciplina e le gravi sanzioni cui .si ri– corre contro coloro che la violano. La condanna a un certo numero di anni · di lavori forzati (normalmente dieci) nel famige~ati « cam,pi di lavoro », · organizzati~ sotto il controllo della polizia politica, è diventata la punizione e standard> per quasi ogni infrazione della disciplina lndustr-lale, dalla mera lnefllcienza al sabotaggio. E' quanto .si rileva dalla do– cumentazione obiettiva fornita recentemente da D. Y. Dallln -e B. I. Nicholaevsky (1), In un loro Hbro sul lavoro forzato in Russia, in questi campi. nei quali il numero dei ,laYora– lori forzati sembra .oscillare tra i sette e I quindici milioni, con nulllero estremamente alto di perdite di vite umane, dovute alla riduzione sistematica del loro tenor di vita sotto il livello necessario « a rLprodurre la loro forza di lavoro>, secondo la frase marxista. Gli aùtori mettono In rilievo Il fme economico preminente dèl sistema come mrzzo di finan– ziamento dei piani di industr{alizzazione pe11 l'esecuzione di grandi lavori pubblici per conto dello Stato, col minor costo possibile, facendo dei lavori forzati un ordine economico a sè s·tante, sotto la vigilanza della N.K.V.D. (ora M.B.G.), che frutta miliardi di reddito a prezzo di umane sofferenze e degradazione mal pri~a sperimentate su staia simile negli annali della storia. Questa immensa cl_asse di lavoratori forzati, un segmento di umanità degradata al livello delle bestie da soma, richiama alla mente lo sfruttamento Inuma– no dei lavoratori hll'epoca· della Rivoluzione industriàle In, glese e I metodi dcli'« _accumulazione primitiva> descritta da Marx nel primo_ v~lume del e Capitale ». Fu appunto l'o– pera gloriosa delle Trade Unlons che limitò lo sfruttamento ed elevò il proletariato d_a una classe di Iloti alla dign:tà di uomini. f. p. (1) Su quest'opera abbiamo già pubblicato un articolo-re– censione, dovuto alla penna di R. K. nel fascicolo del 16 marzo 1948. Ciò che si stampa FRANCO VENTURI - Jean Jaurés e altri. s~orici della Rivolu– zione france,e - Torino, ed. Einaudi, 1948, pagg. 194. Il giovane e valente critico torinese analizza molto acuta– mente l'apporto dato in primo luogo dal Jaurès con la sua Histoire socialiste de la R. · F., e, sulle sue orme, dal Mathlez e dal Lefebvre, alla stoi:iografia della rivoluzione francese. Di fronte ai canoni tradizionali degli storici ufficiali, si trat– ta di un apportò specificamente socialista non solo per lo studio delle condizioni delle varie classi sociali e della loro influenza nelJo svolgimento della grande rivoluzione, ma an– che per la spiegazione (che solo quanti fraintendono l'inse– gnamento del « materialismo storico » possono ritenere pre– clusa) dei miti rivoluzionari, del substrato psicologico, della· energia politica delle masse popolari partecipi della rivolu~ zione. Al V. Va il merito· di avere sentito ed espresso la pro– fonda connessione tra il contributo scientifico di questi sto– rie~. e quel profondo spirito umani Stico, rivolto a rendersi par– teci,pe delle sofferenze e delle lotte della collettività in ogni momento storico, ch'è peculiare tradjzionè del socialismo fran– cese e gloria ·particolare di Jaurès. Mtt interessante non soltan– to per lo storico, ma anche per un uomo politico, è Ja prima parte del lavoro, che interpreta assai bene, con immedesima– zione nei .problemi della Francia fin de siècle, e con abbon- · danza di documentazioni, iJ processo di formazione politica ed ideologicfi di Jaurès. Il e farsi socialista » di Jaurès, la sua scoperta della « virtualità socialista » della democrazia, l'ideale di un~ società dove democrazia e Socialisino coinci– dessero, la necessità di salvaguardare repubblica e democra– zia con l'afflusso di nuove forze socialiste, il comportament~ di Jaurès. di fronte al boulangismo dapprima, pòi di fronte ali 'affare Dreyfus, l'assidua polemica contro · Guesde, il suo grande afflato umanistico ed idealistico sono attentamente e appassionatamente seguiti dall'A., pur senza intenti apologe– tici o attardamenti biografici. Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Redattore respons.: ANTONIO GREPPI G. P. ------- ----- Aut or Izz.: Allled Publlcatlons B. C. N. 288 - 1-0-3-1945 TlpograJia Plnelll ~ Milano • Via Farnetl, 8

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