Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

CRITICA SOCIALE 305 extra-parlamentari ed extra-costituzionali, sotto pretesto che questi siano la· più genuina emanazione della volontà collet– tiva. è un evidente non-senso, giacchè vi è più ragione di considerare il Parlamento - con l'insieme di tutte le altre istituzioni rappresentative e l)rofessionali e con la libera stampa - come emanazione della volontà del popolo, dato che esso è più idoneo a rispecchiare, coordinare ed espri– mere - in forma sintetica, concentrata e selezionata - il complesso delle tendenze dell'opiniene l)Ubblica nazionale, di quanto non lo siano gli organismi particolari del trpo surricordato. La tendenza ad avvicinare la democrazia rappresentativa a quella diretta è per sè stessa razionale ed è accettata da!la tradizionale dottrina· e pratica democratica (basta ricordare il referendum ecc.), ma le istituzioni aventi questo scopo devono, però, essere inserite -nell'ordinamento democratico statale e non destinate a funzionare fuori e contro di esso. · Tutto sommàto, diventa chiaro che le elucubrazioni sofi– stiche dei fautori della < democrazia progressi~a > racch:.u– dono in sè un insidioso tentativo di coprire con una parven– za di forme e di metodi democratici la creazione di condi– zioni concrete capaci· di agevolare un brusco rivolgimento statale. Perciò, mentre in· astratto la discussione verte at– ·torno alla democratizzazione della struttura politica, de facto, vengono raccomandati gli organismi atti ad effettua– ' re un colpo d_iStato senza i rischi di una autentica azione riyoluzionaria. E ciò vuol dire semplicemente applicare 1! nuovo metodo, escogitato dal bolscevisrro e già sperimen– tato nei paesi dell'Europa Orientale. Basta l'esempio della Cecoslovacchia, dove, secondo l'Avanti! (26 fehbraio 1948), gli autori del colpo di Stato· con il loro atteggiamento sono riusc~ti ad « armonizzare la legittimità dell'intervento delle mas~e con la legalità parlamentare>. Che l'azione intrinsecamente rivoluzionaria possa svolger– s! attraverso meccanismi legali e in forme pacifiche lo <li– mostrano i lahuristi inglesi, ma essi, però, non creano gli organi .cosiddetti popolari extra e contro-parlamentari e non chiudono la bocca agli avversari politici con l'ergastolo o con il capestro .. Del resto, la pretesa di conciliare il colpo di Stato cou i metodi democratici è un non-senso. La derrocrazia e !a rivoluzione sono concetti antitetici, verchè, mentre la de– mocrazia rimane se,,..pre nell'ambito del diritto e della lega– lità, la rivoluzione altrettanto categoricamente è sempre fuo– ri del diritto e della leg-alità. < I rivolgimenti rivoluzionari - dice il prof. J ellineck - non possono essere sott0posti alla quali fkazione g-iuridica: altriTPenti si sarehbe costretti a giudicare la storia con gli articoli del Codice Penale». Rivoluzione sig-ni fica un in– tervallo nella vita del diritto, un'interruzione nell'azione della legalità .. Essendo un fenomeno politico e sociale, privo di natura giuridica, la rivoluzione non abbisogna di alcuna giu– stificazione giuridica TPentre, invece, ha bis0gno di una giu– stificazione morale, politica e storica, e può ottenerla esclu– sivamente quando venga attuata in nome di un nuovo diritto politico, econorrico o sociale, senza miniTPamente infirmare però, gh imprescindibili diritti fondamentali di uomo e cli cittadino. Perciò, quando un'a,done rivoluzionaria, provocata dall'ineluttabile necessità storica, ha da parte sn,i i rr,otivi ed i fini TPoralmente e politicamente giustificabili, i suoi protagonisti non sentono alcun bisogno di lambiccarsi il cer– Yeno per risolvere l'nisolubile problema di inserirla nella le– galità parlamentare; ed U fatto che tale bisogno, invece, sentono i comunisti ed i fusionisti nei riguardi di colpi di Stato nei paesi balcanici costituisce la prova sicura che essi sono consci della mancanza, in , questo caso, cle!le suaccennate circostanze giustificative, ma, profittando della incomprensione delle TPasse. cercano di nascondere sotto la foglia di fico di una formale pseudo-legalità la sostanzia!e illegittimità dei fini che hanno provocato tali avvenimenti. In definitiva, quindi, la democrazia progressiva risulta una formula pseuclo-democratica e, nello stesso tempo, pseudo– !"ivoluzionaria, per giunta equivoca ed insidiosa, poichè essa non è frutto di una sincera ricerca di una via giusta, ma è escogitata a bella posta da chi ha interesse di pescare nel torbido, e di conseguenza, confondendo le idee e le co,e, offusca le intelligenze e corrom~ le coscienz~. J. r ScHai.rnn iblioteca Gi.no BiariLu FATTI E. COMMENTI della stampa italiana ed ~stera Socialismo e ·democrazia. Data la ·sua essenziale importanza, riportiamo per lnl;ro la mozione deliberata nella conferenza di Vienna del Comtsco, che stabilisce In maniera nitida non soltanto I rapporti tr11 socia– lismo e democrazia, ma gli stessi presupposti Ideologici del socialismo democratico. · < Tutti I popoli del mondo > - premette la mozione « speravano che dopo la caduta del fascismo e del nazismo, la democrazia si sarebbe stabilila dovunque in Europa. Questa speranza è stata del usa. In certi paesi, il fascismo sussiste o tende ·a rinascere. In altri paesi, sottoposti alla pressione eco– nomica ·e politica della Russia sovietica, sono stati Instaurati del regimi che, sotto Il nome di « democrazie popolari > costi– tuiscono di fatto delle dittature :o. « Politicamente questi regimi sono la negazione del diritti civici e delle libertà più elementari. Economicamente essi ten– dòno a sostituire Il capitalismo di Staio al capitalismo priva– to. Essi tradiscono in tal modo sia la 4emocrazia, sia il so– cialismo, da cui pretendono prender .le mosse >. « La Conferenza Sodallsla Intemazlonale, riunita a Vienna, dichiara che Il socialismo, inseparabile dalla democrazia poli– tica, mira a trasformare que~ta In una democrazia economica: e tale è Il suo fondament!'lè obbiettivo >. « ·In conseguenza: « I. - I partiti rappres,ntatl alla Conferenza lotteranno as– sieme per Il mantenimento e l'estensione della democrazia po– litica. Essi s'impegnano ad osservarne I principi nella loro stessa organizzazione e nelle loro attività. Essi s'Impegnano a difendere I diritti dell'uomo ed a farli rispettare, nazJ.onal– mente ed internazionalmente. ESsi si oppongono 0.1 regime de) partito unico e a qualsiasi sistema di governo fondato' ~u que~ , sto regime. Essi considerano che la democrazia politica s_lgnl– Oca essenzialmente e soprattutto: rispetto della dignità della personalità umana; libertà di coscienza, d'opinione e di pull– bllca espressione delle Idee; libertà d'associazione; sicurezza legale e proiezione contro ogni azione arbitrarla di uomini, partiti o governi; eguali diritti ad nna giu~tlzla, allena da ogni Influenza politica; libertà assoluta di elezioni con suf– fragio universale e scrutinio segreto; diritto all'opposizione; eguaglianza politica e giuridica di tutti i cittadini, senza di– stinzione di classe, di razza e di sesso; libero accesso a tutte le fonti d'informazione. ; « II. - Affinchè la democrnla possa espandersi In democra– zia economica, i partiti sorialisti considerano in particolare - che l'azione legislativa deve accompagnarsi ad una pro– fonda riforma delle puDbliche amministrazioni; - che queste devono essere liberale quanto più possibile dagli Intralci burocratici; - che l lavoratori devono essere direttamente assoclatl alla gestione delle Imprese e chiamati alle responsabilità che questa partecipazione implica. « IJI. - La Conferenza ritiene; ·che uno dei diritti primordiali dell'uomo sia la sicurezza materiale; che l'emancipazione politica dei ·popoli è condizionata dal– la loro liberazione economica; che un'organizzazione razionale ,dell'economia non è meno necessaria della libertà individuale; e che essendo le ricchezze naturali ed I beni prodotti, pa– trimonio col~ettivo dell'umanità, ogni uomo deve avere il di– ritto di accedere liberamente al valori economici, morali e spf .. rituali In base ai quali si giudica una civiltà». Il partitosoclallstaIndù. Riproduciamo un articolo di Raymond Lagler pubblicato sull'ultimo numero della Revue socialis(e, che dà alcuni in– teressanti ragguagli sulla situazione del socialismo In India. « Il 15 aprile 1948 tutti l socialisti dovevano aver lascialo Il partito del Congresso e aver dato le dimissioni de ogni posto occupato In quanto membri di questo partito. Questa de– cisione, per lungo tempo discussa e rimandata, è stata Onal– menle presa alla riunione del partito socialista Indiano che si è tenuto dal 19 al 21 marzo a Nasik, presso Bombay. Essa provoca la prima scissione seria nelle file del e Partito del Congresso > che perdr alcuni tlei suoi dirigenti più giovani ed intelllgentl. e Lasciando ÌI Congresso I socialisti non si sono guastati

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