Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

\ CRITICA SO,CIALE 303 cosi ·1a classica definizione « governement of the p_eop\e,by th~ people > d~ta da Lincoln nel 1865 e diveiìtata popolare n,ella formulazione francese : governq « pour le peuple et par le pe,up)e>. . . Ora in questa formula, incomple~a come ogni aforismo, già si racchiudono i g'ermi della doppia deforma#one - una a9toritaria paternalistica e l'altra demagogica - che ha subito oggi il concetto di democrazia intes.a ,nel suo pieno sigaj.ficatò: Chi "uole rimanere fedele alla formale log,ica r~tilinea di questa massima dovrebbe ar.rivare, infatti, ·alla conclusione che è democratico solo l'ordinamento politico che in tntte I; sue manifestazioni corrisponde simultaneamente agli interessi del popolo (perchè tale è il senso vero della dizione « pour •le peuple » ed alle sue opinioni (giacchè sotto– il termine « par le peÙple » si intende non solo la diretta at– .tività pubblica del popolo, ma anche quell.i dei rappresentanti c!a essQ eletti). Data tale impostazione diventa evidente che, per comprendere la ragione della possibilità delle summenzio– nate ev~ntuali alterazioni, che si annidano nella definizione ç~unemente accettata di democrazia, occorrerebbe prima di tutto stabilire quale rapporta esiste tra il concetto « interes– se;> ed il concetto « opinione »e poi esaminare le velazioni che logicamente possono intercorrere tra ciascuna di queste due concezioni ed il principio democratico. Questo comples– so problema, non esaminato con la dovuta' atteazione dal pensiero politico europeo, è stato, invece, imp-ostato in modo -razionale dal grande sociologo e filosofo-pubblicista .russo N. Michailovskij. Accenniamo brevemente. ad alcuni elementi della sua ampia argomentazione. · Secondo il sociologo russo, la definizione che nella simul– tauea rispondenza al duplice criterio ·di interessi e di opi– nioni vede l'indispensabile indizio distintivo, la cond,itio s.ine qua non, della democrazia e del democratismo, è una formula insufficiente e troppo semplicista, perchè dimentica che « po– polo> 110n è un feh9meno socialmente e spiritualmente omo– geneo, ma un complesso eterogeneo di ·.interessi e di opi– nioni divergenti e contrastanti, e p.irticolarmente perchè non tiene conto di' due fenomeni psicologici, in questo caso, essen– ~iali. Prima di tutto gli interessi reali di uria persona e di un ·gruppo sociale ecc. e le loro opinioni non sono affatto la stessa· cosa, cioè non sempre c.oincidono: La vita quotidiana e la storia forniscono innumèrevoli esempi di simili diver– genze tra gli interessi e le opinioni, divergenze generate dal– l'incomprensione, dall'ignoranza, dai pregiudizi e da tante altre cause. E poi nella vita sociale il rapporte cli.-interdi• pendenza tra l'interesse dell'indiyiduo e la collettività si com– bina in modo ben diverso che il medesimo rapporto fra l' O· pinione dell'individuo e la collettività E ·ciò avviene in con– fonnità alla differente natura psicologica _di queste clue concezioni. Difatti, l'uomo è capace di rinunziar•è sincera– mente ad un interesse per preferirne un altro per vari motivl, ·per motivi, ad esempio, di altruismo o di egoismo, cioè, sa– crificare il proprio interesse per favorire quello altrui, oppu– re viceversa· ma l'uomo si trova, però, nell'assoluta im– possibilità ·p;icologica di rinunziare altrettanto sinceramente an·a propria opinione, soltanto per to~naconto b ver ubbidire ~ll'opinione di un altro uomo. S'intende, nella vita, purtroppo, soho· tutt'altro che rari i casi di rinunzia alla propria idea sotto là pressione di svariati motivi di basso tornaconto o· di viltà, ma essi rimangono sempre manifestazioni ·esteriori, frutto di menzogna, di inganno, di ipocrisia o di consape 0 vole tradimento, e nieni:'affatto espressione di sincero cam• •biamento di opi1_1ione di convincimento. Anche Galileo, in– fatti dinnanzi al tribunale dell'inquisizione fece tma dichia– razi~ne di rinunzia, ma nell'intimo suo continuò a credere sempre· soltanto ·nella propria verità, quella dell'« eppur si muove>. Tale è l'invincibile legge che caratterizza l'intrinse– ca natura del processo conoscitivo. Diventa evidente, quindi, che essere democratico e difen· •dere gli interessi di· una classe o di un popolo non sempre vuol dire condividere le op_inioni in essi prevalenti in ogni dato momento. Anzi, l'esperienza della vita e la storia in– segnano che persino i più tenaci e disinteressati fautori del– la civiltà, appunto perchè dedicano tutta la loro energia con la più profonda since~ità alla difesa degli interessi materiali e spirituali dei loro contemporanei, spesso, troppo spesso so– no costretti a lottare contro le. opinioni che prevalp;ono fra questi ultimi. Il martirio d_iCristo, di Socrate, di Giordano ibliofeca Gino bianco Bruno ~ di tanti altri fari spirituali che illuminano la via del cammino _faticoso dell'umanità verso gli ideali della c,iyiltà e del progresso tesfimomano delle, terribili tragedie che · av– vengono sul terreno di divergenze e dissidi testè 2.ccennati. Ma d'altra parte, anche i regimi dittatoriali odierni e, _par– ticòlarmente, s'intende, il bolscevismo, il quale attira indu!J- . biamente le simpatie di una cospicua_ parte delle. mas.se , Ji- · mostrano che le opinicni delle masse pop.olari non sempr e ,si identificano o coincid.ono con le esigenze della civiltà e. del progresso, con le quali, pertanto, necessariamente debbono essere identifica,ti autentici interessi dei popoli. Criterio sicuro di discernimento ·tra democrazia e n,o,i de– mocrazia. Da quanto abbiamo detto, logicamente scaturisce la con– clusione che la classica definizione della democrazia non de– ve es~ere accettata alla lettera, perchè, presa così sic et sem– pliciter nella sua semplicistica formulazione aforistica, essa risulta non dico falsa, ma inco.mpleta ed insufficiente di fronte alla complessità del fenomeno che vuol definire: Nel– la vita sociale in generale le cose e gli eventi si combinano e si intrecciano in modo complicato. « L'empirica realtà po– litico-sociale - dice Michailovskij - viene sempre generat.: dalla combinata azione degli sforzi umani consapevoli e ra– zionali, ma tendenti verso differenti fini, e delle cieche for– ze naturali», per conseguenza la concreta realtà sempre brµ– lica di contraddizioni. Perciò, è veramente razionale e ca– pace di servire come filo conduttore per orientarsi nel la– birinto di fatti concreti soltanto quella dottFina scientifica che tenga conto dell'esistenza di tali contraddizioni e sappia poi conciliarle in una adeguata sintesi teorica. • Ora, come abbiamo constatato, il complesso di contrad– dizioni che si verifica in quest_ocaso è determinato dal fatto che gli interessi e le opinioni non sempre coincidono ·o s'i– dentificano e ehe di opinionj individuali esiste una varietà: tot capita, tot sententiae. A questò bisogna aggiungere an– cora due fen0meni di .grande decisiva imp<1rtanza·.Il primo consiste nel fatto che il concetto « interesse del popolo» non è qualche cosa di ben preciso, perchè ·ogn.i uòmo definisce l'interesse del popolo in. confc,rmità con il proprio giudizio soggettivo, suggeritogli <!laiproprio ideale etico-sociale. Quin– di l'esigenza di servire l'interesse del popolo deve essere con– siderata quale un id.eale, un postula,to morale che .non può essere obbiettivamente espresso in una concreta formula po– litica nè, tanto meno, rinchiuso entro una norma giuriçlica. ~'altro feno.meno è che avere, manifestare e difendere la pro– pria opinione è, per og;,i uomo e cittadino, moralmente un dov@ree politicamente un diritto assoluto, sacrosant~ ed im– prescindiqile, che non deve essere sacrificato per alcun inte– .resse e non può, essere violato da alcuna autorità: tanto che - come dice J. St. Mili - « quando tutta la. specie umana, meno uno, avesse tma opinione, e quest'uno fosse d'opinione contraria, l'umanità intera non avrebbe maggior diritto di imporre silenzio a questa person.i, che tale persona, ove lo potesse, all'umanità tutta» (« La libertà» ecc., p. 46). Il principio della libertà del pensiero costituisce, insomma, quel superiore, intangibile patrim0nio spirituale che segna il Hmite al potere della società. Perciò già da te!T'po ha comin– ci.ito a conquistare il diritto dj cittadinanza l'idea che tutto _ciò che concerne il pensiero, l'opinione e la coscienza umana deve essere emancipato dal domiaio della legislazione, cioè, non· può essere sottoposto al potere discrezionale devoluto allo Stato. Chi accetterà l'assieme delle .suesposte considerazioni non potrà negare che anche la definizione di democrazia,· di de– mocratismo e di ordinamento democratico - per essere teo– reticamente razionale e pr,aticamente capace di servire <la bussola orientatrice - deve poggiare saldamente sull'accen– nato criteri.o fonèlamentale, che dovrebbe da tutti essere or– mai sentito come l'i!T'perativo categorico della coscienza uma– na. Si arriva allora inevitabilménte alla conclusione che sol– tanto il principio della libertà del pensiero può essere rite– nuto l'unico criterio distintivo - veramente sicuro ed infal– libile - per discernere i regimi liberi e democratici, in cui questa principale esigeru:a ·della dignità umana è rispettata, . dai regimi despotici, dove. tale imprescrittibile diritto dell'uo– mo e del cittadino viene negato. In altri termini, la demo– crazia, presl! ·nel suo significato realistico, significa, tanto /

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