Critica Sociale - anno XL - n. 13 - 1 luglio 1948

302 CRITICA SOCIALE necessità, per PitigriUi e per il suo a·utprevole apolog~ta, di condannare su~ito quella che p11re, è stata il'! questo caso arma di salvazione, ci fanno l'effetto come se i due autori si tro– vassero· tra specchi deformanti, in mezzo a"iquali essi stessi non si raccapezzano bene e si vedono decisamente buffi. Ma, c'è poi una questione di sostanza, e qtii altre consi– derazioni sono oppor/zine. Anzitutto ci sembra che il padre · ges11i(anon abbia ima grande fede nel neofita. Se così fos- , se, infatti, egli non, eviterebbe di guardare più a fondo nelle , cose e dovrebbe vedere l'opportunità di qitalche considerazio– ne su tutta l'attività del Pitigrill-i «peccatore», compresa quella nell'Ovra, e sia pure per difenderlo. lQue.,to varreb– be anche per il Pitigrilli stesso, se si dovesse· prenderlo sùl serio). Poichè tutti sappiamo che quanto maggior Pf!ccatore si conv erte, tanta più gloria ne viene alla chiesa, alla reli– g" io.ne, alla « bella immortal benefica fede» di manzoniana memoria. Ma il padre ges1,1itànon analizza propriamente l'anima del convertito, e sì che egli è in ciò certamente uii maestro. O forse lo ha fatto per sè, ma non vuol ripeterlo per i lettori pur scelti della rivista. Sembra, insomma, che assomigli un po', cÒme diceva il soave Pascoli, « al bo-nomo che si fida, e non vuol chiedere la distinta e paga senz'altro ». Le JUP osservazioni psicolegiche sono_ ben deboli e certo lo sono volutamente. Il suo ragionamento sfuma in qualche paterna– listico consiglio o nel velato ammonimento. E si disperde predicatoriamente -in tirate da curato di campagna, come do– ve accenna ad Anatole France, Remy de Gourmont, Salo-mou Reinach « e altri figli delle tenebre». ' Protestando poi contro Mario Mariani che ha definito Pi– tigrilli cattolico « come il più buffo personaggio c 1 eato da Pitigrilli » ed ha parlato di voltafaccia, di vecchio trucco, di buffonata, di doppione di Papini, il M androne affer·ma che Pitigrilli « ci dà tutti i segni di chi ha assaporato le gioie della grazia .e l'amplesso della Chiesa». Ma se dices- se, liii che pi.ò, perchè questi segni sono evidenti? Per 11oi che non ci fidiamo e non abbiamo nessuna sensibWtq ·per simili fenomeni, questo gioverebbe assaì.... Non ta~ito per. una ciiriosità «spirituale» o psicologica che il Pitigrilli, con tutte le sue conversioni e contorsioni, non riesce a .msci/are in noi, ma perchè le considerazioni che siamo venuti espf>,– nendo ed altre ancora ci fanno sorgere il dubbio che, ,cqme il nostro, ma per ragioni opposte, anche l'interesse di ·dan Mondrone e, Per lui, della Compagnia di Gesù non vada ~/– l'uomo Pittigrilli. Che, in sostanza, ai reverendi padri, d_ella conversione o non di un'anima ai fini della salvezza di que– st'anima importi ben poco. Ma che importi invece a loro il fatto çd il suo éclat, i:he servono a ridar lustro a ben con– crete istituzioni, che si vorrebbe riprendessero un'impo,-– tanza non ancora del tutto perduta. Anche Pitigrilli, in que– sto senso, potrebbe essere un fuscello, ima pagliuzza capace di concorrere ad una costruzione, insieme alle grosse travi, Perchè il gesuitismo è una cosa ter;ibilmente concreta. Un dotto ed acuto amico mi ricordava, parlandomi di que– sto articolo, un noto sonetto del Belli sul « privileggio » della confraternita di San Giovanni decollato, nella Roma papa– lina, di poter liberare un malfattore e menarlo processio- . nalmente, con una torcia accesa nell-e mani, vestito di dapia– sco bianco e cinto d'alloro, a glorificare il trionfo della ·11n– sericordia su/Id giustizia.: L'hai visto a San Giovanni Decol'lato Quello che fece a pezzi il friggitore, Come la compagnia l'ha liberato? L'hai visto con che pompa e con che onore . annava in pricissione incoronato, come potrebbe annà l'imperatore? i E' da credere che simili privilegi siano ancora nei voti del/.a Co-mpagtiia., PETRUS Confusione ideologica e disorientamento morale (Contvnuaz. dal n. ,prec.) Se la « democrazia progressiva», una costrnziòne ideo– logica· artificiosa e falsa nella sua _sostanza,•risulta, pur in– -tesa .nell'impostazione irveale bolscevica, intempestiva e pre– matur,a per la congiuntura politico-sociale sovietica, tanto meno sincero deve essere ritenuto il tentativo di trapiantare tale dottrina sul terreno della odierna realtà politico~sociaìe degli StaJ:i europei. E, tuttavia, tale ter,taiivo si fà e con quanto ~el0 ! Artzitutto, si capisce, vien fatto <laicomunisti e · dai fusionisti, i auali açcettano in pieno, e con entusiasmo, il nuovo verbo moscovita. Ma è sorprenclente il fatto, che :fnche alcuni sinceri democratici hanno assunto verso la « de– mocrazia progressiva » un ··atteggiamento, non di. categorica ripulsa e di assoluto ripùdio, ma piuttosto di una quasi be..– nevola neutralità, come se si trattasse non di una insidiosa intrinsecamente falsa ed ingannatrice formula politica, pura~ mente verbale e priva di contenuto razionale, q uale vera- ' mente è, .ma, anzi, di una costruzione dottrinar.ia sinceua ,~ serià, adeguata. alla realtà in una data fase dell'evoluzione politico-sociale della convivenzà umana. Accontentiamòci di due esempi caratter'istici. Esistono, ora - dic~ Salvatorelli (« La Nuova Europa», N. 2, 1946) - due tip~ di democrazia: 1'4110- è quello della democrazia pro– gressiva comunista « d'.impostazione operaistica-marxista, uni– taria a fondaménto economico», escludent~ per sè qualsiasi disti"nzion<:: di partiti e contrapposizione di governo e opposi– zione. Ma accanto ad essa « vi è un posto necessario per un'.altra democrazia pçlitica, cli spirito e ,di struttura diversa: democrazia integrai è, superclassista, a. 'fondo· etico-politica, ' inqua€1rante l'economia, ;mzichè. viceversa», cioè la tradi– zionale democrazia liòerale, il cui tratto ca-ratteristico è la ,plu;a,lità çlei partiti e la libera manifestazi~ne delle idee d~ parte ·delle minoranze in opposizione contro la maggioranz~ Bibl1teca Gino Bianco ~he è al potere. Un altro caso ci fornisce l'ex-azionista Ric– ca1:do Lombardi, il quale, all'ultimo copgresso del P ..S.I., ii,– vitava, in nome del pragmatismo filosofico, all'obbiettività nella valutazione della democrazia sovietica, la quale non ·de– ve essere nè lÒdata nè biasimata, p_erchè essa non· è nè mi– glioi:e nè peggiore della democrazia tradizionale, ma sempli– cemente un'altra' e differente. Il nuovo verbo, come si vede, entra in circolazione ed ac– quista il diritto di cittadinanza nelle diseussioni politiche. &: è triste sintomatiGa dellà dilagante comfusione ideologica e del disorientamento politico-morale del mom~nto la suwina acquisceriza con la quale ·viene accettato questo tendenzioso e tutt'iltro che inrnocuo giuoco verba,le: difatti, rnessuno sen– te il dovere dì spiegare quali sono le .ragioni che giustificano il ·diritto di &iamare democrazia, per giunta ancora raffor– zata dall'aggettivo «progressiva» (che sarebbe il massimo della democrazia tradizionafo)·un regime e un concetto ge– rarchico e dittatoriale, quando fra questi due fenomeni tion è neppure pensabile alcuna conciliazione o transazione, ,Per– chè incarnano due priilcipi di cui l'uno nega l'altro in_modo assoluto. Quali causidici accorgimenti dialettici e ·sofistiche formula2ioni evasive sono capaci di elimimare il contrasfo che in questo caso è determinato dalla assoluta incompatibilità deNe rispettive· concezioni etico-politiçhe? fu-sufficienza della classica definizione della democrazia. Se la balorda invenzione moscovita della democrazia pro– gressiva o popoi°are.non ha incontrato quella generale ·e ca– tegorica· avversione e ripugnanq. che meritai, Giò si spiega - sembra - col fatto 'che tanta parte dell'opinioné pubbli– ca ha oggi un'idea poco precisa e non del tutto esatta dei veri principi democratici. Che éosa è la democrazia? Ordinà– riainente si risponde: l'autog-overno del popÒlo, riass:unendo

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