Critica Sociale - anno XL - n. 12 - 16 giugno 1948
CRITICA. SOCIALE 269 aspirazione negli ultimi tempi è stata manifestata an– c~c da molte altre organizzazioni politiche, econo– miche e sociali. I socialisti dell'Europa Occidentale hanno già chiaramente in mente dove debbano esse– re segnati i confini orientali di questa federazione? Appartiene o no anche l'Unione Sovietica all'Europa? ~elle discussioni si è cercalo di risolvere questo problen.:i anzitutto dal punto di vista economico. Do– p~, l'i~l(tm.ione della tirannia bolscevica sopra,i die– ci Stnti del Sud-Est europeo prima indipendenti l'Occidente europeo ha perd;tlo il suo fondamenl~ di economia agraria. Soltanto l'eccessiva fiducia con cui gli alleati occidentali regalarono questa zona al– le forze di occupazione russe fece sì che il.centinaio di milioni di uomini che la abitano venisse co– stretto a separarsi economicamente dall'Europa Occidentale. l:n'economia europea sana - sia in for·n, 1 c,1pilalistirn tia ir. forma socialista - ha sen– z'altro bisogno di un collegamento economico tra l'Occidente ed almeno una parte dell'Oriente euro– peo. Ma queste considerazioni economiche non sono affatto decisive per l'aspirnzione alla unificazione etir~pea. Le ~dee ~ederalbtiche sorgono nell'Europa Occidentale m primo luogo come misura di sicu– rezza contro l'ulteriore invadenza nell'Europa Oc– cidental::! dell'imperialismo bolscevico. Nel loro fra– z10namento gli Stati dell'Europa Occidentale sono incapaci l'Oliticamente, economicamente e militar-• mente di mrntenersi indipendenti. Nell'Europa 0- r!entale le masse popolari oppresse vedono nella uni– f1caz1one e,,rc,pea l'unico mezzo per liberarsi dalla dittatura bolscevica con l'appoggio degli europei oc– cidentali e degli americani. Se nella Unione Sovietica non esistesse una ditta– tura bolscevica, non vi sarebbero ostacoli per la for– mazione di parecchie federazioni di popoli liberi nell'ambito dell'Europa ed anche al di là dei confini dell'Europa. Si potrebbe J?ensare. accanto ad una fe– derazione occidentale, ad una federazione settentrio– nale, meridionale ed orientale. Ma oggi· la questione npn si può porre così. La metà dei popoli liberi di Europa ha perduto la propria libertà e l'altra metà corre il. rischio di perderla parimenti. Il problema praiico è; c·omf' possiamc uscire da questa situazio– ne forzosa, come possiamo spezzare questa catena?· Si tratta anzitutto di una ·lotta di difesa contro l'as– servimento. Per questa ragione la creazione di una -lega dei popoli minacci::iti cd anche dei popoli già oppressi è divenuta tanto J?Opolare. Per questa ra– gione gli entusiasti della unità europea non riesco– no a mettersi d'accordo sulla questione: chi deve appartenere a questa comùnilà e chi no? Gli uni credono che nna conciliazione con gli invasori sia possibile se si abbandonano ad essi definitivamente i già sottomessi territori sud-orientali. Per questi «mezzo-europei» la federazione deve soltanto inclu- _ derc gli Stati o quella parte di popoli dove ancora sopravvive la democrazia. Taluni socialisti credono ancora che soltanto i territori che appartengono al– l'Europa Occidentale costituiscano il terreno per la costituzione di un sistema economico socialista nel– l'ambito della democrazia·: l'unica isola paradisiaca nel vasto mondo selvaggio. E' pres$a poco l'idea del socialismo in un solo paese. Gli altri non credono invece alla possibilità di una simile divisione dell'Europa tra dittiltura e de– morr:izia. Questa divisione 014gisussiste. Ma essa sa– rii s:,nzionata dalla pace o viceYersa proprio in ~e– guito a<I essa diYenlerà insostenibile? Gli europei che J)t'n~ano in questo modo ritengono che sintanto cl,e i sriYiclici non. desisteranno dalle annessioni di territori di popoli liheri, sintanlo che i sovietici non saninno n'spiRli nei l0ro propri -confini nazionali, anche l'Oc-cidenle d'Europa resterù continuamente espo~to ,,t pericolo. A causa di cib lutti i popoli che ,·h·c>11<1 tnor i ciella Russia Sovietica devono difen– dere in c,,mune la loro libertà. Per coloro che la pensnnn in lai 1110<10, i confini clell::i Fe<lerazione europea sc,no tracciati nei confini particolari della Rns~ia S11,·1elica. E~si non riconosr-0110 nessuna di– visione dell'Europa, ma per essi l'Unione Sovietica non appa·rtiene all'Europa. Ma se il ,federalismo europeo viene inteso come un mezz<> di lotta contro l'oppressione dei popoli e cont~o la minaccia delle democrazie da parte del bolscevismo_. sorge allora il_problema: non si trova- BibliotecaOino Bianco Il piano Marshall . dopo un anno Il 5 giugno 1947 il Segretario di Stato ameri– ~ano 1':larsh~ll tenne': il discorso nel quale espose le idee circa 11 suo purno, che in seguito è divenuto realt~. L'Europa dov~va organ_izzarc la propria eco– nomia secondo un prnno, e l'America avrebbe posto · a disposizio11:e i mezzi occorrenti durante il perio– do d1 attuaz10ne. Marslrnll riYolgeva questa offerta espressamente a tutta l'Europa, inclusa quella Orien– tale e la Russia Sovietica, e nelle prime settimane si ebbe l'impressione che a Mosca si ponderasse seria- . mente se valersi o no di questa offerta. Due Stati sa– telliti della Russia, la Polonia e la Cecoslovacchia nnnunziaron.o la loro partecipazione alle sedute dl Parigi per il concretamento del programma di aiuti all'Europa. . E: n?to come il g?v_erno sovietico, dopo brevi e~1tazw111, prese la dec1swne opposta, alla quale poi s1 mantei:in~ fe~ele. ~olot?v fece naufragare le se- . dute prehmman con 1 suoi colleghi Bevin e Bidault e~ il Cr_emlino si assunse da quel momento la man– swne d1 cercare di sabotare gli aiuti all'Europa. A tal ~ine es~o creò u11:apropria centrale di propagan– da, 11Commform, e rnlraprese l'azione offensiva con– tro il piano l\farshall. Se l'intento degli Stati Uniti ~ra ~uello di far suben~rare la tranquillità politica m Fyrupa at\r~v~rso lo stabilir~i di normali rap– porti econom1c_1, 1~ governo Sovietico, per tutta ri– sposi?, d1mo~ti:o d1 1 _avere _quello di provocare quan– to p~u pos~1b1l~ I 1rrequ1_etezza. I mezzi impiegati per 11 raggmng1mento d1 questo fine sono noti: la Russia impedì che si arrivasse ad un trattato dì pace con la Germania e con l'Austria e accentuò lo spezze_ttamei:ito economico e politico di questi paesi. · Qmnd1 cerco ·nell'Europa Occidentale, soprattutto in Francia ed in Italia, di stringere in una catena di ·scioperi i governi, dai quali erano stati estromessi i COf'D:Unisti, -J?er_ rovesciarli e costringerli a ripren– dere 1 comu111sh nel loro seno .. Infine al piano Mnr– shall contrappose il piano Molotov, diretto al livel– lamento economico e politico degli Stati satelliti. A questo piano s'associa la lotta contro i partiti socia– l)sti di questi pa~si: in luogo della origin~ria poli– tica del fronte u111covennero dovunque costituiti dei part_iti di unità, che in realtà sono dei partiti comu– msh male mascherati. E non si tardò a passare al mutamento di questi Stati soggetti in « democrazie popolari» che altro non sonn -::he delle dittafure secondo il modello russo e sotto la direzione russa. Sotto quest'ultimo aspetto diventa indifferente se questi paesi, come la Polonia, l'Ungheria e la Rumà– nia, si trovano in regime di occupazione russa o se iJ regime è invece protetto, come in Jugosla~ia od 111 Cecoslovacchia, da un esercito nazionale. no tntti i popoli dai quali è còstituita l'Unione So– vietica nflla stessa situazione di quella di una parte dei popoìi europl"i, prima indipendenti? E allora il fpdcrnJJ.,mc europeo si trasforma in un fenomeno particolare della lotta della democrazia contro il ter– rorismo, su scala mondiale. Nelle lc:,ro lotte gli uomini si propongono pratica– mente solo quei compiti clic, li interessano e per la cui soluzione essi si sentono sufficientemente forti. Non_ ( n:>slro Clllnoitu r,e1 tanto trattare qui questo ass~1 1mp'1rL11 1 te µr0b!ema del federalismo europeo. Noi volevamo sclt;rnto d.;arire perchè l'idea di uni– ta europea e diventata così popolare, sì da abbrac– ciare gente tanto diversa: come Churchill e Blmn, oerchè essa ha afferrato e trascinato anche i socia– listi europei, perchè le masse popolari oovresse del– l'Oriente europeo scorgono in essa la nuova via che può salvarle; perchè essa i'> diventata il centro dl collegamento delle democrazie nella lotta contro il· Ulinaccioso imperialismo orientale. ZIVKO T0PAL0VICH
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