Critica Sociale - anno XL - n. 12 - 16 giugno 1948

CRITICA SOCIALE 283 La conferenza del Comls~o. La recente conferenza di Vienna della Internazionale Socia– lista non si è limitata a quella finalmente chiara e precisa presa di posizione sul problema socialista italiano, che si con~reta, da un· lato nella ammissione di « Unità Socialista», dall'ailtro nel solenne ammonimento impartito al P.S.I. che solo il nostro intervento ha preservato, in attesa dei risul– tati del Congresso di· Genova, d-al provvedimento di espulsio– ne. Il lavoro della Conferenza è stato denso e importante. Ce ne dà interessanti ragguagli, in un articolo di Italia Sociali– sta, Paolo Vittorelli che, come è noto, fece parte della dele– gazione di « Unità Socialista ». Secondo Vittorelli, gli a-spetti' di questo ·lavoro sono se- guenti: 1) Problema tedesco. Per la prima volta i, partiti sociali– stì democratici si sono pronunciati senza equivoci sul diritto del popolo tedesco ad esse•e reintegrato nella comun-ità euro• pea, a riavere la sua indipendenza e la sua unità, a ricon– quistarsi u11 regime democratico, ·a far 1parte, infine", della futura unità europea. 2) Risorse naturali. Questo problema è sodo in occasione delle richieste della delegazione francese relativ., alla Ruhr. Non contestando il diritto dei paesi limitrofi della Germania di impedire il ritorno di quello che ha costituito l'arsenale del .Primo e Terzo Relch nelle mani di quelle classi prussiane militari, industriali e di junker che hanno già scatenato due guerre mondi,ali, la conferenza non ha creduto di poter ac– cettare .le tesi di una •internazionalizzazione del bacino della Ruhr, senza prender~ posizione formalmente nella stessa mo– zione a favore della necessità ed urge'.nta di sottqporr.e ad un · controllo internazionale ~e principali fonti del potere econo– !!lico in Europa. 3) Rapporti fra Internazionale e governi socialisti. Mentre . in sede di discussione sul problema della Rhur la delega– zione inglese aveva sostenuto la tesi che non vi possono essere due politiche socialiste, una del governo cui si partecipa e una del partito; che Jfunità europea non può essere fatta dai partiti sociali.sti integralmente ma dai governi cui questi par– teci1pano « funzionalmente » problema Per problema, raggrup– pando un numero anche limitato di potenze volta per volta, a seconda della ,coincidenza dei loro intere~si, e cj_ò çon lo scopo evidente di ottenere che si appròvasse il Patto a sei di Londra, su intervento della delegazione italiana, la mo– zione, pur rallegrandosi per il fatto (\i un accordo, non ha accettato la,_ tesi inglese di una convalida_ da parte dell 'In– ternazionale d'un accordo che non ha nulla di particolarmente socialista. Ciò che si stampa ' ERNESTO Rossi - Critica del capitalismo - Milano, cd. di, Co- munità, 194~, pagg. 15-'7, lire 350. - Questo succinto e succoso saggio· (che ha trovato una così elegante veste editoriale) è il frutto degli studi e delle meclita– zioni in carcere di questo intelligente antesignano del movi– ménfo clandestino di « Giustizia e Libertà». Fen6meno non nuovo (si pensi allo stesso Gramsci), questa letteratura car- · ceraria si svolge « au dessus de la mèl~e », in un tono ob– biettivo ·e scientifico, « disinteressato », aJieno dal pros'pcttare le soluzioni pratiche o le direttive di lotta. E ciò costituisce ànche il limite, cbsciente limite, di questo libro. Esso sbocca in una condanna del sistema ca.pitalistico. Ma l'autore, il quale _ d'altra parte ripudia lo schema teorico del regime comuni- ,. stico integrale, perchè inevitabilmente liberticida e tirannico, giunge ad affermare solo in maniera genericissima che e il buon senso consigHercbbe di apportare al regime capitalistico 9eue riforme anche sostanziali, ma senza giungere fino al monopolio statale di tutti gli strumenti della produzione ed alla regolamentazione di tutte le forze economiche con un unico piano centrale, rinunciando all'aiuto che può venirci dal meccanismo automatico del mercato », senza poi precisare in alcun modo obbiettivi, scopi, mezzi, ,prospettive di questa soluzione. Dobb,iamo quindi prendere questo libro per quello che ci può e ci vuol dare - senza chiedere di più -=-; e bi:– sogna riconoscere del res_to che quello che offre non è poco. Una prim~ Parte Vuol esse;e una precisazione concettua.Ie, contrapponelldo lo schema astratto degli economisti dell'indi– vidualismo integrale a quello del comunismo integrale, e no– tando come storicamente il regi-me individualis"tico ba as– sunto le forme e l'essenza di regime capitalistico, di cui vengono messi in evidenza i caratteri costitutivi:.. La seconda parte è nna vasta ed acuta demolizione del• mito degli economisti che la libera concorrenza, base del sistema individualistico, comporti il massimo benessere collettivo. Ven– gono ap.alizzati e confutati i sofismi degli economisti libera- 1 li, prima ancora di rilevare come questa i potesi della _liberà · concorrenzp. sia una postulazione astratta e cattedratica, si– stematicamente smentita dalla realtà del caipitaÌismo odierno, specie nella sua forma monopolistico-finanziaria. • Più vivace - e indubbiamente meglio accessibile a chi è ~ digiuno di studi economici -:- è la terza parte, dedicata al– l'analisi ,pratica e realistica del regime capi ,alisti.co. Attriti e squilibri nella distribuzione dei fattori produttivi, incon– gruenze nelle dimensioni delle imprese, s·perperi derivanti dal mancato coordinamento delle imprese, inceppi alla mo• La delegazione italiana non si è opposta a questa formula– zi'one anche su richiesta della delegazione tedesca, con la qua– le aveva 'avuto uno scambio di vedute prima della votazione, ~. essendo questa favorevole a ottenere che tutto il problema della Rhur non fosse rimesso in discussione come aveva ten– tato di fare la delegazione francese, preocrupata ,per la grave situazione interna cui il governo a partecipazione socialista , rischia di andare incqnt;o per la firma del Patto a sei. bilità del capitale, disoccupazione permanente, crisi parziali e crisi cicliche ecc. sono alcuni dei fenomeni obbiettivi qui studiati. Ma è, ,particolare merito del Rossi avere studiato l'incidenza del sistema capitalistico su fenomeni soggettivi: l'assurdo della chiamata ereditaria alla funzionh di impren- ditore, le incongruenze nella selezione dei « ca.pitani d"indu– stria ~, l'asservimerito delle industrie alla finanza, i sistemi delle « società a catena » e dei « sindacati azionari », \ metodi predatori e pirateschi che « permettono nel regime caPitalista ,,ad alcuni individui di farsi attribuire una parte dei risultati della produzione sociale non come, remunerazione dei servizi pres.tati, ma come bottino dei loro atti di pirateria », le col– lusioni tra affaristi ed industriali, Je spregiudicate specula– zioni. E ancor ,µiù interessanti sono le ultime pagine del li– bro, dove, analizzando gli interessi" dei produttori in con– trasto con gli interessi della collettività, si denunciano le più gravi e subdole ,pecch~ del sistema: Ia prepotenza ·e l'inva– denza dei monopoli, le collusioni con gli uomini politici ed i burocr•ati, le pressioni protezionistiche, le collusioni tra in– dustriali ed operai a danno della collettività, le infra~met– tenze politiche ,del capitalismo, anche a detrimento dello Suito democratico e alterando le regole del gioco democratico. Cre– diamo che queste p_agine possano essere, nella loro evidenza, un'eccellente introduzione per i compagni alla , conoscenza de"l 4) Politica internazionale contro -il fascismo. E' stata la richiesta della delegazione italiana e della Venezia Giulia che ha promosso una mozione particolar.e di lotta dell'Internazio– nale contro il fascismo specialmente in Spagna e in Grecia. 5) Socialismo e democrazia. Nella ,prima riunione dell'In– ternazionale successiva a mutamenti profondi. occorsi nei pae– si dell'Europa orientale, la ~nternazionale ha creduto di do– versi pronunziare senza equivoci sulla piattaforma democra: tica senza la quale non è possibile il socialismo. Con ciò i partiti socialisti hanno preso apertamente posizion·e nei· con– trasti interni e internazionali assumendo la difesa della demo– crazia nel mondo. La nostra partecipazione ci ha conisentito di vedere che or– mai l'Internazionale è sempre cosciente della funzione -che de-– ve avei-e il socialismo nel mondo e non ha esitato a pronun– ciarsi, se pure non sempre con quel rigore ·che a noi s·ar,ebbe parso utile, sul ,princlpall problemi che travagllano i rappor– ti europei. Non v'è dubbio tuttavia che vi è - proprio per questo in– serimento concreto del socialismo come terza forza irderna– zfonale nella soluzione dei problemi internazionali, ~che altri– menti sarebbero solo risolti in base a una politica di potenza 0 megllo rischiere!Jbero di trasfonna-rsi In tante cause dj - guerre Imperialistiche - un grave problema che rimane an– cora da risolvere nello s,pirito che deve animare l'Internazio– nale. Biblioteca Gino ~ianco sistema capitalistico. Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO -Redattore re~pons. : ANTONIO GREPPI G. P. Autorizz.: Allled Publications B. C. N. 288 - 10-3-1945 - Tipografia Pinelll - Milano _ Via Farneti, 8

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