Critica Sociale - anno XL - n. 12 - 16 giugno 1948

_;___________ _:. __ C_R_IT_ICA .SOCIALE 273 Ecco perchè noi diciamo che non basta che Romita e i suoi riescano a prendere" la direzione del P. S.I., perchè noi si possa venire ad una riunificazione. Occorre che l'ala -fu– sionista sia espulsa dal partito : senza mezzi termini. Ne va di mezzo l'interesse della classe lavoratrice: in tal caso non si transige, si taglia la cancrena alla radice. Teniamo subito a precisare che sia per quanto abbiamo detto sia per qua.nto diremo, intendiamo riferirci agli espo– nenti, soprattutto intellettlslali e maturi. Guai se si mettesse l'ostracismo agli. operai, ai contadini ed ai giovani. In s"no al yero partito socialista essi si accorgeranno dell èrrore commesso e sarann~ i nostri' migliori e i più cari ccmpagni. Ma la scissione, è nostro orgoglio affermarlo solenne– mente, non è avvenuta solò per motivi politici. Il P.S.1.U.::' sorto nelle giornate della liberazione, guidato da dirigenti alcuni dei quali eccessivamente spregiudicati (è un eufemi– smo!), aveva indrappellato uomini provenienti d'ogni dove, mclti dei quali anelanti solò ·a conquistarsi fama, gloria e posticini all'ombra della bandiera rossa simbolo una volta di probità incontaminata. Ci accorgemmo dopo non molto che il vecchio e glorioso partito socialista nella cui storia le pagine più belle erano quelle della onorata povertà d~i suoi esponenti, aveva accolto nelle sue file, come un qual– siasi partito borghese, affaristi, borsari neri, giòcatori di borsa, appaltatori di lavori pubblici con busta premio. Non parliamo dei piccoli pregiudicati che talvolta davano prova di voler seppellire il i;assato con una nuova vita di dedizione alla più nobile delle cause; ci riferiamo ai pezzi grossi dell'ar·rivisi:no e dell'affarismo. Orbene, a gennaio del 1947, un gruppo di onesti, guidati da uomini che si chia– mano Saragat, Faravelli, Simonini, Mondolfo ed altri, la cui vita è specchio di onestà rr orale e politica; anche per chi non sempre ·(o magari 1 mai) ne condivide il pensiero, ruppero i ponti con gli speculatori del Socialismo e leva– rono di nuovo in alto, perchè gar~isse al vènto purificatore, la rossa bandiera che fu vessillo ·di probità tanto di Turati quanto di Serrati. ·Come ·ai fusionisti, noi diciamo no agli affaristi della politica, ai minjstri a qualunque costo, ai venditori di fumo e di prebende, anche se alcuni di costoro hanno ancora largo seguito ·fra i gonzi. Sono ormai circa venti mesi che senza mezzi lottiamo per mantenere immacolata la nostra fede e non tollereremo che fra di noi trovino posto, quali _compa– gni, coloro che .della nostra fede, del sangue e del sacrificio dei nostri migliori si servcno per contrabbandare i loro lo– schi affari. Anche questo sia ben chiaro a chi di dovere. Ma la scissione e ciò che è seguito ad essa ha posto in luce un'altra categoria· di pseudo socialisti: i vili e i cadre– ghinisti. E' stato lo spettacolo più pietoso, più indecoroso e più ·_doloros~ al ·quale ci sia stato dato di assistere. Abbiamo visto compagni i quali la _pensavano e la pensano come noi (pj!r ripetere un'espressione che ha fatto fortuna: più sara– gattiani di Saragat) restare nel P.S.I., e non a bocca chiu– sa e col cuore sanguinante, ma trasformandosi in accaniti propagandisti del fusicnismo, (in lustrascarpe di Nenni per tema di perdere il posto di deputato o di Sinda.co, ovvero di vedersi esposti a rappresaglie ed insulti. Li abbiamo ritro– wti candidati del Fronte ad insolentirci su tutte le piazze, gratificando noi degli epiteti di traditori e di venduti, ·che ad essi, non a noi, andavano rivolte. Ne ricordiamo uno, oggi giustamente punito con la qualifica di ex-onorevole, che nei giorni della scissione ci dichiarava con la maggior faccia tosta che anche egli la pensava come noi~ rammen– tava però (e ci pare non esattamente, ma il _significat~mo– rale. delle sue parole non muta per questo) che anche n~l 22 il vero socialismo era quello di Turati, ma che le elezio– zioni le vinsero i massimalisti! Orbene a tutti costoro sia posto come ai fusionisti cd agli affaristi un secco e· categorico veto. Non. perchè ci hanno danneggiato enormemente nel lavoro di organizza- BibliotecaGino Bianco zione e di proselitismo, non perc'hè col loro atteggiamento incomprensibile hanno confuso le idee ai cotrpagni più mo– desti, paralizzando l'afflusso delle forze socialiste verso di noi, non perchè ci hanno insolentiti e calunniati, ma perchè costoro non sono socialisti. Il Socialismo non è solo una dottrina economica, ma è anche scuola e palestra di corag– gio, ed essi sono dei vili ; è fede nelle proprie idee, ed essi le hanno rinnegate; è dedizione agli interessi altrui, ed essi sono soltanto dei c~atori dei propri interessi; è sprezzo per gli onori e le cariche, ed essi seno degli arrivisti. Vi sono invece molti compagni del 'P.S.I. che, pur con– dividendo il nostro punto di vista, 11011 seno usciti dal par– tito o per non aver compreso i motivi della scissicne o per un malinteso S<'ntitrentalismo. Ma essi hanno conservato ver– so di noi l'atteggiamento che si addice ai socialisti: e cioè il rispetto e l'affetto dovuto a chi agisce solo per interna con– vinzio,;e. Altri ve ne sono le rrolti !) che talvolta, ma in per– fetta buona frde, si sono scagliati contro di noi, respcnsa– bili, secondo loro, di aver diviso il partito, che si sarebbe potuto salvare dall'interno. A tutti costoco, cgni cosa dimenticando e seppellendo, li– bero accesso e braccia aperte per riceverli quali compagni. Ma per gli altri no: occorre che sulla loro strada trovino il disco rosso che interdica loro l'accesso. Un vecchio cctrpagno cperaio, che da quarant'anni si onora di appartenere alle file socialiste, forse interpretando troppo estensivamente e semplicisticamente i risultati del con– vegno di Unione, mi diceva giorni fa con una frase pitto– resca, che ripeto testualmente: « Ho paura che sia venutl per me l'ora di uscire dal partito ; perchè, se ci ritorna di nuovo fra i piedi tutta « la porcheria» che c'era nel P.S.I. U.P., bisogna che i socialisti se ne vadano». I compagni della direzione meditino questa frase, che racchiude in ~é la preventiva ·protesta di tutti gli oscuri ed umili servi del Socialismo dei campi, delle officine, degli uffici. E più an– cora la meditino i ccmpagni di Unione Socialista, che svol- • gono il· compito di riunire le sparse membra del Partito; A gennaio 1947 prendemmo atrorevoltrente fra le nostre braccia d'indegni eredi di una gloriosa tradizione, una pic– cola creatura nata male: il P.S.L.I. Attraverso stenti, dis_in– ganni, delusioni, perplessità, ma sempre con infinito amore, la crescemmo e l'irrobustimtro fino a pcrtarla al successo del 18 aprile. Questo è il nostro orgcglio. Non permette– remo che essa muoia per servire da strame ai suoi nemici, agli speculatori e agli arrivisti. Monteremo la guardia noi. perchè ciò non avvenga. MASSIMO PUNZO IL PROGRAMMA DEL PARTITO La nostra Casa editrice, d'accordo con la Dire– zione del Partito e con l'IsUuto Studi Socialisti ha provveduto alla pubblicazione in opuscolo del testo completo del Programma d'azione del P. S. L. I., già apparso nei numeri 4 e 5 di « Critica So– eiale ». L'opuscolo consta di 56 pagine ed è edito fuori serie nella nostra collana al prezzo eccezionale di 25 lire. Richiamiamo l'attenzione di tutti i· compagni e simpatizzanti sulla opportunità, anzi sulla neces– sità, di consultare questo documento, frutto dello studio dei nostri compagni più preparati nei vari campi della vita nolitica, economica e sociale e ap. provato ufficialmente dal nostro recente Congres– so, e di diffonderne la conoscenza Per prenotazioni e acquisti rivolgersi in Piazza Dia.z 5. \

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