Critica Sociale - anno XL - n. 10 - 16 maggio 1948
CRITICA SOCIALE 221 Unione doganale, E.R.P. e Partiti socialisti. · Abbiamo esaminato, nel corso della presente relazione in primo luogo gli elementi costitutivi del protocollo italo-f;an– cese per l'unione doganale fra i due paesi, ed· i~ secondo luo– go _lecondizioni, secondo noi, necessarie ed indispensabili per arrivare ad una collaborazione economica europea di più vasta scala. Data la breyità della nostra rela.zione è evidente che non ci è stato possibile entrare in dettagli e nei partico– lari tecnico-ecoriomici @elle possibil'ità cli una unione doga– nale fra i paesi aderenti all'E.R.P. Veniamo ora ad esaminare il problema sotto l'aspetto che pi_ù particolarmente interessa la nostra Conferenza e il So– cialismo internazionale. Il compito dei partiti socialisti è, in primo luogo, di creare in ogni modo una distensione fra i paesi europei, sia sul pia– no politico, sia sul piano economico, sia su quello sociale. Gli accordi sul tipo di quello contenuto nel protocollo italo-france– se hanno un valore per ora prevalentemente politico. L'ac– cordo dimostra la buona intenzione dei due governi sul piano politico di arrivare ad una collaborazione economica e non dimentichiamoci che il presupposto di ogni futura possibilità è che fra i popoli esista un'atmosfera di amicizia e di reci– proca comprensione. In tale atmosfera sono possibili tutti i s?-crifici, perchè a h.ingo andare essi finiscono sempre per realizzare vantaggi· reciproci superiori ai sacrifici sopportati. Il fallimento di tutti i tentativi passati ·di collaborazone eco– nomica europea derivano dall'atmosféra di .sospetto che esi– steva purtroppo anche in seno agli organismi internazionali ; e noi vediamo che anche oggi fra i paesi aderenti all'ONU vige tuttora la stessa atmosfera. Conipito principale dei parttiti socialisti è quindi di creare l'ambiente idoneo di ·reciproca fiducia fra i paesi aderenti all'E.R.P. Ma non basta. ·I Partiti socialisti possono fare molto di più. Essi devono suggerire ai governi dei loro pae– si di iniziare trattative che preliminarmente portino a· tipi di accordi come quello italo-francese, quale premessa alla collaborazione economica internazionale. E' evidente, per quanto abbiamo detto, che le unioni doganali non sono fa– cili da raggiungere, ma dove si ritiene di poter arrivare an– che ad accordi limitati a singoli settori produttivi, nulla deve essere _trascurato per il raggiungimento di questo firie. Il punto di arrivor della collaborazione economica europea è il conseguimento di una unità stnmurale dell'apparatopro– duttivo europeo ed è giocoforza conseguire questa mèta, perchè soltanto essa assicura l'unità politica dell'Europa. L'u– nità strutturale dell'apparato -produf1:ivo europeo non signi– fica altro che riportare l'economia europea sul piano natu– rale della divisione internazionale del lavoro. I '.Parti.ti Soc~– listi democratici devono impegnarsi a far convergere i loro sforzi verso questa mèta e devono. agire soprattutto in seno ai sindacati per creare le condizioni di questa realizzazione. Vi è oltre ciò un problema fondamentale che l'Europa, nel suo insieme, è chiamata a risolvere: il problema della rico– struzione di un mercato normale nello spazio dell'Europa Centrale. Fino a· quando la Germania e l'Austria non saranno riportate nelle condizioni di poter consumare i prodotti ecce– denti delle altre €C0nomie europee e cI:integrare sul piano produttivo il fabbisogno dei paesi dell'Europa occidentale e. meridionale, la realizzazione di una unione doganale europea non sarà facile. Soltanto inserendo i paesi· tedeschi,· con le loro necessità e con le loro produzioni, nel corpo cli un'E.uro– pa rinnovata, questo corpo riprenderà la sua vita normale. Gli ostacoli che praticamente oggi si frappongono ad una rapida realizzazione dell'unione doganale italo-francese, e che domani si frapporranno alle altre unioni doganali, è che l'eccesso delle produzioni di questi paesi non può essere as– sorbito che dallo spazio tedesco e, d'altra parte, che soltanto questo spazio può parzialmente completare le deficienze pro– duttive del rimanente spazio europeo. Ai partiti socialisti spetta anche questo compito: creare le condizioni per il reinserimento. economico della Germania e de.li' AustrJa nell'Europa. BiblìotecçiGinoBianco Per l'unità socialista L'unità socialista è il problema centrale del mo– mento. L'interesse con cui sono stati seguiti i la– vori del convegno romano della « Unione dei socia– listi» ne è la riprova. Non si tratta soltanto di dar vita a quel vasto e schietto partito capace di rap– presentare e far valere le istanze della democràzia socialista, e dotato quindi di autodeterminazione di compiti e responsabilità, di consapevolezza di fun– zioni insostituibili, di autonomia d'azione politica, che scetticismo di « capi », tirannie d'apparati, con– formismi di « base » e smanie fusionistiche hanno impedito diventasse il P.S.I.U.P., di infausta memo– ria. Si tratta di costituire quella forza (e solo sul terreno socialista può del tutto germogliare una ef– fica1:e « terza forza») atta a fronteggiare i risultati del 18 a-prile e a porre rirnt.dio alle loro possibili r:rmseguenze. -Le elezioni hanno fatalmente consa– crato la sco?1filla del «Fronte», a causa del suo al– lineamento alla strategia ed alla tattica cominfor– miste, imposto dal l'. C.: ma bisogna evitare che la sconfitta r.i !raduca 111 uno scacco delle au tenti– che esigenze cli sinistra, delle insoddisfatte esigenze sociali delle forze lavoratrici italiane. D'altra parte abbiamo il « fatto nuovo » di una pericolosa ed as– soiutistica 11repocderanza della Democrazia Cristia– na, che $i presenta inflazionata, appesantita, etero– genea. Hisngna impe'dire che un contingente succes– so elettorale venga scambiato per successo politico e trionfo di un partito, tale da autorizzarlo ad una subdola e silenzios;i. conquista .dello Stàto e ad un monopolio del potere, Ora le resistenze che devono essere costituite non possono provenire che dalla forza della democrazia socialista. Solo un forte ed aperto partito che la esprima potrà raccogliere quel– le masse lavoratrici che, indirizzate ad aspirazioni socialiste, hanno provato a quale sbaraglio le condu- ~ ca quel mito comunista che le aveva rese fanatiche. L.a significativa affermazione delle liste di « Unità Socialista » ha dimostrato la fiduciosa aspettativa, manifestata in ogni parte del paese, del sorgere di questa unitaria compagine socialista. Chiunque ab– bia seguito la campagna elettorale sa che i suffragi ed i consensi da noi raccolti concernono bensì la nostra linea politica ed il nostro programma, ma in quanto vi è implicita la prospettiva di una at– trazione delle altre forze socialiste. E' logico quindi che vive siano le impazienze e le sollecitazioni per la unificazione. E sono sacro– sante esigenze - non minori certo del nostro do– vere di tradurre in atto ciò' che è stato non uno slogan elettorale, ma un impegno assunto di fron– te al Paese - specie quando scaturiscono dalla si– cura fede e dalle spontanee speranze dei nostri com– pagni della « base ». La quale vorrebbe vedere pron– ti. e concreti risultati: del genere di « unico simbo– lo (il sole nascente), unico nome (« Unità sociali– sta»), unica direzione al centro, unica sede in ogni Comune alla periferia, unico segretario», secondo la formula di Ernesto Rossi.. Eppure è proprio su questo punto· - gli immes diati risultati concreti - che occorre essere espli– citi e mostrare ai compagni tutti i termini di un problema, che una eccessiva precipitazione rischia di compromettere. Anzitutto bisogna ricordare che il problema non è quello - che sarebbe relativamente semplice, an– che se non del tutto facile - di unificare le nostre forze con quelle della « Unione dei socialisti ». Se a ciò si pervenisse, non si sarebbe fatto un gran passo avanti, data la relat.iva esiguità di forze gra– vitanti attorno a quel movimento. Anzi si verrebbe· ad eliminare quella forza di attrazione, effettiva o potenziale, verso altre forze socialiste, per cui la « Unione dei socialisti » si è costituita, pur consa– pevole della sua transitoria esistenza. Salutare. il r~– sultato di una simile unificazione come raggrnng1- mento della « unità socialista» sarebbe quanto me– no eccessivo. Per « unità socialista» intendiamo in– fatti un àmbito assai più vasto di quello che consi– ste nella somma aritmetica delle forze del P.S.L.I. con quelle della « Unione dei socialisti ». In secondo luogo il _problema non va inteso stati-
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