Critica Sociale - anno XL - n. 10 - 16 maggio 1948
CRITICA SOCIALE 234 ::.::._::..____:_ ____________________________________ Di tutti i candidati al pctrol io arabo, è ancora l'Inghilterra quella che ha più possibilità, in ragione della comprensione di cui essa fa prova nei confronti dei capi n1ussulmani. Es– sa non era per nulla disposta ad alienarsi la simpatia, già acquisita, degli Arabj, per quella molto problematica, degli Ebrei. Ed anche se l'avesse fatto, immediatamente un_ altro campione pro-arabo (Stati Uniti o Russia) sarebbe entrato in lizza. Cosl, sotto pretesti diversi, l'Inghilte~ra ha combat– tuto l'immigrazione ebraica. Orn, con il pretesto di ma1;1tenere l'ordine, essa ha paralizzato l'azione dell'esercito ebraico, la· cui sola speranza è di vincere gli Arabi in rapidità, met– tendoli davanti al fatto compiuto. Se (come, grazie agli In– glesi, sembra sempre.più probabile), l'azione di sorpresa degli Ebrei fallisce, essi saranno costretti alla resa senza condizio– ni alle armate congiunte di Egitto, Irak, Transgiordania ed Arabia saudita, ossia costretti ad integrarsi nella Lega araba come minoranza religiosa. Quest'ultima è la soluzione pre– conizzata dagli Arabi. Le possibilità degli Ebrei sembrano dunque esigue. Di quale appoggio godono essi? Prima di tutto di quello degli Ebrei d'America. Ma esso è controbilanciato dall'antisemitismo a– mericano da una parte, e dall'altra dagli interessi degli azio– nisti, che sono pure in parte ebrei, della Standard Oil, azio– nisti che credono più facile trattare con gli Arabi che con gli Ebrei in materia di petrplio. L'America, in conseguenza della .diminuzione della sua prQduzione nazionale, ha urgente hl.sogno del petrolio del Medio Oriente, e non avrebbe inai di– feso· gli Ebrei davanti all'O.N.U. se non si fosse trovata in un,annata elettorale e non avesse quindi avuto bisogno dei voti degli Ebrei che sono particolarmente forti nello Stato di New-York. Gli Ebrei godono ancora dell'appoggio, almeno morale, del– la Russia. Mn la Russia non è popolare nei paesi arabi feu– dali. Il solo appoggio che essa potrebbe dare sarebbe di ca– rattere militare. Ma, come hanno mostrato i tentativi russi neù'Iran, gli Stati Uniti, per i quali il Medio Oriente è di im– portanza· vitale, considereranno ogni inge1·enza russa come un casus belli. Il sogno dell'autonomia eb'raica sembra quindi irrimedia– bilmente condannato. Gli stessi Ebrei cominciano ad ammet– terlo. E non si sa se ci sia da deplorare ciò O da rallegrar– sene, poichè questa faccènda presenta due facce. Da una parte la rivendicazione ebraica di un territorio nazionale è legit– tima. Ma la sola Palestina sarebbe incapace di accogliere i sei milioni di Ebrei che desiderano stabilirvisi. Cosi, il plano segreto degli Ebrei è quello di conquistare una parte dell'Arabia, con la complicità di una potenza straniera alla quale essi avrebbero fatto concessioni in materia di petrolio. Questa potenza, essendosi rifiutata l'Inghilterra, non poteva essere che l'America. Ciò spiega il carattere esitante e centra– dittorio della politica americana. in Palestina. Se gli Ebrei falliscono, il petrolio arabo resta nelle mani degli europei. Si può rallegrarsene se si pensa che gli inte-. ressi britannici coincidono con quelli dell'Europa. Nell'attesa, sono sei milioni di Ebrei· che fanno le spese dell'operazione.– Quelli della Palestina sono i meno da compiangere: essi fi– niranno probabilmente per 1nettersi d'accordo con gli Arabi, pur perdendo il godimento esclusivo delle ricchezze che essi hanno saputo trarre dal suolo ». Noi non slamo del tutto d'accordo con la lucida analisi coìn– piuta dall'A. e ci ripromettiano di tornare sull'argomènto nel prossimo numero. I Problemida affrontare. Proprio perchè consCntaneo in massima parte col program– ma del nostro Partito, e comunque con la nostra interpreta– zione dei pr.oblcmi attuali, segnaliamo con particola~e pi3.– cere l'articolo che Ferruccio Parri ba pubblicato nel n. 8 del Mondo economico. « La pr'?va del fuoco delJn capacità di governo, tanto di qùestp Ministero quanto . del regime politico che caratterizza la neonata legislatura » ---:- osserva Parri - « starà nel risol– vere con il minor danno e con il minor costo le grosse anti– nomie, le pesanti contraddizioni insite neJle presenti sigen– ze economiche e sociali e nelle promesse elettorali. Risanare e migliorare sono politiche che si contraddicono, se non si scaglionano in un prima e in un dopo. L'economico è con– tro il sociale. Muoverli insieme significa non creare un ot– timo, ma un minor male. Trovare termini e fasi di un dif– ficile e. progressivo equilibrio, come prodotto non casuale, estemporaneo e grossolano della lotta con le necessità <iuo– tidinne. ma come attuazione volontaria di un disegno, di una marcia preordinata, è la dimostrazione più tipica della capacità di governo. Ed è, con buona pace dei signori eco- Biblioteca· Gino Bianco nomlsti, opera di arte di governo, cioè d'intuito polltico ». De Gasperi si è impegnato a. riequilibrare Il bilancio sta– tale, a realizzare il blocco della circolazione, insieme alla lotta a fondo contro la .disoccupazione ed alle riforme so– ciali. « Ma gli i111pegni, I compiti di questo governo sono an– cora più complessi ed aggrovigliati. In sede logica abbiamo l'operazione preliminarEf ch'è la premessa di ogni poUtlca, non solo economica: l 1equilibrio ed il risanamento della pub– blica finanza. In seconda istanza, preMminare ad ogni poli– tica perequativa, cioè di giustizia sociale, è la riforma, non. il solo riordinamento, dei tributi. In terza istanza, condizione , di una politica, non illusoria e non rovinosa, della maggiore occupazione, è una. maggiore e crescente efficienza dell'atti– vità economica, cioè un incremento effettivo della produzione... e degli scambi, interni ed esterni, ossia un incremento del reddito. Ma in quarta istanza, preliminare a questa opera– zione, è Il risanamento dell'apparato produttivo che ha gros– si settori industriali in stato di crisi patologica; ed è anche l'ammodernamento, la razionalizzazione di quell'apparato, pre– messa anche questa di minori costi di produz,ione ... Ma è evi– dente che il risanamento e li!- riforma vigorosa della organiz– zazione statale è anch'essa una premessa. E di quale valore I ». La difficoltà fondamentale « nasce dalla necessità di con– durre di pari passo operazioni e politiche intrinsecamente contradittorie. Comprimere le spese pubbliche, risanafe, ra– zionalizzare, vuol dire, sè e per sè, rinunciare alle rifor– me, accrescere la disoccupazione ed accrescerne il peso so– ciale cd il pericolo politico. Bisogna quindi operare simulta– neamente nei vari settori, scaglionando nel tempo gli obbiet– tivi. Riducendo all'ultima espressione questo nodo di pro– blemi vi troviamo fame di capitali. Capitali per risanare la industria. e razionalizzarla e suscitare occasioni di lavorò; capitali per riattivare la trasformazione fondiaria; capitali per assistere bene durante il periodo di emergenza e dare un qualche avvio a riforme improrogabili senza ricorrere an– cora alla inflazione ». La nostra economia questi capitali non li può dare: di qui la necessità degli aiuti americani. Più esattamente anzi: ra,zionale impiego dei capitali derivanti (e l'A. nota che assai più che la preordinazione di un razionale ... • programma d'acquisti, grazie all'E.R.P., conta l'impiego dei fondi lire, che ~e è la contropartita), ossia la subordinazione biettivi determinati. « Investire a casaccio, od operare con idee chiare, seguendo direttive ·preselezionate ed un programma di sviluppo? La risposta non può essere che una sola. In- sisto sul programma e sulle ·tappe, perchè il ciclo di queste operazioni è pluriennale e non si sviluppa nel ristretto am- bito nazionale ma deve subordinarsi ad un quadro di rico– struzione europea. Avere un p~ogramma non significa cercare per queste cose una nuova macchina burocratica; una nuova cuccagna burocratica di permessi, visti e licenze. E se stru- mento di una politica produttivistica non può non essere l'i– niziativa degli imprenditori e la collaborazione dei gruppi, guai se ancora una volta su questa magra e preziosa riserva - si lasciasse pompare al Iibito di chi è più prepotente e svel- to nel lavoro di gomito I Asfissia funzionaristica, no; arrem– baggio, no. La scelta e la gerarchia d'impç,rtanza e la gradua- zione nel tempo possono essere determinate solo da' chi è in grado ed ha. il compito e la responsabilità di guidare al cen- tro la rotta verso gli obbiettivi economici e sociali essenziali. Condizione della scelta - responsabilità tremenda - è il sicuro dominio dall'alto del quadro econoOlico-sociale del Paese, con le sue debolezze organiche, le tare antiche e le malattie recenti ». Accennato ai particolari problemi ed alla necessità di so– stenere sempre la prevalenza dell'interesse nazionale sull'in- teresse di settore, Parri constata che occorre non minore pon– derazione nelle spese non prorogabili di carattere sociale e nelle scelte degli obbiettivi. C'è il problema della casa che « tanto scotta che si preferisce non parlarne »; c'è il pro– blema della sicurezza sociale: « occorre spender molto meglio, inseguendo la miseria vera e nera, bonificando focolai peri– colosi di corruzione, decadimento e disordine; se vi è una necessità di riorganizzazione razionale ed organica, questa è di tutta urgenza ». Manca generalmente agli uomini politici - conclude l'A. - una visione d'insie°le di certi problemi di fondo, " i quali implicano più che riforme sociali operazioni di risanamen- to, preliminari anch'esse e dello stesso valore e di Qon ml- nor.e urgenza del risanamento economico e finanziario. Un grande Paese è come un· organismo: se gli fate mancare la mai:iutenzione normale e continuativa, lo condannate a In– guaribile decadimento, anche se il bilancio è in ordine, come un mobile ben verniciato, ma in stato di pro'gressiva tar– latura».
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=