Critica Sociale - anno XL - n. 10 - 16 maggio 1948
232 CRITICA SOCIALE Intanto non esiste nessun sicuro criterio per dete(minart i rapporti secondo cui le singole categorie devono venire rappresentate alla Camera. Infatti, dato pur anche ~ non concesso che si possa fare• sicuro affidamento su d1 una anagrafe professionale _e che quindi_ si arrivi re~lme,nte _a conoscere la ·forza numerica delle singole categone, e evi– dente che i sostenitori della Camera corporativa non giun– geranno mai a proporre una rappresentanza direttamente proporzionale al numero dei membri della categ?ri~. Se ~o, tanto per fare un esempio, le arti e le professioni nsch1e– rebbero di non essere neppure rappresentate! E' chiaro allora che si deve necessariamente adottare - dopo aver artificialmente predeterminato un certo numero di categorie maggiori, in seno alle quali scompaiono le mi– nori categorie - .il criterio della importanza' rispettiva delle singole categorie. Il quale criterio -implica, oltre all'ammis– sione del. voto ·plurimo - principio essenzialmeate antide- ,.mocratico .:_, anche la sopra accennata impossibilità di tro– vare una sicura pietra di paragone per determinare i r.ap – porti in base ai quali vanno rappresentate le singole cate– gorie. Ancor più grave è il problema della determinazione dei rapporti i_nterni di rappresentanza nell'ambito· delle singole categorie. Se infatti contrasta con lo spirito del sistema il riconoscere ai lavoratori, rispetto agli imprenditori,, 'tm peso direttamente proporzionale al loro numero, è chiaro che la rappresentanza - anche se non venga. adottata la pari– teticità di fascistica memoria - si risolve necessariatnente in una maggiore presa in considerazione delle forze del capi– tale e della tecnica ris!'etto a quelle del' lavoro, realizzata in base a criteri meramente. soggettivi. Indipendentemente da ciò, la forzata inclusione in una stessa categoria dei rappresentanti del capitale e del lavoro riesce assai pericolosa, in quanto per questa via si può 'ten– dere a soffocare innaturalmente quel eontrasto ·di class~ tra imprenditori e prestatori é!i opera, il quale costituisce uno degli elementi fondamentali della vita sociale, e a indeb<;>– lire quella generale solidarietà dei lavoratori di ogni cate– goria, che è l'istanza fondamentale della difesa dei loro in– teressi, e che ha modo- di esprimersi efficacemente attra– verso il contrasto. dei partiti. Infine la classificazione dei cittadini secondo le categorie professionali è luagi dall'abbracciare tutti gli interessi che meritanp riconoscimento nell'ambito della vita nazionale. Vi sono interessi religiosi, culturali, ecc., che spesso· sono di va– lore premineùte nella vita di uno Stato. Non dare ad essi. una rappresentanza significa ridurre. innaturalmente tutta la . vita nazionale alla sfera delfa economicità,· e questo non è possibile. Dare d'altro lato una rappresentanza anche a que– sti diversi .interessi significa porsi di fronte a -un problema, le cui soluzioni, da un punto di vista democratico, non pos– sono non essere insoddisfacenti.· Quel che si può fare infatti - nel caso che si scelga la seconda strada - è dare un tangibile riconoscimento ai po– chi interessi extraeconomici passibili di una individuazione e quindi, ad esempio, dare una rappresentanza alle p;inci~ pali Chiese in ordine agli interessi religiosi o alle Univer– sità in ordine dagli interèssi culturàli: ccn questo dupl;ce inevitabile inconveniente: a) che la più parte degli interes– si extraeconomici necessariamente resta esclusa da un si.f– fatto inquadramento; b) che il peso proporziomile delle ·po– che rappresentanze di -interessi extraeconomici che è dato organizzare non può essere stabilito che cervelloticamente. non essendo possibile alcun termine di raffronto con entità eterogenee, quali sono gli intere~si economle1. Preteadere, che una ~amei-a di questo genere, la cuj rap– presentanza e ottenuta m base a criteri_ necessariamente .ar– bitni.ri, divida con la Camera .dei deputati la potestà legi– slativa e di controllo, è q~nto di più antidenioci:atico si possa immaginare. Il che riuscirà· poi tanto più evidente quando si pensi che non è seriamente sostenibile, al lum~ degli elementari principi della democrazia, che la volontà di una Camera c6rporativa, in ordine a un. progetto di legge, i,ossa e debba determinarsi secondo il normale pFincipio maggioritario. Poniamo il· caso che- tale Camera sia chia• mata a pronunciarsi sulla proposta d'introdurre il divorzio BibliotecaGino Bianço nella legislazione italiana. Avrà taluno l'ardire di sostenere che, ~enendosi alla votazione, i membri della Camera favo– revoli al divorzio debbano portarsi magari a destra e i con– trari a sinistra, e che, fatto il computo dei voti, il Presi– dente debba dichiarare approvato o respinto il progetto? Ma i meccanici, i tessili, i coatadini non possono avere investi– to i propri rappresentanti se non 'del mandato di difendere i loro interessi di categoria; ed a ragione essi domani po– trebbero ribellarsi di fronte ai loro rappresentanti, i quali hanno assunto di proprio arbitrio un dato atteggiamento po– .litico su materie coml}letamente estranee alla sfera degli interessi di categoria. E' assolutamente antidemocratico che in una Camera alla quale si vuole attribuire un'altra origine e un'altra strut– tura, appunto per stipera,re la contrapposizione dei program– mi di partito, le decisioni finiscarto per porsi negli stessi termini di quelle di una Carnera squisitamente politica. Ed è inutile d'altronde nascondersi che in ogni Parlamento tutti i principali J)rogetti di legge che trascendono la ristretta sfera della tecnica si votano o si respingono sulla base di considerazioni essenzialmente politiche: Sicchè tradisce ·cer– tamente la democrazia chi accettà• che rappresentanti scelti sulla base d1 criteri strettamente professionali finiscano poi per creare maggioranze di natura schiettamente politica. Si dirà •che a questo inconveniente si può ovviare, facen– do in modo Ghe in seno alle singole categorie le elezioni dei 'rappresentanti <1-vveaganosulla. base di un indirizzo politic0. Da Scilla si precipita allora verso Cariddi ! Infatti in que– sta maniera gli eletti finiranno inevitabilmente ver essere aon già quei tecnici puri clie la categoria, in ,quante tale, au– spicherebbe, bensì i candidati disposti ad anteporre l'inte– resse di partito a quello di categoria. Il risultato viene co– si ad essere questo: che le categorie professionali si, tra– smutano _in altrettanti collegi elettorali, nei quali i pa11titi trasferiscono la lotta che sono usi combattere nei colle,gi territoriali. · Pertanto il difetio capita:te di un'Assemblea di tale ge– nere viene ad essere quello di c:lare luogo ad· uno schiera· mento specifico di gruppi politici, ottem!lto attraverso una cefve'l'lotica assegnazione di seggi ai .singoli collegi di cate– goria; schieramento che perciò solo in un caso su mille p0c trà corrispondere a quello della Camera espressa dal suffra– gio universale. Di nuaniera c!re,· fatto il caso verosimilissi– mo che in questa seconda Assemblea il blocco o partitb pro– gressista A totaliz~asse 400 voti rispetto a 200 del blocco conservatore B, e .che, per contro, tJ.ella Camera rllppresen– tativa delle categorie, A ae contasse ad es.empio 250 contro 350 di B,- a giusta ragiione sj potrebbe affermare l'arbitrio dei. collegi di categoria ·aver paralizzate il suffragio uni,ver– sale. E tutto questo 'per avere al Parlamento qualche com: petente di problemi técnici (e i -piusarebbero politicanti pseu– competenti) che ogni partito di una certa forz~, purchè~ lo voglia, può inviare al Parlamento aache attravers0 le ordi- narie elezioni politiche ! · Stanti queste inoppugnabili conclusioni, al probJema della rappresentanza degli interessi, in un regime autenticamente– democratico, non si può dare una seluzione parlamentare, se non rinnnciando nella maniera più assoluta all'idea di attribuire votestà deliberativa alla Camera professionale. Una volta inveqe che se ne faccia solo un organo consultivo, dotato per altro di poteri sufficientemente ampi, la Camera, rappresentativa del'le categorie, dalla quale automaticamente si estrania l'interesse di partito, può essere di grande gio– vamento ·alla democrazia parlamentare, iategrando le lacune della rappreseqtanza politica.· · Parlamento e Governo. Nel regime democratico_ parlamentaFe, che in c10 si dif– ferenzia puofondamente dal regime democratico presiden– ziale, ove il governo è il commesso del Presidente della Re– pubblica, l'essenziale funzione politica del Parlamento non risiede nella potestà legislativa, ma nella mansione che esso
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