Critica Sociale - anno XL - n. 10 - 16 maggio 1948

CRITICA SOCIALE 223 il bastone di comando ad altvi (poco importa si chiamino Romita, Ricca,rdo Lombardi, o chi si' vo– glia)· onde accomodare alla meglio i cocci infranti. .J;: non vogliamo nemmeno approfopdire il .sospetto che si tratti in definitiva di una ·manovra, non sgra- , ·dita al P.C., di f_rustrare e dilazionare, con un'ap– parente e momentanea «autonomia», il pericolo del consolidarsi della Unità sociaUsta, tamponando la emorragia degli iscritti del P .S.I. che ad essa si vol– gon,o come alla sola salvezza. Ma neghiamo valjdità e persino serietà politica ad una istanza che si limita a suscitare il mito della parola «autonomia», senza dare ad essa alcun contenuto positivo, e tralasciando anzi di indicare cose d'importanza veramente deci– siva per concretare la portata di questa « autono– mia»: (mantenimento o dissolvimento del « Fron– te», mantenimento o' denuncia del patto d'unità di azione, differenziazione dalla· •politica comupista, presa di posizione nei confronti di « Unità socia– lista »; ecc.). Neghiamo soprattutto la possibilità di raggiungere una reale autonomia ad un partito in– sidiato da ritorni· di fiamma fusionistica da vere e proprie « quinte colonne » comuniste;· asservito al predoin-inio çhe ancora vi hanno gli apparati, a tut– to· scapito della democrazia interna; in preda alle scaltrite mano_vre che vi fanno i dirigenti, non certo disposti a mollare le segrete leve di comando; vi– ziato dal conformismo e dall'apatia; tormentato da q4el « complesso d'inferiorità » che iyi deriva e dai molti ervori comp-iuti - il suo « frontismo » non si elimina d'un colpo, con una scrollatina di spalle - e dalla incaJ,Jacità _dirompere col comunismo. Si ·tratta ora di sapere se le forze del P.S.I. verac mente mosse dall'esigenza di. esplicare un'autonoma azione per la dem<;>crazia socialista si lasceranno an– cora una volta s0ffocare da un diversivo inane ed illusorio, o troveranno il coraggio di rompere gli in° dugi e di abbandonare una compagine minata e fra– nante per dare il loro contributo alla formazione di una :;iuténtica e sald:;i 1mità socialista. « Quando si ha una vecchia e sberciata casa, e per di più screditatà» - commentava,_ esemplificando, un nostrò vecchiò . compagno muratore ~ « e il) questa casa si è co– .stretti alla coabitazione· con gente invadente e pYepo– tente, !;affannarsi, per amor!, della vecchia casa, a puntellare i muri o a far compromessi coi coabitanti è perder tempo e fatica. Bisogna, se si vuol vivere, 1rovare il coraggio di abbandonare la casa cadente, per costruiYe, ben 'solida, 1,ma nuova ·casa, tutta per sè ». _ . Lo capiranno i compagni del P.S.I.? Intendono che su di essi grava la maggiore responsahilità cir– ca l'affermarsi df un valido partito socialista? Che da essi dipende se l'unità socialist:;i raccoglierà tutte le vaste forze del socialismo democratico o' solo un settore, mentre un altro e importante settore ri– schierà di restare paralizzato nel conformismo o nelle diàtrtbe del P.S.I.? Ma c'è un altro, un opposto, pericolo, che è ag– gravato da, insidie sen~imentali,. e <;he consist_e nel fraintendere questa esigenza umtana e farne, con faciloneria, un'aspirazion~ all' « embrassons-n<;ms·» generale senza limiti e senza criteri, abbassando tl'!l problem~, che dev'éssere di unità politica, a mero problema di unità organizzativa. Guai se l'unità socialista diventasse fomite di con-· fusione! La scissione che ha dato vita -al P .S.L.I. ha voluto essere soprattutto 1:1nfattore di chiarezza po- 1itica e di selezione, anche ·morale. E questa rag– giunta chiarezza non _ha da e~sere_ ~ompromessa o dispersa in un movimento d1 umficaz1one cao– tico e indiscriminato. Indietro non si deve a nes– .sun costo tornare. -Arriviamo a dire di più: e cioè ~he se la unità socialista dovesse diventare la con– fusa a.ccozzaglia di tutti i socialisti che si procl~– mano tali e che,· magari dopo aver.e usato ~en di– verso linguaggio, oggi si pascono a tutto spiano -: .senza da.r loro preciso contenuto - delle parole « autonomia: » e « democrazia »; ·se dovesse essere il mezzo per certa gente, screditata moralmente e politicamente, .•di rifarsi una v~rginità o di rimetter– si· in auge o. di far passare di contrabbando ·certa merce· se dovesse diventare quel calderone o que)la babele' in cui si parlano tutti i linguaggi e si vogl10- BibliotecaGino Bianco no le più opposte cose, - con le fatali conseguenze · di impedire ogni positiva azione e di vedere riaf– fiorare, a più o men.o breve scadenza, magari con le stesse caratteristiche· e miserie, le solite « tenden– ze » - , allora la « unità socialista » sarebbe non già un vantaggio ma un'estrema iattura per il socia– lismo italiano. Non amiamo vantare meriti (anche perchè siamo consapevoli delle nostre deficienze e dei nostri er– rori) e tanto meno ci vogliamo attribuire dei mono– poli: ma è indubbio che il P.S.L.I. ha compiutò un lungo sforzo per concretare le istanze della' demo– crazia socialista e 1 l'azione pèr farla valere. Se l' « uni– tà socialista » non raccogliesse e non facesse pro– pri i risultati di questo- sforzo, ed anzi ritenesse di doverli ripudiare, per preconcetta ostilità o presun– ta imparzialità, essa fatalmente si tramuterebbe in « confusione socialista »: da fattore costruttivo, in elemento -involutivo o dissolutivo. L'« unità socia– lista » deve fare ben altro che ridar vita ad una spe– cie di. P.S.I.U.P. l,e istanze poste dal P.s:L.I. vanno tenute presenti da .tutti coloro che intendono operare per l'unità so– cialista. Essi sono : netto distacco dal P. C. e lotta contro il monopolio che esso intende conservare sulla classe lavoratrice, ·bloccandone le iniziative; tattica della lotta sui due fronti: contro la reazione ed il conserv_atorismo, come contro il totalita_rismo stalinista; socialismo come a.utentica istanza eman– cipatrice della classe lavoratrice e dell'intero mondo del lavoro; accettazione del metodo democratico, sia sul piano della politica generale, sia su quello della organizzazione interna di partito; ripudio di ogni massimalismo, e programma per una concreta azio– ne costruttiva socialist::i,, che sviluppi la capacità del partito di< assumere il potere, ·nell'interesse della collettività; azione internazionale, diretta alla _uni– ficazione europea sulla base della democrazia socia– lista. Questi risultati hanno da restare fermi e da diventare un orientamento comune. Dev'essere ben chiaro che il P.S.L.I. può essere disposto a scompa– rire, come organizzazione politica a sè stante, solo a condizione che la compagine unitaria che gli suc– cede s'imperni su queste direttive e sia in grado di ?Ssolverle. Ciò va detto soprattutto a proposito di quel con•– gresso di unificazione, cui si vuol dare, con una certa pomposità,' il nome di « costituente del socia– lismo». Se esso ·vuole essere· una seria discussione ed una generalizzazione ~ sia pure con le rettifi– che e le integrazioni del .caso (e diciamo subito che dovranno essere meglio determinati i rapporti ed i limiti della collaborazione possibile con la D: C.) ~ della piattaforma politica, ideologica e program– matica che il P.S.L.I. ha pazientemente e democra– ticamente elaborato (e in tal guisa da potere venire con tutta facilità accolta come piattaforma eletto– rale per « Unità socialista»), esso potrà essere deter– minatore di una comune volontà e punto di par– tenza per un'azione coerente e conseguente. Ma se esso intendesse fare « piazza pulita », sostituire ad ' una ·seria e meditata elaborazione collettiva le in– .dicaziGni sommarie e .generi'che dei, discorsi pro– grammatici di qualche « personalità di primo pia– no » o le improvvisazipni di qualche mozione con– cordata in sede congressuale o, peggio ancora, le declamazioni entusiaste e sentimentalistiche - a base di « vogliamoci bene, siamo tutti fratelli », -, allora dubitiamo assai della sua efficacia. La « forza di attrazione » di uno spettacolare congresso di uni– ficazione socialiata intento solo a creare un'organiz– zazione non compenserebbe la indeterminatezza po– litica degli obbiettivi, delle direttive di marcia, de– gl( impegni ·progtamìnatici, dei metodi di organizza– zione e di lotta. Se vogliamo ve~amente nella unità dei socialisti creare il solido strumento politico per affeFmare una volontà di democrazia socialista, bisogna sap~– re dove si vuole arrivare, quali obbiettivi· persegui– re. quali mezzi adottare. Il P.S.L.I. li ha indicati con sufficiente chiarezza, dopo un esame consapevol– mente serio: agli altri l'assumerli, se non come pun– to di partenza, come base di discussione, onde sa– pere se si concorda o si discorda. GIULIANO P1SCHEL

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=