Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
CRITIC,'.\ SOCIALE 207 Posto d'altra parte che nei reg1m1 democr~tici contempo– ranei la topografia politiéa delljl Camera alta - che ripete anch'essa la sua origine dal suffragio popolare, sia pure di solito per via indiretta - non può sostanzialmente differire di molto da quella dell'altro ramo del Parlamento (di guisa che non è ipotizzabile che un partito o una coalizione che posseggono la maggioranza di governo nell'una ca:nera non la posseggano · anche nell'altra), non è concepibile tr~ le due un contrasto politiço.• In sostanza, la seconda Camera potrà respingere, per considerazioni d'ordine politico, un pro– getto approv:i,to dalla prima, nel solo ipotetico caso in cui la coalizione di governo nell'intervallo tra le due votazioni abbia -mutato orientamento circa il problema in discussio– ne. E non è certo in base a tali consideraz'ioni che vuò giu- stificarsi l'esistenza di due Camere. • (Continua) LUIGI PRETI llllllllllllllllll,111111111111111111111111llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll FAT-TI E 'COMMENTI della stampa italiana ed estera (omm.enti alle elezioniitaliane. La stampa quotidiana e periodica italiana ha già ampla– m,ente riprodotto i giudizi dei maggiori giornali di ogni paese sulle elezioni italiane. E dalla enorme maggioranza di questi giudizi è apparso come tutti i c.ommentatori dei paesi demo– cratici, dopo aver rilevato con palese soddisfazione la scon– fitta <;J.elfronte comunista, P.osto l'accento sui compiti che at– tendono, I 'Italia in questo periodo, ed hanno dato enorme im– portanza, sotto questo aspetto, al successo dell'Unità socialista e in particolare del nostro partito, il quale, a giudizio unani– me, è chiamato a dare il tono all'azione costruttiva all'interno del pae~e e alla collaborazione con gli altri paesi democratici d'Europa e del mondo. Riproduciamo ora qui I il commento del settimanale socia– lista della Venezia Giulia, « L'Ora socialista », che scrive: « Se è giusto riconoscere ·che vi furono tra i migliori espo– nenti della D.C., pur nella accesa campagna anti-frontista, a– perti inviti a votare per chiunque, purchè avversari del fron– te, bt!ogna ben dire che la maggioranza dei gregari, laici e re– ligiosi, calcava sulla necessità, che non c'era, ·di riuscire at– traverso le urne 11 partito più forte, e sfruttava all'estremo il terrore delle mezze coscienze per l'intravveduta figura dell'or– so a tutto vantaggio della lupa. Bisogna rilevare la quotidia– na invadenza di tanti picèoli uomini della D. C. in ogni cam– po della vita civile, con a nor1:Ila non già gli alti insegnamen– ti di Cristo, ma la doppiezza e l'intrigo. Vigilare bisogna e augurarsi che per Il bene d'Italia prevalgano i saggi. Che 11 coricorso dei più genuini esponenti deUa Terza Forza non sia domandalo p,er lustra o· solo per dividere con altri, senza af– frontarle decisamente, le gravi responsabilità del ìhomento; ma sia riéhiesto con il fermo proposito di condurre più pre– sto a buon fine una concreta opera dì rinnovamento del Pae– se, a favore delle classi ,più disagiate. « Che se fosse altrimenti, primi a profittarne sarebbero gli attuali sconfitti. J quali del pari, oggi, dovrebbero ben meditn– re sulle ragioni della loro disfatta. E ricercarle ·soprattutto nel– la demagogia sfrontata e sistematica, che fa ancora presa tra le meno coscienti e più avvilite plebi del Mezzogiorno - e i successi comunisti in queste parti servano di monito ai futuri governanti -, ma ne fa sempre meno fra i più evoluti lavo– ratori del Nord, stanc)li ormai di vuote parole e di sterili lotte. « Fra una strepitosa vittoria ed una decisa sconfitta, 'i com– pagni di Unità socialista hanno ottenuto un lusinghiero suc– cesso, la giusta misura preveduta ed attesa. Possano essi, con altrettanta chiaroveggenza, impostare gli Imponenti proble– mi della nuova Italia repubblicana ed anche I problemi, pur– tPOJ?PO di attualità, di politica estera, che interessano questa travagliatissima Venezia Gifilia. E contribuire a risolverli be– ne. Possano attrarre un'altra volta in un solo Partito so~iali– sta la maggior parte de1le classi lavoratrici italiane e condur– le, per vie democratiche, per strade sicure, al pieno successo. « Lo sappiamo, è un compito Immane. Ma è dall'Italia de– mocratica, è dall'Italia socialista che noi aspetttnmo fidenti la buona parola >. In un suo commento sul Populaire (~ Fra I due blocchi B1bltoteca G.ino Bianco l'Unità socialis-ta si è affermata») Robert Verdier •crive: « Quello che è certo è che l'Unità socialista si è affermata. Non si possono. ev,identemente stabilire paragoni con il pas– sato come si fa per gli altri partiti. Ma ci sarà ormai nelln vita politica· italiana una forza socialista autonoma. Si pensi 'bene alle condizioni eccezionalmente sfavorevoli in cui i ri– sultati sono stati raggiunti. Fino alle ultime settimane pri– ma delle elezioni il pa'rtito d'i Nenni aveva conservato rela– zioni ufficiali con partiti socialisti degli altri paesi rappre– sentati al Com,isco. Esso si è servito di questo fatto come di una cauzione, per attestai·e che non ·era del tutto nel campo del Cominform. Ed ha potuto ·cosi illudere fino all'ultimo momento molti lavoratori italiani. D'altra parte, le elezioni italiane hanno preso scn1pre pi i.t, proprio a causa dell'alleanz.a Nenni-Togliatti, il carattere di un duello fra due grandi forze: i comunisti, gli antico– munisti. Questo ha favorito la democrazia cristiana, ma è certamente andato a svantaggio dell'Unità socialista. Ora, malgrado questo duplice ,svantaggio, le forze sociali– ste autonome si sono riprese. Soltanto un mese fa, non osn– vamo sperarlo. Gfi sforzi di Saraiat e dei suoi amici, tanto pi? coraggiosi in quanto hanno lottato a lungo nell'isola 4 .mepto, hanno già dato i primi frutti. I compagni di Unitù socialista hanno salvato il socialismo democratico in Itnlia; il raggruppamento delle forze, ancora sparse e fuorviate da– gli equivoci troppo a lungo mantenuti, non tarderà ad opc-. rarsi in 1nodo decisivo. Senza dimenÌicarc gli altri aspetti delle elezioni italiane, noi non esitiamo a dire che è qtiesto, ·ai nostri occhi, uno dei risultati più importanti delle votazioni del 18 aprile ». lnce_rtezze sul programma di governo. Paolo Vittorelli, in un articolo su L'Italia. Socialista, osserva come restino ancora nel vago gli intenti della Democrazia Cristiana circa gli orientamenti ·del futuro governo~ E passa senz'altro ad indicare quei p,unti sui quali in particolare la Democrazia Cristiana si dovrebbe pronunciare in modo for– male, « .affinchè l'opinione pubblica sia in grado di giudicare che tipo di governo e che tipo di politica avrà nei •prossimi cinque anni ». · Vi :sono anzitutto i problemi di politica estera. Occorre S07 prattutto pronunciarsi sul 1nodo con cui' verranno impiegati gli aiuti e sul tipo dì politica estera che il piano di ricostru– zione implica. « Gli aiuti a1nericani possono essere adoperati co1nc sono stati adoperati finora i fondi dello Stato, senza un piano predelerminato e cercando df tappare giorno per giorno le falle numerose della nostra economia. Questo è stato il sistema adottato sino ad cggi, non dalla ·sola D. C., ma, pur– troppo, anche dai governi tripartitici ... Oggi I.a partecipazione al' piano di ricostruzione europea senza un piano italiano può soltanto avere un carattere corpor.ativo: può cioè soltanto es– sere invocato da un partito che tenta di non indicare in anti– cipo il modo con cui adoprerà gli aiuti americani per non scontentare nessùno, finendo con lo scontentare tu.tti quanti ». A questo Figuardo non può non destare qualche preoccupazio– ne l'interclassismo della D. C., che « la costringe a dare l'im– pressione che farà I'interesse di tutte le classi sociali, non facendo l'interesse parli colare di nessuna: ma, proprio per questo suo carattere, la mancanza dì una seria pianificazione può significare che essa non ha il coraggio di indicare ai di– versi ceti della popolazione italiana quali sacrifici ciascuno di essi sa.rà chiamato a sopportare per contribuire ;:ill'opera co– mune di ricostruzione ». Nè basterebbe la creazione di un ap– posito •Ministero per il piano MarshalJ, senza che preventiva– n1cnte fosse indicato all'opinione pubblica « in base a quale piano gli aiuti saranno ad operati, con quali criteri si proce– derà alla ricostruzione dell'industria, quali limiti saranno po– sti al potenziamento cii ciascun ramo dell'industria, quali ca– nali dovrà seguire la nostra e~f)o'"!azione, quali norme presie– deranno al ritorno dcli ·agricoltura alla normalità, quali sacri– fici dov,·::tnno sopportare le sin.J:-)le ca~cµ-oric e::~ lavoratori per riffiòsorl,ire i due mili >ni. di disoccupati » Secondo punto è la P,Ubblica istruzio~e. Bisogna eliminare la preoccupazione che « 'sia proseguita quell'opera di pianifi- . cazione delle coscienze, di svuotamento delle scuole pubbliche a favore delle scuole private, di potenziamento di una edu– cazione di parte già iniziata dal Ministro Gonella. Se il so– cialismo si deve battere in primo luogo ·perchè il piano èli ricostruzione nei prossimi anni abbia una impostazione so– cialista, esso non può non preoccuparsi dei tentativi ripetuti della D.C. e di Gonella di preparare sin da oggi Ùna nuova generazione che tutto sarà fuorchè socialista, laica e demo– cratica. Su questo punto forse più che sn tuttt gli altri occor– re che la D.C. mostri la sua volontà di operare una svolta nettissima ed il silenzio dei suoi organi direttivi su f:JUesto
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