Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
206 CRITICA SOCIALE ponenti un disegno di legge, agiscano altriment( , che· come aderenti ad un partito politic_o, cui spetta perc10 la reale iniziativa. E si può in questo caso osservare che tanto var– rebbe· che il partito stesso - a meno che non si tratti di un partito nuovo, non rappresentato al Parlamento - _pre– sentasse il progetto dinanzi a una Camera a mezzo d1 un proprio rappresentante. Se comunque l'i~iziativa_popolare no~ ha oggi il valore del referendum, agli effetti della prassi democratica,. non è affatto inopportuno il suo inserimento nelle nuove carte costituzionali delle democrazie parlamentari, affìnchè l'istituto, una volta entrato nella tradizione costi– tuzionale, possa domani, nel clima di una più profonda co– scienza democratica, utilmente integrare gli istituti parlamen– tari. Tendenza ·al monocameralismo. Abbiamo vistò che principio essenziale del regime demo– cratico parlamentare· è che 'il corpo elettorale, attraverso il suffragio universale, abbia come sua diretta espressione il Parlamento, il quale viene con ciò investito delYa funzione di supremo orga~o della vita cos_tituzionale dello Stato. E poichè, come faceva notare per la prima volta Siéyès. di fronte alla Costituente francese dell'89, il suffragio popo– lare n01i può avere modi distinti di espritnersi, e d'altronde più Camere espresse'·attraverso la medesima forma cli suf– fragio non possono fare a meno di costituire dei bis in idem, la cui utilità è discutibile, ne viene di conseguenza che un regime democratico-parlamentare, nell'ambito dello Stato unitario, dovrebbe, a rigor di logica, adottare il sistema uni– camerale. Il bicameralismo è invece éonnaturale all'essenza dello St.r– to federale, ove l'unità nazionale, rappresentata dallo Stato federale stesso, trova la sua espressione nella vrima Ca– mera, mentre nella seconda, costituita dalle rappresentanze dei singoli Stati federati, trova la consacrazione l'individua– lità sovrana dei medesimi. Così è, ad esempio, per i due· più classici ed antichi Stati federali, Svizzera e U.S.A. N~ si riesce ad intendere come l'or.dinamento federale potrebbe re– sistere alla pressione unitaria, se la seconda Camera ve– nisse meno. Negli Stati unitari democratici per contro il bicamerali– smo è frutto di una t~adizione. Nel secolo scorso esso fo infatti uno degli elementi fondamentali del compromesso tra principio monarchico e sovranità nazionale. La monar 0 chia, nell'atto stesso in cui, cedendo alla pressione della bor– ghesia, accettava di condividere con una Camera eletta il co- · siddetto potere legislativo, imponeva un secondo ramo de,! Parlamento, desig11ato da!J'alto o, comunque, non espress~ dal suffragio popolare, destinato a fungere da freno agli ardori democratici della Camera eletta. Ad avvalorare la tesi monarchica si citava poi, quale esempio; l'Inghilterrà, ma– gnificata come patria classica del Parlamentarismo. La democrazia ha fatto ormai giustizia di queste specie dì Camere monarchiche, a cominciare dal Senato re• gio italiano. Solo l'Inghilterra, sempre usa a procedere per proprie vie, conserva tuttora la Camera dei Lords. Si tratta però dì ul}a Camera, la quale, fin dal 19n, non esercita più una effettiva potestà sovrana, ed ha perso ogni residuo di autorità e di prestigio; sicchè sarebbe più proprio affer– mare che nelle isole britanniche oggi si pratica di fatto un sistema monocamerale. · Se le seconde Camere -di stampo ottocentesco hanno fatto il loro tempo, resta per altro il fatto che la forza della tra– dizione riesce ancora ad imporre, un bicameralismo più o o meno zoppo alle democrazie parlamentari moderne. Di un tale sistema non riesce per· altro ·facile fornire una giusti– ficazione convincente dal punto di vista democratico. Non reggerebbe certo oggi la considerazione · tinicamente con– servatrice, che la seconda Camera riesde ~tile in qu~nt 0 , grazie ad una sua diversa composizione, che si esprime in · un ·indirizzo politico più «prudente», può servire da con– trappeso all'orientamento trbppo progressista della Camera dei Deputati. Fu'rono queste le considerazioni care alh bor– ghesià, quando, sul finire del secolo scorso, piegatasi ormai la monarchia ai suoi vC>leri,cercava, per conservare il pro– prio predominio, di porre un freno alla progressiva affer- BibliotecaGinoBianco mazione delle correnti p0polari, le quali, forti dell'allarga– mento del suffragio, muovevano alla conquista della Ca– mera bassa. In fondo l'unica ragione che ancora si adduce a sostegno della seconda· Camera è la pretesa necessità del doppio esa– me in ·ordine alle leggi. E si narra magari volentieri del– l'episodio dei due giganti della rivoluzione americana, Wa– shington e J efferson; il primo dei quali, durante il corso delle discussioni costituzionali di Filadelfia, vedendo che l'a– mico, tenace sostenitore del sistema unicamerale, versava sul piattino il caffè della tazza per raffreddarlo, lo avrebbe ri– chiamato a meditare sul suo gesto, per convince'rlo che anche i progetti di legge, passando dall'una all'altra Camera, avreb– bero avuto modo di essere meditati più freddamente e se– renamente. La tradizione, comunque, indipendentemente dalla bontà delle ragiÒni addotte a suo sostegno, ha avuto fino ad oggi la forza di imporsi per i1 suo stesso prestigio. Ed è così che anche Francia e Italia, dandosi in questo dopoguerra una nuova costituzione democratica parlamentare, hanno ri– nunciato, alla fine, al sistema unicamerale, che pur era stato caldeggiato dai gruppi di sinistra come la formula più coerente con le nuove istanze della democrazià popolare. La democrazia parlamentare, quindi, è tuttora caratteriz– zata, di massima, dal sistema bicamerale, il quale costituisce un punto d'incontro tra le· vec~hie costituzioni aggi,mtate (Belgio, Svezia, Norvegia ecc~) e le recentissime carte co– stituzionali dei 'due grandi paesi latini. L'unicameralismo inaugurato dalla Repubblica spagnola ebbe breve durata, per il sopraggiungere del)a i:eazione antidemocratica franchista. Non è il caso di mettere in evidenza come anche le Ca– m.ere alte, nei paesi democratici dell'Europa continentale, siano oggi, naturalmente,. espressione del suffragio popola– re. Non ostante però il carattere democratico di entrambe le Camere, prevale il concetto che la Carnera cosiddetta al– ta, come quella che cos'titu1sce di norma un'espressione me– no diretta del suffragio pol))olare, deve esplicare una fun– zione subordinata nei confronti• dell'altro ramo del Parla– mento. Alla quale conclusione si può ugualmente pervenire per· diverse vie: sia che la Costituzione - ed è questo il caso estremo - limiti, nel ca_inpo legislativo, le funzioni della seconda CameFa al diritto di esprimere il proprio av– viso sui progetti di legge trasmessi dall'altra Camera (così come accade oggi nella vicina Francia, il cui Consiglio della Repubblica è la più· impotente delle seconde Comere demo– cratiche contèmporanee), sia che le venga anche riconosciuta una parità teorica destinata nella prassi a tradtirsi in su– bordinazione. Quest'ultimo finirà verosimi\mente per. essere pure il destino del nostro Senato repubblicano, _anche in re– lazione alla tradizione di subordinazione dèl Senato regio. Poche imitatrici è destinata ad avere certo la seconda Ca– mera ·svedese, citata come esempio di Assemblea esercitante le funzioni sovrane sullo stesso piano del primo ramo del Parlamento. L'opposizione · aU'attuale bicamernlismo pare comunque destinata -ad accrescersi. La tesi infatti dell'opportunità di un secondo esame non è per nulla convinéente, quando si tenga presente la procedura che attualmente segue la for– mazione delle leggi. I progetti di legge infatti - che sono ordinariamente di iniziativa· ministeriale - quand0 giungo– ·no alla Caméra, presuppongono già un acéurato studio da parte dei tecnici della burocrazia ministeriale. La Camera ne delega l'esame ad, apposite commissio;;i, nella quali sono . rappresentanti i suoi elementi tecnici più qualifi_cati; e solo· dopo di questo il progetto può veaire discusso dalla Assem– blea plenaria, chiamata a dare un giudizio _più s:6ecifica– mente politico. Si ti:atta in sostanza di un triplice esame che - in relazione alle moderne esigenze di celerità - dovreb– be essere più che sufficiente. E' vero che dalla seconda Camer; .possono venire talvolta utili sÙggerimenti di carattere tecnico. Ma, una volta che sia pui: essa un'Assemblea politica - eletta cioè sulla base di criteri politici - non vi è motivo di presumerle, nei con– fronti dell'altra Camera, il carattere distintivo di una · più specifica competenza tecnica, che possa giustificare l'oppor– tunità del secondo esame.
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