Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
CRITICA SOCIALE 201 risparmio. Carpe diem è diventato l'odierno impe– rativo categorico. Manca quindi _quella compren_sione e quella spiri– tuale collaborazione che rappresentano l'alimento indispens~bi~e per il_rigoglioso sviluppo delle opere prev1denziah le quah, per dare tlltti i loro frutti, non possono scendere come manna dal cielo, ma devono rampollare dalla cosciente volontà 'del popolo. E manca pure l'interessamento della grande maggio– ranza dei medici pratici, i quali sono statj preparati pei; curare gli ammalati e dà tale loro attività· sol– tanto ricavano i mezzi di sussistenza. Nel corso uni– versitario di scuola medica non c'è. posto, fra le numerose materie, per la medicina sociale. Medici pratici e medicina sociale. Che si farebbero i medici pratici della medicina sociale finchè quel tal rovesciamento del concetto di assistenza al quale si riferisce il Bauer n,on sia compiuto? Finchè, cioè, ad essi non sia richiesto soltanto, come adesso avviene, l'attività clinico-te– rapeutica della medicina individuale, ma anche quella preventiva della medicina sociale? Perchè do– vrebbero essi provvedersi di una merce sconosciu– ta e non richiesta, e con quale vantaggio potrebbero - offrirla? La medicina sociale è oggi coltivata da studiosi i quali, per dirla con frase industriale, producono per magazzeno. Se ne parla anche in pubblico e se ne scrive, e non manca neppure una propaganda abile e tenace condotta coi mezzi più svariati e geniali, ma, ad eccezione di una piccola e privile– giata minoranza più accessibile alla luce dei tempi nuovi, per la enorme massa della popolazione tutto questo non riesce a rompere quel duro guscio di in– differenza e di apatia che custodisce indisturbata la vecchia mentalità,. le vecchie consuetudini. Forse la tenacia dell'atteggiamento mentale abbar– bicato alle vecchie usanze può essere una difesa dal pericolo grave di troppo rapidi ed intempestivi mu– tamenti. E' però innegabile che nell'attuale momento storico si sta combattendo una dura lotta fra un vecchio mondo che non vuole andarsene ed uno nuovo che stenta a sorgere: lotta che dovrà finire, come sempre, col trionfo della vita nuova. A quel trionfo debbono esser rivolte l'attenzione e le forze di tutti coloro ché non vivono, come si suol dire, con la testa nel sacco: questi non sanno che deplo– rare, sfiduciati, l'attuale stato di cose, perchè non vedono in esso ciò che realmente è: un doloroso, straziante ma inevitabile « travaglio » necessario per la nascita di una nuova creatura, di un nuovo orga– nismo, di una. nu.ova é « migliore » civiltà. Ciò che sarà domani una maestosa pianta oggi non è che una appena visibile fogliolina spuntata dal terreno, e, per chi bene osservi anche le piccole cose, non man– cano i primi indizi di una nuova struttura sociale. A questi inconfon.dibili segni, a queste sicure pro– messe di vita nuova e migliore convien rivolgere tutta l'attenzione e porgere tutto l'aiuto, non solo per salvarsi dal pessimismo e dallo scoramento vano e fatale, ma per compiere il dovere, che ad ogni onesto si impone, di recare il proprio contributo alla ne- cessaria rinascita. - Uno dei segni di promettente rinascita nel campo sanitario è dato dalla coraggiosa ed onesta sterzata che la Federazione per la lotta contro la tubercolosi ha dato alla sua attività per toglierla dalle secche della sola o prevalente clinica ed estenderla anche nel campo sociale. Una simile mossa fu fatta, con ampia e -realistica visione del fenomeno sociale «tubercolosi», venti anni or sono, con risultati da giustificare le migliori speranze, ma la mancanza di libertà del tempo fa– scista permise il sopravvento di particolaristici inte– ressi sull'interesse generale, malgrado le ufficiali strombazzature in senso contrario. Le cose allora non potevano andare altrimenti, in tutti i campi, e ne assaporiamo adesso i deliziosi frutti. Questa estensione reale e fattiva - e non soltanto programmatica - della campagna antitubercolare dal campo clinico « anche > al campo sociale rice– verà una decisiva spinta dall'apporto disciplinato e continuo dei medici condotti organizzati in Asso– ciazione. 'A questo argomento è infatti dedicato il tema sociale del Congresso nazionale di tisiologia, B1bltoteca ljtno tjtanco che la Federazione sta preparando per il prossimo ottobre a Bari. Il medico condotto non è uno spe– cialista tisiologo o tisia tra: è un medico generico per eccellenza, al quale la sua particolare « ubicazio– ne professionale» conferisce una particolarissima caratteristica: quella di osservare direttamente ogni giorno, con occhi di medico, e quindi esattamente conoscere, le condizioni di vita e di lavoro della gente della sua condotta, della «sua» gente in mez– zo alla quale vive e lavora, quella di intenderne lo spirito ed i bisogni e di farsi intendere da essa, che vede in lui l'amico sempre presente nei momenti indimenticabili del pericolo e del dolore, della sven– tura. Questo medico collocato ed a permanenza man– tenuto, per scopi curativi, nel piccolo ambiente della sua condotta, trovandosi alle dipendenze dell'Ente statale Comune, diventa la prima radice e l'ultima propaggine di tutta la grande attrezzatura organiz– zata per la difesa sanitaria del Paese: la prima ra– dice atta ad assorbire i succhi nutritivi (le notizie, le informazioni che portano alla «conoscenza») in– dispensabili alla vita produttiva dell'intera pianta; la ultima propaggine atta a trasmettere ed adeguare al terreno sociale nel quale lavora le provvidenzil11i attività opportunamente predisposte, perchè deri– vanti dalle esatte conoscenze fornite, Agli effetti della lotta contro la tubercolosi intesa in senso sociale e preventivo, mirante cioè allo scopo di « organizzare l'uomo nel suo sforzo di farsi uo– mo "• queste conoscenze e queste possibilità di azio– ne che caratterizzano il medico condotto appaiono indispensabili; ecco perchè la Federazione nazio– nale per la lotta contro la tubercolosi domanda l'ap– porto dei medici condotti, che non è sufficiente, ben inteso, ma appare « necessario "· - Ma v'è di piu. Questa estensione dell'attività del medico condotto dal campo curativo cd individuale al campo sociale e preventivo, si inizia in tema di lotta antituberco– lare, perchè la tubercolosi è fra le malatti1, sociali quellà contro la quale si impone più evidente ed urgente la difesa collettiva: è adunque questa difesa dalla tubercolosi che schiude di fatto, e sul concreto terreno della realtà, la via alla trasformazione della assistenza dalla attività individuale, secondo il con– cetto cristiano e pietistico, che prendendo in consi– derazione gli effetti non sopprime le cause, alla attività sociale secondo il concetto laico che, miran– do alle cause, tende a sopprimere le conseguenze. Su proposta di un grande igienista. Achille Sciavo, al Congresso nazionale di Torino (1928) dei medici condotti, il nome di « Comitato esecutivo per la lotta contro la tubercolosi » fu cambiato in quello di « Co– mitato esecutivo per la lotta contro la tubercolosi e le malattie sociali». La sua mente lucida e pratica aveva chiaramente preveduto il campo che si sa– rebbe aperto ,a quella attività, se le vie del pensiero fossero state libere. Ma perchè il coraggioso gesto della Federazione nazionale per la lotta contro. la tubercolosi possa dare tutti i suoi frutti, è indispensabile che su di esso, sul suo significato, sulle- sue conseguenze si fermi l'attenzione del pubblico, la così detta « pub– blica opinione », e si fermi quanto basta percbè sia finalmente rotta la dura scorza di indifferenza e di apatia che consente- la perpetuazione di atteggia– menti mentali e di consuetudini ormai superate, sia dalla visione concettuale, sia dai reali bisogni di un organismo sociale nuovo e migliore. A: DELBUE Coo il titolo IL SOCIALISMO DEMOCRATICO E LA PACE abbiamo pubblicato la traduzione del discorso te– nuto a Stresa dal compagno Léon Blum. L'opusco– lo c001Sta di 24 pagine e costa 40 lire. A chi n~ richiederà al.mene, 5 copie lo cediamo al prezzo di 20 lire.
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