Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948

CRT'T'lCA ~OCTALF. 16t !are, che noi riteniamo tuttavia fortunatamente im– pu~sibile, rappresentereo'le un Vl'ro disastr:i per il Paese che, in un momento di tosi gravi e urgenti bisogni, sarebbe trilscinato in incomposte agi•azi~ ni, che inevitabilmente lo condurrebbero nel baratro di una rov'na dalla quale non potrebbe risollevarsi se non dòpo decenni di sforzi, di patimenti e di do– lori. , Ed ecco. perchè noi abbiamo in questo momento il senso dell'importanza della miss'one del sociali– smo, la cui ora più luminosa Il tradimento dei di– rigenti del P.S.I.U.P. ha lascìato passare inutilmen– te, ma che ha tu 1 tavia ancora la possibil'tà dì assu– mere la sua funzione e preparare il migliore avve– nire del proletariato e di tutte le classi operose e produttive, con l'appoggio cii quelle forze che una $ili il nostro giudizio. Còstituto · esso puf"e dì un a– ~lga111a di forze nel quale è confluita gentt> che s·c1- èrifica al soddisfacimento delle ambizioni t:ualsiasi Ì!!igen:ta ideale, gente che è mossil dillla paura e ~µol costituirsi una ))oliz:tà di assìcutazione contro i_ temuti e in gran parte fantastici pericoii, gente él1e si lascia attrarre senza convinzione dalle espre:s– sioni esteriori di forza ))etchè non sa· seguire al ra cor:t:t'ltt di pemsiero se non quella che riti~ne costi– tu're la maggioranza, · il Fron' e è in realtà una fòrza maneggiata esclusivamente dalla volontà del partìto romu11ista. Appunto perciò (lUesto p,attito, che è l'Ispiratore di tu'.ti gli atteggiamenti, il mo– tore di tutte le azioni del Fronte, si tien~ accorta– mente in disp1rte. Là fake e ìl mar!ello, che a molti ~wa~ivilnO come un segno di paurosa paltngen_esi ven- 4katrìce, sono stati prudentemtmte messi in d'.sparte per lasc·are il posto al volto bonario e caro di Ga tibaldi; e il partito comum~~:t non ~ nominato mai neì m.a11ifesti esf>osti al pubblico, nelle convocazio– ni dei comizi e si sforza di apparire diluito in una miscela di cui in realtà essJ è 11 solo elememo a ti– ~->. Agli sfruttamenti cui è già soggetto :1 prole– tariati> si è ilggiunto questo invereèoncio sfruttamen– to della sua buona fede e dell'ignoranza di molta gente umile che ne fa parte. Anche per questa man– canza di chiarezza e di precise direttive, che ·è con~ segvenza necessaria della confluenza di tante forze diverse, 1m successo del Fronte Democratico Popo- · rinnovata coscienza va accrescendo continuamente in:orno al nostro parfto. Con la fede quindi di po– ter corrispondere all'aspettazione di tutte le menti più illuminate, dì tutti gli animi più devoti al pub– blico bene; con la speranza di poter veramente aiu– ta re il proletariato a riprendere una graduale e or– dinata ascensione verso la piena rivendicazione dei suoi dirit,i. verso la piena liberazione da ogni fo1·:na di sfruttamento e di oppressione, noi conti– nueremo con crescente fervore questa battaglia :· cui il 18 aprile la ridesta coscienza dei cittadini darà la sua solenne sanzione. U.G. M. La tecnica comunista per impadronirsi del potere lfiporliamo, grazie aWUf{icio stampa ed infor– mazioni britannico, questo acuto artfrolo del no– stro compagno l')enis Healey, Segretario dell'Ufficio inlerna.zionale del Partito Laburista. La sua impor– lanza 110n ha bisogno di essere posta in evidenza. Healey delinea molto efficacemente gli elementi ed i. presupposti della «tattica> comunista. Un ele– mento che meriterebbe tutta una partico-lare anali.~i -è il mòdo in cui i comunisti giungano al risultato di conquista del potere attraverso il depotenziamen– to e la disgregazione dei 'partiti socialisti; attraver– so i miti fusionista e frontista, e compromettano in modo da legarli al loro gioco, i dirigenti socialisti. La G. S. ~a scomparsa delle istituzioni democratiche in Cecoslovacchia ha dato origine a più- discussioni e apprensioni di qualsiasi ·altro avvenimento interna– zionale dopo Monaco. Non ho intenzione di occu– parmi tiei suoi effetti sulla politica estera e di di– scuterne le conseguenze morali. Ciò che vorrei fare è esaminare l'affare cecoslovacco come un esempio d'ell:,. tecnica della rivoluzione; o, piuttosto, come un esempio della tecnica in base alla quale, in certe condizioni, una determinata minoranza può impossessarsi del potere, senza violare in maniera grave le forme costituzionali. Così, per amore del raffronto, voglio descrivere le tecniche teggermente diverse usate dai comunisti negli Stati confinanti di Ungheria e Romania. Immagino che la maggioranza delle persone con– siderino una rivoluzione. come il rovèsciamento del mecçanismo dello Stato attraverso la sollevazione armata di una classe oppressa; ma questo quadro non ha r,ià nulla a che fare con la realtà in Europa da 20 anni a questa parte. Per vari motivi ciò non r,uò pià accadere. Da un lato le funzioni sociali ed economiche della macchina governativa moderna s4:1-- no divenute immensamente complesse e penetranh; I 11e la rivoluzione spezza questo meccanismo, la vit– mriJ rlvoli1zlonaria si trova _caricata dì insoh!bilì problemi. D'altro lato le tecmche della repressione iblioteca Gino Bianco oggi a disposizione di coloro che controllano la macchina dello ~tato i;ono eccezionalmente effica– ci: cosicchè un assalto diretto contro il potere dello Stato non ha molta probabilità di successo. E la ri– voluzione russa è una prova di questa regola. Oc– corsero cinque anni al Partito bolscevico in Russia per stabilirsi con sicurezza al potere dopo la prima guerra mondiale. Durante questo periodo esso di– strusse deliberatamente l'intera struttura dello Sta– to zarista e sulle rovine di esso cercò di costruire una nuova struttura rivoluzionaria. Ma l'operazione fu accompagnata da terribili difficoltà e pericoli, Il collasso della compagine amministrativa portò la fame a milioni di persone. Vi fu una vasta e san– gÙinosa guerra civile, con l'intervento armato dì Potenze straniere. E la rivoluzione sopravvisse solo perchè la Russia è_ geograficamente _cosi remota. 'J:entativi di affermare ìl comunismo in, Europa con metodi simili sono falliti in maniera catastrofica. Durante il venticinquennio che seguì al 1917, i comunisti sentirono sempre più che il problema consisteva nell'impossessarsi della macchina statale borghese anzichè distruggerla. Perciò essi studiaro- - no intensamente l'anatomia del potere in una demo– crazia. Essi individuarono la posizione delle leve di comando, non solo nelle istituzioni stesse dello Stato, come le forze armate, la polizia e l'ammini– strazione civile, ma anche nell'intera struttura eco– nomica sociale, specie nelle organizzazkmi profes– sionali e sindacali. Essi studiarono la tecnica atta a sollevare e sfruttare l'opinione pubblica. Diven– nero esperti nel mobilitare l'appoggio ai loro .scopi attraverso organizzazioni nelle quali essi stessi non rappresentassero una parte troppo evidente e insi, irnarono segretamente i loro a!(enti nell'nmmini~tra– #one civile dello Stato e negli altri partiti politici. Il Piano Molotov. E quando la seconda guerra mondiale ebbe ter– mine, il più potente di tutti i partiti comunisti era stato rafforzato da più di venti anni di esperienza diretta come· ciligarchìa governante nello Stato rus-

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